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GETA POPESCU
LINGUA ITALIANA CONTEMPORANEA
Fonetica
Morfologia
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© Editura Fundaţiei România de Mâine, 2008
Editură acreditată de Ministerul Educa ţ iei, Cercet ării şi Tineretului prin Consiliul Na ţ ional al Cercet ării Ş tiin ţ ifice
din Învăţământul Superior
Descrierea CIP a Bibliotecii Naţionale a României
POPESCU, GETA
Lingua italiana contemporanea. Fonetica. Morfologia/
Geta Popescu. – Bucureşti: Editura Fundaţiei
România de Mâine, 2008.
ISBN 978-973-725-979-0
811.131.1
Reproducerea integrală sau fragmentar ă, prin orice formă
şi prin orice mijloace tehnice, este strict interzisă şi se pedepseşte conform legii.
Ră spunderea pentru con ţ inutul şi originalitatea textuluirevine exclusiv autorului/autorilor.
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UNIVERSITATEA SPIRU HARET
FACULTATEA DE LIMBI ŞI LITERATURI STR ĂINE
GETA POPESCU
LINGUA ITALIANA CONTEMPORANEA
Fonetica
Morfologia
EDITURA FUNDAŢIEI ROMÂNIA DE MÂINE Bucureşti, 2008
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CONTENUTO
Prefazione ..........................................................................................
I. FONETICA 132
II. MORFOLOGIAL’Articolo …………………………………………………………..
Scelta delle forme dell’articolo ……………………………...
L’articolo determinativo con i nomi propri ………………….
Preposizioni articolate ……………………………………….
Il Nome (o sostantivo) ……………………………………………
Distinzione dei nomi in base al significato …………………..
Distinzione dei nomi in base alla forma ……………………..
Formazione del femminile …………………………………...
Formazione del plurale ………………………………………L’Aggettivo
Classificazione degli aggettivi
Accordo dell’aggettivo qualificativo
Gradi dell’aggettivo qualificativo
Il Numerale
Numerali cardinali e numerali ordinali Il Pronome
Pronomi personaliPronomi personali soggetto
Pronomi personali complemento
‘Lo’, ‘ci’ – ‘vi’, ‘ne’: altri usi Pronomi allocutivi
Pronomi relativi Pronomi e aggettivi possessiviPronomi e aggettivi dimostrativiPronomi e aggettivi indefiniti
Pronomi e aggettivi interrogativi
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Prefazione
Il presente volume comprende la Fonetica e laMorfologia italiana , due capitoli di basilare importanza
per tutti quelli che vogliono studiare la lingua italiana, e idestinatari sono particolarmente gli studenti universitari
del I anno. E’ un corso il cui impianto descrittivo e sis-tema terminologico sono sostanzialmente quelli tradizionali,rinnovato e arricchito lungo gli anni sia nella parteteorica e descrittiva sia nell’eserciziario, puntando sugliaspetti dell’italiano comune. Le regole, le strutture, gli
schemi sono oggetto di una descrizione chiara, esaustiva eaggiornata e ogni singolo capitolo si chiude con unnumero abbastanza grande di esercizi graduati al fine di
valutare continuamente le conoscenze dello studente.
G. P.
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I. FONETICA
La fonetica analizza e classifica i suoni del linguaggio o foni nelloro aspetto fisico. La fonologia o fonematica studia invece l’organiz-zazione e la funzione dei foni nella struttura di una determinata lingua.Essa studia i suoni distintivi di una lingua, detti fonemi, quei suoni al
cui cambiamento corrisponde un cambiamento di significato: cero, mero, nero, pero, vero ecc. I fonemi, le più piccole unità distintivedella lingua, vengono rappresentati nella scrittura per mezzo di segnigrafici o grafemi, che sono le più piccole unità distintive della scrittura.In teoria ci dovrebbe essere una corrispondenza perfetta tra i segni delsistema ortografico e i suoni del sistema fonologico, tra grafemi e fonemi,in realtà non esiste un’assoluta corrispondenza tra suoni e segni.
L’alfabeto – l’insieme dei segni grafici, disposti in un ordine
preciso, con i quali si indicano i fonemi di una determinata lingua.L’alfabeto italiano – ventuno grafemi, ciascuno con il proprionome, che possono scriversi con maiuscole o minuscole:
A, a H, h (acca) Q, q (cu, qu)B, b (bi) I, i R, r (erre)C, c (ci) L, l (elle) S, s (esse)D, d (di) M, m (emme) T, t (ti)E, e N, n (enne) U, u
F, f (effe) O, o V, v (vu, vi)G, g (gi) P, p (pi) Z, z (zeta)
+ cinque lettere straniere → ventisei lettere
J, j (i lungo)K, k (cappa)W, w (vu, vi doppio)X, x (ics)
Y, y (ipsilon, i greco)
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Quanto al genere dei nomi delle lettere, l’uso è tuttora oscillante; possiamo tuttavia considerarle di genere femminile, soprattutto quandosi sottintende la parola ‘lettera’, ‘vocale’ o ‘consonante’, tutte e tre
femminili: si dice, per esempio, dalla a alla zeta = dal principio allafine; ( fig.) mettere i puntini sulle i = precisare, chiarire qualcosa.
Sistema fonematico italiano
Vocale – il suono prodotto con un’emissione d’aria che nonincontra occlusioni o restringimenti nel canale e nella cavità orale;essa può far sillaba da sola.
Consonante – il suono articolato viene pronunciato col canale
orale chiuso o semichiuso; essa non può formare sillaba da sola.I. Vocali – i fonemi vocalici dell’italiano sono sette:
a – apertae – aperta: èrba
– chiusa: mései – chiusao – aperta: pòco
– chiusa: sólo
u – chiusaPossiamo raggruppare le vocali nel cosiddetto triangolo vocalico,
nel quale si distinguono: – tre vocali anteriori o palatali – una vocale centrale – tre vocali posteriori
e inoltre: – tre vocali aperte – quattro vocali chiuse
i chiusa u chiusa anteriori e chiusa o chiusa posteriorio palatali e aperta o aperta o velari
a apertacentrale
Quando non sono accentate, le vocali ‘e’, ‘o’ hanno costantementeil suono chiuso; quando invece vi cade sopra l’accento, hanno ora ilsuono chiuso ora il suono aperto. La pronuncia aperta o chiusa di
queste vocali assume particolare importanza nei casi in cui costituisce
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l’unico elemento distintivo tra parole di significato diverso, ma ugualinella scrittura, i cosiddetti omògrafi:
è (aperta) é (chiusa)èsse = lettera dell’alfabeto ésse = pronome personalelègge = da ‘leggere’ légge = norma pèsca = frutto del pesco pésca = da ‘pescare’rè = nota musicale ré = monarca, sovranovènti = plurale di ‘vento’ vénti = numerale
ò (aperta) ó (chiusa)còlto = da ‘cogliere’ cólto = istruito, dottofòro = piazza fóro = buco
vòlto = da ‘volgere’ vólto = viso, faccia
Non esistono regole per stabilire quando la ‘e’ e la ‘o’ tonichehanno suono aperto e quando, invece, hanno suono chiuso. Nei casidubbi è necessario ricorrere al dizionario.
Il dittongo – gruppo fonetico costituito da una vocale precedutada semiconsonante o seguita da semivocale nella medesima sillaba. Ildittongo può essere:
– ascendente→ semiconsonante + vocale:ia: f iamma, piatto, piazza ua: guaio, lingua, quasiie: f ieno, ieri, piede ue: guerra, questo, sangueio: corridoio, gioco, pioggia ui: anguilla, guida, quindiciiu: aiuto, f iume, schiuma uo: cuore, f uori, liquore
– discendente → vocale + semivocale:
ai: far ai au: causa, laureato
ei: lei eu: neurologiaoi: poiui: altr ui, suicidio
I dittonghi mòbili – i dittonghi ‘uò’ e ‘iè’ perdono le semicon-sonanti ‘u’, ‘i’ quando l’accento si sposta su un’altra sillaba:
uò → o iè → e buòno → bontà cièlo → celèstemuòvere → moviménto piède → pedèstre
scuòla → scolàro Sièna → senése
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Si conserva il dittongo mobile: – nelle parole composte: buongiorno, fuoribordo; – negli avverbi in -mente: ciecamente, nuovamente;
– nei verbi ‘nuotare’, ‘vuotare’ per evitare ogni possibile ambiguitàcon i verbi ‘notare’, ‘votare’; – nei derivati: fieno→ fienile, fiero → fierezza, piede → piedistallo; – nei superlativi: buonissimo, nuovissimo.
Il trittongo – complesso di tre suoni vocalici in una sola sillaba: buoi, guai, miei, studiai.
Lo iàto – incontro di due vocali che fanno parte di sillabe distinte:
du-ello r i-unireide-a te-atro po-eta zo-ologi-a
II. Consonanti – in italiano sono quindici consonanti: – semplici – doppie – gruppi consonantici: – digrammi
– trigrammi
grafema definizione fonetica esempio
p occlusiva bilabiale sorda palla
b occlusiva bilabiale sonora orale bello
m occlusiva bilabiale sonora nasale mare
t occlusiva dentale sorda tela
d occlusiva dentale sonora orale donna
n occlusiva dentale sonora nasale nero
gn occlusiva palatale sonora nasale gnocchi c + a, o, uch + e, iq + ua, ue, ui, uo
occlusiva velare sordacasachiloquadro
g + a, o, ugh + e, i occlusiva velare sonora
gattoghiro
z affricata alveolare sorda zio
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grafema definizione fonetica esempio
z affricata alveolare sonora zero
c + e, i affricata prepalatale sorda cera
g + e, i affricata prepalatale sonora giro
f continua costrittiva labiodentale sorda fare
v continua costrittiva labiodentale sonora vedo
s continua costrittiva alveolare sorda sera
s continua costrittiva alveolare sonora smilzo
sc + e, i
sci + a, o, u continua costrittiva prepalatale sorda
scena
sciame
r continua vibrante alveolare rana
l continua laterale alveolare luna
gl + igli + a, e, o, u continua laterale palatale
glitaglio
Si pronunciano come in romeno ‘b’, ‘d’, ‘f’, ‘l’, ‘m’, ‘n’, ‘p’,
‘r’, ‘t’, ‘v’: banca, d are, f are, l ibro, madre, nipote, padre, r umore,t itolo, vento.Si pronunciano diversamente:
cc + a, o, u → casa, coro, cu polac + l, r → cl asse, cr ederec + e, i → cena, cinemach, sc – digrammisci – trigramma
gg + a, o, u → gallo, goccia, gustog + l, r → gl obo, gr andeg + e, i → gelo, ginnasticagh, gl, gn – digrammigli – trigramma
h
– non rappresenta alcun suono, è soltanto un segno grafico;
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– distingue le voci del verbo ‘avere’, per influenza del verbolatino HABERE, dagli omòfoni (parole con suono uguale ma origine,significato, a volte anche grafia diverse):
1ª persona singolare ho o → io ho / bianco o nero
2ª persona singolare hai ai → tu hai / vado ai laghi
3ª persona singolare ha a → egli ha / vado a Sinaia
3ª persona plurale hanno anno → essi hanno / anno accademico
– si trova: – nei digrammi ‘ch’, ‘gh’ → che, chino, ghetto, ghianda
– nelle interiezioni ah!, ahi!, eh!
q
q + u + vocale → quadro, questo, qui, quotidianocq → acqua, tacqueqq → soqquadro: mettere a soqquadro = in gran disordine
s
‘s’ sorda: s + vocale → sale, seme, sigaro; nei derivati e neicomposti: capo saldo, gira sole
s + c, f, p, q, t → scala, tra sporto, squadra, pa st oconsonante + s → corsa, pensoss → ge sso, ro sso
‘s’ sonora: s + b, d, g, l, m, n, v, z → sbarcatoio, sd raiarsi, sg uardo, sl ancio, smarrito, snello, sr adicato, svenuto
‘s’ tra due vocali → me se, vi so
‘s’ impura = ‘s’ + consonante → scolaro, st offa, str ada
z
‘z’ sorda: z + ia, ie, io → gra zie, spa zio
l + z → alz are, calz azz → pa zz o
‘z’ sonora: ‘z’ tra due vocali → a z oto, o z ono
zz → anali zz are
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Le consonanti doppie – segnano differenza di senso:
consonante semplice consonante doppia
ca pellicar oca saeconona penaro saser aset e
sono
ca ppellicarr oca ssaeccononna pennaro ssaserr asett e
sonno
Esempi:capelli neri, biondi / cappelli di stoffaun caro amico / un carro di legnacasa paterna / Cassa di risparmiofarsi l’eco di qualcuno / ecco il treno che arrivala nona sinfonia di Beethoven / nonna materna pena capitale / penna a sfera
offrire una rosa / bandiera rossalavorare da mattino a sera / fiore di serraavere sete / le sette meraviglie del mondoio sono (‘essere’) / parlare nel sonno
Il digramma – successione di due diversi grafemi per rappresentareun solo fonema:
ci + a, o, u → ciao, panciutogi + a, o, u → man gio, giùch + e, i → bar che, pochigh + e, i → ghe pardo, ghiacciogl + i → in parole di origine greca o latina, si pronuncia come in
romeno: glicine, glicerina; anglicano, ganglio, geroglifico, negligenzagl + a, o, u → si pronuncia come in romeno: glaciale, gloria,
deglutiregn + vocale → re gnare, de gne, ma gnifico, ba gno, o gnuno
si pronuncia come in romeno: Wagner, wagneriano
sc + a, o, u → scafandro, scolaro, scudiero
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sc + i → sciroppo, sciaresc + e → scena, pesceIl trigramma – successione di tre grafemi indicanti un solo
fonema:sci → la sciare, sciogliere (la ‘i’ non si pronuncia)sce → scena, pe scegli → fi glio, sce gliere
Le lettere straniere j (i lungo) – appare in:
– nomi propri: – topònimi → J esolo, J onio – antropònimi → J acopo, O jetti
– nomi stranieri → jambon (fr.) jeans (ingl.) J unker (ted.)
k (cappa) appare in: – parole straniere → k aràte, k arting, k ayak , k oàla – sigle di origine greca → kg, km, kl, kw; in forma
piena è preferibile ricorrere alla grafia italianizzata: chilogrammo,chilòmetro, chilòlitro, chilowatt .
w (vu, vi doppio) – pronunciata come: – ‘u’ semiconsonantica → weekend, western, whisky – ‘v’ → W alter, W assermann, watt, wolframio
x (ics) appare in: – parole formate con i prefissi di origine greca xeno-,
xero-, xilo– → xenofobia, xenòfobo, xerocopia, xilòfono; – toponimi → X anto – antroponimi → Mar x; nei suoi derivati: mar xismo
– forestierismi → te xano, mi xer y (ipsilon, i greco) → yacht, yemenita, yoga, brand y, derb y.
La sillaba – un fonema o un gruppo di fonemi che si articolanoin modo distinto e autonomo, con una sola emissione di voce; puòessere formata da una vocale o da un dittongo, soli o accompagnati dauna o più consonanti. In italiano il centro di una sillaba è semprecostituito da una vocale.
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Si può distinguere tra: – sillaba tonica – su cui cade l’accento
atona – senza accento tonico
– sillaba aperta o libera – finisce in vocale: ca-sa;chiusa o implicata – finisce in consonante: car -ne.
Dal punto di vista del numero delle sillabe, in italiano le parolesi dividono in:
– monosillabi: e, ma, giù, tuoi; – polisillabi: – bisillabi: bràc-cio, fór-ma, vì-a;
– trisillabi: àn-ge-lo, con-tè-sto, far-fàl-la; – quadrisillabi: far-ma-cì-a, pa-pà-ve-ro,
re-pli-ca-re; – cinque, sei, sette o più sillabe: a-rit-me-ti-ca, pa-ra-go-na-bi-le.
Regole per la divisione dei vocaboli in sillabe
Si dividono: – una vocale iniziale di parola, seguita da una consonante
semplice: i-so-la, u-t i-le; – le vocali in iato: pa-u-ra, sci-a-re; – una consonante semplice seguita da vocale: ma-re, vo-la-re; – le consonanti doppie e il gruppo ‘cq’ si dividono a metà: con-
ne s-sió-ne; stel-l a; ac-qua, nac-que; – nel caso di due o tre consonanti diverse tra loro:
1. se si tratta di un gruppo di consonanti in principio di parola,il gruppo non si divide e fa sillaba con la vocale che segue:
stra-da; spro-fon-da-re; bra-vo; dram-ma; gran-de; tre-no; inquesto gruppo va considerata anche la ‘s impura’, che si
unisce sempre alla consonante o alle consonanti che seguono:o- spi-te; a- stro;
2. se invece il gruppo di consonanti non si trova in principio di parola, allora questo si divide: la prima consonante del gruppova con la vocale precedente, l’altra o le altre con la vocaledella sillaba che segue: ar-ma; par-co; tec-ni-ca; en-tr a-re;
– le parole composte si dividono tra prefisso e base: sub-nor -ma-le.
Non si dividono:
– i dittonghi e i trittonghi: pio-ve; guai;
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– i digrammi e i trigrammi: bar-che; ghiac-cio; re- gna-re; scim-mia; sce-na; mo- glie; sba- glia-re;
– i gruppi consonantici costituiti da ‘b’, ‘c’, ‘d’, ‘f’, ‘g’, ‘p’, ‘t’,
‘v’ + ‘l’, ‘r’ → ca-bl o- gr am-ma. – nel caso in cui si giunga in fin di riga con un apostrofo, è
consigliabile mantenere l’integrità della sillaba che comprendel’apostrofo: del- / l’a-mi-ca; quel- / l’uo-mo; nel- / l’i-so-la;
– nel caso in cui si debba dividere in fin di riga una parolacomposta contenente un trattino, è opportuno segnare il trattino duevolte, uno in fin di riga, l’altro all’inizio della riga seguente: guerrarusso- / -giapponese.
L’accento – rafforzamento della voce nella pronuncia di unasillaba, in particolare di una vocale in essa contenuta. La sillaba e lavocale accentate si chiamano toniche; le altre sillabe e le altre vocalisi chiamano atone.
Si distinguono: – accento intensivo o dinamico, proprio dell’italiano, del francese,
del tedesco, che consiste in un aumento dell’intensità della voce; – accento musicale o cromatico, nel cinese, che consiste in un
aumento dell’altezza della voce; – accento fisso, quando in una lingua cade in tutte le parole su
una data sillaba (in francese, sempre sull’ultima); – accento libero, quando in una lingua può cadere su tutte le
sillabe, come in italiano. – accento tonico, proprio di ogni parola; – accento grafico, usato solo in certi casi nella scrittura in
corrispondenza dell’accento tonico.
Quindi tutte le parole hanno un accento tonico, ma solo alcunehanno anche l’accento grafico.
In italiano l’accento cade normalmente: – sull’ultima sillaba → parola tronca o ossitona: città; per ché; – sulla penultima sillaba → parola piana o parossitona: cànto;
pas sàre; – sulla terzultima sillaba → parola sdrucciola o proparossitona:
tàvolo; ùmile; rìdere;
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– e raramente sulla quartultima sillaba → parola bisdrucciola:à bitano; de sìderano.
o sulla quintultima, in alcune forme verbali composte
con pronomi enclitici → parola trisdrucciola: rècitamelo.Come segno grafico, l’accento si usa in italiano per indicare lavocale tonica:
– accento grave [`], si segna su: – ‘e’, ‘o’ aperte; – ‘a’, ‘i’, ‘u’;
– accento acuto [´], si segna su ‘e’, ‘o’ chiuse.
Nell’ortografia italiana l’accento è obbligatorio: – sui polisillabi tronchi: carità, università, desiderò, partirà;
– sui monosillabi: già, più, può; – su alcuni monosillabi, per distinguerli da parole uguali nella pronuncia (gli omofoni) o nella scrittura (gli omografi), di significatodiverso:
dà daUgo mi dà un libro. santa Caterina da Siena; contare da
uno a dieci; comportarsi da amico;Ti aspetto da un’ora.
è e
Ugo è studente. buono e bello; io e voi;Salutò e uscì.là la
quel ragazzo là; la casa; La prego, Signore;Vai là! La vidi ieri a teatro.
lì lilì dentro; quel volume lì; Li ho incontrati ieri in montagna.Mettilo lì!
né ne
Non ti aiutiamo né io né lui. Appena lo conobbe ne divenne amico.Dammi una caramella, io non ne ho più.
sé seessere pieno di sé;La cosa in sé ha poco valore.
Tu, se ben ricordo, sostenevi ilcontrario.Se vincessi alla lotteria!
sì sidire di sì si dice;
Carla si veste con gusto.
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tè teuna bustina di tè; tè collimone; servizio da tè
Tuo fratello verrà con te.Te lo dico io.
Quando il pronome ‘sé’ è seguito da ‘stesso’ o ‘medesimo’,l’accento grafico è facoltativo. Quando l’accento cade all’interno di parola, l’accento grafico non si mette. Tuttavia ci sono dei casi in cuiuna parola può avere due significati diversi a seconda di dove cadel’accento; si tratta di alcuni omografi, termini che non si distinguono per come vengono scritti ma per come vengono pronunciati:
àncora di salvezza ancóra: non è ~ arrivatobàlia: far da ~ a qualcuno balìa = potere: in ~ della sortecómpito in classe compìto = cortese: una persona ~anòcciolo dell’oliva nocciòlo (albero)
pèsca (fruto del pesco) pésca: andare a ~; ~ del tonno prìncipi: i ~ di casa Savoia princìpi: i ~ della logica sùbito: vieni qui ~ subìto: un danno ~ = r ìcevuto
L’apòstrofo – segno [‘] che indica:
– l’elisione di una vocale: l’anima, quest’uomo, sant’Agostino; – il troncamento di una sillaba: po’ = poco → Ugo vuole un po’d’acqua.
– la soppressione del millesimo e del centesimo nelle date: il ‘500.
L’elisione – soppressione della vocale finale atona di una paroladinanzi alla vocale iniziale della parola seguente. Nella grafia, adifferenza del troncamento, si segna con l’apostrofo: l’arte, anch’io,
senz’altro.Si elidono: – articoli → l’uomo, l’amica, un’amica;
– preposizioni articolate: nell’età; – aggettivi: ‘bello’, ‘buono’, ‘grande’, ‘questo’, ‘quello’,
‘santo’ → bell’orologio, bell’architettura; buon’amica; grand’opera;quest’anno, quest’aria; quell’uomo, quell’aula; sant’Andrea, sant’Agnese;
– ‘come’, ‘ci’ davanti al verbo ‘essere’: com’è andata?,
c’è, c’erano; – alcune espressioni idiomatiche: a quattr’occhi,
tutt’altro, senz’altro, nient’altro, mezz’ora;
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– alcune preposizioni: ‘di’ → d’accordo, d’oro, una
domenica d’autunno;‘da’ → d’altra parte,
d’altronde, d’ora in poi.Il troncamento o l’apòcope – caduta di uno o più suoni in fine
di parola.Può essere: – vocalico: mal (e) di mare, a fior d’acqua, essere in fin di vita; – sillabico: fra(te) Cristoforo, quel (lo) signore.Talvolta si segna con l’apostrofo: – po’ = poco → Sono un po’ stanco stasera.
– ca’ = casa → Ca’ Foscari (palazzo veneziano); – mo’ = modo → a mo’ di = in funzione di; – da’, di’, fa’, sta’, va’, forme dell’imperativo dei verbi ‘dare’,
‘dire’, ‘fare’, ‘stare’, ‘andare’:
Di’ a Maria di tornare subito!
Si troncano:
– articoli: ‘uno’ → un albero; e i composti: ‘alcuno’, ‘nessuno’,‘ciascuno’ → nessun operaio, ciascun abito;
– aggettivi: ‘buono’ → buon affare, buon prodotto;‘bello’, ‘frate’, ‘grande’, ‘quello’, ‘santo’ → bel giovane; fra
Cristoforo; gran giocatore, gran bellezza; quel libro; san Giovanni, san Iacopo;
‘suora’ → suor Ana; suor Maria;‘tale’, ‘quale’ → un tal individuo; qual è.
Esercizi
1. Con l’aiuto del dizionario, completa le parole con:vocali: c_sa, d_re, fars_, lett_ra, m_gma, p_ne, r_sa, s_le, tass_, z_na;dittonghi: bugg__rdo, camp__ne, glor__so, graz__, ins__me,
trinom__, ug__le, ultras__no, umil__re, valig__;consonanti doppie: a__u__o, bo__e__ino, gia__a, i__ediato, le__enda,
ma__o, profe__ore, tu__el, ve__hio, vi__ima;
digrammi: bolo__ese, campa__a, __iamare, co__ome, __iacciaio,
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lava__a, ma__etico, ri__iedere, spu__a, un__ia;trigrammi: cana___a, conchi___a, consi___o, fami___a, ___icco,
sce___ere, ___are, ___entifico, sba___o, ugua___anza.
2. Completa le seguenti parole con la lettera adeguata. Attenzione,c’è più di una possibilità!
mese me...elame la...eneve ne...erane ...anevede ...ederive ...ivemeno ...enovena ve...a
sere ...eretara ...ara
3. Ora inserisci le parole in corsivo dell’esercizio precedenteinvertendo l’ordine delle sillabe:
I ________ amici si riconoscono al momento del bisogno. Hai pagatola ________ del mutuo? E’ una persona che non ha sangue nelle ________. Mia nonna, quando legge i giornali, s’interessa solo dellacronaca ________. Marco ha una faccia tonda come una ________.Prima di prendere una decisione si ________ tener conto di tutte ledifficoltà da affrontare. Ti prego di chiamare le cose col loro ________. Si ________ conto di avere torto, quindi preferì tacere. Sevuoi andare in Sardegna, devi prendere la ________.
4. Inserisci le seguenti parole a, ha, ah, ai, hai, anno, hanno, o,
ho al posto dei puntini: – Mamma, mi sono ferito _____ una mano! – Fammi vedere, ma come _____ fatto? – _____, mi fai male! – Da domani non andrai più _____ giocare in cortile, ne _____ fin
sopra i capelli.
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– Sono stati i miei amici, mi ________ spinto e sono caduto. – Non c’è un giorno che vada bene, _____ torni ferito _____ con ivestiti rotti, per fortuna che il prossimo _____ andrai _____ scuola! – _____, sai che bello! – Bello _____ brutto, ci andrai! – Ma io non voglio, il nonno non _____ mai studiato. – Non dire sciocchezze, ci tieni così tanto _____ tuoi giornalini! Vuoicontinuare _____ guardare le figure e _____ immaginare quello chec’è scritto sopra? – Uffa!
5. Dividi in sillabe:attaccapanni, attraversare, bellissimo, compagno, demoralizzazione,equilibrista, famiglia, ghigliottina, inutilità, liquidità, medicazione,mediocrità, neurologico, ostacolare, professoressa, ruscello, sfruttatore,tranquillamente, videosegnale, zairiano.
6. Metti l’accento, se è necessario:
Perche non ti piace il te al limone? La nostra aula e la? Si, ti ho dettodi si. Di solito Carla va in campagna la domenica: la trova la pace cheinvano cerca qui in citta. Questa rivista non mi piace piu perche etroppo femminista. Il fatto e che l’Umanesimo, pur non rinnegando lagrande opzione cristiana della civilta, non e piu disposto a puntaresulla caducita dell’uomo.
7. Metti l’apostrofo, se è necessario:
Bevo un po di latte perché ho mal di gola. Andrea, lo amico di Eva, èvenuto a cercarla ieri sera. Santo Antonio è il protettore di Padova. Sei proprio un bello furbo e un bello imbroglione. Abbiamo una vita e unaanima sola. Di autunno cadono le foglie. Nessuna altra donna loavrebbe fatto.
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II. MORFOLOGIA
La morfologia classifica tutte le parole di una lingua, ne studiala forma e i cambiamenti che queste possono subire.
Le parti del discorso – le categorie nelle quali si dividono, ingrammatica, le parole di una lingua secondo la loro forma e funzione.Le parti del discorso sono:
– variabili: – articolo – nome – aggettivo – pronome – verbo
– invariabili: – avverbio – preposizione – congiunzione – interiezione
Nelle parole si riconosce: – la radice o morfema lessicale, una parte immutabile: → ragazz-
grand- studi-
– la desinenza o morfema grammaticale, una parte terminale,soggetta a variazioni: → -o, -a, -i, -e-e, -i-are, -erò
L’ARTICOLO
E’ una parte variabile del discorso che precede il nome a cui siriferisce e concorda con esso in genere e numero:
Un caffè con lo zucchero in una tazzina.
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L’articolo, insieme ad altre parti del discorso, gli aggettividimostrativi (‘questo’, ‘quello’), indefiniti (‘alcuni’) o qualificativi(‘bello’), svolge un’importante funzione, quella di determinante del
gruppo nominale.C’è un legame molto stretto tra l’articolo e il sostantivo. Solo indeterminate condizioni il sostantivo può fare a meno dell’articolo (conalcuni nomi propri Monica, Parigi), mentre l’articolo è sempre seguitoda un sostantivo.
L’articolo può precedere anche parole che non sono nomi: – un verbo al participio → Gli abitanti dell’isola non sono numerosi.
all’infinito → Il bere fa male. – un aggettivo → Il rosso è il mio colore preferito. – una congiunzione → Spiegatemi il come e il perché. – un avverbio → Il troppo stroppia.
Se precedute dall’articolo, queste parole diventano nomi a tuttigli effetti.
Articolo determinativo: il, lo, la, i, gli, le;indeterminativo: un, uno, una;partitivo: del, dello, della, dei, degli, delle → Dammi
dell’ acqua!
articolo determinativo indeterminativo genere
numeromaschile femminile maschile femminile
singolare il, lo, (l’) la, (l’) un, uno una, un’ plurale i, gli le – –
L’articolo rappresenta due opposizioni fondamentali:«classe» / «membro»
Il leone è il re degli animali. /(= i leoni, tutti i leoni)Ho visto un leone allo zoo. /(un membro della classe dei leoni)
«noto» / «nuovo» Il bambino è nel giardino. /(noi già lo conosciamo ed è noto anche a chi ci ascolta)Un bambino è nel giardino. /
(non lo conosciamo)
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In alcuni casi lo stretto legame tra articolo e sostantivo vienespezzato mediante l’inserimento di:
– un aggettivo: il nuovo edificio;
– un participio passato: il suddetto autore; – un avverbio: l’allora capo del governo.
L’opposizione tra «determinato» e «indeterminato» avviene inmodo diverso al singolare e al plurale:
– al singolare l’articolo ha forme specifiche per indicare sia ladeterminatezza sia l’indeterminatezza: il ragazzo / un ragazzo; la finestra /una finestra;
– al plurale l’articolo ha forme specifiche solo per indicare ladeterminatezza, mentre l’indeterminatezza è indicata dall’assenzadell’articolo o dall’articolo partitivo ‘dei’, ‘degli’, ‘delle’: i ragazzi / _ ragazzi (dei ragazzi); le finestre / _ finestre (delle finestre).
Davanti a nomi che hanno una stessa forma per il maschile e ilfemminile o per il singolare e il plurale, l’articolo ne specifica ilgenere e il numero: il / la nipote; la / le specie.
L’articolo determinativo
Indica una cosa ben definita, che si presuppone già nota.L’articolo determinativo è impiegato per indicare:
– una classe, un tipo, una specie: L’uomo è dotato di ragione.(= ogni uomo)
– l’astratto: La pazienza è una gran virtù. – parti del corpo: Mi fa male la testa. – oggetti: Non trovo più le scarpe. – cose uniche in natura: il sole, la luna, la terra;
– nomi di materia: il grano, l’argento.
L’articolo indeterminativo
Indica una cosa generica, indefinita, non ancora nota; la suafunzione è quella di introdurre nel discorso un nome di cui non si era parlato in precedenza. Nel linguaggio parlato si usa per esprimere:
– ammirazione: Ho conosciuto una ragazza! – senso superlativo: Ho avuto una paura!
– approssimazione: Dista un tre chilometri.
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Scelta delle forme dell’articoloPer quel che riguarda l’articolo maschile: – le forme ‘il’, ‘i’ / ‘un’ si usano davanti a una parola iniziante
per consonante semplice o per gruppi di due o più consonanti → il f iore, il r agazzo, il cane, il wafer; il pr estito, il tr eno, il gr ande
specchio;i fiori, i ragazzi, i cani, i wafer; i prestiti, i treni, i grandi specchi;un fiore, un ragazzo, un cane, un wafer; un prestito, un treno, un
grande specchio.Casi speciali: l’ / gli / un whisky; l’uso tende a preferire oggi le
forme il / i / uno whisky.
– le forme ‘lo’, ‘gli’ / ‘uno’ si adoperano davanti a una parola iniziante per:
– ‘s’ + consonante → lo scandalo, lo spettacolo, lo st esso giorno;gli scandali, gli spettacoli, gli stessi giorni;uno scandalo, uno slavo, uno svizzero;
– ‘sci’, ‘sce’ → lo sciame, gli sciami, gli scialli; uno scemo; – ‘gn’ → lo gnocco, gli gnocchi, uno gnomo; – ‘z’, ‘x’ → lo zero, lo zolfo, lo zucchero, gli zii, uno zaino; lo
xilofono; – ‘pn’, ‘ps’ → lo pneumatico, gli pneumatici; lo psicologo, uno pseudonimo;
– ‘y’, ‘i’ + vocale → lo yogurt; lo iodio, gli iugoslavi, uno iato. – si ha ‘lo’ in alcune locuzioni avverbiali: per lo più, per lo meno. – le forme ′l’′, ‘gli’ / ‘un’ si usano davanti a una parola iniziante per vocale →
l’albero, l’errore, l’incendio, l’ospite, l’utile libro, l’hambùrger,l’handicap;
gli alberi, gli errori, gli ospiti, gli utili libri, gli handicap;un albero, un errore, un ospite, un utile libro, un habitat, un
hobby. – ‘gli’ si adopera con la parola ‘dei’, plurale di ‘dio’ → il dio, gli dei.
Per quel che riguarda l’articolo femminile: – le forme ‘la’ / ‘una’ si usano davanti a una parola iniziante per consonante e per i + vocale →
la classe, la donna, la studentessa, la zia, la bella amica, la hall,
la holding; la iena;
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una classe, una donna, una studentessa, una zia, una bella amica,una hall; una iena.
– le forme ′l’′ / ′un’′ si usano davanti a una parola iniziante per vocale→ l’amica, l’isola, l’oca, l’università, l’energica mano;un’amica, un’isola, un’oca, un’università, un’energica mano. – la forma ‘le’ si usa al plurale → le classi, le studentesse, le zie, le belle amiche, le hall, le iene;le isole, le oche, le università, le energiche mani.
L’articolo indeterminativo è privo di plurale. Al suo posto, per accompagnare un nome plurale, è possibile adoperare:
– le forme dell’articolo partitivo ‘dei’, ‘degli’, ‘delle’:Ho sentito una strana voce. → Ho sentito delle strane voci.
– gli aggettivi indefiniti ‘alcuni’, ‘alcune’ o ‘qualche’ (seguitodal singolare):
Ho sentito alcune strane voci.Ho ancora qualche dubbio.
– oppure non adoperare niente:Ho sentito _ strane voci.Ho ancora _ dubbi.
L’articolo partitivo è rappresentato dalle preposizioni articolate‘del’, ‘dello’, ‘della’, ‘dei’, ‘degli’, ‘delle’, usate con il significato di‘una parte di’, ‘un po’ di’:
Compra del pane!Avete mangiato dello strudel.
L’articolo partitivo si usa soltanto con i «nomi massa», cioè conquei sostantivi che indicano una certa quantità di qualcosa:
E’ caduta della pioggia.
Prestami del denaro!Articolo partitivo + nomi astratti = espressioni del tipo ‘averedell’ingegno / del buon senso / del fegato’ ecc.
Al plurale l’articolo partitivo sostituisce l’inesistente pluraledell’articolo indeterminativo:
Ho visitato dei musei molto interessanti.Quando l’articolo partitivo è preceduto da una preposizione,
quindi inserito in un complemento indiretto, si preferisce dire:E’ venuto con amici. / invece di ...con *degli...
Ho scritto ad (alcuni) amici. / invece di ...a *degli...
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L’articolo determinativo con i nomi propri
Nomi propri di persona – con i nomi di battesimo l’articolo non va usato:
E’ arrivato Carlo.Ho sentito Lucia.
– se i nomi hanno un determinante, l’articolo è obbligatorio:l’imperatore Traiano, Stefano il Grande, l’astuto Ulisse;
– con i soprannomi di personaggi antichi e meno antichil’articolo è quasi sempre obbligatorio: (il) Poliziano, il Valentino, il Che, l’Alighieri, l’Ariosto, la Passionaria.
– con i cognomi di uomini contemporanei l’articolo non si usa:
Ciampi, Prodi, Chirac; – si usa invece se i cognomi sono al plurale, cioè indicano tutti i
membri di una famiglia: i Medici, i Visconti, gli Sforza; – con i cognomi di donne contemporanee l’articolo è facoltativo:
(la) Clinton, (la) Bellucci; – con i cognomi di uomini e di donne illustri del passato
l’articolo è facoltativo: (il) Manzoni, (la) Serao; ma l’articolo non siadopera con i cognomi di personaggi che sentiamo vicini a noi perchéappartenenti alla nostra memoria storica: Colombo, Garibaldi,
Mazzini, Cavour, Verdi, Pirandello, Mussolini, Marconi, Gramsci; – l’articolo non si usa neanche con i cognomi di stranieri illustri:
Mozart, Beethoven, Voltaire, Shakespeare.
Nomi propri di luogo – non richiedono l’articolo i nomi dei paesi, delle città, delle
isole considerate piccole: Orbetello; Roma, Parigi; Capri, Corfù, Ischia,Malta, Rodi;
ecc. città: L’Aquila, La Spezia, L’Aia, L’Avana, La Mecca, Il Cairo;
isole: L’Elba, il Giglio. – se i nomi di città hanno un determinante, l’articolo è obbligatorio:l’industriosa Milano, la Venezia dei dogi;
– non richiedono l’articolo i nomi dei pianeti e delle stelle: Marte,Andromeda.
– richiedono l’articolo i nomi delle regioni, degli stati, deicontinenti, delle isole considerate grandi: il Piemonte, la Lombardia;il Marocco, lo Yemen, la Spagna, l’Italia; l’Europa, l’Asia; il
Madagascar, la Groenlandia, i Caraibi, le Azzorre;
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ecc. isole: Cipro, Creta, Sumatra; – i nomi dei mari, degli oceani, dei laghi, dei fiumi: il Mediterraneo,
lo Ionio, l’Adriatico; il Pacifico, l’Atlantico; il Trasimeno; il Po,
l’Arno, la Senna; – i nomi dei monti: il Vesuvio, lo Stromboli, l’Etna, i Balcani,
gli Appennini, le Alpi.Questi nomi possono fare a meno dell’articolo quando sono usati
come: – complemento di specificazione: il re di Svezia, l’ambasciatore
di Gran Bretagna;ecc. il presidente degli Stati Uniti, il rappresentante della Romania.
– complemento di luogo introdotto dalla preposizione ‘in’: andarein Australia, vivere in Toscana;
ecc. abitare nel Lazio, recarsi nel Veneto.Con tutte le altre preposizioni l’articolo si usa sempre: viaggiare
per l’America, dirigersi verso la Cina, tornare dal Brasile.
Omissione dell’articolo determinativo
L’articolo non si usa in:
– espressioni: abito da sera/ballo, scarpe da tennis, servizio da tè,vino da tavola;
– espressioni predicative formate da verbo + nome: avere fame/sete, aver paura, cambiare casa/argomento, dare aiuto/ragione/importanza, prendere posto, sentire caldo/freddo;
– espressioni formate da verbo + preposizione + nome: parlaredi sport, giocare a carte;
– locuzioni avverbiali: in fondo;
– complementi di luogo: andare a letto, tornare a casa, abitare inmontagna, recarsi in chiesa; – modi di dire e proverbi: chiudere bottega;
Can che abbaia non morde. – titoli di libri, capitoli, di opere d’arte e di articoli di giornale:
Fisica applicata, Canto V, “Natura morta”, “Moto contro treno: nessunferito”;
– insegne: Entrata, Partenze, Ristorante;
– con la preposizione ‘senza’: senza dubbio.
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Infine, l’articolo non è compatibile con: – gli aggettivi dimostrativi: questo quaderno, quella città; – alcuni aggettivi indefiniti: nessun aiuto;
– gli aggettivi interrogativi ed esclamativi: Che libro leggi?; – gli aggettivi possessivi seguiti dai seguenti nomi di parentela
singolari: ‘padre’, ‘madre’, ‘figlio’, ‘figlia’, ‘fratello’, ‘sorella’, ‘marito’,‘moglie’, ‘zio’, ‘zia’, ‘nipote’ ecc.
→ mio/tuo/suo/nostro/vostro padre;mia/tua/sua/nostra/vostra madre; tuo marito, sua moglie;
ecc. ‘loro’ è sempre preceduto dall’articolo: il loro padre, la loro
madre.
– alcuni appellativi onorifici quando sono preceduti da ‘Sua’,‘Vostro/Vostra’: Sua Eccellenza, Sua Maestà, Sua Santità, Vostro Onore,Vostra Altezza.
Gli aggettivi possessivi sono preceduti dall’articolo determinativose i nomi di parentela:
– sono ‘nonno’, ‘nonna’: (la) mia nonna; – sono al plurale: le mie sorelle, i suoi nipoti; – hanno un determinante, aggettivo o complemento: la mia cara
figlia, il tuo zio di Roma; – sono seguiti dal possessivo: il figlio suo; – sono alterati: il mio papà, la tua mamma, il suo fratellino, la
sua sorellina. – sono nomi composti: il mio bisnonno.
Preposizioni articolate
Tutte le preposizioni proprie possono unirsi ai vari articolideterminativi e formare delle preposizioni articolate:
‘di’ + ‘la’ → della ‘in’ + ‘lo’ → nello ‘fra’ + ‘il’ → fra il
con gli stessi valori e le stesse funzioni delle preposizioni semplici dacui derivano. Delle preposizioni articolate, alcune hanno forma:
– analitica, cioè la preposizione e l’articolo si scrivono separati:con il, fra la;
– sintetica, cioè la preposizione e l’articolo si scrivono uniti:
sul, dalla.
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il lo l’ la l’ i gli le a al allo all’ alla all’ ai agli allecon con il
colcon lo con l’
coll’con la con l’
coll’con i con gli con le
da dal dallo dall’ dalla dall’ dai dagli dalledi del dello dell’ della dell’ dei degli dellefra fra il fra lo fra l’ fra la fra l’ fra i fra gli fra lein nel nello nell’ nella nell’ nei negli nelleper per il per lo per l’ per la per l’ per i per gli per lesu sul sullo sull’ sulla sull’ sui sugli sulletra tra la tra lo tra l’ tra la tra l’ tra i tra gli tra le
Esercizi
1. Metti l’articolo determinativo davanti ai nomi:
maschili: autunno, giornale, ospite, sbaglio, commento, tavolo,intervallo, sparo, addio, architetto, studio, ufficio, mestiere, programma,appuntamento, sciopero, soprano, inverno, negozio, manoscritto;
femminili: cena, informatica, spesa, opera, indagine, birra, intervista,
scatola, zebra, iena, estate, macchina, recluta, autostrada, telecronaca.2. Metti l’articolo determinativo davanti ai nomi:a) spazzole, esercizi, domande, stranieri, biglietti, medicine,
occhi, scrupoli, dischi, canzoni, esami, barzellette, critiche, intrighi,telegrammi, alberghi, feste, progetti, elettrodomestici, automobili;
b) tragedie, colazione, cioccolatini, valigia, soldi, cartoline,figlio, chiavi, orologio, sigarette, problemi, specchio, anelli, ristorante, biciclette, ditta, chiacchierate, cavallo, sorpresa, righe.
3. Metti l’articolo indeterminativo davanti ai nomi:museo, cattedrale, scrivania, stupro, appartamento, cioccolato,
aula, lettera, ingegnere, attrice, soggiorno, scolaro, visita, mese, fabbrica,albergo, camera, cappuccino, insegnante, funzione.
4. Metti l’articolo determinativo davanti ai nomi propri, se ènecessario:
a) Roma, Rodi, Creta, Roma dei papi, Garda, Tevere, industriosaTorino, Sicilia, Danubio, Veneto, Abruzzo, Toscana, Argentina,
Portogallo, Egitto, Africa, Olimpo, Pirenei, Ande, Marna;
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b) Marco, Visconti, Chiara, Loren, Estensi, Alighieri, Boccaccio,Mussolini.
5. Crea tutte le frasi possibili:città medievale.Ho visitato la città del famoso Palio.
una città ricca di monumenti.dove sono nati i miei nonni.
6. Cambia l’ordine delle parole facendo attenzione all’articolo:la scorsa settimana, il coraggio eccezionale, l’atroce guerra, il
panorama stupendo, il consiglio adatto, l’infinita dolcezza, la passatastagione, l’acuto dolore, la notizia inutile, lo spettacolo interessante.
7. Cancella la forma scorretta:La Sardegna / Sardegna offre ai turisti spiagge bellissime.
Spezia / La Spezia è nota soprattutto per il suo porto. La nostrasorellina / Nostra sorellina ha appena compiuto due anni. Come sta iltuo / tuo padre? La sua moglie / Sua moglie è casalinga. Venezia / LaVenezia è la città del Carnevale. La Milano / Milano del Medio Evo
lottò contro il Barbarossa. Il Luigi Pirandello / Luigi Pirandello è natoad Agrigento. Po / Il Po passa per Torino / la Torino.
8. Completa con l’articolo partitivo appropriato:Compro … fiori. Vedo … libri. Sento … rumori. Sui nostri
banchi ci sono … matite. Mangio … burro, … latte e … pane. Hovisitato … città straniere. Devi comprare soltanto … patate. E’ caduta… pioggia.
9. Completa il testo con le preposizioni articolate adatte:Faccio una visita … amico di Carlo. Chiedo un libro … professore d’italiano. Telefoniamo … amici e ... amiche di Monica.Offro ... fiori … attrice. Scendo … treno ... otto in punto. Scriviamol’esercizio … lavagna. Ogni domenica vado … nonni e ogni sabatovado ... stadio. I giornali e le riviste sono … tavolo, i libri sono ...scaffali. Gli studenti parlano … esami. Il quaderno è … zaino, lematite sono ... astuccio. Ci sono … errori … vostro esercizio. Hochiesto … invitati di fare meno rumore. Il padre … mia amica mi ha
telefonato per chiedermi l’indirizzo.
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10. Completa gli spazi liberi con articolo determinativo,indeterminativo o preposizioni articolate:
«... freddo ha mille forme e mille modi di muoversi ... mondo: ...
mare corre come ... mandra di cavalli, ... campagne si getta come ...sciame di locuste, ... città come lama di coltello taglia ... vie e infila ...fessure ... case non riscaldate. A casa di Marcovaldo quella sera eranofiniti ... ultimi stecchi, e ... famiglia, tutta incappottata, guardava ...stufa impallidire ... braci, e ... loro bocche ... nuvolette salire a ognirespiro.
... fine Marcovaldo si decise: – Vado per legna. – Si cacciòquattro o cinque giornali ... ... giacca e ... camicia, si nascose sotto ...cappotto ... lunga sega dentata, e così uscì ... notte, seguito ... lunghi
sguardi speranzosi ... familiari, ... ... sega che ogni tanto gli spuntava... bavero.»
Italo Calvino, I racconti, Edit. Einaudi
11. Analizza gli articoli e le preposizioni articolate del testo disopra.
IL NOME (O SOSTANTIVO)
E’ una parola variabile che serve a nominare: – esseri animati: persone e animali → Carlo, Monica, sorella,
fratelli; cani, gallina; – cose → libro, piatti, cattedra, matite; – idee → libertà, giustizia; – sentimenti → simpatia, amore; – fenomeni → tempesta, terremoti;
– sensazioni → freddo, piacere; – azioni → furto, dormita; – fatti reali o irreali → guerra, stregoneria.
Parole usate in funzione di nomePossono svolgere la stessa funzione del nome: – il pronome, che molto spesso sostituisce un nome:
Ugo è studente. → Egli è studente. – altre parti del discorso, in particolare:
– l’aggettivo: Spero che domani tornerà il bello.
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– il verbo all’infinito: Fra il dire e il fare c’è di mezzo il mare.In tal caso si dice che le parole sono sostantivate.
Sul piano morfologico, le due classi più importanti, il nome e ilverbo, sono contraddistinte dalla diversa flessione:
– il nome varia in: – genere, maschile e femminile → ragazzo / ragazza; – numero, singolare e plurale → ragazzo / ragazzi;
ragazza / ragazze. – il verbo varia in:
– modo → indicativo (sono), congiuntivo (sia), participio
(stato); – tempo → presente (sono), passato prossimo (fui),
futuro (sarò); – persona → sei (tu), siamo (noi).
Esistono però verbi che non indicano azioni o processi ma“stati” (essere, possedere, comportare, v. VERBI STATIVI) e analoga-mente, nomi che indicano azioni: aggressione, preparazione ecc.
Anche rispetto all’aggettivo, il nome presenta alcune caratteristichespecifiche: – l’opposizione “determinato” / “indeterminato”:
il cavallo un cavallo _spazioso _ spazioso
– il nome “regge” l’aggettivo e ne determina il genere e il numero:un libro nuovo / *nuova, nuovi, nuovecinque matite nere / *nero, nera, neri
– il nome non ha gradi di paragone:l’aggettivo ‘bello’ → bellissimoil nome ‘bellezza’ → -
La forma del nome
La parte finale del nome, detta desinenza o morfema gram-
maticale, cambia a seconda del: – genere, maschile e femminile → il gatto / la gatta;
– numero, singolare e plurale → il gatto / i gatti.
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Distinzione dei nomi in base al significato
In base al loro significato, i nomi vengono suddivisi in varieclassi:
1. comuni – indicano persone, animali, cose e concetti in modogenerico: donne; cane; libri; bontà;
propri – indicano persone: – nomi → Marco, Paola; – cognomi → Rossi;
animali → Fido;topònimi → Roma, Lazio, Po, Alpi; pianeti e stelle → Terra; Andromeda.
Molti nomi comuni derivano da nomi propri. Il fenomeno è
frequente nel linguaggio scientifico, in cui vari nomi hanno alla base ilcognome di uno scienziato: – volt → dal nome di Alessandro Volta.Ma il fenomeno interessa anche parole della lingua comune: – ‘ghigliottina’ < fr. guillotine risale al nome del suo ideatore, il
medico francese J.-L. Guillotin; – ‘Borsa’ deve il suo nome alla piazza antistante il palazzo della
nobile famiglia Van der Burse, a Bruges, dove fin dal XIV secolo siradunavano i mercanti per svolgere i loro affari.
2. concreti – indicano individui e oggetti materiali: ragazzo,lupi; rivista;
astratti – indicano concetti non materiali, percepibili soloattraverso la mente: amore, coraggio, adolescenza;
La distinzione tra nomi concreti e astratti non è sempre chiara;molti nomi possono essere ora concreti ora astratti:
è un nome astratto se adoperato nel senso di ‘fama’ → raggiungere la celebrità
‘celebrità’è un nome concreto quando significa ‘persona celebre’ →
E’ una celebrità nel campo della medicina.
3. individuali – indicano un solo individuo o oggetto: calciatore,ape, giornale, rivista;
collettivi – indicano un insieme di individui o di oggetti dellostesso tipo: flotta, squadra, sciame, biancheria.
4. numerabili – indicano entità delimitabili: libro, sedia;
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non numerabili o ‘nomi massa’ – indicano – sostanze amorfe: acqua, sale, colla; – materiali: ferro, legno, gomma.
I ‘nomi massa’ hanno alcune proprietà: – non hanno plurale; se volti al plurale, subiscono uno slittamento
di significato: i vini, gli zuccheri, i sali si adoperano soprattutto incontesti tecnico-scientifici:
Il fruttosio e il glucosio sono zuccheri semplici. I sali sono composti chimici derivanti dall’unione di un acido
con una base. – al singolare possono essere preceduti dall’avverbio ‘abbastanza’:
Nel latte non c’è abbastanza zucchero.o dagli aggettivi indefiniti ‘molto’, ‘poco’: C’è poco latte. – prendono l’articolo partitivo singolare ‘del’: Vorrei del prosciutto.
Distinzione dei nomi in base alla forma
1. semplici o primitivi – non derivano da altre parole e sonoformati soltanto da radice + desinenza → corp-o, mont-e, vent-o;
2. derivati – si formano aggiungendo a una parola di base un
elemento, detto: – prefisso, se si mette all’inizio della parola di base: corpo → ac /
corp / are = unire, annettere: ~ due terreni; – suffisso, se si mette alla fine della parola di base: corpo →
corp / ettoIl derivato ha un significato diverso e autonomo rispetto a quello
della parola di base: – acqua, elemento naturale;
– acquaio = lavello; – acquata, (fam.) pioggia improvvisa, breve.
3. alterati – si formano aggiungendo alla parola di base unsuffisso ma, senza cambiare completamente il significato del terminedi base, lo modificano soltanto, presentandolo come più grande, più piccolo, più bello o più brutto:
corpo → DIM. corp / icino; PEGG. corp / accio / iciattolo
4. composti – si formano unendo due o più parole: anticorpo,
capolavoro, manoscritto.
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Il genere: maschile e femminilePer quel che riguarda il genere, occorre distinguere fra:
– genere naturale, che corrisponde al sesso dell’essere indicato,come accade:
– nei nomi maschili: Francesco; padre, attore; lupo;
– nei nomi femminili: Francesca; madre, attrice; lupa.
– genere grammaticale, che solo per convenzione stabilisce: – che siano maschili nomi come: tavolo, sole; – che siano femminili nomi come: sedia, luna.
Non sempre esiste una corrispondenza tra genere “grammaticale”e genere “naturale”:
– ci sono nomi di persona che dal punto di vista grammaticalesono femminili, ma che designano per lo più uomini →
la guardia, la recluta, la scorta, la spia, la staffetta; – ce ne sono altri invece che si riferiscono a donne, sebbene
siano maschili dal punto di vista grammaticale → il soprano, il mezzosoprano, il contralto.
In tutti questi casi l’accordo va fatto tenendo conto del generegrammaticale:
la recluta è arrivata / le reclute sono arrivate;il soprano è applaudito / i soprani sono applauditi.
Il genere in base al significato
Sono maschili: – i nomi degli alberi: il melo, il pero, il pioppo, l’abete, l’arancio,
l’olmo, l’ulivo;
sono femminili: la palma, la quercia, la vite, l’acacia; – dei fiori: il bucaneve, il crisantèmo, il garòfano, il giglio, ilgladìolo, il girasole, il mughetto, il narciso, il papàvero, il tulipàno,l’anémone;
sono femminili: la camelia, la dalia, la margherita, la ninfea,la peonia, la petunia, la rosa, la viola;
– dei metalli, dei minerali, degli elementi chimici: il bronzo, ilferro, il manganese, l’argento, l’oro; il carbonio, lo zolfo, l’idrogeno,l’uranio;
– dei colori: il rosso, il verde;
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– dei punti cardinali: il Nord, il Sud, il Settentrione, il Mezzogiorno,il Meridione, l’Est, l’Oriente, l’Ovest, l’Occidente;
– dei mesi: il febbraio, il luglio, l’aprile, l’agosto;
– dei giorni: il martedì, il venerdì, il sabato;è femminile la domenica.
– i nomi propri dei monti: il Monte Bianco, lo Stromboli,l’Himalaya, i Pirenei, gli Appennini;
sono femminili: la Maiella, le Alpi, le Ande, le Dolomiti; – degli oceani, dei mari, dei fiumi, dei laghi: il Pacifico,
l’Atlantico, il Tirreno, lo Ionio, l’Egeo, il Tevere, l’Arno, il Trasimeno;sono femminili: la Loira, la Marna, la Senna, la Garonna.
Sono femminili: – i nomi dei frutti: la ciliegia, la mela, l’albicocca, l’arancia;sono maschili indicando albero e frutto:
il dattero, il fico, il lampone, il limone,il pistacchio, il ribes, l’ananas;
– delle scienze e delle discipline: la chimica, la filosofia, l’economia;è maschile il diritto;
– delle nozioni astratte: la cultura, la fede, la virtù;sono maschili: il coraggio, l’amore, l’eroismo.
– i nomi propri di città, isole, regioni, stati, continenti: Bucarest,Firenze; la Sardegna, le Antille; la Campania, la Lombardia; la Francia,l’Argentina; l’Asia, l’Europa;
sono maschili: Il Cairo; il Madagascar, i Caraibi; il Lazio,il Veneto; il Belgio, il Perù, lo Yemen, l’Iraq.
Il genere in base alla desinenza Nella maggior parte dei casi il genere di un nome si individua
dalla vocale finale.
In particolare, sono maschili quasi tutti i nomi che terminano in:-o: il collo, lo sviluppo, l’albero;ecc. – la mano, la radio, la dinamo, la virago, la biro;
– ‘ l’eco’ è femminile al singolare: destare una vasta eco;maschile al plurale: gli echi;
– nomi abbreviati → la bici (bicicletta), la foto (fotografia),la metro (metropolitana), la moto(motocicletta), l’auto (automobile);
→ il cinema (cinematografo), il frigo
(frigorifero);
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-e: il dente, il ponte, l’amore; – consonante, di origine straniera: il bar, il camion, il deficit, il
film, il filobus, il tram, lo sport, l’album (termine latino), l’autobus;
ecc. la card, la gang, la hall, la holding.Sono femminili molti nomi in:-a: la casa, la finestra, l’aula, l’isola;ecc. sono maschili vari nomi derivanti dal greco che terminano in:
-ma → il clima, il diploma, il problema, il sistema, il tema,il teorema, il dramma, il programma, il telegramma;
-ta → il despota, il gesuita, il pilota, il poeta, il profeta,l’atleta, l’eremita;
ecc. la ferita, la matita;-ca → il duca, il monarca;
– altri nomi: il papa, il nulla, il pigiama, il vaglia; – alcuni nomi propri: Andrea, Mattia, Nicola;
-e: la gente, la mente, l’arte, l’emozione;-i: la crisi, la diagnosi, la sintesi, la tesi, l’analisi, l’eclissi, l’oasi;
ecc. il brindisi; – vocale accentata: -tà: la carità, la libertà, la verità, l’università;
-tù: la gioventù, la tribù, la virtù;ecc. il caffè, il caucciù, il martedì, il falò, il tabù.
Formazione del femminileI nomi di cosa non possono subire trasformazioni nel genere e
rimangono o maschili o femminili. Alcuni di essi presentano unadifferenza nella terminazione, come se avessero una forma per ilmaschile e una per il femminile; in questi casi, però, non si tratta divariazioni del genere ma di nomi diversi con senso diverso.
I. Nomi abbastanza simili come forma, ma con senso diverso a
seconda del genere:il baleno = lampo, fulmine; in un ~ =in un attimo
la balena: grasso / olio di ~
il banco: ~ di scuola / degli imputati;vendere al ~; ~ di prova; ~ di pesci;= banca: ~ di Sicilia
la banca: ~ centrale; andare in ~;(inform.) ~ (di) dati
il bilancio: (econ., fin.) il ~ di unasocietà; ~ trimestrale / annuale
la bilancia: ~ elettronica; (astr.) B~; (econ.) ~ commerciale,
~ dei pagamenti
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il bollo = timbro: ~ a secco la bolla: ~ di sapone; = documento:~ papale /imperiale; = ricevuta
il buco: il ~ della chiave; (astr.) ~nero; = intervallo: un ~ di un’ora;(fig.) debito: un ~ di cinquantamilaeuro
la buca = fossa: scavare una ~;= contenitore: la ~ delle lettere
il busto: fotografia a mezzo ~ la busta: ~ per lettere;= contenitore: la ~ degli occhiali
il cappello: ~ di stoffa / di paglia la cappella: ~ mortuaria; (mus.) a ~ = composizione priva di accom-
pagnamento strumentale
il cartello: ~ pubblicitario; artista di ~= di gran fama; (econ.) trust
la cartella: ~ della tombola; ~clinica; = custodia, busta; = borsa
il collo: ~ grosso; (fig.) ~ di cigno;= colletto; il ~ di una bottiglia;
(anat.) ~ dell’utero
la colla: ~ per carta / da cuoio;tubetto di ~
il colpo: ~ di martello; un ~ in testa;~ di pistola; ~ di grazia; (fig.) ~ difulmine = innamoramento a primavista; ~ di telefono = telefonatarapida; (pol.) ~ di stato
la colpa: ~ grave; sentirsi in ~;(teol.) peccato
il corso: ~ d’acqua; nel ~ di =durante; volume in ~ di stampa;l’anno in ~; ~ di francese; =circolazione: moneta fuori ~
la corsa: (fig.) di ~ = in fretta,rapidamente; (sport) ~ a ostacoli;~ su pista; cavallo da ~; (pol.) ~agli armamenti
il costo = prezzo: il ~ del pane;vendere sotto ~; (fig.) a ogni ~ / atutti i ~i; a ~ della vita
la costa: ~ alta / sabbiosa; C ~Azzurra
il filo: ~ di seta / di cotone; il ~ deltelefono; (estens.) ~ d’erba; ~ di perle;(fig.) il ~ delle idee; trovarsi sul ~ delrasoio = in una situazione delicata
la fila: una ~ di case; fare la ~;~ indiana; = serie: una ~ di bugie;tre giorni di ~ = di seguito
il foglio: ~ a quadretti / da disegno la foglia: tremare come una ~; non
si muove ~
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il gambo: il ~ di una margherita;(fig.) ~ del bicchiere
la gamba: ~e lunghe; (fig.) essere in~ = una persona piena di qualità;darsela a ~e = fuggire; (scherz.) ha
vent’anni per ~!; (estens.) la ~ deltavolo
il lancio: il ~ di una bomba; (sport) ~del disco / del peso
la lancia = asta, giavellotto; =imbarcazione: ~ di salvataggio
il lotto: giocare due numeri al ~;= partita di merce: acquistare un ~ ditessuti
la lotta: ~ dura / disperata; (sport)
~ greco-romana; (pol.) ~esindacali; ~ di classe
il manico: ~ della borsa / della pentola
la manica: ~che lunghe; (fig.) essere in ~che di camicia=senzagiacca; è un altro paio di ~che = ètutt’altra cosa
il mento: doppio ~ la menta
il modo: ~ di vivere / di pensare; ~ didire = espressione caratteristica; di ~che =cosicché; a ~ mio; in / a ogni ~= in ogni caso; (gramm.) complemento / avverbio di ~
la moda: la ~ delle gonne lunghe;andare / uscire di ~; (estens.) alta~ = di lusso
il mostro: (fig.) ~ sacro la mostra: far ~ di = fingere; =esposizione: ~ di pittura / canina
il panno = tessuto; ~ da stiro / daspolvero; essere bianco come un ~lavato = pallidissimo
la panna = crema; ~ (montata):fragole con ~
il partito: ~ repubblicano / di destra /di governo / di opposizione; interessidi ~
la partita: (cont.) ~ semplice,doppia; (sport) una ~ di calcio; ~amichevole; ~ di caccia
il pianto: scoppiare in ~ la pianta: ~ acquatica / annua;scarpe a ~ larga; la ~ di unappartamento / di una città
il pizzo = cima; = merletto: una
vestaglia con i ~i
la pizza: ~ margherita / quattro
stagioni
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il porto: ~ militare / marittimo; capi-taneria di ~; (fig.) condurre in ~ un
affare; ~ d’armi
la porta: aprire la ~; ~ disicurezza; mettere alla ~
= licenziare; andare di ~ in ~;(sport) tirare in ~; area di ~
il posto: c’è ~ per tutti; essere a ~ =in ordine; ~ di guardia; ~ di prontosoccorso; uno stadio con ventimila~i; = impiego: un ~ di segretario; un~ incantevole
la posta: cavalli di ~; spedire /ricevere per ~; ~ elettronica;ministero delle ~e etelecomunicazioni; andare alla ~;(estens.) la ~ dei lettori
il punto: (astr.) ~i cardinali; di ~ in
bianco = all’improvviso; (fig.) ~ divista; ~ e virgola; ~ esclamativo /interrogativo; tornare al ~ di partenza;~ di vendita; a un certo ~; essere sul~ di = stare per; arrivò alle due in ~;mettere a ~ una strategia di vendita;(sport) vincere ai ~i
la punta = estremità: la ~ della
lingua; camminare in ~ di piedi;(fig.) avere qualcosa sulla ~ dellalingua; le ore di ~; (sport) attaccante; (fig.) una ~ di sale;= cima: scalare la ~
il raccolto: ~ cattivo / abbondante la raccolta: la ~ delle mele;
(estens.) organizzare la ~ di fondi/ di firme; fare la ~ difrancobolli / di monete; (med.) accumulo: ~ di pus
il razzo: ~i di segnalazione; (fig.) partire a ~ / come un ~ ; (estens.)
missile
la razza: ~e bovine; incrocio di ~e; bestia da ~; (antrop.) ~mongoloide; (fig.) atleta di ~ =molto dotato
lo scalo: fare ~; senza ~ la scala: ~ in pietra; salire /scendere le ~e; ~ di servizio; ~mòbile; (fig.) ~ dei colori; ( tecn.) ~ Mercalli / Richter / Celsius /Kelvin; (geogr.) ~ uno a centomila;(estens.) su larga / vasta ~
il tappo: mettere / togliere il ~ la tappa: fare ~ ogni duechilometri; (fig.) bruciare le ~e;
(sport) ~ a cronometro
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il tasso: (zool., fig.) dormire come un~; ~ di natalità / di mortalità
la tassa: ~e scolastiche; ~ sullasalute; (fam.) pagare le ~e
il torto: vendicare un ~ = un’ingiu-stizia; avere ~; a ~ = ingiustamente
la torta: ~ di mele / di cioccolata;~ nuziale
il velo: una camicetta di ~; il ~ dellasposa; = strato: un ~ di nebbia;spargere sulla torta un ~ dizucchero; zucchero a ~ = finissimo;(fig.) a quelle parole gli cadde il ~dagli occhi; (anat.) ~ palatino;= membrana: il ~ della cipolla
la vela: barca a ~; (fig.) a gonfie~e = benissimo: gli affari vanno agonfie ~e
il visto = sigla, firma: apporre il ~; ~(consolare, di entrata, di uscita):chiedere il ~ per la Cina
la vista: perdere la ~; occhiali da ~;(fig.) a ~ d’occhio = molto rapida-mente; punto di ~; perdere di ~qualcuno; conoscere qualcuno di~; = veduta: dalla finestra si godevauna ~ incantevole; a prima ~
il volto: (lett.) viso, faccia: ~ sereno;
essere triste in ~; (fig.) aspetto;carattere
la volta = direzione: partì alla ~ di
Milano; = (fig.) turno: entreraiquando sarà la tua ~; ogni cosa asua ~; (estens.) per questa ~ ti
perdono; c’era una ~...; a ~e =talvolta; (arch.) la ~ dellaCappella Sistina; (estens.) la ~ delcielo; (anat.) ~ cranica
II. Nomi con forma identica, ma con significato diverso a secondadel genere:
il boa = serpente la boa = gavitello
il capitale: (econ.) ~ fisso / circolante/ sociale; (estens.) ricchezza
la capitale: Parigi è la ~ dellaFrancia
il finale = fine: il ~ della Tosca / della tappa
la finale: (gramm.) prop. finale;(sport) disputare la ~
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il fine = scopo: secondo ~ = scoponascosto; (prov.) il ~ giustifica imezzi
la fine = conclusione: la ~ delromanzo / del mondo; dal prin-cipio alla ~; a ~ mese / anno;
condurre a ~ qualcosa; in fin divita; senza ~; alla ~ = finalmente;in fin dei conti, alla fin fine = tuttosommato
il fronte: (mil.) andare al ~; far ~ alnemico / a una difficoltà; (pol.) ~
popolare / di liberazione nazionale;(meteor.)
la fronte: ~ alta / bassa; (fig.) guadagnarsi il pane col sudoredella ~; a ~ alta; = parte anteriore:la ~ di un edificio; di ~ = davanti
il lama: (zool.); monaco buddistatibetano
la lama: la ~ dentata della sega
il moto = movimento: ~ accelerato /rettilineo; il ~ dei pianeti; mettere in~; (gramm.) verbi di ~; fare un po’ di~; = impulso: un ~ di simpatia;= sommossa: i ~ i del 1821
la moto, abbr. di ‘motocicletta’
il pianeta: (astr.) la Terra è un ~ la pianeta = paramento di unsacerdote
il radio: (anat.); (chim.) la radio: i programmi della ~;lavorare alla ~; accendere /spegnere la ~
Desinenze del maschile e del femminile
I nomi che indicano oggetti o concetti non subiscono trasfor-
mazioni nel genere, rimangono sempre o maschili: il motore, il coraggio;o femminili: la ruota, la virtù.
I nomi che indicano persone e animali hanno solitamente tutti edue i generi:
– maschile: il ragazzo; il lupo; – femminile: la ragazza; la lupa. Nei nomi di persona è la desinenza diversa che distingue il
maschile dal femminile. Il cambiamento delle terminazioni dei nomi
di genere mobile può avvenire in diversi modi.
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maschile femminile -a → duca, poeta -essa → duchessa, poetessa
ecc. Andrea / Andreina
Nicola / Nicoletta-o → figlio, scolaro, zio, amico
cavallo, gatto, lupoCarlo, Francescodeputato, avvocato
-a → figlia, scolara, zia, amicacavalla, gatta, lupaCarla, Francescadeputata, avvocata
ecc. Antonio / Antonella-e → signore, marchese,
infermiereGiuseppecancelliere, ingegnere
-a → signora, marchesa,infermieraGiuseppacancelliera, ingegnera
ecc. Cesare / Cesarina
principe, studente,osteleone, elefante
-essa → principessa, studentessa,ostessaleonessa, elefantessa
-tore → traditore, imperatoredirettore, scrittore, attore
-trice → traditrice, imperatricedirettrice, scrittrice, attrice
ecc. dottore / dottoressa
pastore, tintore,impostore
-tora → pastora, tintora,impostora
ecc. fattore / fattora, fattoressa (rari)
-sore → difensore, possessore,uccisore
-ditrice → difenditrice, posseditrice,ucciditrice
ecc. professore / professoressaassessore / assessora
invariabili
– il / la giudice, il / la manager, il / la vigile;
particolarità
– alcuni nomi di persone e di animali formano il femminileaggiungendo alla parola base il suffisso diminutivo:
-ina → eroe / eroina; gallo / gallina; re / regina; zar / zarina;-ella → Antonio / Antonella;
-etta → Antonio / Antonietta;
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oppure formano il maschile aggiungendo alla parola base, femminile,il suffisso accrescitivo -one → strega / stregone; capra / caprone;
– alcuni nomi formano il femminile in modo del tutto particolare:
abate / badessa; dio / dea; doge / dogaressa; fante / fantesca; cane / cagna.
Nomi indipendentiAlcuni nomi formano il maschile e il femminile da due radici
diverse: padre / madre, papà (babbo) / mamma; fratello / sorella;marito / moglie; genero / nuora; uomo / donna; frate / suora; celibe /nubile; maschio / femmina; montone / pecora; maiale (porco) / scrofa;toro / vacca, bue / mucca; fuco / ape.
Il femminile dei nomi di professioneUn caso particolare è rappresentato dal femminile dei nomi di
professioni o cariche fino a qualche tempo fa riservate agli uomini.Ecco alcune forme che possono suscitare incertezze:
1. il pilota → la pilota;2. il dottore, il professore, il questore → la dottoressa, la pro-
fessoressa, la questora;3. il cancelliere, l’ingegnere, il finanziere → la cancelliera,
l’ingegnera, la finanziera;4. il giudice, il presidente, lo studente, il vigile → la giudice, la presidente, la studentessa, la vigile;
5. l’architetto, l’avvocato → l’architetta, l’avvocata;il chirurgo, il deputato → la chirurga, la deputata;il magistrato, il ministro, il notaio → la magistrata, la ministra,
la notaia;il poliziotto, il sindaco, il soldato → la poliziotta, la sindaca,
la soldata.Maschile e femminile dei nomi di animali. Nomi di genere
promiscuo
I nomi di animali non domestici hanno, nella maggior parte deicasi, un’unica forma, maschile o femminile, per indicare sia il maschiosia la femmina:
il serpente / la volpeSono maschili: il corvo, il delfino, il falco, il gorilla, il leopardo,
il serpente, il topo, lo scorpione, l’usignolo;
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Sono femminili: la balena, la giraffa, la iena, la lepre, la pantera,la tigre, la volpe, la mosca, la rondine, l’anatra, l’aquila, l’oca.
In molti casi, per distinguere il maschile dal femminile, si
aggiunge al nome la parola “maschio” o “femmina”:serpente maschio / serpente femmina;
o si ricorre a espressioni come “il maschio di” / “la femmina di” + ilnome di animale →
il maschio della volpe / la femmina della volpe.
Nomi di genere comune (o invariabili)
I. Alcuni nomi hanno la stessa forma al maschile e al femminile
e si distinguono solo dall’articolo o dall’aggettivo che li accompagna.Appartengono a questa categoria alcuni nomi in:-e: – il / la cliente, il / la custode, il / la nipote, il / la preside, un /
un’erede; – alcune forme sostantivate di participio presente → il / la
cantante, un / un’agente, un / un’amante, un / un’insegnante;-ista: il / la finalista, il / la giornalista, il / la pianista, un /
un’artista;-cida: il / la suicida, un / un’omicida;-a, di derivazione greca: il / la patriota, il / la pilota, un /
un’atleta, un / un’ipocrita; il / la collega, il / la pediatra.I nomi del primo gruppo sono ambigeneri anche al plurale: i / le
clienti, i / le nipoti, i / le cantanti, gli / le insegnanti.
II. Alcuni nomi hanno la stessa forma al singolare e al plurale esi distinguono solo dall’articolo o dall’aggettivo che li accompagna.Appartengono a questa categoria alcuni nomi in:
– vocale accentata: il / i caffè, il / i falò, l’ / gli oblò; la / le città,la / le qualità, l’ / le entità;
– i monosillabi: il / i re, il / i tè; la / le gru; – alcuni nomi maschili in -a: il / i boa, il / i boia, il / i cinema, il /
i delta, il / i gorilla, il / i lama, il / i sosia, il / i vaglia; – il nome maschile ‘euro’ → gli euro; – i nomi femminili in -o: la / le biro, la / le dinamo, la / le foto, la /
le moto, la / le radio, l’ / le auto;ecc. la mano / le mani;
il / i frigo, lo / gli zoo;
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– quasi tutti i nomi femminili in -ie: la / le barbarie, la / le carie,la / le serie, la / le specie;
ecc. la moglie / le mogli, la superficie / le superfici,
l’effigie / le effigi; – i nomi in -i: il / i bìsturi, il / i brìndisi, l’ / gli alibi; la / le crisi,
la / le diagnosi, la / le metropoli, la / le sintesi, la / le tesi, l’ / le analisi,l’ / le ipotesi, l’ / le oasi;
– i nomi di origine straniera che terminano in consonante: il / icamion, il / i quiz, il / i tram, lo / gli sport, l’ / gli autobus, l’ / gli hotel;la / le card, la / le hall, la / le holding.
Nomi privi di singolare o di plurale (o difettivi)Si adoperano per lo più al singolare: – quasi tutti i nomi che indicano qualcosa di astratto: la bontà, la
pietà, la superbia, l’umiltà; il coraggio, l’amore, l’eroismo; – i nomi delle varie discipline: la chimica, la fisica, l’economia;
il diritto; – la maggior parte dei nomi di malattia: il cancro, il colèra, il
diabete, il raffreddore, il tifo; la bronchite, la malaria, la peste, la polmonite, la rosolìa, la varicella, l’ùlcera;
– i nomi degli elementi chimici e dei metalli: l’idrogeno, l’ossigeno;il ferro, il bronzo, lo zinco, l’oro;
Alcuni nomi di metalli, usati al plurale, cambiano di significato,e indicano oggetti fatti con quel materiale:
– ferro: i ferri del mestiere = strumenti che servono per undeterminato lavoro: essere sotto i ~i = subire un intervento chirurgico;
– (gastr.) ai / sui ferri = cotto sulla graticola: bistecca ai ~; – (lett.) spada, sciabola, lancia: (fig.) venire ai ferri corti;
– (pl.) catene, manette: mettere ai ~i = incatenare; – argento, oro: (pl.) oggetti d’argento, d’oro: una mostra di
argenti = argenteria; ori ellenistici / etruschi; oro: (estens.) denaro,ricchezze;
– piombo: I Piombi = carcere di Venezia;
– molti nomi di feste: il Capodanno, il Ferragosto, il Natale; laPasqua, la Pentecoste, l’Ascensione, l’Epifanìa;
– i nomi dei mesi: gennaio, febbraio, marzo;
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– i nomi che indicano cose uniche in natura: il Sole, l’equatore,l’universo, l’ovest; la Luna;
– molti nomi di prodotti alimentari e non alimentari: il grano, il
miele, il pepe, il riso, il sale, lo zucchero, l’olio; la farina; il petrolio;la crusca, la sabbia;
Usati al plurale, indicano le varietà di questi prodotti: i risi indiani; – alcuni nomi collettivi: il bestiame, il fogliame, il pietrame, il
popolo, l’esercito; la flotta, la folla, la mobilia, la plebe, la prole, la roba;
– gente: (pl.) popolazione: il diritto delle genti;(lett.) l’apostolo delle ~i = san Paolo;
– resto: (pl.) avanzi: i resti del pranzo/della cena;vestigia, rovine, ruderi: i ~i di un teatro greco;
– i nomi delle sensazioni fisiche: la fame, la sete, l’arsura; – altri nomi: il sangue, il fiele; la bile.
Si adoperano per lo più al plurale: – vari nomi che indicano oggetti formati da due elementi uguali:
le bretelle, le cesoie, le forbici, le manette, le mutande, le redini, le
tenaglie; i calzoni, i pantaloni, gli occhiali; – i nomi che indicano un insieme di oggetti: i bronchi, i dintorni,i maccheroni, i viveri, gli spaghetti, gli spiccioli, gli spinaci; le dimissioni,le spezie, le stoviglie, le vicinanze;
– alcuni nomi di origine latina, che già in latino non avevano ilsingolare: le calende, le esequie, le ferie, le nozze, le tenebre; ifunerali, i posteri, gli annali;
– alcuni nomi geografici: i Pirenei, gli Appennini, le Ande; i
Caraibi, le Baleari.Formazione del plurale
singolare plurale
nomi femminili in -a -e
nomi maschili innomi maschili e femminili in
nomi maschili e femminili in
-a
-o
-e-i
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1. Nomi in -a
maschile femminile
singolare plurale singolare plurale
-a → il poeta -i → i poeti -a → la strada -e → le strade
il problema i problemi la pecora le pecore
il telegramma i telegrammi
ecc. l’ala / le ali
l’arma / le armi
-ista → il pianista -i → i pianisti ista → la violinista -e → le violiniste
l’artista gli artisti l’artista le artiste
-cida → il suicida -i → i suicidi -cida → la parricida -e → le parricide
-ca → il duca chi → i duchi -ca → la banca -che → le banche
il monarca i monarchi l’amica le amiche
-ga → il collega -ghi → i colleghi -ga → la bottega -ghe → le botteghe
lo stratega gli strateghi
ecc. il / la belga, i belgi / le belghe
-cìa → la farmacìa -cìe → le farmacìe
la scìa le scìe
-gìa → la bugìa -gìe → le bugìe
l’allergìa le allergìe
-cia → la camicia -cie → le camicie
l’audacia le audacie
la caccia -ce → le cacce
la provincia le province
-gia → la valigia -gie → le valigie
la ciliegia le ciliegie
la pioggia -ge → le piogge
la spiaggia le spiagge
Solo in alcuni casi particolari il mantenimento della i è
assolutamente utile per poter evitare possibili equivoci:
– camicia – camicie a differenza di càmice – càmici; – audacia – audacie audace – audaci; – ferocia – ferocie feroce – feroci; – reggia – reggie regge da ‘reggere’
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Plurale dei nomi in –a
singolare plurale
maschile femminile -a -i -e -ca, -ga -chi, -ghi -che, -ghe -cìa, -gìa - -cìe, -gìe
-cie, -gie (se c e g sono precedute da vocale)-cia, -gia
-
-ce, -ge (se c e g sono precedute da consonante)
2. Nomi in -o
-o → il bambino -i → i bambinilo scolaro gli scolaril’impiegato gli impiegati
ecc. l’uomo / gli uominil’eco (femm.) / gli echila mano / le mani
nomi piani
-co → il fuoco -chi → i fuochil’arco gli archiecc. il greco / i greci
il nemico / i nemiciil porco / i porcil’amico / gli amici
nomi sdruccioli-co → il medico -ci → i medici
il sindaco i sindaciecc. il carico / i carichi
lo scarico / gli scarichil’incarico / gli incarichi
nomi piani-go → il lago -ghi → i laghi
l’albergo gli alberghinomi sdruccioli-go → il teologo -gi → i teologi
lo psicologo gli psicologi
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ecc. il catalogo / i cataloghiil chirurgo / i chirurghiil dialogo / i dialoghiil mago / i maghiil monologo / i monologhiil profugo / i profughiil prologo / i prologhil’epilogo / gli epiloghil’obbligo / gli obblighi
il sarcofago / i sarcofagi, sarcofaghi
lo stomaco / gli stomachi, stomaci-ìo → il mormorìo -ìi → i mormorìi
lo zìo gli zìil’addìo gli addìi
ecc. il dìo / gli dèi-io → il viaggio -i → i viaggi
lo studio gli studil’esercizio gli esercizi
ecc. il tempio / i templi; il tempo / i tempiil martirio, il martire / i martiriil principio, il principe / i principiil suicidio, il suicida / i suicidil’arbitrio, l’arbitro / gli arbitril’assassinio, l’assassino / gli assassinil’omicidio, l’omicida / gli omicidil’oratorio, l’oratore / gli oratori
l’osservatorio, l’osservatore / gli osservatori
al singolare, maschili in: al plurale, femminili in:
-o → il paio -a → le paiail riso le risail centinaio le centinaiail migliaio le migliaiail miglio le miglia
l’uovo le uova
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Plurale dei nomi in -o
singolare plurale
maschile femminile -o -i -i p. piane -chi, -ghi -
-co, -go p. sdrucciole -ci, -gi -i tonica -ìi -
-io i atona -i -
3. Nomi in -e
-e → il padre -i → i padri -e → la madre -i → le madrilo stupore gli stupori la legge le leggil’amore gli amori l’azione le azioniil cane i cani
ecc. il bue / i buoimille / -mila (derivata dal latino)
Plurale dei nomi in -e
singolare plurale maschile femminile
-o -i -i
Nomi con doppia forma di singolare: -iero, -iere – destriero, destriere / destrieri; forestiero, forestiere / forestieri;
nocchiero, nocchiere / nocchieri; scudiero, scudiere / scudieri; sparviero,
sparviere / sparvieri; – arma, arme / armi.
Nomi con doppia forma di plurale (o sovrabbondanti)Parecchi nomi maschili terminanti in -o, oltre al plurale normale
in -i, ne hanno un altro con desinenza in -a, di genere femminile.
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pluralesingolare
maschile femminile
l’anello: ~ d’oro gli anelli: gli ~ della tenda
(sport) (gli) ~
le anella: le ~ dei capelli
il braccio: il ~ della gru i bracci: i ~ di un edificio le braccia: le ~ del corpoumano
il calcagno = tallone i calcagni (della calza) le calcagna: (fig.) mostrare/ voltar le ~ = fuggire
il cervello = testa, capo;menteavere il ~ nelle nuvole
i cervelli: fuga dei ~ le cervella: bruciare / far saltare le ~ a qualcuno =ucciderlo
il ciglio: il ~ del burrone
i cigli: i ~ della strada le ciglia: aggrottare le ~
il corno: ~dell’abbondanza
i corni: i ~ della luna le corna: le ~ del cervo /della lumaca; (fig.) prendere il toro per le ~
il dito: (fig.) nonmuovere un ~; mettereil ~ sulla piaga
i diti: i ~ mignoli le dita: le ~ della mano;(fig.) mordersi le ~; due ~di vino
il filo: il ~ d’Arianna; ~d’erba; (fig.) un ~ disperanza; il ~ del
discorso
i fili: i ~ di una ragnatela le fila: (fig.) le ~ di uncomplotto
il fondamento i fondamenti = principi: i~ della civiltà
le fondamenta =fondazioni gettare / porrele ~ di un palazzo
il fuso: dritto come un~; (geogr.) ~ orario
i fusi le fusa: fare le ~
il gesto: un ~ di rabbia i gesti: esprimersi a ~ le gesta = impreseeroiche; canzone di ~; le~ di Garibaldi
il ginocchio i ginocchi le ginocchia: (fig.)
gettarsi alle ~ di qualcuno
il grido: (fig.) l’ultimo ~(della moda); = fama:medico di ~
i gridi (degli animali) le grida: le ~ dei ragazzi
il labbro: il ~ superiore/ inferiore
i labbri = margini: i ~ diun vaso
le labbra: (fig.) leccarsi le ~
il lenzuolo: ~ di cotone i lenzuoli (considerati auno a uno)
le lenzuola: cambiare le ~
il membro i membri: i ~ del governo
/ del parlamento
le membra (del corpo
umano)
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il muro: orologio a ~; ~di Berlino; (fig.) mettere qualcuno con le
spalle al ~; parlare al ~
i muri: i ~ di una casa; (prov.) i ~ hanno orecchi
le mura: ~ etrusche /romane; (fig.) chiudersi fraquattro ~
l’osso: (fig.) esserecorrotto fino all’~;economia (fino) all’~
gli ossi: dare gli ~ al cane le ossa: (fig.) bagnatofino alle ~
l’urlo: l’~ del lupo gli urli (degli animali) le urla (dell’uomo): ~ digioia
il vestigio i vestigi le vestigia: le ~ diun’antica civiltà
Nomi con doppia forma al singolare e al plurale
Questi nomi hanno:
– significato identico: l’orecchio / gli orecchi; l’orecchia / le orecchie:orecchio interno; parlare all’~; (fig.) entrare daun ~ e uscire dall’altro; tapparsi gli orecchi / leorecchie; fare un’orecchia a una pagina;la strofa / le strofe; la strofe / le strofe, (rar.) strofi;il / (ant., lett.) la gregge; le greggi / (noncom.) i greggi;il / (ant., lett.) la carcere; i / le carceri.
– significato diverso: il frutto / i frutti: alberi da ~; frutti di mare;= profitto: un investimento che dà buon ~;= interesse: prestare denaro a ~;la frutta / le frutta (oggi non più in uso) =insieme di frutti commestibili: la ~ è ricca di
vitamine; macedonia / succo di ~; ~ fresca /secca; servire la ~; (fig.) arrivare alla ~ = tardi;
il legno / i legni: ~ di cedro; (fig.) testa di ~;(pl. mus.) strumenti a fiato: flauto, òboe,clarinetto, fagotto; i legni inglesi = imbarcazioni;la legna / le legna, l’ultimo ha valore collettivo:spaccare la ~; forno a ~; andare a far ~; (fig.) mettere / aggiungere ~ al fuoco; portar ~ al
bosco = fare cosa inutile.
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Plurale dei nomi composti
Il comportamento dei nomi composti per quanto riguarda il passaggio dal singolare al plurale cambia secondo il tipo di parole dacui sono costituiti.
I. Il secondo termine si mette al plurale
a) nome + nome
• il cavolfiore / i cavolfiori, il manoscritto / i manoscritti, il terremoto /i terremoti, l’arcobaleno / gli arcobaleni;
ecc. il pescespada / i pescispada;• la banconota / le banconote, la ferrovia / le ferrovie, l’autostrada / le
autostrade; b) ‘capo’ + nome
il capogiro / i capogiri, il capolavoro / i capolavori, il capoluogo / icapoluoghi;
c) aggettivo + nome
il bassorilievo / i bassorilievi, il francobollo / i francobolli, l’alto- parlante / gli altoparlanti;
ecc. l’altoforno / gli altiforni, la mezzanotte / le mezzenotti;
d) verbo + nomeil girasole / i girasoli, il grattacielo / i grattacieli, il marciapiede / imarciapiedi, il parafulmine / i parafulmini, il passaporto / i passaporti,lo spazzacamino / gli spazzacamini;
e) preposizione (avverbio) + nome
• il sottaceto / i sottaceti, il sottopassaggio / i sottopassaggi, l’antipasto/ gli antipasti;• la fotomodella / le fotomodelle, la soprattassa / le soprattasse, la
sottoveste / le sottovesti, la telecronaca / le telecronache;
II. Entrambi i termini si mettono al plurale
a) ‘capo’ + nome
il caporedattore / i capiredattori, il caposaldo / i capisaldi; b) nome + aggettivo
• il camposanto / i campisanti, (i camposanti), il pellerossa / i pellirosse;ecc. il palcoscenico / i palcoscenici;
• la cassaforte / le casseforti;
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III. Il primo termine si mette al plurale
‘capo’ + nomeil capofamiglia / i capifamiglia, il caposcuola / i capiscuola, il
caposquadra / i capisquadra, il capostazione / i capistazione;IV. Nomi composti invariabili al pluralea) ‘capo’ + nome
la / le capoclasse, la / le capostazione;ecc. la capocuoca / le capocuoche, la caporedattrice / le
caporedattrici; b) verbo + nome
1) il nome è al plurale
• il / i cavatappi, il / i portafogli, lo / gli stuzzicadenti;• la / le lavastoviglie;
2) il nome è al femminileil / i bucaneve, il / i portacenere, il / i salvagente, l’ / gli aspirapolvere;
ecc. l’asciugamano / gli asciugamani;c) verbo + verbo (avverbio)
il / i saliscendi, il / i viavai, il / i dormiveglia, l’ / gli andirivieni;d) preposizione (avverbio) + nome
il / i dopoguerra, il / i senzatetto. – hanno due forme di plurale:
il capocomico / i capocomici, i capicomici;il capocuoco / i capocuochi, i capicuochi;il capotreno / i capitreno, i capotreni;
– esistono nomi composti formati da più di due elementi, duenomi + una preposizione:
● il ficodindia / i fichidindia; il fiordaliso / i fiordalisi; il pomo-doro / i pomodori, i pomidori, i pomidoro; il / i nontiscordardimé;● la messinscena / le messinscene.
Esercizi
1. Precisa il genere dei seguenti nomi:tavola, nulla, eremita, città, brindisi, sintesi, ipocrita, soprano,
sentinella, scisma, auto, frigo, esame, gioventù, caucciù, problema,
omicida, oasi, scarpa, scarpino.
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2. Scrivi l’articolo determinativo davanti ai seguenti nomi:a) bambino, errore, scolaro, astuccio, fiume, amore, gas, coraggio,
sport, autobus;
b) sentinella, vite, economia, spia, bici, analisi, staffetta, austerità,stagione, recluta;c) clima, mezzosoprano, usignolo, ninfea, scrittore, girasole,
domenica, argento, ananas, eroismo, poeta, rondine, ottobre, capello,mostra, razzo, gamba, cappello;
d) strade, risa, programmi, giornalisti, artiste, strateghi, sistemi, banche, greci, province, occhiali, duchi, valigie, obblighi, suicidi, paia,uova, archi, templi, mormorii;
e) Alpi, Italia, Po, Sardegna, Adriatico, Lazio, Ionio, Como,
Appennini, Mediterraneo.3. Trasforma i nomi generici in concreti:nuvolosità, pericolosità, bestialità, pessimismo, stupidaggine,
cittadinanza, pacifismo, finalità, vecchiaia.
4. Dal nome concreto al nome generico: basso, vigile, fanciullo, invasore, madre, avaro, colpevole, padre,
ricco, amico, serio, geloso, nemico, fondatore, alto.
5. Muta i seguenti verbi nei corrispondenti nomi:lavorare, leggere, lottare, partire, acquistare, uscire, benedire,avvertire, indagare, correre, fingere, rompere, inventare, scoprire,apprendere, insegnare, esaltare, peccare, aprire, sconfiggere.
6. Partendo dai derivati, ricostruisci le rispettive parole primitive:tonalità, sporcizia, corposità, aggiornamento, donazione, gioiosità,
calzatura, occhiata, disgelo, allattamento, banchiere, mensilità, flottiglia,mercantile, tabaccheria.
7. Volgi al maschile o al femminile:maestro, attrice, dio, imperatore, alunno, pecora, cavallo, fuco,
Clemente, gallo, giudice, doge, nuora, monaca, salvatrice, eroe, turista,tintore, Giovanna, scolara.
8. Volgi al plurale:a) amico, monarca, studio, arma, teorema, studente, magia,
uomo, camicia, zio, eco, spiaggia, fuoco, albergo, uovo, psicologo,
azione, dialogo, bue, telegramma;
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b) pomodoro, manoscritto, autostrada, capolavoro, telecronaca,antipasto, caporedattore, palcoscenico, francobollo, soprattassa.
9. Introduci la forma opportuna fra i due sovrabbondanti, facendoattenzione all’articolo determinativo o alla preposizione articolata:(Dito) _________ della mano sono cinque. Grandi furono
(gesto) _________ di Alessandro Magno. Il Danubio ha tre (braccio) _________ . Sono di color nero (labbro) _________ del vaso. Tutti(membro) __________ del parlamento applaudirono il discorso del primo ministro. La superficie terrestre è divisa in 24 (fuso) _______ .La ragazza aveva colorato (labbro) ____________ col rossettocomprato di recente. Moderate (gesto) __________ quando parlate! Ilnonno accusa sempre dolori a (membro) __________ per ilreumatismo. Il carcere era diviso in un’infinità di (braccio) ____________ .
10. Correggi le parole sbagliate:Gli sposi hanno infilato le anella nei diti delle loro spose, poi si
sono baciati sui labbri. I muri delle città medievali erano protette dafossati con acqua. Ti muovi troppo, quindi le tue gesta disturbano chi
è seduto accanto a te. Ecco che le frutta dei nostri sacrifici e la faticadei nostri bracci sono resi vani. Ci furono membra dell’assemblea che per protesta abbandonarono l’aula.
11. Completa ogni nome con la desinenza giusta:«Era un uom_ piccolo, con la facci_ larga e gialla, e gli occh_
neri come il carbon_. – Dunque, tu ti chiami Rondinelli Luigi.Protestai con vivacit_: – No, mi chiamo Cesarano Alfredo, ha
telefonato per me Pollastrini, per una raccomandazion_. – E chi è Pollastrini?Mi si annebbiò la vist_ e risposi con un fil_ di voc_: – Pollastrini
Giuseppe, l’autist_ delle signorin_ Condorelli.L’avvocat_ si mise a ridere, con un ris_, per la verit_, gentile, e
disse: – Ma sì, certo, eppure devi aver pazienz_, lui ha telefonato e io
gli ho parlato, tutto vero, ma sai com’è? gli ho parlato e risposto con lament_ ad altro, così che, quando ho buttato giù il telefon_, mi sono
domandato: ma chi era? che ha detto? che gli ho risposto? Ora tu
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sciogli il mister_. Dunque, se ben ricordo, Cesarano, tu vuoi unaraccomandazion_ per diventare giardinier_ al Comun_?
Protestai di nuovo: – No, avvocat_, sono autist_, cerco un post_
di autist_.Lui disse, come se non mi avesse udito: – Sai che dico a chi michiede un post_? Un milion_, un assegn_ di un milion_ posso ancora procurarvelo, ma un post_ no, per lo più giardinier_ al Comun_: è una parol_.
Dissi di nuovo, con forz_: – Avvocat_, sono autist_, cerco un post_ di autist_; e questa volt_ lui intese e confermò, con un po’d’impazienz_: – Autist_, sì, che diamine, ho capito.»
Alberto Moravia, Nuovi racconti romani, Edit. Bompiani
12. Scrivi tutti i nomi del testo di sopra al maschile o alfemminile, al singolare o al plurale.
13. Traduci in romeno:«Un ringraziamento per aver fatto, appositamente per me, il
mondo così grande e vario. Di aver fatto tanti miliardi di altri uominiin apparenza simili a me per tenermi compagnia, e di averli
disseminati dovunque, affinché, in qualsiasi punto vada, non abbia atrovarmi solo. Inoltre: di averne fatti vivere molti molti altri miliardi prima della mia nascita allo scopo che le loro avventure mi possanodistrarre e far pensare. E di aver creato tante terre lontane dove, sefossi diventato esploratore, avrei potuto esplorare. E messo al mondotanti sapienti i quali mi potessero spiegare le infinite stranezze diquesto regno; pur lasciandone la parte maggiore ancora avvolta nelmistero affinché, se attratto, ne possa scoprire qualcuna anch’io o per lo meno fantasticarci sopra nelle sere d’estate. E appese al cielomiriadi di stelle, di cui scorgo solo una minima porzione; riservando lealtre al caso che fossi diventato un astronomo e mi fosse piaciutoinvestigarle.
Pensandoci, qualche volta mi sembra perfino che sia unaesagerazione. Un universo così smisurato con una infinità di vitedifformi, una cosa così bella e grande per me, meschino essere chenon sa neppure guardarsi intorno...»
Dino Buzzati, da In quel preciso momento, Edit. Neri Pozza
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L’AGGETTIVO
E’ quella parte del discorso, variabile nel genere e nel numero,
che si accompagna a un nome per indicare: – una sua caratteristica: una strada stretta, un vestito nero; – o per precisarlo meglio: questa strada, il mio vestito.
Aggettivi che indicano una caratteristica – gli aggettivi qualificativi: un bambino buono, una casa spaziosa.Gli aggettivi qualificativi formano una classe aperta di elementi,
come il nome e il verbo, classe che può essere sempre accresciuta. – gli aggettivi di colore: una penna rossa, i capelli neri;
Espressioni: dare carta bianca, di punto in bianco, il biancodell’uovo, nero come l’ebano, oro nero, mercato nero, nero su bianco,il giallo dell’uovo = il rosso d’uovo, essere giallo dalla rabbia, passarecol rosso, essere al verde, avere sangue blu.
– gli aggettivi di relazione (o relazionali) derivano da nomi eindicano l’esistenza di una relazione tra il nome cui l’aggettivo siriferisce e il nome da cui l’aggettivo è derivato:
il sistema solare = relativo al sole, che ha al centro il sole;
il trasporto navale = relativo alle navi, fatto con le navi.La trasformazione che dà luogo a un aggettivo relazionale è la
seguente:
NOME¹ + PREPOSIZIONE + NOME² → NOME¹ + AGG. DI RELAZIONE provvedimento del ministro → provvedimento ministeriale
Tra i principali suffissi che servono a formare aggettivi di relazionericordiamo:
-ale: inizio → iniziale;-ano: paese → paesano, isola → isolano;-ico: filosofia → filosofico;-ista, -istico: illuminismo → illuminista; folclore → folcloristico;-iano (per i cognomi di personaggi famosi): Leopardi → leopardiano.
Numerosi aggettivi relazionali presentano caratteristiche particolari: – non possono essere anteposti al nome: *solare luce; – non possiedono il comparativo e il superlativo: *più solare; – non possono essere usati in funzione predicativa: *la
luce è solare.
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– gli aggettivi geografici ed etnici segnalano l’appartenenza a (ola provenienza da) un luogo o un popolo: le ragazze francesi, unorologio svizzero.
Aggettivi determinativi (o indicativi)Gli aggettivi determinativi specificano il nome esprimendo una
determinazione possessiva, dimostrativa, indefinita, interrogativa,numerale. Al contrario degli aggettivi qualificativi, costituiscono unaclasse chiusa di elementi.
– gli aggettivi possessivi segnalano un possesso: la tua borsa, ilnostro cane;
– gli aggettivi dimostrativi precisano la posizione di qualcuno o
di qualcosa nello spazio e/o nel tempo: questa rivista, quel Natale; – gli aggettivi interrogativi si usano per domandare: Che libro
preferisci?; – gli aggettivi esclamativi si usano per esclamare: Quanta
gente!; – gli aggettivi indefiniti alludono a una:
– quantità: Anna ha tanti vestiti. – qualità: E’ tardi per la cena, mangerò una cosa qualunque.
– identità non precisata: Ho fatto un certo errore.Alcuni aggettivi, quelli dimostrativi (tranne ‘stesso’ e ‘medesimo’,
la cui duplice posizione comporta diversità di significato), inter-rogativi, esclamativi e indefiniti, precedono i nomi, altri invece,qualificativi e possessivi, possono trovarsi prima o dopo il nome.
Quanto al rapporto esistente tra articolo determinativo e aggettivo,gli aggettivi dimostrativi, interrogativi, esclamativi, indefiniti e, inalcuni casi, i possessivi, rifiutano l’articolo.
Gli aggettivi determinativi sono anche detti aggettivi prono-minali perché, oltre che come aggettivi, possono essere adoperati come pronomi, cioè anziché accompagnare un nome, possono sostituirlo:
La mia macchina non parte, puoi prestarmi la tua?
Tipi di collegamento dell’aggettivoA seconda del tipo di collegamento che ha con il nome o con il
verbo, l’aggettivo che indica una caratteristica può essere: – attributivo, se è direttamente collegato a un nome: Ho comprato
una moto veloce.
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– predicativo, se è collegato a un nome per mezzo del verbo‘essere’ (la cosiddetta “copula”) ed è parte di un predicato nominale(si parla in questo caso di aggettivo predicativo): Questa moto è veloce.
– avverbiale, se è collegato direttamente a un verbo e ne modi-fica il significato, proprio come un avverbio: Questa moto va veloce.
Rispetto al nome l’aggettivo si trova in una condizione didipendenza grammaticale. Quindi si può dire:
Alessio possiede una casa spaziosa.Alessio possiede una casa.
ma non:
*Alessio possiede una spaziosa.L’aggettivo ‘spaziosa’ dipende direttamente dal nome ‘casa’ enon si può dire: *una casa spazioso / spaziosi / spaziose.
Tipi di funzione dell’aggettivo qualificativo
L’aggettivo che indica una caratteristica può caratterizzare ilnome in due modi diversi:
– può descriverlo → aggettivo descrittivo
– può distinguerlo → aggettivo restrittivoE’ crollata la vecchia chiesa. / E’ crollata la chiesa vecchia. Nella prima frase l’aggettivo arricchisce la parola ‘chiesa’ di una
caratteristica consistente nel fatto che è vecchia; nella seconda, l’aggettivodistingue la ‘chiesa’ di cui si parla da tutte le altre: è crollata la chiesavecchia, non quella ‘nuova’.
Si noti che l’aggettivo descrittivo precede il nome, mentrel’aggettivo restrittivo lo segue.
Nominalizzazione dell’aggettivo qualificativo
Qualche volta l’aggettivo che indica una caratteristica vieneusato come un nome a tutti gli effetti. L’aggettivo sostantivato è preceduto:
– dall’articolo determinativo o indeterminativo: gli invidiosi, un
vecchio; – da un aggettivo dimostrativo o indefinito: quelle antipatiche,
alcuni giovani;
– da un numerale: due anziane, tre amici.
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Talvolta l’originario valore di aggettivo non è più sentito dai parlanti: cielo buio / buio fitto, pesto; prendere la circolare = linea diautobus che segue un percorso circolare; la (squadra) mobile; mobili di antiquariato; lucidare i mobili; la statale = strada statale.
L’aggettivo qualificativo può svolgere anche la funzione di unavverbio: dire chiaro e tondo, andare piano.
Alcuni aggettivi sostantivati preceduti da una preposizione formanolocuzioni avverbiali: alla svelta, all’improvviso, con le buone o con le
cattive: lavorare alla svelta.
Posizione dell’aggettivo qualificativoL’aggettivo qualificativo può essere collocato prima o dopo il
nome: – l’aggettivo precede il nome in strutture ormai fisse: pubblico
ufficiale, pubblico ministero, buoni uffici; – l’aggettivo segue il nome in numerosissimi casi: opinione /
asta pubblica, popolo italiano, lingua italiana, continente europeo, marinamilitare, l’anno / il mese venturo, anno / mese corrente, Stefano il Grande,
Filippo il Bello.Talvolta la differente posizione dell’aggettivo comporta diversità
di significato: – ‘alto’ → un bambino ~ / (fig.) ~ commissario / funzionario; – ‘povero’ → una nazione ~a / un ~ cieco; – ‘certo’ → un fatto ~ / un ~ Bianchi.
Forme dell’aggettivo qualificativo
Quasi tutti gli aggettivi hanno: – una parte fissa → la radice o morfema lessicale, che dà infor-
mazioni sul significato; – una vocale finale variabile → la desinenza o morfema gram-
maticale, che dà informazioni sul genere, maschile o femminile, e sulnumero, singolare o plurale.
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Classificazione degli aggettivi
Iª classe m.s. -o f.s. -a m.pl. -i f.pl. -e
alto alta alti altesimpatico simpatica simpatici simpatiche bianco bianca bianchi bianchelungo lunga lunghi lungheampio ampia ampi_ ampiesaggio saggia saggi_ saggenatio natia natii natie
– i participi passati dei verbi (1)
letto letta letti letteuscito uscita usciti usciteIIª classe m.f.s. -e m.f.pl. -i
elegante elegantidifficile difficilidolce dolciverde verdi
– i participi presenti dei verbi (2)
rappresentante rappresentantiuscente uscentiIIIª classe m.f.s. -a m.pl. -i f.pl. -e
entusiasta entusiasti entusiaste
belga belgi belghe
idiota idioti idiote
egoista egoisti egoiste
suicida suicidi suicide
ipocr ita ipocriti ipocrite
(1) Sono numerosissimi i participi passati con valore aggettivaleche possono diventare nomi, e questo perché hanno quattro desinenze,quindi si comportano come gli aggettivi del I gruppo:tessuto, participio passato di ‘tessere’ → aggettivo: panno tessuto
nome: negozio di tessutiEsempi: il condannato, il fatto, il fidanzato, il ferito, il passato, il
ritratto, l’ammalato, l’infinito, l’invitato; la promessa, la scoperta, la
spesa, l’offerta.
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(2) Il participio presente può esprimere anche una qualità:stella errante; le avventure dei cavalieri erranti; le tribù erranti del deserto;brillante, participio presente di ‘brillare’ → aggettivo: discorso brillante
nome: il brillante dell’anelloEsempi: il / la cantante, il comandante, il combattente, il / lacommerciante, il presidente, un / un’agente.
Aggettivi invariabili e compostiCompletano il quadro: – gli aggettivi invariabili, rimangono invariati nel genere e nel
numero: – pari: essere ~ a = corrispondere; il risultato è ~; dispari =
impari: i giorni dispari della settimana; una lotta impari; – dabbene = perbene, educato: un uomo ~; dappoco = ( persona)
incapace; (cosa) marginale, secondario; – arrosto: pollo / patate arrosto; – amaranto, blu, lilla, rosa, viola: cielo / mare blu; romanzo rosa; – azzurro pallido, rosso chiaro, verde cupo / scuro; – rosso ciliegia / fuoco, verde bottiglia / oliva; – avvenire: gli anni avvenire; – fu (burocr.) morto, defunto: il fu Mario Rossi; – ‘anti’ + sostantivo → sistemi antifurto, maschera antigas,
rifugio antiatomico, trattato antinucleare.
– gli aggettivi composti, dati dalla combinazione di due aggettivi: – alcuni aggettivi indicano i colori delle squadre di calcio:
bianco-nero, bianconero, rosso-nero, rossonero; – alcuni aggettivi geografici ed etnici: emiliano-romagnolo,
russo-tedesco; possono comparire in forma abbreviata: – africano → afro-: tradizioni afroamericane;
– inglese → anglo-: gli alleati anglo-americani; – austriaco → austro-: l’impero austro-ungarico; – francese → franco-: guerra franco-prussiana; – indiano → indo-: lingue indoeuropee; – italiano → italo-: italo-americano; – giapponese → nippo-: un accordo economico nippo-
australiano; – alcuni aggettivi appartengono alla terminologia scientifica:
– corticale → cortico-: ormone corticosurrenale; – gastrico → gastro-: affezione gastroduodenale;
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– alcuni aggettivi appartengono al linguaggio politico: – socialista → social-: socialdemocratico; – anarchico → anarco-: anarco-sindacalista;
– democratico → demo-: democristiano; – cattolico → catto-: cattocomunista;
– altri aggettivi: aerodinamico, chiaroveggente, fantascientifico,sacrosanto, sordomuto, variopinto, verosimile: corpo aerodinamico,romanzo fantascientifico, racconto verosimile.
Gli aggettivi composti formano il femminile e il plurale cambiandosoltanto la desinenza del secondo elemento: rossoner o, rossoner a,rossoner i, rossoner e; socialdemocratico, -a, -ci, -che: congresso social-
democratico.
Aggettivi alterati
Come i nomi, così anche parecchi aggettivi qualificativi possonoessere alterati, con l’aggiunta alla base di un suffisso che, senza cambiarecompletamente il significato dell’aggettivo di base, lo modificanosoltanto, presentandolo come più grande, più piccolo, più bello o più brutto:
bello → DIM. belloccio; povero → PEGG. poveraccio; semplice→ ACCR. semplicione.
Accordo dell’aggettivo qualificativo
Di norma, l’aggettivo concorda nel genere e nel numero con ilnome a cui si riferisce:
il telefono azzurr o (nome e aggettivo al maschile singolare);i telefoni azzurr i (nome e aggettivo al maschile plurale);la sedia comoda (nome e aggettivo al femminile singolare);
sei sedie comode (nome e aggettivo al femminile plurale).Quando si riferisce a più nomi dello stesso genere, tutti al
singolare, tutti al plurale o alcuni singolari e altri plurali, l’aggettivo prende il genere dei nomi e si mette al plurale:
La carta e la penna sono bianche.Ci regalarono dei dolci e dei liquori squisiti.Ha la faccia e le mani sporche.
ma si dice:
lingua e letteratura italiana
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Quando si riferisce a più nomi di genere e di numero diversi,l’aggettivo viene posto per lo più al maschile plurale:
I miei fratelli e le mie sorelle sono tutti lontani.
Cavallo e carrozza erano fermi all’angolo della via.Debbo prendere delle pillole e uno sciroppo amarissimi.
ma si può dire anche:Debbo prendere uno sciroppo e delle pillole amarissime.
In quest’ultimo esempio l’accordo al femminile è dovuto allavicinanza del nome di genere femminile.
Se l’aggettivo precede il nome, l’accordo si fa con il nome piùvicino:
Serene vacanze e viaggi offrono tutti gli enti turistici.Se l’aggettivo è composto, muta solo la desinenza finale:
angloamericano, -a, -i, -e: letteratur a angloamericana; truppe angloamericane.
Gli aggettivi composti di colore restano di solito invariati o possono mutare nella desinenza finale:
foglie verdechiaro / verdazzurre. Gli aggettivi ‘bello’, ‘buono’, ‘grande’, ‘santo’
Questi aggettivi si troncano o si elidono:
– bello, bella, belli, belle
m. sing. pl.
bel libro bei libri bello spettacolo begli spettacoli bell’albero begli alberi
f. sing. pl. bella ragazza belle ragazze bell’amica belle amiche‘belli’ si usa posposto al maschile plurale: uomini belli;
sostantivato: i belli e i brutti, il gusto del bello;in funzione di predicato: Quei fiori sono belli e freschi.
– buono, buona, buoni, buone
si comporta come l’articolo indeterminativo
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m. sing. pl. buon libro buoni libri buono spettacolo buoni spettacoli
buon amico buoni amicif. sing. pl. buona bambina buone bambine buon’amica buone amiche
– grande, grandi
m. sing. pl.gran libro gran libri
grande spettacolo grandi spettacoligrand’albero grandi alberi
f. sing. pl.gran (grande) casa gran (grandi) casegrand’anima grandi anime
– santo, santa, santi, sante
m. sing. pl.san Carlo santi Pietro e Paolo
santo Stefanosant’Ignazio
f. sing. pl.santa Chiara santesant’Anna
Espressioni: belle arti, bel bello, sul più bello, ci vuole del belloe del buono, con le buone o con le cattive, un bel giorno, guardare /vedere di buon occhio, essere in buone mani, nascere sotto una buonastella, buono da buttar via, buono a nulla, buon viaggio / lavoro!, a buon mercato, di buon passo, di buon’ora, settimana santa, il santo padre, il santo sepolcro, la città santa, (fig.) avere un santo dalla propria, avere qualche santo in Paradiso, non sapere a che santovotarsi, non essere uno stinco di santo.
Ci volle del bello e del buono per convincerlo.L’hai fatta bella!Cosa fai di bello?
Lo picchiarono di santa ragione.
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Gradi dell’aggettivo qualificativo
I concetti espressi da un aggettivo qualificativo possono esseregraduati secondo una scala d’intensità in cui si distinguono tre gradi:
bello → più bello → bellissimo Bello è di grado positivo perché esprime la qualità senza indicarne
la misura; più bello è di grado comparativo perché esprime una qualitàstabilendo un confronto; bellissimo è di grado superlativo perché esprimeuna qualità in misura molto alta.
La possibilità di variare il proprio grado è una delle carat-teristiche che distinguono l’aggettivo dal sostantivo. Infatti, un libro ouna rivista non potranno dirsi *più libro, *più rivista e nemmeno*librissimo, *rivistissima.
Il grado d’intensità di un aggettivo lo possiamo variare in due modi:▪ relativamente ad altri termini, cioè istituendo un paragone con
un’altra unità:→ grado comparativo: La tua casa è più grande della mia.
o con un gruppo di altre unità della stessa specie:→ grado superlativo relativo: Questo appartamento è il più
grande del palazzo.▪ in assoluto, cioè senza introdurre confronti con altri termini:→ grado superlativo assoluto: Ho una casa grandissima.
Il grado positivo
Al grado positivo, l’aggettivo attribuisce a un nome una qualitàsenza precisarne la misura e senza che ci siano confronti:
Monica è furba.
Il grado comparativoAl grado comparativo, la qualità attribuita a un individuo o a unacosa (detti primo termine di paragone, 1° T) viene confrontata con lastessa qualità posseduta da un altro individuo o cosa (detti secondo
termine di paragone, 2° T).
1. Se la qualità è presente più nel primo che nel secondo terminedi paragone→ comparativo di maggioranza → più + aggettivo al grado positivo:
Monica [1° T] è più furba di Claudia [2° T]
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2. Se la qualità è presente meno nel primo che nel secondotermine di paragone→ comparativo di minoranza → meno + aggettivo al grado positivo:
Monica è meno furba di Claudia.3. Se la qualità è presente in misura uguale nei due termini messi
a confronto→ comparativo di uguaglianza → aggettivo da solo o preceduto da così o da tanto, mentre il secondo termine di paragone è introdotto da come o quanto:
Monica è così / tanto furba come / quanto Claudia.Monica è _furba come / quanto Claudia.
Se il confronto avviene tra due aggettivi o due verbi, è normalel’avverbio correlativo davanti al primo termine:
Lucia è una ragazza tanto brava quanto bella.Mi piace così prendere il sole come fare il bagno.
Il confronto potrebbe avvenire mettendo in relazione due com- parativi (di maggioranza o di minoranza) con un terzo termine di paragone:
Paolo è tanto più veloce di Marco quanto Giovanni.Il secondo termine di paragoneCon un comparativo di maggioranza o di minoranza, il secondo
termine di paragone è introdotto da: – di, se è un nome o un pronome non retti da preposizione:
Giorgio è più serio di Franco.L’estate è più calda della primavera.La tua casa è più grande della mia.
Giorgio è più serio di me.Io sono più allegro di Ugo.Tu lavori più di me.
– che, se è un nome o un pronome retti da preposizione:Sei più brava in italiano che in matematica.
oppure se si paragonano tra loro: – due nomi: Di solito leggo più romanzi che novelle. – due aggettivi qualificativi: E’ un fatto più unico che raro.
– due verbi all’infinito: E’ meglio andar via che restare qui.
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– due complementi indiretti: Mi piace più mangiare a casa che alristorante.
– due avverbi: Bruno agisce più istintivamente che razionalmente.
Meglio tardi che mai.Il grado superlativoAl grado superlativo l’aggettivo attribuisce a un nome una qualità
al massimo livello, in due modi: – relativo, facendo riferimento a un gruppo di persone o di cose:
Monica è la più furba delle tue amiche. – assoluto, senza termini di riferimento:
Ho incontrato una signora simpaticissima.
Il superlativo relativo si forma premettendo all’aggettivo digrado positivo o al sostantivo l’articolo determinativo seguito da più oda meno:
Andrea è il più generoso dei / tra i miei amici.Claudio è il meno generoso dei / tra i miei amici.E’ l’attore più / meno adatto per questo ruolo.
Quando è preceduto da un nome che ha l’articolo indetermi-nativo, il superlativo relativo viene sempre introdotto dall’articolo
determinativo:Un uomo, il più anziano di tutti, ci venne incontro.Il gruppo di persone o cose che fa da termine di riferimento è
introdotto dalle forme articolate delle preposizioni di o tra, fra.A volte l’aggettivo precede il sostantivo:
E’ stato il più bel giorno della mia vita.
Il superlativo assoluto si forma in più modi: – con avverbi di quantità: assai, molto, oltremodo, tanto, troppo,
estremamente, incredibilmente:Tuo figlio è molto triste.Arriveremo assai presto.
– con avverbi intensificativi: davvero, proprio, sul serio, veramente:Sono davvero arrabbiato.Il tuo amico è proprio simpatico.
– aggiungendo all’aggettivo di grado positivo i prefissi: arci-,extra– (stra-), iper-, sopra– (sovra-), super-, ultra-: arcicontento,extrafino, stracarico, ipersensibile, sopraffino, sovraccarico, supersonico,
ultramoderno:
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E’ una strada superaffollata.La minestra è stracotta.
– aggiungendo alla radice dell’aggettivo di grado positivo ilsuffisso -issimo, -a, -i, -e: importantissimo:
Giulio è un amico carissimo. – hanno radici diverse ampio → amplissimo, pio → piissimo,vario → varissimo.
Talvolta, specie nel linguaggio della pubblicità, della televisione, possiamo incontrare anche nomi con questo suffisso: la canzonissima,
la finalissima, l’affarissimo, l’occasionissima.
– ripetendo l’aggettivo di grado positivo: un problema facile facile, un abbraccio forte forte;
– con espressioni che possono intensificare il significatodell’aggettivo di grado positivo: brutto forte, bagnato / ubriacofradicio, innamorato cotto, stanco morto, buio pesto, ricco sfondato, pieno zeppo, pazzo da legare, duro come l’acciaio, amaro come ilfiele, veloce come il fulmine, diritto come un fuso, dolce come ilmiele, testardo come un mulo, bianco come la neve, buono come il
pane, sano come un pesce:Ho incontrato un mendicante bagnato fradicio.
Rifiutano ogni gradazione: – gli aggettivi che contengono già in sé l’idea del superlativo:
colossale, divino, eccezionale, enorme, eterno, gigantesco, immenso,immortale, infinito, meraviglioso, onnipotente, perfetto, straordinario:l’universo infinito, numero perfetto;
– gli aggettivi che hanno un significato preciso, specifico:cubico, sferico; fisico, chimico; industriale, siderurgico; annuale, pe-riodico; bronzeo, ferreo; toscano, asiatico; lacustre, montano; fraterno,orfano; doppio, triplice; notturno, quotidiano: geografia fisica, paesaggiomontano.
Comparativi e superlativi irregolari (organici) – alcuni aggettivi presentano delle forme di comparativo e/o di
superlativo irregolari, sul modello latino:
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superlativopositivo
comparativo di
maggioranza relativo assoluto
buono più buono /
migliore
il più buono / il
migliore
buonissimo /
ottimocattivo più cattivo /
peggioreil più cattivo / il
peggiorecattivissimo /
pessimogrande più grande /
maggiore
il più grande / ilmaggiore
grandissimo /massimo
piccolo più piccolo /minore
il più piccolo / ilminore
piccolissimo /minimo
bene meglio – ottimamente / benissimo
male peggio – pessimamente /malissimomolto più – il piùpoco meno – pochissimo
– alcuni aggettivi hanno forme irregolari di superlativo in-èrrimo (1) e in -entissimo (2):
1. acre acerrimoaspro asperrimo, asprissimo
celebre celeberrimointegro integerrimomisero miserrimo, miserissimosalubre saluberrimo, salubrissimo
2. benefico beneficentissimobenevolo benevolentissimomaledico maledicentissimomalefico maleficentissimomalevolo malevolentissimomunifico munificentissimo
L’uso di questi aggettivi è piuttosto raro, riservato a unlinguaggio elevato, perciò si preferisce ricorrere a superlativi analitici:molto celebre, assai benevolo;
– alcuni aggettivi non hanno il grado positivo, ma solo ilcomparativo e/o il superlativo:
– il comparativo termina in -ore → anteriore ‘che è più avanti’posteriore ‘che è più dietro’
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inferiore ‘che è più in basso’superiore ‘che è più in alto’interiore ‘che è più dentro’
esteriore ‘che è più fuori’ulteriore ‘che è più al di là’
‘Ulteriore’ può indicare anche qualcosa che si aggiunge a quantogià detto o fatto:
Per ulteriori informazioni si rivolga alla segreteria.
– il superlativo termina in -mo → estremo ‘che è alla fine’infimo ‘che è molto in basso’
intimo ‘che è più dentro possibile’primo ‘che è all’inizio’prossimo ‘molto vicino’, ‘vicino’supremo, sommo ‘che è più in alto possibile’ultimo ‘che è alla fine in assoluto’
‘Intimo’ ammette un comparativo, più intimo, e un superlativo,il più intimo:
Mario è il mio più intimo amico.I superlativi ‘primo’, ‘ultimo’ hanno anche le forme primissimo,
ultimissimo, usate in espressioni enfatiche: prodotti di primissimaqualità, l’ultimissima moda a Milano.
Esercizi
1. Dai seguenti sostantivi ricava gli aggettivi corrispondenti:allegria, amore, campagna, compassione, corte, gioco, giorno,
legno, tempesta, vento.
2. Dai seguenti aggettivi qualificativi ricava i nomicorrispondenti:acquoso, argenteo, autunnale, calligrafico, coreografico, fantastico,
forte, fraterno, generoso, invernale, impetuoso, materno, orgiastico,ortografico, paterno, pratico, rovinoso, simpatico, spaventoso, storto.
3. Muta i seguenti sintagmi nel rispettivo singolare o plurale:occhi vivaci, corsa veloce, notizia inutile, fronti sudate, guerra
atroce, pancia gonfia, fili resistenti, organizzazioni criminali, tempo
antico, passata stagione, rapporti leali, folle velocità, misura colma,
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colossali truffe, dolori acuti, difficile situazione, visioni divine, paeseingovernabile, armonia magica, patti segreti.
4. Volgi al plurale:un bellissimo romanzo giallo; uovo fresco e grande; ampio
movimento studentesco; una camicia verde, non verde bottiglia; ilmedesimo simpatico amico; autobus carico e affollato; una corniceargentata e molto costosa; lo stesso prezzo modico; vacanza piacevolee necessaria; un astuccio rosa, molto piccolo.
5. Scrivi le forme corrette dei seguenti aggettivi:(bello): _____ mattino, _____ anni, _____ arti, _____ spirito,
_____ fiori, _____ attrice(buono): _____ profumo, _____ amicizie, _____ macchina,
_____ uomo, _____ amica, _____ scultore(grande): _____ cantanti, _____ sospiri, _____ donna, _____
spavento, _____ attore, _____ viaggi(santo): _____ Carlo, _____ Marta, _____ Ambrogio, _____
padre, _____ Iacopo, Terra _____
6. Altera, quando è possibile, gli aggettivi: basso, bello, dolce, freddo, grande, grasso, lungo, nero, piccolo,
povero, rosso, sciocco, sudato, umido, vecchio.
7. Completa le frasi in modo che risulti un comparativo:a) (di maggioranza): Il lago di Como è ... piccolo ... lago
Benaco. Era ... preparato in grammatica italiana ... in grammaticainglese. In inverno la luce diurna è molto breve, ... effimera ... quellaautunnale. La virtù è ... preziosa ...oro. E’ sicuramente ... difficilescrivere ... parlare una lingua straniera. Ho una preferenza ... viva per Verne ... per Salgari, altro famoso scrittore d’avventure. Sono ...interessanti le partite calcistiche seguite nello stadio ... a casa davantial televisore.
b) (di uguaglianza): Tuo zio si mostrò ... garbato ... tuo padre.Tua cugina mi sembra ... briosa ... tua nipote. Luca è ... studioso ... me.Francesca è ... gentile ... sua sorella.
c) (di minoranza): Oggi vi sentite ... deboli ... ieri. Alcuni scolari
appaiono ... intelligenti ... diligenti. Il raccolto di riso di quest’anno è
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... abbondante ... quello dell’anno scorso. Io ho un carattere ... deciso
... tuo. Perugia è ... grande ... Roma. E’ ... difficile ... quanto tu creda.La mia casa è ... comoda ... vostra.
8. Completa con il comparativo opportuno e con il secondo terminedi paragone:
Siete ... testardi __________ . Qui sembrano esserci ... macchine __________ . E’ ... facile obbedire __________ . Viaggio ... volentieriin aereo __________ . Stamane siamo ... disposti all’ascolto __________ . In quel momento di crisi, nessuno si sentiva ... solo edeluso __________ . Il nonno è ... sordo __________ .
9. Scrivi questa serie di aggettivi al superlativo assoluto, in tuttele forme possibili:
buono, carico, cattivo, contento, difficile, fino, fortunato,generoso, grande, intelligente, moderno, nobile, piccolo, pieno, presto,ricco, simpatico, sporco, utile, veloce.
10. Completa con l’opportuno tipo di superlativo: Napoli è tra le città ... popolose d’Italia. Viviamo un ritmo di
vita ... agitato. Furono ... disponibili a portare aiuti ... consistenti e ...efficaci. Gli ultimi sono stati i giorni ... felici tra quelli trascorsi con te.I grandi uomini sono ... modesti. Era ... simpatica delle amiche di miasorella. L’Asia è un continente che registra ... alta densità di popolazione. ... grande delle virtù è la carità, che ci rende ... generosi.
11. Fa’ la concordanza degli aggettivi, se necessaria, con i nomi cuisi riferiscono:
Venti e nubi (gelido) trascorrevano il cielo minacciandotempesta. Al pranzo di nozze di mia sorella, Franca e Giovanna erano piuttosto (alticcio). La casa e il giardino da me (sognato) costanotroppo e non potrò mai comprarmeli. Soffriva di un terribileraffreddore e aveva sempre gli occhi e il naso (arrossato). L’aurora e iltramonto sono (rosa). Navi e piccole imbarcazioni correvano (liscio) e(leggero) sul mare (tranquillo). Trovarono il naufrago con braccia egambe (rigido). Carrozze e locomotori da riparare o appena (riparato)
erano allineati nel deposito locomotive e sui binari.
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12. Traduci in romeno:«Avevo dinanzi un vastissimo spazio di pianure verdi e fiorite,
intersecate da grandissimi canali simili a quello che avevo passato io,
ma assai più larghi e profondi; i quali s’andavano perdendo in unastesa d’acqua assai più grande ancora; e in fondo a quella sorgevanoqua e là disseminati bruni monticelli, coronati taluni da svelticampanili. Ma più in là ancora l’occhio mio non poteva indovinareche cosa fosse quello spazio infinito d’azzurro che mi pareva un cielocaduto e schiacciatosi in terra: un azzurro trasparente e svariato distrisce d’argento che si congiungeva lontano lontano con l’azzurromeno colorito dell’aria… D’improvviso i canali e il gran lago dovesboccavano diventarono tutti di fuoco; e quel lontanissimo azzurro
misterioso si mutò in una iride immensa dai colori più diversi e vivaci.Il cielo fiammeggiante ci si specchiava dentro e di momento inmomento lo spettacolo si dilatava, s’abbelliva agli occhi miei, e prendeva tutte le apparenze ideali e quasi impossibili di un sogno.»
I. Nievo
IL NUMERALE
La categoria grammaticale dei numerali è alquanto eterogenea,essa comprende: – aggettivi: Ho comprato due dischi. – pronomi: C’erano entrambi. – nomi: E’ uscito il sette al lotto.
I numerali si distinguono in: – cardinali: uno, due, tre; – ordinali: primo, secondo, terzo; – moltiplicativi: doppio, triplo; – collettivi: paio, decina, dozzina; – distributivi: ad uno ad uno, a due a due; – frazionari: un terzo, due terzi.
Numerali cardinali e numerali ordinaliSi comportano generalmente come aggettivi e qualche volta come
pronomi.Come aggettivi, accompagnano:
– un nome: quattro gatti, il terzo posto;
– un pronome: Noi due stiamo bene insieme.
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Come pronomi, sostituiscono un nome:“I magnifici sette” è un film celeberrimo.
I cardinali determinano una quantità numerica precisa, sono inumerali più usati, tre, dodici, centoventiquattro, tremiladuecento ecc., e si indicano con le cifre arabe: 3, 12, 124, 3200. L’uso dellecifre è richiesto nei testi tecnici e scientifici e per indicare le date. Negli altri casi, invece, è preferibile usare la scrittura in lettere.
I numerali cardinali sono invariabili:ecc. – ‘uno’ / ‘una;
– ‘mille’ / -mila, forma derivata dal latino: tremila, centomila.‘Uno’ si tronca e si elide secondo le regole dell’articolo inde-
terminativo:un ragazzo, uno scolaro, un albero; una casa, un’anitra.I composti con ‘uno’ possono subire il troncamento: ventun
giorni, trentun minuti.I composti che finiscono in ‘-tre’ ricevono l’accento: ventitré,
sessantatré.Le decine da ‘venti’ in poi, unite a ‘uno’ o a ‘otto’, troncano la
vocale finale: trentuno, trentotto.Come si è già visto dagli esempi, i numeri costituiti da più
elementi si scrivono uniti.Tuttavia i composti con ‘cento’ e ‘mille’ possono anche scriversi
staccati, inserendo tra i due numeri la congiunzione ‘e’: cento e dieci,mille e nove.
Quando ‘uno’ è unito per mezzo della congiunzione si ha l’accordocon il sostantivo:
“Le mille e una notte” è una raccolta di novelle arabe.‘Milione’, ‘miliardo’ non sono aggettivi, ma sostantivi. I loro
multipli si scrivono staccati: tre milioni, cinque miliardi. Nel plurale possono essere seguiti o no dalla preposizione ‘di’:tre miliardi di lire / due milioni quattrocentomila lire.
I numerali cardinali solitamente precedono il nome a cui si rife-riscono:
Era una donna di cinquant’anni.Ho speso centoventi euro.
Seguono il nome: – negli usi tecnici e scientifici: Ciascun lato dell’edificio misura
m. 32.
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commerciali: Il costo dell’autovettura è dieuro 14 000.
Come si vede dagli esempi, il numero è espresso in cifre.
– nel linguaggio burocratico e giudiziario:Il tribunale condanna l’imputata alla pena di anni tre e
mesi due di reclusione. Nell’indicare le ore e le date il nome viene spesso sottinteso:
Sono le (ore) sette. Nacque nel(l’)(anno) 20 dopo Cristo.
Soltanto nell’indicare il primo giorno / i primi giorni della settimana,del mese, dell’anno, si adopera l’ordinale al posto del cardinale:
Oggi è il primo di settembre.Partirò ai primi di agosto.In molti casi i cardinali vengono sostantivati:E’ un uomo sui sessanta. (=sulla sessantina, sessantenne)E’ una notizia sicura al cento per cento.Durante la spedizione dei Mille fu liberata la Sicilia. – in espressioni idiomatiche:
Si fece in quattro per accontentare sua madre. – in altri casi, per indicare:
– i voti scolastici: Ho preso un bel dieci. – i giocatori di una squadra: Gli undici sono scesi in campo.
Gli ordinali indicano l’ordine di successione di individui, oggettie concetti, terza, dodicesimo, centoventiquattresimo, tremiladuecentesima ecc. Si indicano con le cifre romane: III, XII, CXXIV, MMMCC,oppure con le cifre arabe seguite da º (per il maschile), ª (per il fem-minile) in esponente: 3º, 12º , 124º, 3200º; 3ª, 12ª ecc.
A differenza dei cardinali, gli ordinali sono variabili nel genere e
nel numero, quindi si accordano al sostantivo. I primi dieci hannoforme particolari derivate dal latino: primo – decimo (da consultare loschema I). Tutti gli altri si formano aggiungendo il suffisso -esimo alcardinale, che perde generalmente la vocale finale: undic(i) + -esimo→ undicesimo. Accanto a queste forme, possiamo trovarne altre diuso limitato, letterario: decimoprimo / undecimo, decimosecondo / duodecimo ecc.
Anche gli ordinali precedono di solito il nome:Abbiamo viaggiato in prima classe.
Abita al terzo piano.
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Seguono il nome: – quando indicano l’ordine di successione di papi, sovrani e in
questo caso si scrivono solitamente in cifre romane: Luigi XIV,
Giovanni Paolo II ecc. – nelle scritte: Aula sesta, Canto quinto, Atto quarto, Scena prima.Possono essere usati come sostantivi:
E’ stato promosso in quarta (classe).Abbiamo ascoltato la nona (sinfonia) di Beethoven.
I numerali ordinali si adoperano per indicare:1) i numeri d’ordine di papi, re, imperatori: Paolo VI, Vittorio
Emanuele II, Carlo V;
2) i numeri d’ordine dei secoli: il secolo XIX o il diciannovesimosecolo o l’Ottocento;
3) il secondo elemento di una frazione, il primo è indicato da unnumerale cardinale: 2/3 = due terzi; 7/20 = sette ventesimi; 33/100trentatré centesimi;
4) il grado di una potenza segnalato dal numero in esponente:6³ = sei alla terza.
Numerali moltiplicativiSono aggettivi a quattro desinenze che moltiplicano il nome a
cui si riferiscono per un numero o una quantità. Quelli più usati sono singolo, doppio, triplo, quadruplo, quintuplo:
Prendiamo una porzione singola di pasta e una doppia porzione di patate.
Ma i moltiplicativi possono essere usati anche come nomi oavverbi:
Ho speso il doppio del previsto.Vederci doppio significa avere un difetto ottico.
In casi del genere indicano, in senso figurato, un numero, unaquantità o una misura ‘molto grandi’, o ‘molto più grandi di’:
Mangia il triplo di me ed è magra! = Mangia molto più di me.La serie dei moltiplicativi è completata dagli aggettivi a due
desinenze duplice, triplice ecc.:La Triplice Alleanza fu stipulata nel 1882 fra Italia, Austria
e Germania.
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Numerali collettiviSono nomi che indicano un insieme di più individui, oggetti o
concetti:
1. coppia, paio, duo, doppietta ruotano intorno al numero ‘due’:una coppia di fidanzati, un paio di scarpe:Schumacher e Barrichello formano un duo formidabile.
2. terna, triade, tripletta ruotano intorno al numero ‘tre’: ternaarbitrale, triade dialettica:
Totti ha segnato una tripletta.3. duetto, terzetto, quartetto, quintetto, sestetto indicano una
composizione musicale eseguita da due, tre, quattro, cinque, sei esecutorie, scherzosamente, un gruppo di due, tre, quattro, cinque, sei persone:
Ma che bel terzetto!4. decina, dozzina, ventina, trentina, quarantina, cinquantina, sessantina, settantina, ottantina, novantina, centinaio, migliaio indicano,rispettivamente, un gruppo di dieci, dodici, venti, trenta, quaranta, cin-quanta, sessanta, settanta, ottanta, novanta, cento, mille individui o oggetti:
Ho comprato una dozzina di fazzoletti.Era presente un migliaio di persone.
5. biennio, triennio, quadriennio, quinquennio=lustro, decennio,ventennio indicano un periodo di due, tre, quattro, cinque, dieci, venti
anni: un decennio di studi, il ventennio fascista:Ho seguito il primo biennio d’ingegneria.6. bimestre, trimestre, semestre indicano un periodo di due, tre,
sei mesi: corso di un semestre;7. terzina, quartina, sestina, ottava sono termini della metrica e
indicano strofe di tre, quattro, sei, otto versi: terzina incatenata, un poema in ottave.
Il quadro è completato da: – alcuni nomi che terminano in -enne, i quali indicano l’età di
una persona, a partire da ‘undici’ e fino a ‘novantanove’: undic(i) +-enne → undicenne; – alcuni aggettivi, invariabili, ‘ambo’, ‘ambedue’ ed ‘entrambi /
entrambe’ che significano ‘tutti / tutte e due’ e che precedono l’articolodeterminativo che accompagna il nome a cui si riferiscono: ambedue ifratelli / le sorelle, entrambi gli occhi, entrambe le mani.
Numerali distributiviIndicano il modo di distribuire o di ripartire una quantità, a due
a due, due per ciascuno, tre alla volta, ogni sei:
Mi scrive ogni due settimane.
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Numerali frazionariSono nomi e indicano una o più parti di un tutto: un terzo, due
terzi, tre quarti ecc.
Mi darai solo il quinto dello stipendio?Per indicare la divisione di un tutto in due parti, si adoperano: – ‘metà’: Quattro è la metà di otto. – ‘mezzo’: Ha quindici anni e mezzo.
Sono le dodici e mezzo.
I. Numerali cardinali, ordinali, moltiplicativi e numerativi
cardinali ordinali
in lettere in cifre in lettere romani
moltipli-
cativinumerativi
uno, una 1 primo I singolodue 2 secondo II doppio coppia,
paio, duo,doppietta
tre 3 terzo III triplo terzetto,tripletta
quattro 4 quarto IV quadruplocinque 5 quinto V quintuplo
sei 6 sesto VIsette 7 settimo VIIotto 8 ottavo VIIInove 9 nono IXdieci 10 decimo X decinaundici 11 undicesimo XIdodici 12 dodicesimo XII dozzinatredici 13 tredicesimo XIIIquattordici 14 quattordicesimo XIVquindici 15 quindicesimo XV quindicinasedici 16 sedicesimo XVIdiciassette 17 diciassettesimo XVIIdiciotto 18 diciottesimo XVIIIdiciannove 19 diciannovesimo XIXventi 20 ventesimo XX ventinaventuno 21 ventunesimo XXIventidue 22 ventiduesimo XXII
trenta 30 trentesimo XXX trentina
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quaranta 40 quarantesimo XL quarantinacinquanta 50 cinquantesimo L cinquantinasessanta 60 sessantesimo LX sessantina
settanta 70 settantesimo LXX settantinaottanta 80 ottantesimo LXXX ottantinanovanta 90 novantesimo XC novantinacento 100 centesimo C centinaiocentouno 101 centunesimo CIduecento 200 duecentesimo CCmille 1000 millesimo M migliaioduemila 2000 duemillesimo MMdiecimila 10000 diecimillesimo X
centomila 100000 centomillesimo Cun milione 1000000 milionesimoun miliardo 1000000000 miliardesimo
II. Corrispondenza fra anni e secoli
indicazione dall’anno all’anno
in numeri romani in numeri arabi
1000 901 X, decimo sec.
900 801 IX, nono sec.800 701 VIII, ottavo sec.700 601 VII, settimo sec.600 501 VI, sesto sec.500 401 V, quinto sec.400 301 IV, quarto sec.300 201 III, terzo sec.200 101 II, secondo sec.100 1 I, primo sec.
a.C. = avanti Cristo0 ____________________________________________________________
d.C. = dopo Cristo
1 100 I, primo sec.101 200 II, secondo sec.201 300 III, terzo sec.301 400 IV, quarto sec.
401 500 V, quinto sec.
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501 600 VI, sesto sec.601 700 VII, settimo sec.701 800 VIII, ottavo sec.
801 900 IX, nono sec.901 1000 X, decimo sec.
1001 1100 XI, undicesimo sec.1101 1200 XII, dodicesimo sec.1201 1300 XIII, tredicesimo sec. ‘200, Duecento1301 1400 XIV, quattordicesimo sec. ‘300, Trecento1401 1500 XV, quindicesimo sec. ‘400, Quattrocento1501 1600 XVI, sedicesimo sec. ‘500, Cinquecento1601 1700 XVII, diciassettesimo sec. ‘600, Seicento
1701 1800 XVIII, diciottesimo sec. ‘700, Settecento1801 1900 XIX, diciannovesimo sec. ‘800, Ottocento1901 2000 XX, ventesimo sec. ‘900, Novecento2001 2100 XXI, ventunesimo sec.
Esercizi
1. Scrivi in lettere i seguenti numerali cardinali:14, 1000, 367, 88, 17, 33, 65, 2000, 1971, 1000000.
2. Scrivi in lettere i seguenti numerali ordinali:IV, XL, LX, X, XC, XXIX, CC, XLVI, XCIX, CM.
3. Scrivi gli ordinali che corrispondono ai seguenti numeralicardinali:
tre, quarantuno, dodici, sette, trentasei, dieci, cento, ventinove,sedici, cinque, ottantacinque, diciannove, quattro, mille, duecento,
otto, sessantatré, quattordici, sei, novantotto.4. Scrivi in lettere i numerali cardinali e ordinali:C’erano presenti quasi 100 invitati, seduti in gruppi di 10 per-
sone fino alla 10 fila. Questa è la 5 frase del 2 esercizio; ma occorreancora 1 frase. Sono le 11 e 30 minuti. Siamo in 7: l’8 invitato non havoluto partecipare a questo nostro ultimo incontro. La 4 parte di 1000è 250. Sono 33 concorrenti che devono sostenere 6 prove. Ha 63 anni,ma ne dimostra 10 di più. I 2/3 dello scantinato erano invasi dalle
acque. Nella gara dei 100 a ostacoli Fabio si classificò 3.
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5. Sostituisci le lettere alle cifre e viceversa, quando ti sembra
opportuno:
Il nonno ci portò dalla campagna 2 piccioni, 24 uova fresche e4 bei formaggi. Poi gli chiedemmo se l’annata fosse stata abbondante per l’uva. La gelata – rispose – aveva lasciato sì e no 7 o 8 grappoli per pianta. L’anno prima invece, cioè nel millenovecentonovantadue,il raccolto era stato tale da dover comprare altre botte, perché le15 ch’erano in cantina non bastavano a contenere tutto il vino prodotto.E pochissimo latte, ragazzi: 17 quintali appena, però venduti a buon prezzo. Se il Po è il più lungo fiume italiano con seicentocinquantaduekm., il Garda è sicuramente il lago più profondo con i suoi trecento-quarantasei metri.
6. Traduci in romeno:Un milione di libri«Dopo qualche anno di letture furiose e disordinate mi accorsi
che i pochi libri ch’erano in casa e quegli altri pochi che potevo averericorrendo alle scarse librerie di parenti e conoscenti o comprandonequalcuno usato coi centesimi risparmiati sul companatico o coi soldi
rubati alla mamma, non bastavano. Seppi da un ragazzo, un po’ piùgrande di me, che c’erano in città grandissime e ricchissime librerieaperte a tutti, dove in date ore si poteva andare, chiedere qualunquelibro si volesse e, quel che più conta, leggerli senza spender nulla.Decisi di andarci subito. C’era però una difficoltà: per entrare in que’ paradisi bisognava avere per lo meno sedici anni. Io ne avevo dodici otredici, ma per la mia età ero anche troppo alto. Una mattina di lugliomi provai. Salii uno scalone, che a me parve largo e solenne, tremando.Dopo due o tre minuti d’incertezza e di batticuore entrai nella saletta
delle richieste, scrissi alla peggio la mia scheda e la presentai conl’aria impacciata e sospettosa di chi sa d’essere in fallo. L’impiegato – lo ricordo ancora: sia maledetto! era un omaccione con tanto di pancetta e due occhietti cilestri di pesce morto e una piegaccia malignaa’ due lati della bocca – mi squadrò con aria di compatimento e conesosa voce strascicata mi chiese:
– Scusi, quanti anni ha lei?Feci il viso rosso più di rabbia che di vergogna e risposi,
facendomi più vecchio di tre anni:
– Quindici.
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– Non bastano. Mi dispiace. Legga il regolamento. Torni fra unanno.»
G. Papini, Un uomo finito
IL PRONOME
E’ la parte variabile del discorso che sostituisce:
– un nome: Luca passeggia con Lisa; quella sì che è una bellaragazza! – un elemento usato come nome, cioè un altro pronome: L’ho
incontrato e gli ho proposto di partecipare al torneo di calcio. – un aggettivo: Oggi il tempo è buono, ma ieri non lo era. – un verbo: Aveva studiato moltissimo e lo dimostrò all’esame. – una frase intera: Come ha detto di chiamarsi? Non lo ricordo
più.Da questa polivalenza del pronome risultano casi a volte ambigui:
La frase:Carla passeggia con Rita; quella sì che è una bella ragazza!
risulta ambigua e si potrebbe capire solo se accompagnata da un“additamento”, l’indice puntato, un cenno del capo ecc.
Per evitare tali ambiguità possono esserci utili alcuni strumentiformali:
– la contrapposizione ‘questo’ / ‘quello’, usata per distingueredue persone o cose localizzandole con precisione:
Franco lavora con Massimo: questo è architetto mentre quelloè ingegnere. – l’opposizione tra un sostantivo “umano” e un sostantivo “non
umano”:Il domatore e il leone sono uno di fronte all’altro: egli lo teme.
... il leone... esso lo teme.
Uso assoluto del pronome Non tutti i pronomi hanno la funzione di sostituire nomi o altri
elementi. Nell’esempio:
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– Che cosa fai? – Io non faccio proprio niente.i pronomi ‘che cosa’, ‘io’, ‘niente’ non sostituiscono alcuna parola masono usati “assolutamente”, cioè senza riferimento alle parole della
frase.
Altre funzioni del pronome1. Evitando le ripetizioni, il pronome contribuisce all’economia
del discorso → funzione stilistica;2. Il pronome serve spesso a indicare, a “mostrare” qualcosa →
funzione deittica:Dammi questo, non quello!
3. Il pronome può essere un elemento della frase; basti pensareal valore subordinante del pronome relativo → funzione sintattica.
Pronomi e aggettivi pronominaliMolte forme pronominali, oltre che sostituire un nome, possono
accompagnarlo per determinarlo meglio; si parla, in tal caso, di aggettivi pronominali.
Pronomi e aggettivi pronominali
pronomi personali: io, lui, voi, loropronomi e aggettivi possessivi: tuo, suo, nostro, loropronomi e aggettivi dimostrativi: questo, quello, stessopronomi e aggettivi indefiniti: qualche, qualcuno, nessunopronomi relativi: chi, cui, il qualepronomi e aggettivi interrogativi: chi?, che?pronomi e aggettivi esclamativi: che!I pronomi personali e relativi non possono avere funzione di
aggettivo.
Pronomi personaliI pronomi personali dovrebbero essere i sostituti del nome. Nella
frase: Egli è uscito.
il pronome ‘egli’ sta al posto di un qualsiasi nome comune, il dottore,il nonno ecc.
o nome proprio, Massimo, Carlo ecc.Invece nelle frasi:
Io scrivo una lettera.
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Tu lavori dalla mattina alla sera.i pronomi ‘io’ e ‘tu’ non sostituiscono nessun nome.
Questi pronomi indicano:
1) chi parla – io, 1ª persona singolare;2) chi ascolta – tu, 2ª persona singolare;3-6) uno o più individui, oggetti o concetti di cui si parla – lui,
egli, esso, lei, essa, 3ª persona singolare; loro, essi, esse, 3ª persona plurale o 6ª persona.
Inoltre, il pronome personale può indicare:4) chi parla + un’altra persona – noi, 1ª persona plurale o
4ª persona;5) chi ascolta + un’altra persona – voi, 2ª persona plurale o
5ª persona.‘Noi’, ‘voi’ non sono il plurale di ‘io’, ‘tu’, ma sono, piuttosto, il
risultato di una somma: ‘noi’ include la persona che parla, ‘io’, + unao più persone = io + tu, lui/lei, voi, loro; ‘voi’ include la persona cheascolta, ‘tu’ + una o più persone = tu + lui/lei, loro.
A questo punto possiamo precisare che un pronome personale ha: – funzione deittica, quando si riferisce a una persona o una cosa
presenti all’atto della comunicazione: i pronomi di prima, seconda e
terza persona:Tu verrai con me, voi aspetterete qui.Lui si occuperà dell’organizzazione del convegno.
Sono tutte frasi accompagnate da un gesto del parlante, cheindichi che la persona è presente, quindi si ricorre non più al contestolinguistico, ma a quello extralinguistico.
– funzione anaforica, quando si riferisce a una persona o unacosa precedentemente menzionate nel discorso: i pronomi di terza persona.Solo questi pronomi, detti anaforici, possono avere un antecedente:
Marco entrò di corsa nella stanza: non appena lo vidi gli chiesi come mai andasse così di fretta. Lui rispose di essere in ritardoad un appuntamento con Claudia.
– funzione cataforica, quando il pronome precede l’antecedente.Tale funzione, nell’ambito dei pronomi personali, è svolta quasi esclu-sivamente dai pronomi atoni:
La vuoi un’aranciata?Antecedente e forma pronominale sono legati da una relazione
di coreferenza poiché rinviano alla medesima realtà extralinguistica.
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Sebbene il più delle volte vi sia un’assoluta identità tra antecedente e pronome:
[Fabio] lavora in un ristorante. [Egli] ritorna sempre tardi la sera.
in alcuni casi la relazione semantica tra i due elementi può essere piùcomplessa:▪ il pronome può riferirsi ad un oggetto concreto diverso
dall’antecedente:Maria porta sempre con sé [la card], Elena [la] tiene in un
cassetto.▪ l’antecedente può indicare un oggetto ipotetico:
Se vincerò una medaglia la dedicherò alla mia migliore amica.In questo caso è possibile negare solo la seconda proposizione,
la prima no:Se vincerò una medaglia non la dedicherò... .*Se non vincerò una medaglia la dedicherò... .
Secondo il numero, tutti i pronomi personali hanno il singolare eil plurale.
Secondo il genere, sono invariabili nella prima e seconda persona,variabili invece nella terza. Inoltre i pronomi personali presentanoforme differenziate a seconda della funzione sintattica svolta, più precisamente hanno una forma per il soggetto e due forme per i
complementi, una tonica o forte, l’altra atona o debole.
Pronomi personali soggetto
singolare plurale1ª persona io noi2ª persona tu voi
maschile egli, lui, esso essi3ª persona loro
femminile ella, lei, essa esseSe i pronomi di prima e seconda persona, singolare e plurale,
hanno un’unica forma: io – noi, tu – voi, quello di terza personadispone di una maggiore varietà di forme: tre coppie per il singolare,egli-ella, lui-lei, esso-essa, e una per il plurale, essi-esse, mentre laforma loro ha valore sia di maschile sia di femminile.
‘Egli’ e ‘lui’ si usano con riferimento alle persone, ‘lui’ sopra-ttutto nella lingua parlata; la forma ‘esso’ è usata per animali e cose:
Ho parlato con il direttore, egli (lui) mi ha assicurato il suo pieno appoggio.
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Ho un cane; esso abbaia sempre.Un importante compito ti è stato affidato; esso va eseguito
entro domani.
Questa differenza non esiste invece al femminile, tra ‘lei’ ed‘essa’; ‘essa’ ha ormai carattere letterario o regionale. Analogamente a‘lui’, ‘lei’ si usa specialmente nel parlato:
Avverti tua sorella, forse essa (lei) non lo sa ancora.Ho cercato di prendere la gattina, ma essa è scappata.
La forma ‘ella’ è caduta in disuso, è sentita ormai come letterariae solenne.
Le forme del plurale ‘essi’-’esse’ servono per indicare tanto le
persone quanto gli animali e le cose; ‘loro’ si usa con riferimento a persone:Li ho guardati in viso, ma essi (loro) abbassarono gli occhi.All’ingresso della villa c’erano due cani: essi stavano per mordermi.Il Parlamento ha emanato nuove leggi: esse prevedono lamodifica dell’ordinamento giudiziario.
Nell’uso familiare, ma sempre più anche nella lingua scritta, sisono affermati come pronomi di terza persona in funzione di soggetto
le tre forme di complemento ‘lui’, ‘lei’, ‘loro’, mentre ‘egli’, ‘ella’,‘essi’, ‘esse’ caratterizzano certi usi letterari e lo stile formale (‘essa’ èanche regionale):
Lui (egli) non è d’accordo. Lei (essa) è partita. Loro (essi, esse) arrivano domani.
In particolare le forme ‘lui’, ‘lei’, ‘loro’ sono obbligatorie: – quando si vuole mettere in rilievo il soggetto, e in tal caso il
pronome si pone dopo il verbo: L’ha detto lui. Sono stati loro.
– quando il pronome è in funzione di predicato: Non sembrava più lui. – dopo ‘come’, ‘quanto’, in complementi di paragone: Sei bravo
come lui. Ho studiato quanto lei. – tra ‘ecco’ e ‘che’ relativo: Ecco lui che non ci crede. – nelle contrapposizioni: Lui dice di sì, lei di no. – quando il verbo è al gerundio o al participio: Essendoci lui,
eravamo più tranquilli. Partiti loro, ce ne andammo pure noi. – nelle esclamazioni ellittiche: Beata lei! Felici loro!
– in espressioni mancanti del verbo: – Chi è stato? – Lui.
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– dopo ‘anche’, ‘neanche’, ‘pure’, ‘neppure’, ‘nemmeno’: Anchelui era assente. Non lo sa neanche lei quello che vuole. Nemmeno lorol’hanno visto.
Anche le forme soggettive della prima e seconda persona singo-lare vengono talvolta sostituite dalle forme complementari ‘me’, ‘te’:
– dopo ‘come’, ‘quanto’: Sono contento quanto te. – quando sono in funzione predicativa e il soggetto è diverso: Tu
non puoi essere me.Quando il soggetto è lo stesso si hanno le forme ‘io’, ‘tu’: Da un
po’ di tempo non sei più tu. – quando sono preceduti dal verbo ‘essere’ e seguiti dall’aggettivo
d’identità ‘stesso’: Voglio essere me stesso. – nelle esclamazioni prive di verbo: Povero me!
In italiano l’uso del pronome personale in funzione di soggetto è piuttosto limitato:
_Ho letto una notizia interessante. _Sei tornato presto.
Il pronome viene invece espresso:▪ quando si vuole dare particolare rilievo al soggetto, soprattutto
nelle contrapposizioni: Io lavoro dalla mattina alla sera mentre tu ti diverti.
▪ quando ci sono forme verbali, particolarmente del congiuntivo,che potrebbero creare confusione:
Ritengo che tu non sia all’altezza della situazione.Pensava che tu amassi Laura.
sia = io / tu / egli sia; amassi = io / tu amassi; è necessario quindiil pronome per evitare ambiguità.
Il pronome personale soggetto può essere rafforzato da:
– ‘stesso’: io stesso, lei stessa, noi stessi; – ‘altri’, solo alla prima e seconda persona plurale: noi altri, voialtri, o, in grafia unita, noialtri, voialtri.
Pronomi personali complementoI pronomi personali complemento hanno due tipi di forme.
1. forme tonichesingolare plurale
1ª persona me noi
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2ª persona te voimaschile lui, esso loro, essi
3ª persona femminile lei, essa loro, esse
riflessivo sé sé
I pronomi personali complemento tonici possono essereadoperati:
– in funzione di complemento oggetto o diretto, e in questo casoseguono il verbo senza preposizioni:
Carla guarda me. – in funzione dei vari complementi indiretti, e in questo caso
sono preceduti da varie preposizioni, ‘a’, ‘di’, ‘da’, ‘in’, ‘davanti’,‘dietro’, ‘oltre’. Il complemento indiretto può sia seguire sia precedereil verbo:
Non discuto con lui. / Con lui non discuto.Alla prima e seconda persona singolare si hanno le forme me e
te:E’ venuto da me.C’è una lettera per te.
Alla prima e seconda persona plurale le forme noi e voi sono
comuni al soggetto e ai complementi:Hanno fiducia in voi.Alla terza persona singolare e plurale, quando ha valore
riflessivo, cioè quando si riferisce al soggetto della frase, il pronome èsé:
Ha troppa stima di sé.Pensano solo a sé.
Quando invece indica una persona diversa dal soggetto, le formesono lui per il singolare maschile, lei per il singolare femminile, loro
per il plurale maschile e femminile:Vado con lui. Non mi dimenticherò mai di lei.Fidati di loro!
Infine le forme esso, essa, essi, esse si riferiscono solo aglianimali e alle cose e possono adoperarsi soltanto come complementoindiretto, cioè preceduti da una preposizione:
L’aereo è il mezzo più veloce e con esso è facile raggiungere posti lontani.
In funzione di complemento oggetto si userà la forma atona lo:
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– Vedi quel giornale? – Portamelo!I pronomi tonici hanno le seguenti proprietà:▪ il nesso “verbo + pronome tonico” può essere spezzato da altri
elementi:La musica piace molto a me.▪ possono subire l’enfasi: E’ a lui che ho prestato un libro.▪ possono comparire in assenza del verbo: – Chi è arrivato? – Lui.▪ possono essere rafforzati con l’aggettivo d’identità ‘stesso’:
Conosci te stesso!
2. forme atonesingolare plurale
1ª persona mi ci2ª persona ti vimaschile lo li
complementooggetto
femminile la le3ª persona maschile gli loro (gli)
complementodi termine
femminile le loro (gli)riflessivo si si
I pronomi atoni si differenziano da quelli tonici:▪ non hanno corrispondenti forme soggettive;▪ precedono o seguono immediatamente la forma verbale:
– il nesso “verbo + pronome atono” non può essere spezzato: *Lamusica mi molto piace.
– fra il verbo e il pronome atono può inserirsi solo un altro
pronome atono: Glielo dirò. Il pacco me lo spedirà domani.▪ non possono subire l’enfasi: E’ a *lo che ho prestato un libro.▪ non possono comparire in assenza del verbo: – Chi è arrivato? – *Lo.
I pronomi personali complemento atoni svolgono: – la funzione di complemento di termine (CT); – la funzione di complemento oggetto diretto (CO).▪ mi = ‘me’, ‘a me’: Mi chiamano subito. Mi raccontò tutto.▪ ti = ‘te’, ‘a te’: Ti accompagno a teatro. Ti manderò un bel regalo.▪ ci = ‘noi’, ‘a noi’: Ci ingannò con le sue bugie. Ci hanno scritto
una lettera.
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▪ vi = ‘voi’, ‘a voi’: Vi ascolto con attenzione. Vi penso semprecon affetto.
Alla terza persona singolare e plurale, quando ha valore
riflessivo, cioè quando si riferisce al soggetto della frase, il pronome èsi = ‘sé’, ‘a sé’:Si guardarono allo specchio.Il cane si leccava la ferita.
Quando invece indica una persona diversa dal soggetto, le formesono lo per il singolare maschile, la per il singolare femminile, li per il plurale maschile, le per il plurale femminile, per il complementooggetto:
Lo vidi fuggire.
La incontro spesso.Li seguivo da lontano.Le salutai cortesemente.
Le forme sono gli per il singolare maschile, le per il singolarefemminile, loro per il plurale maschile e femminile, per il complementodi termine:
Gli descrissi tutto l’accaduto.Le rivolsi la parola.Comunicai loro la notizia.
Per quanto riguarda la collocazione, soltanto ‘loro’ è posto dopoil verbo. La collocazione proclitica di ‘loro’ può verificarsi solo nellinguaggio burocratico in presenza di un participio:
Le competenze loro spettanti sono piuttosto ristrette. – può essere interposto tra ausiliare e participio: Si recarono al
ristorante ch’era stato loro indicato. – tra verbo reggente e verbo retto: Il rifornimento di carburante
ha fatto loro perdere il vantaggio acquisito.
E’ bene ricordare che le forme ‘lo’, ‘la’, ‘gli’, ‘le’ sono uguali aquelle dell’articolo determinativo e quindi si comportano allo stessomodo in ciò che riguarda l’elisione. Tuttavia si deve evitare di eliderela vocale per non creare ambiguità: lo aiutai / la aiutai invece dil’ aiutai, forma ambigua.
Nell’italiano di oggi l’uso di ‘gli’ al posto di ‘loro’ è sempre piùfrequente:
Li invitai a casa e gli offrii un aperitivo....e offrii loro...
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‘Lo’, ‘ci’ – ‘vi’, ‘ne’: altri usi1. Il pronome atono ‘lo’, complemento oggetto, può riferirsi: – a un nome: Incontrerò Fabio tra cinque minuti e lo saluterò
anche da parte tua. – ad un’intera frase: Ho parlato con Franco, tutti lo hanno notato. – a un aggettivo: Si crede bella ma non lo è.In tutti questi casi assume valore neutro ed equivale a ‘ciò’.Talora può anche anticipare, rafforzando quello che sta per
essere detto:Me lo sentivo che saresti venuto.
2. Le forme atone ‘ci’ – ‘vi’ (‘ci’ è più comune di ‘vi’) sono
pronomi di prima e seconda persona plurale con funzione di comple-mento oggetto o complemento di termine. Inoltre possono avere anchealtre funzioni:
– avverbio di luogo: Ci passa sopra un ponte.-’ci’ + ‘essere’ = ‘esistere’, ‘trovarsi’: C’era una volta... Ci sono
tanti animali strani nel mondo. – pronome dimostrativo, specialmente con valore neutro: Non ci
fare caso. (= a ciò) Non ci capisco nulla. (= di ciò) – Che ci ricavi?(= da ciò) Ci prova gusto! (= in ciò) Ci puoi contare! (= su ciò)
– si possono riferire anche a persone: Non ci puoi fareaffidamento. (=su di lui/lei/loro)
– hanno valore rafforzativo: A scuola quando ci vai? – diventano ‘ce’, ‘ve’ davanti a un altro pronome atono: Ce ne
infischiamo.In particolari espressioni il contenuto semantico di ‘ci’ è forte-
mente indebolito: – la particella è usata solo come elemento di rinforzo: farcela,
avercela con qualcuno; – ‘averci’ è limitato al registro colloquiale: Ci ho due figlie. – in alcuni contesti la particella diventa obbligatoria: – Hai la
macchina? – Sì, ce l’ho. – con il verbo ‘entrare’ = ‘avere attinenza’: La tua obiezione non
c’entra con quello di cui stiamo parlando.
3. La particella ‘ne’ ha valore di: – avverbio di luogo ed equivale a ‘di qui/qua’, ‘di lì/là: Giunsi a
Roma il mattino e ne ripartii la sera.
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– di solito è preceduta dalle forme pronominali atone che diven-tano ‘me’, ‘te’, ‘se’, ‘ce’, ‘ve’:
Non era un ambiente sano e per questo me ne andai subito.
– pronome atono:● svolge la stessa funzione sintattica dei sintagmi: – ‘di’, ‘da’ + pronome personale → di lui/lei/loro; da lui/
lei/loro:Ho un amico a Milano, ma da tempo non ne ho più notizie.(= di lui)Appena la conobbe, ne fu affascinato. (= da lei)
– ‘di’, ‘da’ + pronome dimostrativo → di questo/questa/questi/queste; da questo/questa /questi/queste:
Mi ha fatto un torto, ma poi se n’è subito pentito. (= di questo) Non vide l’automobile e ne fu investito. (= da questa)
– ha valore neutro e si riferisce a una frase: – Credi che abbiadetto la verità? – Ne dubito. (= di ciò)
In varie locuzioni l’originario valore semantico di ‘ne’, avverbialeo pronominale, appare fortemente indebolito: aversene a male = offendersi,non poterne più = essere stufo ecc.
– ha spesso un valore stilistico, rafforzativo:
■ sia in funzione avverbiale, con le particelle ‘me, te, se, ce,ve’: Perché te ne stai lì tutto solo?■ sia in funzione pronominale, posta prima del sostantivo(prolessi): Ne dice di bugie!
Espressioni: aversene a male: Se n’è avuto a male con lui.non poterne più: Non ne posso più di voi.
valerne la pena: Non t’arrabbiare, non ne vale la pena.
Posizione del pronome atonoIl pronome personale atono precede sempre il verbo. Esso segue
il verbo (e si unisce con lui nella grafia) solo in quattro casi, e precisamente se il verbo è:
– all’imperativo: Mamma, parlami!Anche con la seconda persona dell’imperativo negativo (che si
forma con l’infinito), il pronome segue il verbo: Non muoverti! = Nonti muovere! (in questo caso il pronome precede l’infinito; tale fenomeno prende il nome di risalita del pronome atono).
Se l’imperativo è tronco, come nel caso di alcuni verbi irregolari,
‘dare’ → da’ , ‘dire’ → di’ , ‘fare’ → fa’ , ‘stare’ → sta’ , ‘andare’ → va’ ,
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il pronome raddoppia la consonante iniziale: Dimmi la verità! Stammi bene a sentire!
– all’infinito, che perde la vocale finale: Preferisco parlarti.
Con alcuni verbi servili, ‘dovere’, ‘potere’, ‘sapere’, ‘volere’ecc., il pronome può precedere il verbo servile; anche in questo caso si può verificare il fenomeno della risalita): Non sa regolarsi. = Non si saregolare.
Se un verbo servile regge due infiniti, abbiamo tre possibilità discelta: Devo poter farlo. = Devo poterlo fare. = Lo devo poter fare.
Con i verbi causativi, ‘fare’ e ‘lasciare’, la risalita è obbligatoria:Lo lascio credere che sia così. non *Lascio crederlo che sia così.
Invece con altri verbi, ‘sembrare’ e ‘parere’, la risalita èimpossibile: Sembra capirlo. non *Lo sembra capire.
– al gerundio: Parlandole, mi sono confuso. – al participio passato: Salutatolo, se ne andò.Il pronome personale atono si unisce anche all’avverbio ‘ecco’:
Eccomi!
Combinazioni di pronomi atoniQuesti pronomi possono essere usati sia da soli sia in combi-
nazione con altri pronomi personali atoni. In questo caso cambiano
lievemente nella forma: ‘mi’ → me; ‘ti’ → te; ‘gli’, ‘loro’ → glie-; ‘si’→ se; ‘ci’ → ce; ‘vi’ → ve.
La combinazione più usata è ‘complemento di termine’ +‘complemento oggetto’ →
Carla me lo / me la / me li / me le chiede = lo / la / li / le chiedea meCarla te lo / te la / te li / te le chiede = lo / la / li / le chiede a teCarla glielo / gliela / glieli / gliele chiede = lo / la / li / lechiede a lui / a lei / a loroCarla ce lo / ce la / ce li / ce le chiede = lo / la / li / le chiede a noiCarla ve lo / ve la / ve li / ve le / chiede = lo / la / li / le chiedea voiCarla se lo / se la / se li / se le chiede = lo / la / li / le chiede a séCarla e Anna se lo / se la / se li / se le chiedono = lo / la / li / lechiedono a sé
Le funzioni dei due pronomi sono ben distinte: il pronome che occupail primo posto è un complemento di termine, quello che occupa il
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secondo posto è un complemento oggetto, o un complemento dispecificazione, o un altro complemento, se si tratta di ‘ne’:
Ve ne parlai.
Gliene disse di tutti i colori.Un’altra possibile combinazione è: – pronome atono + ‘si’ impersonale → mi si dice, le si parla, ci
si vede ecc.: Non mi si dice mai la verità.
– pronome atono + ‘ci’ avverbio di luogo → mi ci dirigo, ti civedo ecc.:
Mi ci vorrà un bel po’ di tempo per raccontarti tuttol’accaduto.
Posizione della combinazione di pronomi atoniLe forme atone dei pronomi personali generalmente precedono il
verbo, si dice pertanto che sono proclitiche; in alcuni casi diventanoenclitiche, cioè seguono il verbo formando con esso una sola parola.Ciò accade con un:
♦ imperativo: Dammelo! Parlatemene!♦ infinito, che in tal caso perde la vocale finale: Pensavo di
dirtelo.
Anche con la seconda persona dell’imperativo negativo (che siforma con l’infinito), si ha la forma enclitica: Non darglielo! = Nonglielo dare! (anche in questo caso si può verificare il fenomeno dellarisalita).
Se l’imperativo è tronco, il pronome raddoppia la consonanteiniziale: Faccelo sapere al più presto! Vattene!
♦ participio passato usato in forma assoluta, ma il costrutto èabbastanza raro;
♦ gerundio: Promettendoglielo, non potresti più tirarti indietro.
Pronomi allocutiviQuando, nel parlare o nello scrivere, ci si rivolge a un interlo-
cutore di riguardo o a una persona con cui non si è in confidenza, siusano i pronomi allocutivi o di cortesia:
confidenziali reverenziali
lei (raro ‘ella’ +3ª pers. sing.)
singolare tu (+2ª pers. sing.) voi (+2ª pers. pl.)
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plurale voi (+2ª pers. pl.) loro (+3ª pers. pl.)
Il più diffuso pronome di cortesia è quello di terza persona.L’accordo del predicato è fatto, di solito, secondo il genere della persona:Anche lei, direttore, è invitato.Lei, signorina, è attesa.Ella, signor presidente, è sempre ben accetta (accetto) tra noi.Voi, Giuseppe, siete veramente fortunato.Come voi sapete, si parte domani mattina.Se loro, signori, fossero così gentili da seguirmi...
A queste forme soggettive corrispondono in funzione di comple-mento:
– le forme toniche: a/di lei, loro ecc.; – le forme atone: la, le (per ‘lei’), li, le, loro (per ‘loro’):
Stavo cercando proprio lei, ingegnere.A lei, signore, non devo nessuna spiegazione.La prego di scusarmi.Le esprimo tutta la mia gratitudine.
Pronomi relativiE’ un pronome che sostituisce un nome che lo precede e mette inrelazione due frasi: nella prima
Ho travato il libroche è la reggente, c’è il termine che poi il pronome relativo sostituirà,detto antecedente, ‘il libro’; la seconda
che volevo.è una subordinata aperta dal pronome relativo e prende il nome di proposizione relativa.
Il pronome relativo ha quindi un duplice ufficio: – di congiunzione, in quanto unisce la proposizione di cui fa
parte, detta appunto relativa, con la proposizione anteriore o reggente; – di pronome, in quanto sostituisce un nome incluso nella
proposizione principale, detto antecedente.Oltre che da un nome, l’antecedente può essere costituito da: – un altro pronome: Tu, che sei il più esperto, perché non ce la
metti tutta?
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– un infinito sostantivato: (Il) riposare, che è una necessità per ciascun individuo, a te non interessa.
– un’intera proposizione: Non eravamo affatto preparati alla
missione, il che ci preoccupava.In questo ultimo caso il pronome ha valore neutro, significa ‘la
qual cosa’ e può essere preceduto dall’articolo ‘il’ o dalla preposizionearticolata:
Voglio smettere di bere, il che non è facile. (= e ciò)Ti ho mancato di rispetto, del che ti chiedo scusa. (= e di ciò)
Forme
invariabili variabili
che il / la qualecui i / le quali
Le forme invariabili sono molto più usate di quelle variabili.
1. ‘Che’ vale sia per il maschile e il femminile, sia per ilsingolare e il plurale; la concordanza in genere e numero si fa con ilsostantivo di cui è il sostituente. Fra tutti i pronomi relativi è d’uso piùfrequente e può adoperarsi per persone, animali e cose; si usa come:
– soggetto: Cerco un ristorante che non costi troppo. – complemento oggetto: Questo è il ristorante che volevo.Per i complementi indiretti si ricorre di solito a ‘cui’ o ‘il/la
quale’, ‘i/le quali’. Tuttavia nella lingua parlata è abbastanza diffusol’impiego di ‘che’ in funzione di complemento indiretto, il cosiddettoche indeclinato. Occorre però distinguere tra diversi livelli diaccettabilità: ‘che’ con valore temporale, in luogo di ‘in cui’, è ormai prevalente anche nello scritto, quando l’antecedente è costituito da
determinazioni di tempo del tipo ‘il giorno’, ‘il mese’, ‘l’anno’, ‘la volta’:Il giorno che ci siamo incontrati me lo ricorderò sempre.Ogni volta che lo ascolto, lo trovo interessante.
Con gli altri complementi indiretti l’uso di ‘che’ è più marcato insenso popolare, ma da evitare nello scritto: E’ una città *che ci vadovolentieri. ...in cui...
Il “che indeclinato” si ritrova talvolta in proverbi e espressioniidiomatiche:
Paese che vai, usanza che trovi.
e nella narrativa contemporanea che vuole imitare il linguaggio orale:
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Era un mattino tranquillo, una domenica di sole che la genteva a messa.
(C. Pavese, La luna e i falò)
‘Cui’ vale per entrambi i generi e i numeri e al contrario di ‘che’si usa soltanto come complemento indiretto, preceduto da varie preposizioni, di, a, da, in, con, su, per, tra, fra, sopra, sotto, verso:
Quello è il ragazzo con cui esco / di cui ti ho parlato / da cuimi sono fatta aiutare.
In alcuni casi ‘cui’ senza preposizione equivale a: – ‘a cui’: Ecco l’elenco delle associazioni cui rivolgersi. = a cui
rivolgersi – ‘di cui’: Si tratta di una lettera il cui contenuto non è chiaro. =
una lettera di cui non è chiaro il contenutoIl pronome non è preceduto dalla preposizione semplice né
quando è posto tra l’articolo determinativo e il nome, col valore dicomplemento di specificazione, con il significato di ‘del/della quale’,‘dei/delle quali’:
Un soldato il cui coraggio (= il coraggio del quale) è straor-dinario può ricevere delle medaglie.
E’ un’attrice il cui nome (= il nome della quale) ora mi sfugge.Sono questi avvenimenti le cui conseguenze (= le conseguenzedei quali) non si possono prevedere.Sono tutte opere dalle cui pagine (= dalle pagine delle quali)traspare il pessimismo dell’autore.
Il pronome è usato anche con valore neutro nell’espressione ‘per cui’, che significa ‘per la qual cosa’ e si riferisce a un’intera proposi-zione precedente:
Non m’intendo di motori, per cui è meglio che taccia.
2. ‘Il / la quale, i / le quali’, formato da due elementi, è il pro-nome più chiaro e completo, perché precisa sempre il genere e ilnumero. Si può usare come:
– soggetto: Parleremo di alcuni popoli i quali hanno moltedifficoltà di sopravvivenza.
– complemento oggetto, molto raro e letterario:C’è un’entrata secondaria, varcando la quale si arriva inspiaggia.
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– complemento indiretto, se preceduto da una preposizionearticolata:
E’ l’impiegata alla quale / a cui mi sono rivolto.
In quest’ultimo caso è di uso corrente, accanto a ‘cui’.La forma composta è da preferire:● quando l’esatta indicazione del genere e del numero serva a
evitare possibili ambiguità:Ho parlato con il figlio della signora, il quale abita vicino a noi.
... la quale...● quando il relativo sia distante dall’antecedente:
Molte favole mi ha raccontato la nonna quand’ero bambino,le quali erano non solo divertenti ma anche istruttive.
Talvolta, per maggiore chiarezza, specie nel linguaggio burocratico,si ripete l’antecedente, e in questo caso ‘il quale’ è più aggettivo che pronome:
Questa è la regola che dovete trarre dagli esempi citati, laquale regola può essere utile per risolvere problemi analoghi.
● quando si susseguano vari ‘che’:Ho saputo che Marco, il quale non mi ha ancora detto niente,ha deciso di non venire al mio matrimonio che sarà questa
domenica.Gli avverbi ‘dove’ (‘ove’) e ‘donde’ (‘onde’), di uso letterario,acquistano valore relativo quando congiungono e mettono in relazionedue proposizioni:
Il paese dove / in cui / nel quale sono nato è la Romania.Ritornammo subito al punto donde / da cui / dal quale eravamo partiti.
Pronomi relativi “doppi”
‘Chi’, ‘quanti / quante’, ‘quanto’ e ‘chiunque’ sono detti pronomirelativi “doppi” perché nel significato equivalgono a due pronomi, unoche fa da antecedente e uno che fa da relativo.
1. ‘Chi’ si riferisce esclusivamente ad esseri animati, è invariabilee vale soltanto per il singolare, sia maschile sia femminile (il genere si può ricavare dal contesto o dall’accordo grammaticale). Unisce in séla funzione di due pronomi diversi:
– uno dimostrativo → ‘colui’, ‘quello’, ‘colei’, ‘quella’ o indefinito,
‘qualcuno’, ‘uno’, ‘qualcuna’, ‘una’;
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– l’altro relativo → ‘che’, ‘il quale’, ‘la quale’.Per questa sua particolarità è l’unico fra i pronomi relativi che si
può usare in forma assoluta, cioè senza essere preceduto da un nome:
Chi non lavora non mangia. = colui che non lavora...C’è chi preferisce il pesce alla carne. = c’è qualcuno che preferisce...
Per il plurale si ricorre alle forme composte ‘coloro che’, ‘alcuniche’:
Coloro che studiano sono promossi.Ci sono alcuni che credono ancora alla befana.
Questo pronome può essere: – soggetto sia nella reggente sia nella relativa: Chi dice questo
sbaglia. – oggetto sia nella reggente sia nella relativa: Ho riconosciuto
chi hai salutato. – soggetto nella reggente, oggetto nella relativa: Non ti è nemmeno
riconoscente chi hai aiutato. – oggetto nella reggente, soggetto nella relativa: Non trovavo chi
mi desse una mano. – complemento indiretto nella reggente, soggetto nella relativa:
Non regalo niente a chi non se lo merita. – complemento indiretto nella reggente e nella relativa, quandoil complemento della reggente e quello della relativa richiedano lastessa preposizione: Sono stato ricevuto da chi (= da colui dal quale)mi hai mandato.
Al di fuori di questi casi si deve ricorrere alle forme composte.Il pronome può avere anche valore ipotetico, e allora significa
‘se qualcuno’, ‘se uno’:Chi me l’avesse detto, gli avrei riso in faccia.
Domani, chi non lo sapesse, è festa.Talora equivale a ‘chiunque’:L’ingresso è gratuito, può entrare chi vuole / voglia.
...chiunque lo vogliaLa coppia correlativa ‘chi...chi’ corrisponde a ‘l’uno...l’altro’,
‘gli uni...gli altri’, ‘alcuni...altri’: Chi dice una cosa, chi un’altra. Chici crede, chi no. Chi preferisce il mare, chi la montagna.
2. ‘Quanti / quante’ si riferisce sia a persone sia a cose ed
equivale a ‘(tutti) quelli che’ / ‘(tutte) quelle che’:
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La festa è riservata a quanti hanno ricevuto l’invito. = ...a(tutti) quelli che...Quante lo desiderano possono iscriversi alla gara. = (tutte)
quelle che lo desiderano...3. ‘Quanto’ ha contemporaneamente funzione dimostrativa e
relativa. Al singolare è usato con valore neutro; si riferisce perciòsoltanto a cose e corrisponde a ‘(tutto) quello che’, ‘(tutto) ciò che’:
Farò quanto chiedi. = (tutto) quello che...C’è molto di vero in quanto dici. = ...in (tutto) ciò che...
4. ‘Chiunque’ = ‘chi’, ‘ognuno che’, ‘tutti quelli che’, ‘tutte le persone che’:
Darò il mio aiuto a chiunque ne abbia bisogno. = a tutti quelliche ne abbiano bisogno
Posizione del pronome relativo Normalmente il pronome relativo si trova subito dopo il suo
antecedente:In quella libreria ho trovato il libro di cui mi avevi parlato.
Accordo del pronome relativo
Il pronome relativo ha lo stesso genere e lo stesso numerodell’antecedente, ma questa concordanza è evidente solo quando siusano le forme variabili:
Non conosco una donna alla quale non piacciano i fiori.Con le forme invariabili la concordanza non è evidente:
Non conosco una donna a cui non piacciano i fiori.
Pronomi e aggettivi possessiviE’ un aggettivo se accompagna un nome:
Non trovo più la mia penna.e un pronome se lo sostituisce:Puoi prestarmi la tua?
In ogni caso hanno forme distinte; soltanto la terza persona plurale ‘loro’ è invariabile. ‘Mio’, tuo’, ‘suo’ hanno al plurale maschilele forme ‘miei’, ‘tuoi’, ‘suoi’.
maschile femminile
singolare plurale singolare plurale
1ª singolare (il) mio (i) miei (la) mia (le) mie
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2ª singolare (il) tuo (i) tuoi (la) tua (le) tue3ª singolare (il) suo (i) suoi (la) sua (le) sue1ª plurale (il) nostro (i) nostri (la) nostra (le) nostre
2ª plurale (il) vostro (i) vostri (la) vostra (le) vostre3ª plurale (il) loro (i) loro (la) loro (le) loro
Gli aggettivi possessivi indicano la persona cui appartiene unadeterminata cosa, hanno quindi una duplice funzione: da un latospecificano l’oggetto posseduto, dall’altro precisano la persona del possessore.
L’aggettivo possessivo concorda in genere e in numero con ilnome cui si riferisce, non con la persona del possessore:
la nostra casa, il vostro appartamento; le mie matite, i suoigiocattoli.Soltanto nella terza persona plurale si deve tenere conto del
possessore oltre che della cosa posseduta: bisogna usare: – ‘suoi’ per il maschile, ‘sue’ per il femminile, quando il possessore
è uno solo:Carlo mi ha mostrato i suoi terreni e le sue case.
– ‘loro’ quando i possessori sono due o più:Carlo e Luca mi hanno mostrato i loro terreni e le loro case.
Il gruppo dei possessivi è completato da: – ‘proprio’, variabile, può sostituire ‘suo’, ‘loro’, solo quando si
riferisce al soggetto della frase:Il ragazzo ha fatto il proprio dovere.I ragazzi hanno fatto il proprio dovere.
◙ è obbligatorio nelle costruzioni impersonali: Conoscere le proprieresponsabilità è un dovere di tutti.
◙ quando il soggetto è indefinito: Ciascuno è artefice del proprio
destino.◙ può rafforzare l’aggettivo possessivo: Si è rovinato con le sue proprie mani.
– ‘altrui’, invariabile, significa ‘di un altro’, ‘di altri’; solitamenteviene posto dopo il nome:
Bisogna difendere i diritti altrui.
FunzioniIl possessivo ha doppia funzione: attraverso la radice, una parte
fissa, indica il possessore: il tuo diario = il possessore del ‘diario’ sei
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tu, mentre attraverso la desinenza, che cambia nel genere e nel numero,indica il posseduto, l’oggetto posseduto è il diario, maschile singolarecome tuo.
Ma in molti casi i possessivi esprimono rapporti non di possessoma d’altro genere: – di parentela: mio padre, suo fratello; – di amicizia: i miei amici; – di lavoro, di affari, di clientela: il nostro direttore, il suo avvocato; – di abitudine: il tuo caffè; – di creazione di un oggetto: il mio disegno.Valori dell’aggettivo possessivoEquivale a un complemento di specificazione. Per questo nella
terza persona singolare e plurale può essere sostituito dalla particella pronominale ‘ne’, che significa ‘di lui/lei/loro’:
Appena lo conobbi divenni suo amico. = ... ne divenni amicoDa molto tempo non ho loro notizie. = ... non ne ho notizie
L’aggettivo possessivo può avere valore: – soggettivo: Attendono il mio arrivo. = ... che io arrivi; – oggettivo: Fallo per amor mio! = ... perché ami me.
Posizione dell’aggettivo possessivo rispetto al nome
Generalmente l’aggettivo possessivo precede il nome cui si riferisce:il mio libro, la tua bambola; i suoi libri, le vostre bambole.
Lo può anche seguire, ma il rapporto di possesso o d’altro genereviene espresso con un’enfasi, e si noti la mancanza dell’articolo:
– nelle frasi vocative ed esclamative: Signore mie, così non va!Figlio mio!
– quando gli si vuole conferire un particolare rilievo: il fratello mio; – quando si vuole accentuare l’idea di possesso: Questa è casa mia.
– in varie locuzioni con preposizione: di testa mia, per colpa sua.Uso dell’articolo col possessivoL’aggettivo possessivo è quasi sempre preceduto dall’articolo o
dalla preposizione articolata:Ho parlato con il tuo professore / con un tuo professore.
Il pronome possessivo è sempre preceduto dall’articolo o dalla preposizione articolata:
– Tu che pensi delle nostre madri? – Secondo me, la tua è più buona della mia.
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In particolare, l’articolo o la preposizione articolata mancano:1. obbligatoriamente, se l’aggettivo possessivo accompagna i
nomi di parentela ‘padre’, ‘madre’, ‘figlio’, ‘figlia’, ‘fratello’, ‘sorella’,
‘marito’, ‘moglie’ al singolare: mio padre, tua moglie, nostro figlio,vostra figlia;
2. preferibilmente, se l’aggettivo possessivo accompagna glialtri nomi di parentela sempre al singolare: mia zia, tuo zio, vostro nipote.
Questa norma non si applica al possessivo di 3ª persona, loro,che è preceduto dall’articolo qualunque nome di parentela accompagni:il loro padre, la loro madre, i loro figli.
I pronomi possessivi sono formalmente identici agli aggettivi possessivi. Essi possono anche essere usati con valore sostantivale:
– il mio, il tuo, il suo significano ‘ciò che mi/ti/gli appartiene’ o‘mi/ti/gli spetta’: A ciascuno il suo.
– i miei, i tuoi, i suoi indicano ‘i genitori, i familiari, i parenti’:Vivo con i miei. Salutami i tuoi!
– la mia, la tua, la sua sottintendono ‘lettera’, nello stileepistolare e nel linguaggio commerciale: Rispondo con un po’ diritardo alla tua. Con riferimento alla vostra del 3 agosto...;
– dalla mia, dalla tua, dalla sua sottintendono ‘parte’ con i verbi
‘essere’, ‘stare’, ‘avere’, ‘tenere’, ‘schierare’: Anche lui è ora dalla mia. – una delle mie, una delle tue, una delle sue sottintendono‘malefatte’, ‘sciocchezze’ con ‘fare’, ‘combinare’, ‘dire’, ‘essere’: Neho fatta una delle mie.
– la mia, la tua, la sua sottintendono ‘opinione’ con ‘dire’:Anch’io ho diritto di dire la mia.
– alla mia, alla tua, alla sua sottintendono ‘salute’ nei brindisi:Alla tua!
– stare sulle sue = ‘non dare confidenza’: E’ un tipo che sta sempresulle sue.
I pronomi possessivi possiedono un antecedente, che può essere: – anaforico: L’automobile di Carlo è decapottabile, la mia no. – cataforico, più raramente: Il suo è stato veramente un pensiero
molto gentile.
Pronomi e aggettivi dimostrativi
E’ un aggettivo se accompagna un nome:
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Non mi piace questa giacca.e un pronome se lo sostituisce:
Preferisco quella laggiù in fondo.
E’ comunque una parola che indica la posizione di qualcuno o diqualcosa, che può essere vicino o lontano rispetto a chi parla, sia nellospazio, come nei due esempi precedenti, sia nel tempo:
Questo Natale sono solo; molto meglio quel Natale di tantianni fa quando eravamo tutti insieme.
La principale funzione dell’aggettivo dimostrativo è quella di“mostrare” e questa sua funzione è chiamata funzione deittica.
La funzione dell’aggettivo dimostrativo è molto simile a quella
dell’articolo determinativo e per questo motivo i membri delle due classioccupano la medesima posizione nel sintagma nominale, precedono il nome, e sono in distribuzione complementare, cioè la presenza dell’unoesclude la presenza dell’altro:
il cane / questo, quel cane e non *il questo/*il quel cane.
FormeI principali aggettivi e pronomi dimostrativi sono:
1. ‘questo, questa, questi, queste’ indica qualcuno o qualcosavicino a chi parla:
Questa bambina cresce a vista d’occhio. (vicinanza nello spazio)Questo pomeriggio vado a teatro. (vicinanza nel tempo)Questa è mia moglie.
– al singolare si può elidere davanti a vocale: quest’anno,quest’isola;
– al plurale non si elide mai: questi anni, queste isole; – ‘questa’ diventa ‘sta’ in alcuni composti: stamattina, stamani
(stamane), stasera, stanotte, stavolta. 2. ‘quello, quella, quelli, quelle’ indica qualcuno o qualcosa lontano
da chi parla:Conosci quel signore? (lontananza nello spazio)Quell’anno il raccolto fu abbondantissimo. (lontananza neltempo)Vedi quella? E’ la nuova professoressa d’inglese.
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– al maschile presenta forme diverse a seconda di come inizia ilsostantivo, comportandosi analogamente all’articolo determinativo il/lo,i/gli: quel cavallo, quello scolaro; quei cavalli, quegli scolari;
– al singolare si elide davanti a vocale: quell’individuo, quell’enci-clopedia;
– al plurale femminile non si elide mai: quelle enciclopedie.
3, 4. ‘stesso, stessa, stessi, stesse’ e ‘medesimo, medesima,medesimi, medesime’ indicano qualcuno o qualcosa già visto o di cuisi è già parlato o comune a più persone o cose:
Abbiamo lo stesso professore di francese.Hanno accusato due persone diverse del medesimo delitto.
A protestare è stato lo stesso dell’anno scorso. – possono avere anche valore rafforzativo, e in tal caso si pongono dopo il termine cui si riferiscono:
Il suo valore è riconosciuto dagli avversari stessi.Il presidente medesimo si congratulò con loro.
Altri dimostrativi, molto meno usati dei precedenti, sono:
5. ‘codesto, codesta, codesti, codeste’, aggettivo e pronome, èadoperato solo in Toscana e nell’italiano burocratico per indicare
qualcuno o qualcosa lontano da chi parla o scrive e vicino a chi ascoltao legge:Ci si rivolge a codesto spettabile Ufficio appunto perché èmolto noto.Codesta è una scusa bella e buona.
‘Questo’ e ‘quello’ possono essere rafforzati dagli avverbi diluogo ‘qui’, ‘qua’ (‘questo’), ‘lì’, ‘là’ (‘quello’), che si mettono dopo ilsostantivo cui l’aggettivo si riferisce:
Prendi questa sedia qua.
Quel palazzo lì va restaurato.Sono due automobili molto belle: non so se comprare questaqui o quella là.
I pronomi ‘questo’, ‘quello’, ‘codesto’ e ‘stesso’ usati al maschilesingolare, possono assumere valore neutro, e allora equivalgono a‘questa/quella/codesta cosa’, ‘la stessa cosa’:
Questo mi dispiace.Ricorda quello (quel) che ti ho detto.Fai come vuoi, per me è lo stesso. = fa lo stesso
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6, 7, 8. ‘tale, tali’, ‘simile, simili’ e ‘siffatto, siffatta, siffatti,siffatte’ si usano solo come aggettivi e solo nell’italiano scritto eformale con lo stesso significato di ‘questo’:
Dette tali parole se ne andò.Si discute molto di guerra e di violenza, ma le parole non bastano per risolvere simili problemi.Siffatte questioni richiedono un esame approfondito.
‘Tale’, come pronome dimostrativo, equivale a ‘quella persona’:Lui è il tale che ti cercava.
Preceduto da ‘come’, ‘in quanto’, ‘per’, ha valore di pronomeanaforico:
La bandiera è il simbolo stesso della patria, e come tale varispettata.
Altri pronomi dimostrativi non possono mai avere funzione diaggettivi:
9. ‘ciò’ è invariabile, ha soltanto valore neutro e equivale a‘questa/quella cosa’, ‘la cosa’. Può essere usato in funzione sia disoggetto sia di complemento:
Ciò è giusto.Ciò che hai detto non mi convince affatto.Di ciò parleremo domani.
Con valore di complemento è spesso intercambiabile con leforme pronominali atone:
Non sapevo ciò. = Non lo sapevo. Non credo a ciò. = Non ci credo.Cosa guadagni da ciò? = Cosa ci guadagni?Discutemmo a lungo di ciò. = Ne discutemmo a lungo.Deduco da ciò che non siete stati attenti. = Ne deduco che
non siete stati attenti.In tutti questi casi la scelta tra ‘ciò’ e la particella pronominale
dipende solo da ragioni stilistiche; l’uso di ‘ciò’ è meno comune anchese talvolta serve a dare maggiore rilievo, soprattutto nella linguascritta.
10. ‘questi’ si usa solo come pronome soggetto al maschilesingolare e significa ‘questa persona’:
Abbiamo appena incontrato il portavoce del governo. Questi
ha risposto a tutte le domande dei giornalisti.
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11. ‘costui, costei, costoro’ si adopera sia come pronome soggettosia come pronome complemento e significa ‘questa persona’, ‘queste persone’, generalmente con una sfumatura spregiativa, che indica
distacco nei confronti della persona o delle persone indicate: Non so proprio chi siano costoro.Va detto però che l’impiego è molto limitato.
12. ‘quegli’ si usa solo come pronome soggetto al maschilesingolare e significa ‘quella persona’:
Chiese qualcosa all’amico. Quegli non rispose.Oggi ‘questi’ e ancora più ‘quegli’ sono generalmente sentiti
come letterari; si preferisce sostituirli con ‘questo’, ‘quello’.13. ‘colui, colei, coloro’ si adopera sia come pronome soggetto
sia come pronome complemento e significa ‘quella persona’, ‘quelle persone’:
Non parlarmi di coloro.L’uso più frequente è in unione con il pronome relativo ‘che’ o
‘il quale’:Ricordati di coloro che ti hanno fatto del bene.
‘Colui che’ e ‘colei che’ sono spesso sostituiti da ‘chi’:
Fidati di chi ha più esperienza di te.Pronomi e aggettivi indefiniti
Sono quelle parole, diverse per usi e significati, che hanno incomune la caratteristica di accompagnare, se sono aggettivi, o di sostituire,se sono pronomi, un nome senza precisarne la quantità o il numero:
Ho bevuto molto vino.Ho vari amici.
oppure la qualità:
Comprerò un vestito qualunque.o ancora l’identità:
Ho conosciuto un tale.
FormeGli indefiniti vengono distinti in quattro gruppi: – singolativi – collettivi – negativi
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– quantitativi
Indefiniti singolativi
Gli indefiniti singolativi considerano il nome che accompagnanoo sostituiscono come un’unità, qualcosa di singolo:Qualcuno mi ha preceduto. = una o più persone singole
aggettivi aggettivi e pronomi pronomiqualche alcuno, -a, -i, -e qualcuno, -a
certo, -a, -i, -e qualcosatale, -i uno, unataluno, -a, -i, -e
altro, -a, -i, -e1. ‘qualche’ è invariabile, si riferisce a nomi singolari, maschilio femminili, e significa ‘uno o più d’uno’, ‘una certa quantità (onumero) di’:
Marco arriverà fra qualche minuto. – può significare ‘un certo’: E’ un’opera di qualche rilievo.
‘qualsiasi’: Un qualche rimedio si dovrà pur trovare.
2, 3. I pronomi corrispondenti a ‘qualche’ sono:
– ‘qualcuno, qualcuna’ si usa esclusivamente al singolare e puòsignificare ‘qualche persona’ o ‘qualche cosa’:Quante belle camicie! Ne comprerò qualcuna.
♦ può indicare anche una sola persona: Qualcuno ha bussato alla porta.
♦ può essere usato come sostantivo, nel senso di ‘persona impor-tante’: Nel suo campo è qualcuno.
– ‘qualcosa’ è la forma contratta di ‘qualche cosa’, serve aindicare una o alcune cose e si accorda al maschile:
Vorrei qualcosa da bere.E’ accaduto qualcosa? – usato con valore sostantivale, equivale a ‘un (certo) non so
che’: C’è un qualcosa che non mi convince nel suo comportamento.
4. ‘uno, una’ significa ‘una persona’ e si adopera o per indicareuna persona che non si conosce:
E’ venuto uno a cercarti.Ho incontrato una e le ho chiesto un passaggio.
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o per indicare un soggetto generico e imprecisato, dunque acquistavalore impersonale, e in questo caso è seguito da un verbo alla 3ª persona singolare:
Certe volte uno non sa (= non si sa) come comportarsi.Uno si accorge (= ci si accorge) troppo tardi dei propri errori.In correlazione con il pronome ‘altro’, può indicare sia persona siacosa e ammette anche il plurale, sempre preceduto dall’articolodeterminativo:
Scegli o l’uno o l’altro.Gli uni dicono di sì, gli altri di no.
La locuzione ‘l’un l’altro’ esprime reciprocità: Si amavano l’unl’altro.
Questo pronome ha valore distributivo → ‘ad uno ad uno/ aduna ad una’: Perse ad una ad una tutte le sue illusioni.
La forma ‘una’ si ritrova in frasi ellittiche:Te ne voglio raccontare una. (= storiella, barzelletta ecc.)
Non me ne va bene una. (= impresa, iniziativa, azione ecc.)‘Uno’ è aggettivo nell’espressione ‘l’uno e l’altro’ + sostantivo:
Mi interessavano l’uno e l’altro lavoro. (= entrambi i lavori)
5. ‘alcuno, alcuna’ si adopera al singolare solo nelle frasi
negative, come equivalente più elevato di ‘nessuno, nessuna’:Lei non ha alcuna prova contro di me. (= nessuna) – subisce il troncamento e l’elisione: alcun aiuto, alcun’impor-
tanza o alcuna importanza; – nelle frasi positive è sostituito da ‘qualche’: Mi occorre qualche
foglio.‘alcuni, alcune’, al plurale, può sostituire ‘qualche’ e ‘qualcuno’,
con passaggio dal plurale al singolare:L’ho incontrato alcuni giorni fa. = qualche giorno fa
Ci sono alcuni che la cercano. = C’è qualcuno che la cerca.Il pronome ha entrambi i generi e i numeri, ma al singolare viene
usato solo nelle frasi negative: Non si vede alcuno. = Non si vede nessuno.Alcuni sono d’accordo, altri no.
6. ‘certo, certa, certi, certe’:a) come aggettivo, equivale a ‘qualche’, ma solo se precede il
nome a cui si riferisce; di solito è accompagnato dall’articolo inde-
terminativo ‘un’:
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Il libro avrà un certo successo. = qualche successose invece segue il nome, è un aggettivo qualificativo e significa ‘sicuro’:
Il libro avrà un successo certo. = un successo sicuro
– è sinonimo di ‘tale’: un certo impiegato Rossi; – equivale a ‘alcuni, alcune’, ‘qualche’: Esco con certi amici. – corrisponde a ‘simile’, ‘siffatto’: Certi sbagli sono inammissibili. b) come pronome, si usa solo al plurale, quasi sempre al maschile,
ed equivale ad ‘alcuni’:Ci sono certi che se ne approfittano. (= alcuni)
7. ‘tale, tali’ varia solo nel numero, non nel genere, e può alluderea un’indeterminatezza:
– parziale, se è preceduto dall’articolo determinativo o dal pronome dimostrativo ‘quel’, ‘quella’, ‘quei’, ‘quelle’:Ti ha cercato quel (il) tale (Di Vito). = conosco la persona
– totale, se è preceduto dall’articolo indeterminativo ‘un’, ‘una’,o dalle forme plurali ‘dei’, ‘delle’:
Ti ha cercato un tale (Di Vito). = non conosco la persona – ha valore limitativo nella locuzione ‘un tal quale’: Ha mostrato
un tal quale interesse. – equivale a ‘simile’, ‘siffatto’: Una tale insolenza non può essere
tollerata. – esprime identità in correlazione con ‘quale’ o con se stesso: E’tale (e) quale il padre. Tale la moglie, tale il marito.
– introduce una proposizione consecutiva: Si è preso un talespavento che ancora trema tutto.
– può avere funzione dimostrativa.Il pronome ‘tale’, preceduto dall’articolo indeterminativo,
equivale a ‘una certa persona’, ‘un tizio’, ‘uno’:C’è un tale che chiede di te.
Preceduto da ‘quello’, indica una persona già nominata o comunquenota: E’ tornato quel tale di ieri a cercarti.
‘Il/la tal dei tali’ indica una persona di cui si conoscono nome ecognome ma che non si vuole menzionare: Mi disse tutto di sé: che erala tal dei tali, che abitava nel tal posto...
8. ‘altro, altra, altri, altre’ indica una quantità aggiunta maimprecisata:
Occorre altro sale.
– talora esprime l’idea di ‘nuovo’: Ho comprato un’altra automobile.
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– spesso indica la differenza, la diversità: Erano altri tempi. – si unisce spesso, con funzione rafforzativa, ai pronomi
personali di prima e seconda persona plurale: noi altri, voi altri o
noialtri, voialtri.Il pronome ‘altro’ significa ‘altra persona’:Se non lo farai tu, lo farà un altro.
– usato al maschile singolare e senza articolo, acquista valoreneutro ed equivale a ‘altra cosa’, ‘altre cose’: Desidera altro?
Il pronome ‘altri’ si adopera soltanto al maschile singolare esignifica ‘un’altra persona’, ‘qualcun altro’, ma il suo uso è moltoridotto, quasi esclusivamente letterario:
Non io, altri afferma questo.
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Indefiniti collettiviGli indefiniti collettivi alludono alla totalità di persone o cose
indicate dal nome che accompagnano o sostituiscono:
Ogni camera ha l’aria condizionata.aggettivi aggettivi e pronomi pronomiqualunque ciascuno, -a chiunquequalsiasi tutto, -a, -i, -e ognuno, -aogni
1, 2. ‘qualunque’ e ‘qualsiasi’ sono invariabili: – se precedono il nome a cui si riferiscono, significano ‘tutti i
possibili’, ‘tutte le possibili’:
Comprerò qualunque / qualsiasi cosa. = tutte le cose possibili – se seguono il nome a cui si riferiscono, significano ‘il primo
che capita’, ‘la prima che capita’:Comprerò una cosa qualunque. = la prima cosa che capita
‘Qualunque’ può essere preceduto dall’articolo indeterminativo:Una qualunque risposta bisognerà pur dargliela.
ma può anche seguire il sostantivo, talvolta con senso spregiativo:Passami un giornale qualunque.E’ un uomo qualunque.
‘Qualsiasi’ si riferisce di solito a un sostantivo singolare:Sono a tua disposizione in qualsiasi momento.
Quando si riferisce a un plurale si mette dopo il nome:Sono piatti di porcellana, non piatti qualsiasi.
Possono anche includere nel significato un pronome relativo eformare in questo modo una frase relativa col verbo all’indicativo o alcongiuntivo:
Comprerò qualunque / qualsiasi cosa tu mi chiederai.
Comprerò qualunque / qualsiasi cosa tu mi chieda. = tutte lecose che...Il pronome corrispondente è ‘chiunque’ e significa ‘qualunque
persona’, ‘tutte le persone che’, ‘tutti quelli/tutte quelle che’:Chiunque vorrebbe essere al tuo posto. = qualunque persona
Può essere usato, nella forma invariabile del singolare, tanto almaschile quanto al femminile:
Chiunque lo desideri può rivolgersi all’ufficio reclami. = tuttiquelli / tutte quelle che lo desiderano possono...
Chiunque di noi sarebbe contenta di aiutarlo.
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Talvolta può avere contemporaneamente valore di pronomeindefinito e di pronome relativo; in questo caso equivale a ‘qualunque persona che’: Chiunque afferma questo è un bugiardo.
3. ‘ogni’ è invariabile e può significare:a. ‘tutti’, ‘tutte’ in relazione al numero: Ogni camera ha l’aria
condizionata. b. ‘qualsiasi’: E’ al di sopra di ogni sospetto.c. ‘tutti i / tutte le possibili’: Ti aiuterò in ogni modo. = in tutti i
modi possibili – può avere valore distributivo: Ogni tre mesi devi fare una
visita di controllo.
Il pronome corrispondente è ‘ognuno’, ‘ognuna’ e significa ‘tutti’,‘tutte’ in relazione al numero:Ognuno fa come vuole. = tutti / tutte fanno come vogliono
4. ‘ciascuno, ciascuna’ non ha il plurale; ha lo stesso significatodi ‘ognuno, ognuna’ e può essere sia aggettivo:
Invieremo un omaggio a ciascun cliente.sia pronome:
Invieremo un omaggio a ciascuno. – al maschile subisce il troncamento davanti a consonante o a
vocale: ciascun cittadino, ciascun uomo; – al femminile si può elidere davanti a vocale: ciascun’amica.Il pronome ‘ciascuno’ si usa soltanto al singolare:
Ciascuno può esprimere il proprio pensiero.Ciascuna delle candidate ha superato l’esame.
5. ‘tutto, tutta, tutti, tutte’ allude a una totalità:a. quando è aggettivo singolare, indica una quantità totale e
significa ‘tutto quanto, tutta quanta’:
Ho mangiato tutta la torta. = tutta quanta la torta – si costruisce con l’articolo determinativo o l’aggettivo dimos-trativo inserito fra l’aggettivo e il nome: Ho girato tutto il mondo. Chiti ha dato tutte queste notizie?
– è spesso rafforzato con ‘quanto’: Si è bevuto da solo tuttaquanta la bottiglia di vino.
– si lega direttamente♦ al sostantivo in alcune espressioni: di tutto cuore, a tutta velocità;♦ ai nomi propri di luogo o di persona: L’ho cercato per tutta Roma.
Conosce alla perfezione tutto Dante.
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– si unisce ai numerali cardinali, da ‘due’ in poi, per mezzo dellacongiunzione ‘e’: tutti e tre, tutte e tre;
b. quando è aggettivo plurale, indica un numero totale e significa
‘ogni’:Ho mangiato tutte le torte. = il numero totale delle torte
c. quando è pronome singolare, indica una totalità di cose:Ho rotto tutto.
d. quando è pronome plurale, indica una totalità di persone:Alla stazione c’erano tutti.
Indefiniti negativi
Gli indefiniti negativi hanno la funzione di rafforzare unanegazione, negando totalmente un dato senza precisarlo.
1. ‘nessuno, nessuna’ si adopera solo al singolare, significa ‘nonuno/una’, ‘nemmeno uno/ una’ e può essere sia aggettivo:
Non ho visto nessuna casa.sia pronome:
Non mi ha visto nessuno. – al maschile subisce il troncamento davanti a consonante o a
vocale: nessun pericolo, nessun uomo; – al femminile si può elidere davanti a vocale: nessun’amica.Si adopera anche in frasi che hanno già un’altra negazione; in
questo caso è sempre posto dopo il verbo: Non c’è più nessun dubbio.
Nelle proposizioni interrogative dirette e in quelle indiretteintrodotte dalla congiunzione ‘se’, assume valore positivo ed equivalea ‘qualche’:
C’è nessuna notizia per me?
2, 3. ‘niente’ e ‘nulla’ sono solo pronomi, negativi e con valoreneutro, sono invariabili, si accordano al maschile e significano‘nessuna cosa’:
Non mi diverte niente. (=nulla).Come risulta dagli esempi, se l’indefinito negativo segue il
verbo, quest’ultimo è preceduto dalla negazione ‘non’ / ‘né’; se invecel’indefinito negativo precede il verbo, la negazione manca:
Nessuno mi ha visto.
Niente mi diverte.
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Nelle proposizioni interrogative dirette e in quelle indiretteintrodotte dalla congiunzione ‘se’, assumono il significato positivo di‘qualcosa’:
Vuoi niente?Domandagli se gli serve niente.
Preceduti dall’articolo si usano come sostantivi: Dio ha creato ilmondo dal niente.
Possono inoltre avere funzione di avverbio: Non me ne importaniente.
‘Niente’ ha valore aggettivale in frasi ellittiche: Niente paura! (=nessuna paura!)
Indefiniti quantitativiGli indefiniti quantitativi indicano una quantità o un numero
senza precisarli e possono essere sia aggettivi sia pronomi.
1. ‘poco, poca, pochi, poche’ indica una quantità scarsa:Mancano pochi minuti alla partenza.
2. ‘alquanto, alquanta, alquanti, alquante’ indica una quantità discreta:C’erano alquante persone. (più comunemente, ‘parecchie’)
3. ‘parecchio, parecchia, parecchi, parecchie’ indica una quantitàrilevante, ma inferiore rispetto a ‘molto’:
Si tratterrà da noi parecchi giorni.
4. ‘molto, molta, molti, molte’ indica una quantità notevole, inopposizione a ‘poco’:
Ci siamo incontrati dopo molti anni.‘Molto’ e ‘poco’ non richiedono l’articolo: molti soldati, pochi soldi.In presenza dell’articolo determinativo assumono rispettivamente
il significato di ‘molto / poco numeroso’: Il poco denaro che guadagnalo spende per comprare libri.
5. ‘tanto, tanta, tanti, tante’ indica una grande quantità:Abbiamo sprecato tanto tempo.
– in correlazione con ‘che’ o ‘da’ introduce una proposizioneconsecutiva:
Ha tanta volontà che riesce / da riuscire in tutto. – in correlazione con ‘quanto’ o con se stesso stabilisce una
comparazione di uguaglianza:
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C’erano tanti posti quanti erano gli invitati.Tanto denaro guadagna, tanto ne spende.
6. ‘troppo, troppa, troppi, troppe’ indica eccesso:Fa troppo caldo.
7. ‘altettanto, altettanta, altrettanti, altrettante’ esprime uguaglianzanella quantità:
Domani dovrò fare altrettanti compiti. = tanti compiti quanto oggiQuasi tutte queste parole esprimono una gradazione che aumenta
progressivamente:
meno del un po’ più più del molto più oltre il limite
normale del normale normale del normale accettabile ho poco ho alquanto ho parecchio ho molto / tanto ho troppoappetito appetito appetito appetito appetito
Pronomi e aggettivi interrogativiE’ un aggettivo se accompagna un nome:
Quale dolce preferisci?e un pronome se lo sostituisce:
Quale preferisci?E’ comunque una parola che si usa per fare una domanda o
esprimere un dubbio in relazione a tre categorie fondamentali:1. la qualità o il tipo: Quali intenzioni hai?2. la quantità: Quanti dolci vuoi? Quanti ne vuoi?3. l’identità: – Che cosa sono? – Sono dolci.
In quale città ti hanno trasferito?
Formesingolare plurale
maschile femminile maschile femminilepronome chipronome che cosa / cosaaggettivo epronome cheaggettivo epronome quale quale quali qualiaggettivo e
pronome quanto quanta quanti quante
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1. ‘chi’ è invariabile ed è un pronome che interroga sull’identitàdi una persona:
– Con chi parli? – Con Francesco.
Vale per il maschile e il femminile, per il singolare e il plurale: – Chi è stata? – Chi siete?Occupa la posizione preverbale sia quando è soggetto sia quando
è complemento oggetto: – Chi sono quelle signore? – Chi chiami?
Può essere usato tanto nelle proposizioni interrogative direttequanto in quelle indirette:
– Con chi esci?
– Dimmi chi preferisci dei due.La mancanza di forme distinte per il pronome soggetto e com- plemento può dar luogo a frasi ambigue:
– Chi ha salutato Giovanni? può essere interpretata in due modi:
→ Qualcuno ha salutato Giovanni. (‘chi’ = soggetto)Solo in questo caso abbiamo a disposizione una costruzione
sintattica, la dislocazione a destra del complemento oggetto: Chi l’hasalutato, Giovanni?
→ Giovanni ha salutato qualcuno. (‘chi’ = complemento oggetto)2. ‘che cosa’ o ‘cosa’ è invariabile ed è un pronome che interroga
sull’identità di una cosa: – Cosa cerchi? – Cerco le forbici.
3. – ‘che’, aggettivo, è invariabile, equivale a ‘quale’, rispetto acui è di uso più comune nella lingua parlata:
Che lavoro fai?Che novità ci sono?
– ‘che’, pronome, invariabile, si riferisce soltanto a cose; ha perciò valore neutro ed equivale a ‘qualche cosa’, ‘(che) cosa’:
Che è successo?◙ può essere tanto soggetto quanto complemento:
Che vuoi?A che pensi?
◙ può essere usato sia nelle proposizioni interrogative dirette siain quelle indirette:
Di che ti preoccupi?
Mi domando che motivo hai per trattarci così.
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4. – ‘quale, quali’, aggettivo, è variabile solo nel numero; alsingolare può subire il troncamento:
Qual è la tua opinione?
Qual buon vento ti porta? – ‘quale’, pronome, è invariabile nel genere, possiede sia il
singolare sia il plurale e si riferisce tanto a persone quanto a cose:Quale dei tuoi amici ti è più simpatico?Di questi libri quali preferisci?
● può essere usato sia nelle proposizioni interrogative dirette siain quelle indirette:
Dimmi a quali conclusioni sei giunto.
5. – ‘quanto, quanta, quanti, quante’, aggettivo, è variabile nelgenere e nel numero, serve per chiedere la quantità:
Quanta pasta vuoi?Quanti anni hai?
– ‘quanto’, pronome, variabile nel genere e nel numero, vieneusato con riferimento sia a persone sia a cose:
Quanto mancherà alla partenza?
Quanti hanno aderito alla vostra proposta?◙ può essere usato sia nelle proposizioni interrogative dirette siain quelle indirette:
Gli chiesi quanti figli avesse.Possono essere sia aggettivi sia pronomi: – ‘che’ e ‘quale’ interrogano sulla qualità e sull’identità di una
persona:Che uomo sei?
Quali cantanti ti piacciono? Quali ti piacciono?o di una cosa:Che / quale libro leggi? Che / quale leggi?
– ‘quanto’ interroga sulla quantità:Quanto gelato vuoi? Quanto ne vuoi?
o sul numero:Quanti amici hai invitato? Quanti ne hai invitati?
Questi pronomi e aggettivi interrogativi possono avere anche
funzione esclamativa.
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Pronomi e aggettivi esclamativiE’ un aggettivo se accompagna un nome:
Quanti amici hai!
e un pronome se lo sostituisce:Quanti ne hai!
E’ comunque una parola che si usa per fare un’esclamazione inrelazione a tre categorie fondamentali:
1. la qualità: Che vino!2. la quantità: Quante belle cose ho visto!3. l’identità: Chi si rivede!
Forme
Le forme dei pronomi e degli aggettivi esclamativi coincidonocon quelle dei pronomi e degli aggettivi interrogativi.
singolare plurale esempi
maschile femminile maschile femminile
pronome chi Chi si rivede!pronome che cosa / cosa (Che) cosa mi
tocca vedere!
aggettivo epronome che Che corsa ho fatto!Che ho fatto!
aggettivo e
pronome quanto quanta quanti quante Quante cose hai!Quante ne hai!
aggettivo quale quale quali quali Quali sciocchezzedevo sentire!
Esercizi
1. Volgi al singolare o al plurale le seguenti strutture:la sua voce, i miei desideri, tua sorella, le vostre preghiere, i tuoicolleghi, i suoi compiti, il suo giornale, i nostri amici, i tuoi occhi, ilvostro arrivo.
2. Completa con il possessivo adatto:Abbiamo capito il ... errore e ne siamo pentiti. Ognuno di voi è
responsabile del ... comportamento. Conosco la ... abnegazione e so
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che farai di tutto per aiutarlo. Li conosco e credo che difficilmente si possa dubitare della ... onestà. Mario disse alla mamma di essere preoccupato per la ... salute. I tuoi genitori ti vogliono bene: segui i ...
consigli. Questo dolce è stato preparato da Monica con le ... mani.Bisogna rispettare le idee ... . Durante le vacanze Alessio andrà atrovare i ... nonni. Paolo e Luca vanno male a scuola e il ... padre hadeciso di non farli partecipare alla gita.
3. Inserisci l’aggettivo dimostrativo opportuno:Vedi _____edicola in fondo alla via principale? Devi ammettere
che _____ tua opinione, espressa due minuti fa, è insostenibile. Dove
andrai in vacanza _____estate? I turisti non pensavano che _____ castello lassù fosse ancora abitato. Vuoi uscire con _____ pioggia?Ieri sera ho visto in televisione _____ film di cui mi avevi parlato. Non ricordo il nome di _____ ragazzo che mi hai presentato alla tuafesta.
4. Nelle seguenti frasi inserisci uno di questi aggettivi indefiniti,qualche, qualsiasi, qualunque, ciascuno, alcuno, nessuno:
Mancano ancora ... giorni alle vacanze. ... sia il tuo parere,dimmelo ugualmente! Verrò a trovarti fra ... settimana. Non mioccorre ... aiuto. Oggi non è un giorno ...: è il nostro anniversario.Puoi telefonarmi a ... ora. Ho portato un regalo per ... bambino.Consegnerò un premio a ... di voi. Vediamoci domani! Non ho ... altroimpegno.
5. Scrivi l’aggettivo interrogativo più adatto: Non riesco a immaginare _____ decisione prenderai. _____
colore ti piace di più? _____ denaro vi occorre per terminare i lavori?Fammi sapere _____ motivi hai per non andarci. A _____ agenzia tisei rivolto? Dimmi a _____ domanda non hai saputo rispondere. A _____ ora pensi di arrivare? _____ minuti mancano alla partenza?
6. Introduci un opportuno aggettivo esclamativo: _____ noia questo film! _____ frutta! Dove la metteremo? _____ pazienza ci vuole con te! In _____ situazione ti sei cacciato! Non sarà
facile uscirne. _____ biancheria da stirare! Ne avrò per almeno due ore.
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7. Inserisci il pronome possessivo conveniente:Hai detto _____, ora ascolta gli altri. Voi prenderete la vostra
strada, noi _____. Potete usare i nostri libri dal momento che avete
dimenticato _____. Scommetto che ne dirà una delle _____. Passerò levacanze con _____. Non devi considerare gli oggetti altrui come sefossero _____. Non mi fido delle vostre promesse e neppure delle _____.
8. Sostituisci il pronome dimostrativo ‘ciò’ con una delle forme pronominali atone lo, ci, vi, ne:
Dicono la verità, sono certo di ciò. Non potevo credere a ciò.Sapevi benissimo ciò, ma hai preferito non parlarmi di ciò. Avrei
potuto nascondermi, ma a ciò non ho pensato. Ho parlato di ciò conmio padre. Dovrete prendervi la responsabilità di ciò. Questa azione èveramente deplorevole: possibile che tu abbia fatto ciò? Ho pensato aciò, ma sono ben deciso a proseguire per la mia strada.
9. Individua i possibili errori e correggili opportunamente:Ha telefonato questo tuo amico, dicendo che vuole incontrarti
presto. E costei dove le hai conosciute? La mia moto non è velocequanto questa di Mario. Non dimenticarti di quelli che hanno bisogno
di te. Vorrei che tu frequentassi dei ragazzi in gamba, non quegli concui ti ho visto ieri. Non essere troppo severo con coloro che hannosbagliato. Questa frutta è poca; vai a prendere quella che tieni sulterrazzo. Fabio è molto cambiato e non sembra più questo di prima.Colei che indovineranno la risposta avranno un premio. La nostra casaè queste che vedete in cima alla collina.
10. Individua gli eventuali errori e correggili opportunamente:Ti ho già detto tutto, non so altri. Devi renderti conto che anche
gli altri hanno le loro esigenze. In casa non c’è niente da mangiare?Ogni di voi dovrà trovarsi nel luogo già stabilito. Non ti preoccupare per me, non ho bisogno di niente. Ognuno daranno il propriocontributo. Nessuno non ascolti le sue chiacchiere inutili. Alla miafesta di compleanno ho invitato solo qualcuni dei miei amici. Nonconosco altro che possa sostituirti. Nessuni non getti carte per terra.
11. Completa con i pronomi interrogativi adatti:Di _____ è la moto parcheggiata in cortile? Non so dirti _____
farò stasera. Vorrei sapere _____ ho fatto per meritare un simile
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affronto? Dimmi di _____ si tratta? Non so a _____ tu stiatelefonando. _____ vorresti fare ora? Vorrei regalarti uno di questilibri: _____ preferisci?
12. Inserisci l’opportuno pronome personale soggetto:Quest’anno le vacanze le scegliamo ..., perché l’anno scorso non
ci siamo affatto divertiti. ... è uno che si trova bene ovunque! Sedecidessi ..., farei delle scelte ben diverse dalle tue. Anche ... aveteaderito alla mia proposta? Di solito mio fratello mi aiuta nei compiti:mancando ..., dovrò cavarmela da solo. So che ... e tuo fratello avetevinto il torneo da tennis. ... siamo venuti a chiamarvi, ma ... eravategià usciti. Se solo ... lo volessi, potresti superare molti ostacoli. Non
siamo stati ... a scegliere.
13. Nei seguenti periodi inserisci gli opportuni pronomi personali soggetto o complemento:
Che bel disegno! Lo hai fatto ...? Quel ragazzo ha ritrovato ilnostro cane: ... daremo una ricompensa! La nostra proposta non ... haconvinti; sono ancora molto diffidenti. Dimmi che cosa pensi diquell’articolo: ... ha interessato? E’ bene che ... riprenda il filo deldiscorso da dove l’hai lasciato. L’insegnante di matematica ha parlato
con mia madre e ... ha detto che vado benissimo. Vieni anche ... in palestra? Se ... incontro, ... saluto da parte tua.
14. Trasforma le frasi passando dal ‘tu’ al pronome allocutivo‘lei’:
Chi è venuto con te? Mi fa sempre piacere rivederti. Entra primatu! Se lo desideri, ti darò tutte le informazioni necessarie. Dammiun’altra possibilità! Se me lo permetti, ti darò qualche consiglio. Tu,mio caro, sei sempre molto gentile. Non ti fare troppe illusioni!
15. Inserisci il pronome relativo invariabile:Il treno ... viaggiamo porta tre ore di ritardo. A volte dico delle
cose ... poi mi pento. L’orchestrina, ... era composta da suonatoridilettanti, riscosse molto successo. Questo è l’amico ... ti avevo parlato. Ti aiuterò a rimediare a quello sbaglio ... hai commesso. Ciò... hai fatto per me è davvero apprezzabile. L’autobus ... sono salito eramolto affollato. I ragazzi ... era stato dato il premio festeggiavano lavittoria. Questa è l’ora ... di solito vai a riposare. Elena e Luisa, ...
conosci l’intelligenza, sono molto apprezzate da mia madre.
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16. Individua i possibili errori e correggili opportunamente:La casa di Paolo che ti ho parlato è molto grande. Ti mostrerò la
collezione di francobolli che mi dedico da alcuni anni. Le persone che
si salvarono dal naufragio furono poche. Alla festa ho conosciutomolte ragazze che ho fatto amicizia. Qual è la persona che sei piùaffezionato? I rumori a cui ho sentito mi hanno spaventato. Il settima-nale su cui sei abbonato ti arriva puntualmente a casa? Quello è ilmedico che mi ci sono rivolto. Ecco l’elenco degli invitati da cui mihai chiesto. In quel cassetto troverai il materiale di cui hai bisogno.
17. Traduci in romeno:«Erano passati molti giorni, le cose erano diventate diverse,
l’uno e l’altro sapevano che ormai non c’entravano più le lumache, nél’obbedienza dei figli o l’autorità dei padri; che in tante cose logiche esensate che si potevano dire, tutte sarebbero state fuori posto; eppurequalcosa dovevano pur dire.
– Date un bello spettacolo di voi! – cominciò il padre amara-mente.
– E proprio degno di un gentiluomo! – (Gli aveva dato il voi,come faceva nei rimproveri più gravi, ma ora quell’uso ebbe un senso
di lontananza, di distacco). – Un gentiluomo, signor padre, è tale stando in terra comestando in cima agli alberi, – rispose Cosimo, e subito aggiunse: – Se sicomporta rettamente.-
– Una buona sentenza, – ammise gravemente il Barone, – quantunque ora è poco, rubavate susine ad un fittavolo.
Era vero. Mio fratello era preso in castagna. Cosa dovevarispondere? Fece un sorriso, ma non altero o cinico: un sorriso ditimidezza, e arrossì.
Anche il padre sorrise, un sorriso mesto, e chissà perché arrossìanche lui: – Ora fate comunella con i peggiori bastardi ed accattoni – disse poi.
– No, signor padre, io sto per conto mio e ognuno per il proprio, – disse Cosimo, fermo.
– Vi invito a venire a terra, – disse il Barone con voce pacata,quasi spenta, – e a riprendere i doveri del vostro stato. – Non intendoobbedirvi, signor padre, – fece Cosimo, – me ne duole.»
(I. Calvino, Il barone rampante, Einaudi)
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IL VERBO
E’ il centro sintattico della frase, attorno al quale si organizzano
i diversi elementi che la compongono. E’ una parola variabile chefornisce informazioni sul soggetto, indicando, a seconda dei casi: – l’azione che il soggetto compie o subisce:
Giorgio lava i piatti. / I piatti sono lavati da Giorgio. – l’esistenza o lo stato del soggetto:
C’è Giorgio in quella foto. – il rapporto tra il soggetto e il nome del predicato:
Giorgio è un cameriere.
D’altro canto, il verbo riceve dal soggetto le desinenze di personae di numero e, in alcuni casi, di genere:Maria legge.Gli operai erano arrivati.
La forma del verboOgni voce verbale si compone di una parte iniziale, la radice o
morfema lessicale (dorm-iamo), che non cambia e informa sulsignificato del verbo e di una parte finale, la desinenza o morfema
grammaticale (dorm-iamo), che fornisce vari tipi di informazioni.Le proprietà del verbo: persona, tempo e modo
1. Il primo tipo di informazioni riguarda la persona: cambiandola desinenza, essa
informa se il soggetto è: – chi parla: Io dormo poco. → prima persona; – chi ascolta: Tu dormi troppo. → seconda persona; – una terza persona (o cosa) singolare o plurale che non è né chi
parla né chi ascolta → Lei non dorme. / Loro non dormono.
– una prima o una seconda persona plurale che sono il risultatodi una somma:
noi = io e altri; voi = tu e altri → Noi dormiamo in questa camera, voi dormite in quell’altra.
2. Il secondo tipo di informazioni riguarda il tempo dell’azioneo situazione descritta dal verbo:
L’aereo parte. → tempo presente;
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L’aereo partirà presto. → tempo futuro;L’aereo partì in ritardo. → tempo passato.
3. Il terzo tipo di informazioni riguarda il modo in cui è presentata l’azione o situazione descritta dal verbo. Essa può essere presentata come:
– un dato certo: Vado al mare. → modo indicativo; – un dato possibile: E se andassimo al mare?→ modo congiuntivo;
Se potessi, andrei volentieri al mare. → modo condizionale – un comando: Va’ a dormire! → modo imperativo; – un desiderio: Quanto mangerei volentieri un piatto di spaghetti!
→ modo condizionale.
Altre caratteristiche del verbo sono: – la transitività o intransitività, secondo la quale il verbo possa
avere o no un complemento oggetto; spesso un medesimo verbo puòessere usato transitivamente → vivere lo sport o, con l’”oggettointerno”, vivere la vita, oppure intransitivamente → vivere con i
familiari; – la forma attiva o passiva, secondo la quale l’”agente” del
verbo sia o no il soggetto della frase:
Il bambino lancia un sasso.(è forma attiva, perché l’”agente” del verbo è ‘il bambino’,soggetto della frase)Un sasso è lanciato dal bambino.(è forma passiva, perché l’”agente” del verbo non è ilsoggetto ‘un sasso’, ma il complemento ‘dal bambino’)
– l’aspetto, che fornisce indicazioni sulla durata, sul tipo disvolgimento, sul grado di compiutezza del processo espresso dalverbo:
– l’azione durativa può essere rappresentata, per il passato, conl’imperfetto → leggevo; si può inoltre esprimere con una perifrasiverbale → sto / stavo uscendo;
– l’azione momentanea può essere rappresentata con: – il presente → leggo; – il passato prossimo o remoto → ho letto, lessi; – il futuro → leggerò;
– l’azione ingressiva si può esprimere con una perifrasi verbale
→ sto per uscire, sono sul punto di uscire;
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– l’azione intermittente, cioè l’assenza di continuità, è segnalatacon certi suffissi:
-icchiare → canticchiare, dormicchiare;
-erellare → canterellare.Classificazione dei verbi
Verbi predicativi e copulativiSecondo il loro significato e la loro funzione, i verbi vengono
solitamente divisi in due grandi categorie. I verbi predicativi sono autonomi, hanno un significato compiuto
e svolgono la funzione di predicato verbale → studiare, dormire ecc.Piove.Laura corre.
Quasi tutti i verbi sono predicativi.I verbi copulativi (ad esempio il verbo ‘essere’, la copula del
predicato nominale) non sono autonomi, ma collegano il soggetto a unnome o a un aggettivo detto ‘complemento predicativo’. Verbi copulativisono apparire, crescere, divenire, diventare, morire, nascere, rimanere,risultare, riuscire, sembrare, stare, vivere ecc.
Il cielo diventa nuvoloso.Paolo non riesce simpatico.Federico non sta mai fermo.
Verbi transitivi e intransitiviI verbi transitivi ammettono un complemento oggetto → leggere:
Marco legge un libro.In questa frase l’oggetto del ‘leggere’ è esplicitamente indicato,
‘un libro’. Non sempre però i verbi transitivi devono essere seguiti daun complemento oggetto:
Marco legge.
In questa nuova frase il verbo transitivo è usato in formaassoluta, ma l’oggetto esiste anche se non espresso, in quanto l’azionedi leggere non si può concepire se non in rapporto a qualcosa che siaoggetto della lettura.
I verbi intransitivi non ammettono un complemento oggetto → arrivare, camminare, uscire ecc.
La bambina impallidì.Siamo finalmente arrivati.Franca dorme.
Io esco.
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Nel primo esempio il verbo ‘impallidire’ indica uno stato, neiseguenti i verbi indicano un’azione. Tutti questi verbi, come si puòfacilmente osservare, non sono seguiti da un complemento, ma anche
se il complemento ci fosse, servirebbe solo a precisare alcune circostanzedello stato o dell’azione ma non potrebbe mai essere un complementooggetto:
La bambina impallidì per lo spavento.Siamo finalmente arrivati a casa.Franca dorme tutto il pomeriggio.Io esco con i miei amici.
Si noti inoltre la differenza tra:Franca dorme tutto il pomeriggio.
e Franca mangia tutto il panino.In quest’ultima frase si ha un verbo transitivo, ‘mangia’, seguito
da un complemento oggetto, ‘tutto il panino’, mentre nella frase precedente si ha un verbo intransitivo, ‘dorme’, seguito da un comple-mento di tempo, ‘tutto il pomeriggio’.
Sono intransitivi anche i verbi aderire, giovare, rinunciare ecc.,che hanno un “oggetto”, espresso però da un complemento indiretto:
Aderisco all’iniziativa.
La ginnastica giova al fisico. Non rinunciare a ciò che ti spetta!
Verbi normalmente intransitivi diventano transitivi quando sonoseguiti dal cosiddetto “complemento oggetto interno”, rappresentatoda un sostantivo che ha la stessa base del verbo: morire una morte
gloriosa, vivere una vita felice, parlare parole chiare; in altri casi, traverbo e oggetto intercorre un rapporto semantico particolarmente stretto:
piangere lacrime amare, dormire sonni tranquilli.Alcuni verbi possono essere transitivi oppure intransitivi,
cambiando di significato:aspirare il fumo / aspirare a una carica;attendere un amico / attendere a un lavoro.
Verbi attivi e passiviIl verbo, secondo la relazione che stabilisce con il soggetto, può
essere attivo o passivo. Nei verbi attivi il soggetto è quello che agisce o sperimenta l’azione:
I vigili spengono l’incendio.
I turisti ammiravano il paesaggio.
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Tutti i verbi, transitivi e intransitivi, hanno la forma attiva. Nei verbi passivi quello che agisce non è il soggetto, ma il
complemento, che si chiama infatti complemento d’agente:
L’incendio è spento dai vigili.La forma passiva è caratterizzata dall’ausiliare ‘essere’, seguito
dal participio passato del verbo. Quest’ultimo dev’essere necessariamentetransitivo: infatti possono trasformarsi in passivi solo i verbi transitivicon il complemento oggetto espresso, perché è proprio questo chenella forma passiva diventa soggetto. Il soggetto della frase attivadiventa invece nella frase passiva un complemento introdotto dalla preposizione ‘da’: il complemento d’agente, quando l’”agente” è
inanimato, prende il nome di complemento di causa efficiente. Si può avere la forma passiva anche senza che il complemento d’agente odi causa efficiente sia specificato:
L’orologio è stato riparato.Il significato di una frase di forma attiva è sostanzialmente
identico a quello della corrispondente frase di forma passiva. Le duefrasi:
La polizia insegue i ladri.e
I ladri sono inseguiti dalla polizia.vogliono dire la stessa cosa: in entrambe c’è un solo inseguitore, ‘la polizia’, e un solo inseguito, ‘i ladri’; non cambiano i ruoli svolti dai protagonisti dell’azione, ma solo i rapporti grammaticali con cui ven-gono espressi. La linguistica moderna ci dice che tale cambiamentoinveste la struttura superficiale e non la struttura profonda della frase.
Verbi pronominali Nella più ampia categoria dei verbi pronominali, cioè combinati
con un pronome personale atono mi, ti, si, ci, vi, rientrano: – i verbi pronominali diretti, tradizionalmente indicati come
‘riflessivi diretti’, sono quei verbi nei quali il soggetto coincide con ilcomplemento oggetto, che ha la forma di un pronome atono:
Carla si veste. = Carla veste se stessaPossono essere usati come riflessivi diretti soltanto alcuni verbi
transitivi. – i verbi pronominali indiretti, tradizionalmente indicati come
‘riflessivi indiretti’ o ‘riflessivi apparenti’ o ‘transitivi pronominali’,
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sono quei verbi nei quali il soggetto non coincide con il complementooggetto ma con un complemento di termine:
Lavati i denti! = Lava i denti a te stesso
In questo caso il pronome atono ‘ti’ non esprime un comple-mento oggetto, ma un complemento di termine o indiretto introdottodalla preposizione ‘a’.
– i verbi pronominali reciproci, tradizionalmente indicati come‘riflessivi reciproci’, esprimono un’azione che due o più soggetti com- piono e subiscono reciprocamente: abbracciarsi, amarsi, odiarsi ecc.
Paolo e Anna si salutano. = Paolo saluta Anna e Anna saluta Paolo.Una frase come
Essi si criticano. può significare sia
Essi criticano se stessi.sia
Essi si criticano a vicenda. L’uno critica l’altro e viceversa.nel primo caso il verbo è riflessivo, nel secondo è riflessivo reciproco.
Perché appaia chiaramente il valore reciproco e non risultiambiguo il senso dell’enunciato, è opportuno in tali casi usare varielocuzioni, ‘l’un l’altro’, ‘gli uni con gli altri’, ‘a vicenda’, ‘vicende-
volmente’, ‘reciprocamente’ ecc. – i verbi pronominali intransitivi non hanno altra forma se nonquella con il pronome atono, il quale, però, è privo di qualunquefunzione e significato, ma semplicemente fa parte in modo indissolubiledel verbo, dunque è necessario per la sua coniugazione → accanirsi,accorgersi, arrabbiarsi:
Io mi accorgo di aver sbagliato non significa Io accorgo me stesso o a me stesso...
Rientrano in questa categoria:
– alcuni verbi che hanno solo la forma pronominale: accorgersi,arrendersi, imbattersi, impadronirsi, lagnarsi, pentirsi, ribellarsi,vergognarsi ecc.:
Mi pento di averti dato retta. – alcuni verbi transitivi che, coniugati con le particelle pronomi-
nali, assumono valore intransitivo: abbattersi, accostarsi, addormentarsi,allontanarsi, alzarsi, annoiarsi, avviarsi, avvicinarsi, destarsi, fermarsi,
guastarsi, irritarsi, muoversi, offendersi, rattristarsi, scoraggiarsi, spaventarsi, stancarsi, svegliarsi, trattenersi ecc.:
Mi sono fermato a parlare con Massimo.
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– alcuni verbi intransitivi che si usano anche con le particelle pronominali: approfittarsi, dispiacersi, sedersi ecc.:
Mi approfitto dell’ingenuità di Laura.
Bisogna fare attenzione però al diverso valore che può assumerela particella pronominale:Io mi guardo nello specchio. verbo pronominale diretto
il soggetto ‘io’ coincide con il complemento oggetto ‘mi’ = me stesso.Io mi guardo i capelli nello specchio. verbo pronominale indiretto
il soggetto ‘io’ è diverso dal complemento oggetto ‘i capelli’; la parti-cella pronominale ‘mi’ ha funzione di complemento di termine ‘a me’.
Io mi guardo un bel film.la particella ‘mi’ ha una funzione rafforzativa, espressiva.
Modo, tempo, persona e numero del verbo
Il verbo possiede un organico e complesso sistema di forme per esprimere le categorie del modo, del tempo, della persona, del numeroe tale sistema prende il nome di coniugazione.
Il modoIl parlante può presentare il fatto espresso dal verbo in diversi
modi, ciascuno dei quali indica un diverso punto di vista, un diverso
atteggiamento psicologico, un diverso rapporto comunicativo con chiascolta: certezza, desiderio, comando ecc.Talvolta l’uso di un determinato modo può dipendere anche da
ragioni stilistiche, da una scelta di “registro” o di livello linguistico:così, per esempio, nelle subordinate rette da verbi di giudizio l’indicativocorrisponde a un livello più popolare:
Mi pare che tu hai ragione.mentre il congiuntivo si preferisce nello scritto:
Mi pare che tu abbia ragione.Esistono sette modi verbali: – quattro modi finiti, presentano desinenze che distinguono tutte
le persone: – l’indicativo – il congiuntivo – il condizionale – l’imperativo, che distingue solo alcune persone
– tre modi indefiniti, non distinguono le persone: – l’infinito – il participio
– il gerundio
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L’infinito, il participio e il gerundio sono anche detti “formenominali del verbo”, perché vengono usati spesso in funzione disostantivo o di aggettivo: si pensi, ad esempio, a infiniti quali
‘l’essere’, ‘gli averi’, a participi del tipo ‘l’amante’, ‘l’amata’, o agerundi diventati nomi, quali ‘laureando’, ‘reverendo’.
Il tempoIl tempo indica qual è il rapporto cronologico che intercorre tra
l’azione o lo stato espressi dal verbo e il momento in cui viene dettol’enunciato. Il tempo linguistico o grammaticale è costituito da unsistema di relazioni temporali che permettono di collocare l’azione prima, durante o dopo il momento in cui viene pronunciata la frase e
di indicare l’ordine di successione dei due avvenimenti. Per esprimereil tempo grammaticale il parlante ha a disposizione, oltre al sistemadei tempi verbali, gli avverbi e le locuzioni avverbiali di tempo: prima,dopo, fra tre mesi, per due anni ecc.
Il rapporto cronologico tra l’azione o lo stato espressi dal verboe il momento in cui viene detto l’enunciato può essere di:
– contemporaneità, quando il fatto avviene nel momento in cuisi parla: Mario scrive. → il tempo che la esprime è il presente;
– anteriorità, quando il fatto avviene in un momento anteriore a
quello in cui si parla: Mario scriveva / ha scritto / scrisse. → il tempoè il passato, variamente articolato◙ nell’indicativo: imperfetto, passato prossimo e remoto, trapassato
prossimo e remoto;◙ nel congiuntivo: imperfetto, passato e trapassato; – posteriorità, quando il fatto avviene in un momento posteriore
a quello in cui si parla: Mario scriverà. → il tempo è il futuro,suddiviso in futuro semplice e futuro anteriore.
Sotto l’aspetto formale i tempi si distinguono in: – semplici, quando le forme verbali di cui sono costituiticonsistono in una sola parola: canto, leggevo, arrivai, partirò;
– composti, quando le forme verbali risultano dall’unione del participio passato del verbo con una voce dell’ausiliare ‘essere’ o‘avere’: ho cantato, avevo letto, fui arrivato, sarò partito.
Essere è l’ausiliare caratteristico per i tempi composti dei verbi: – riflessivi: mi sono lavato; – pronominali: si è pentito;
– servili: sono dovuto partire;
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– impersonali: si è lavorato molto; – parecchi intransitivi: sono partiti.Inoltre serve per tutti i verbi della coniugazione passiva: è stato
bocciato.Avere è l’ausiliare caratteristico per i tempi composti: – di tutti i verbi transitivi attivi: ho mangiato; – alcuni verbi intransitivi: ho parlato.Come si è potuto osservare, alcuni verbi intransitivi vogliono
l’ausiliare ‘essere’, altri l’ausiliare ‘avere’. Non esiste una regola che permetta di stabilire con certezza quale ausiliare debba essere usatocon ciascun verbo; nei casi di dubbio si consulti un dizionario.
In modo del tutto particolare si comportano nell’assunzionedell’ausiliare i verbi ‘dovere’, ‘potere’, ‘volere’, detti verbi servili, perché di solito reggono un altro verbo di modo infinito. Usati comeverbi a sé stanti, prendono l’ausiliare ‘avere’:
Gli ho voluto molto bene.quando invece hanno funzione di verbi servili, assumono di regolal’ausiliare richiesto dal verbo che accompagnano:
Ho dovuto studiare.Sono voluto partire.
Schema dei modi e dei tempi
modo temposemplice composto
presente passato prossimoindicativo imperfetto trapassato prossimo (8 tempi) passato remoto trapassato remoto
futuro semplice futuro anteriore congiuntivo presente passato
(4 tempi) imperfetto trapassato condizionale
(2 tempi) presente passato
imperativo presente infinito presente passato
(2 tempi) participio (2 tempi) presente passato
gerundio
(2 tempi) presente passato
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La persona e il numero
Ciascun tempo di qualsiasi modo finito è costituito da sei formeo voci verbali. Le persone del verbo variano in relazione al soggetto:
– la prima persona si ha quando il soggetto, espresso o sottinteso,è io per il singolare e noi per il plurale;
– la seconda persona si ha quando il soggetto è tu per il singolare e voi per il plurale;
– la terza persona si ha quando il soggetto è egli / essa per il singolare (naturalmente possono alternarsi con lui, Carlo, il padre /
lei, Carla, la madre ecc.) e essi / esse per il plurale (naturalmente possono alternarsi con loro, i ragazzi, le automobili ecc.).
Solo l’imperativo non ha la prima persona singolare.E’ importante poi notare che ogni voce verbale può segnalare dasola la persona e il numero del soggetto:
prima persona singolare (io) guard-oseconda persona singolare (tu) guard-iterza persona singolare (egli/essa) guard-a prima persona plurale (noi) guard-iamo
seconda persona plurale (voi) guard-ate
terza persona plurale (essi/esse) guard-ano
Nei modi indefiniti non si hanno variazioni secondo la persona eil numero; solo il participio presente e il participio passato, che sicomportano come gli aggettivi, determinano il numero: amante, amanti,mentre il participio passato determina anche il genere: amato, amata,amati, amate.
L’aspetto e l’azione del verbo
L’aspetto
L’aspetto verbale è la maniera in cui il parlante considera losvolgimento dell’azione espressa dal verbo. Rispetto ad altre lingue, initaliano l’aspetto non è grammaticalizzato, cioè non possiede marcheformali ben definite; ciò nonostante, le principali nozioni aspettualisono riconoscibili nel sistema della flessione verbale. L’azione puòessere considerata:
– conclusa: Marco tornò a casa. → aspetto perfettivo; il
passato remoto interpreta un’azione momentanea;
– nel suo svolgersi: Marco tornava a casa.→ aspetto imperfettivo.
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In quest’ultima frase possiamo inserire una proposizione cheindichi l’improvviso accadere di un evento mentre dura l’azionedell’andare a casa:
Marco tornava a casa, quando incontrò Luca. – in rapporto al suo risultato: Marco è tornato a casa. → aspettocompiuto, si considera il perdurare, nel presente, degli effetti di unevento avvenuto in precedenza; il passato prossimo indica un’azioneconsiderata compiuta.
In conclusione, possiamo dire che in ciascuna delle tre frasi èrappresentato un diverso aspetto dell’azione compiuta da Marco.
Nella frase:Marco torna a casa.
il verbo indica un’azione nel suo svolgersi, ma rispetto alla seconda,l’azione è ora collocata nel presente. In italiano l’azione consideratanel corso del suo svolgimento può essere espressa più chiaramentemediante l’uso di una costruzione perifrastica:
Marco sta / stava tornando a casa.dove la perifrasi ‘stare’ + gerundio → aspetto progressivo.
L’azione Nelle seguenti frasi:1. Franco arriva alle sette.2. Giulio ripara un rubinetto.3. Andrea fa il gelataio.4. Carla si accorse dell’inganno.5. Maria disegna un paesaggio.
gli eventi descritti dai predicati verbali differiscono per la naturadell’azione espressa: in 1 abbiamo a che fare con un’azione momen-tanea, in 2 con un’azione durativa. Anche in 3 ‘fare il gelataio’ indicaun’azione durativa, ma in più sottolinea che si tratta di una qualità“permanente” del soggetto. Possiamo pertanto individuare due sottoclassi
di verbi durativi: – i verbi continuativi → abitare, commerciare, lavorare,
piangere, ridere, riparare ecc.; – i verbi stativi → fare il gelataio, essere a conoscenza ecc.I predicati in 4 e 5 hanno in comune una caratteristica semantica:
indicano un’azione che tende ad un risultato; il soggetto, compiutal’azione, si trova in una situazione diversa da quella di partenza, mamentre ‘accorgersi’ indica un’azione momentanea, ‘disegnare’ indicaun’azione durativa. Anche in questo caso possiamo individuare due
sottoclassi di verbi:
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– i verbi trasformativi → accorgersi, patire, morire ecc.; – i verbi risultativi → cantare, costruire, disegnare, lavare ecc.In conclusione, se l’aspetto è essenzialmente una categoria di
natura morfologica, legata cioè alla coniugazione del verbo, l’azione èuna categoria semantica, poiché riguarda il significato intrinseco delverbo. In altre parole, mentre il verbo ‘mangiare’ può indicare, oppor-tunamente coniugato, un’azione:
– perfettiva → mangiò – azione conclusa nel passato; – imperfettiva → mangiava – azione in corso di svolgimento
nel passato;→ sta mangiando – azione in corso di svolgi-
mento nel presente;la “momentaneità” del verbo ‘arrivare’ o la “continuatività” del verbo‘lavorare’ sono caratteristiche costanti dovute alla natura semanticadei verbi e si mantengono tali indipendentemente dal tempo in cuisono coniugati.
Coniugazione del verbo
Coniugazioni regolariTra la radice e la desinenza si interpone la vocale tematica, che,
nell’infinito in particolare, consente di riconoscere la coniugazione. Laradice e la vocale tematica formano insieme il tema di un verbo.I verbi regolari si distribuiscono in tre diverse coniugazioni:1. alla Iª coniugazione appartengono i verbi che all’infinito
terminano in -are e che dunque presentano la vocale tematica -a → amare, cantare;
2. alla IIª coniugazione appartengono i verbi che all’infinitoterminano in -ere e che dunque presentano la vocale tematica -e → scrìvere, temére;
3. alla IIIª coniugazione appartengono i verbi che all’infinitoterminano in -ire e che dunque presentano la vocale tematica -i → dormire, finire.
I verbi della prima coniugazione sono di gran lunga i piùnumerosi: infatti su questo modello si sono formati verbi come bio-
grafare, insonorizzare, monitorare, ottimizzare ecc. La secondaconiugazione comprende una lista chiusa di verbi derivanti dallaseconda e dalla terza coniugazione latina. Alla terza coniugazione, poco produttiva, possono appartenere nuove formazioni create sul
modello dei verbi parasintetici.
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CONIUGAZIONE DI ‘ESSERE’
Indicativo
presente imperfetto passato remoto futuro semplice io sono ero fui saròtu sei eri fosti saraiegli/essa è era fu sarànoi siamo eravamo fummo saremovoi siete eravate foste sareteessi/esse sono èrano fùrono saranno
passato
prossimo
trapassato
prossimo
trapassato
remoto
futuro
anteriore sono stato, -a ero stato fui stato sarò statosei stato, -a eri stato fosti stato sarai statoè stato, -a era stato fu stato sarà statosiamo stati, -e eravamo stati fummo stati saremo statisiete stati, -e eravate stati foste stati sarete statisono stati, -e èrano stati furono stati saranno stati
Congiuntivo
presente passato imperfetto trapassato che io sia sia stato fossi fossi statoche tu sia sia stato fossi fossi statoche egli/essa sia sia stato fosse fosse statoche noi siamo siamo stati fossimo fossimo statiche voi siate siate stati foste foste statiche essi/essesiano
siano stati fossero fossero stati
Condizionale Imperativo
presente passato presente sarei sarei stato -saresti saresti stato siisarebbe sarebbe stato siasaremmo saremmo stati siamosareste sareste stati siate
sarebbero sarebbero stati siano
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Infinito Participio Gerundio presente passato presente passato presente passato
essere essere stato (ente) stato essendo essendo
stato
Il participio presente ‘ente’ si usa solo come sostantivo: l’ente – gli enti.
Il participio passato ‘stato’ è preso in prestito dal verbo ‘stare’.Oltre alla funzione ausiliare, il verbo ‘essere’ ha anche quella di
copula per la formazione del predicato nominale:Il tempo è brutto.
e del predicato verbale nel significato di ‘esistere’, ‘trovarsi’:Il giornale è sulla scrivania.
CONIUGAZIONE DI ‘AVERE’
Indicativo
presente imperfetto passato remoto futuro semplice ho avevo ebbi avrò
hai avevi avesti avraiha aveva ebbe avràabbiamo avevamo avemmo avremoavete avevate aveste avretehanno avévano èbbero avrannopassato
prossimo
trapassato
prossimo
trapassato
remoto
futuro
anteriore ho avuto avevo avuto ebbi avuto avrò avuto
hai avuto avevi avuto avesti avuto avrai avutoha avuto aveva avuto ebbe avuto avrà avutoabbiamoavuto
avevamoavuto
avemmo avuto avremo avuto
avete avuto avevateavuto
aveste avuto avrete avuto
hanno avuto avevanoavuto
ebbero avuto avranno avuto
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Congiuntivo
presente passato imperfetto trapassato
abbia abbia avuto avessi avessi avutoabbia abbia avuto avessi avessi avutoabbia abbia avuto avesse avesse avutoabbiamo abbiamo
avutoavessimo avessimo avuto
abbiate abbiate avuto aveste aveste avutoabbiano abbiano
avutoavessero avessero avuto
Condizionale Imperativo
presente passato presente avrei avrei avuto -avresti avresti avuto abbiavrebbe avrebbe avuto abbiaavremmo avremmo avuto abbiamoavreste avreste avuto abbiateavrebbero avrebbero avuto abbiano
Infinito Participio Gerundio
presente passato presente passato presente passato avere avere
avutoavente avuto avendo avendo
avuto
Il participio presente ‘avente’ non è di uso molto comune, trannein alcune espressioni del linguaggio giuridico: gli aventi diritto. Esisteinvece un’altra forma di participio presente, ‘abbiente’, ottenuta dalcongiuntivo, che però ha perso il valore verbale per assumere quello diaggettivo o aggettivo sostantivato nel significato di ‘possidente’: unafamiglia abbiente; gli abbienti.
Oltre alla funzione ausiliare, il verbo ‘avere’ ha anche quella di predicato verbale nel significato di ‘possedere’:
Luca ha una bella casa.
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Coniugazione dei verbi regolariUn verbo regolare conserva immutata la radice in tutte le sue
forme e vi aggiunge le normali desinenze della sua coniugazione.
Forma attiva
Prima coniugazione: parl-are
Indicativo
presente imperfetto passato remoto futuro semplice parl-o parl-avo parl-ai parl-erò parl-i parl-avi parl-asti parl-erai
parl-a parl-ava parl-ò parl-erà parl-iamo parl-avamo parl-ammo parl-erémo parl-ate parl-avate parl-aste parl-eréte
pàrl-ano parl-àvano parl-àrono parl-eranno
passato
prossimo
trapassato
prossimo
trapassato
remoto
futuro
anteriore ho parlato avevo parlato ebbi parlato avrò parlatohai parlato avevi parlato avesti parlato avrai parlato
ha parlato aveva parlato ebbe parlato avrà parlatoabbiamo parlato
avevamo parlato
avemmo parlato avremo parlato
avete parlato avevate parlato aveste parlato avrete parlatohanno parlato avevano
parlatoebbero parlato avranno parlato
Congiuntivo
presente passato imperfetto trapassato parl-i abbia parlato parl-assi avessi parlato parl-i abbia parlato parl-assi avessi parlato parl-i abbia parlato parl-asse avesse parlato parl-iamo abbiamo
parlato parl-assimo avessimo parlato
parl-iate abbiate parlato
parl-aste aveste parlato
parl-ino abbiano parlato parl-assero avessero parlato
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Condizionale Imperativo
presente passato presente
parl-erei avrei parlato - parl-eresti avresti parlato parl-a parl-erebbe avrebbe parlato parl-i parl-eremmo avremmo parlato parl-iamo parl-ereste avreste parlato parl-ate parl-erebbero avrebbero parlato parl-ino
Infinito Participio Gerundio
presente passato presente passato presente passato parl-are avere
parlato parl-ante parl-ato parl-ando avendo
parlato
I verbi che terminano in -care/-gare introducono una ‘h’ fra laradice e le desinenze che cominciano per ‘e’ o ‘i’: caric-h-erò, caric-h-i / preg-h-erò, preg-h-i.
I verbi uscenti in -gnare conservano la ‘i’ delle desinenze -iamo,
-iate: bagn-iamo, bagn-iate.I verbi che terminano in -ciare/-giare perdono la ‘i’ grafica
quando la desinenza comincia per ‘e’ o ‘i’: cominc-erò, cominc-erei;mang-erò, mang-erei.
I verbi che terminano in -gliare perdono la ‘i’ grafica quando ladesinenza comincia per ‘i’: consigli.
Per evitare possibili ambiguità si deve scrivereodii dal verbo ‘odiare’ /
odi dal verbo ‘udire’.Alcuni verbi tendono a eliminare il dittongo ‘uo’ in tutte le voci:
giocare → gioco, giochi, gioca..., altri invece tendono a conservarlosempre: tuonava, tuonò, tuonerà. Inoltre il dittongo si mantienequando potrebbe sorgere qualche confusione: si dice
◙ nuotavo dal verbo ‘nuotare’, vuotavo dal verbo ‘vuotare’ per distinguerli da
◙ notavo dal verbo ‘notare’, votavo dal verbo ‘votare’.
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Seconda coniugazione: tem-ere
Indicativo
presente imperfetto passato remoto futuro semplice tem-o tem-evo tem-ei (-etti) tem-erò tem-i tem-evi tem-esti tem-erai tem-e tem-eva tem-é (-ette) tem-erà tem-iamo tem-evamo tem-emmo tem-eremo tem-ete tem-evate tem-este tem-erete tem-ono tem-evano tem-erono
(-ettero)tem-eranno
passato
prossimo
trapassato
prossimo
trapassato
remoto
futuro
anteriore ho temuto avevo temuto ebbi temuto avrò temutohai temuto avevi temuto avesti temuto avrai temutoha temuto aveva temuto ebbe temuto avrà temutoabbiamotemuto
avevamotemuto
avemmo temuto avremo temuto
avete temuto avevatetemuto aveste temuto avrete temuto
hanno temuto avevanotemuto
ebbero temuto avranno temuto
Congiuntivo
presente passato imperfetto trapassato tem-a abbia temuto tem-essi avessi temuto
tem-a abbia temuto tem-essi avessi temutotem-a abbia temuto tem-esse avesse temutotem-iamo abbiamo
temutotem-essimo avessimo temuto
tem-iate abbiatetemuto
tem-este aveste temuto
tem-ano abbianotemuto
tem-essero avessero temuto
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Condizionale Imperativo
presente passato presente tem-erei avrei temuto -tem-eresti avresti temuto tem-i tem-erebbe avrebbe temuto tem-a tem-eremmo avremmo temuto tem-iamo tem-ereste avreste temuto tem-ete tem-erebbero avrebbero temuto tem-ano
Infinito Participio Gerundio
presente passato presente passato presente passato
tem-ere averetemuto
tem-ente tem-uto tem-endo avendotemuto
Al passato remoto, le desinenze -ei/-é/-erono possono esseresostituite rispettivamente da -etti/-ette/-ettero.
Al participio passato alcuni verbi in -cere aggiungono una ‘i’grafica: crescere → cresc-i-uto, nuocere → noc-i-uto, piacere → piac-i-uto, tacere → tac-i-uto.
Il dittongo ‘uo’ si perde in sillaba chiusa: muòvere → mossi.
Alcuni verbi, come ‘possedere’, ‘tenere’, cambiano la ‘e’ deltema in ‘ie’ nel caso in cui questa venga a trovarsi in posizione tonicae in sillaba aperta:
possiedo, possiedi, possiede, possiedono / possediamo, possedete;tieni, tiene / tengo, tengono (la ‘e’ è in posizione tonica, ma questa
volta si trova in sillaba chiusa).I verbi uscenti in -gnere conservano la ‘i’ delle desinenze -iamo,
-iate: spegniamo, che voi spegniate.
Terza coniugazione: part-ire
Indicativo
presente imperfetto passato remoto futuro semplice part-o part-ivo part-ii part-irò part-i part-ivi part-isti part-irai part-e part-iva part- ì part-irà part-iamo part-ivamo part-immo part-iremo part-ite part-ivate part-iste part-irete
part-ono part-ivano part-irono part-iranno
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passato
prossimo
trapassato
prossimo
trapassato
remoto
futuro
anteriore sono partito, -a ero partito fui partito sarò partito
sei partito, -a eri partito fosti partito sarai partitoè partito, -a era partito fu partito sarà partitosiamo partiti, -e eravamo
partitifummo partiti saremo partiti
siete partiti, -e eravate partiti
foste partiti sarete partiti
sono partiti, -e erano partiti furono partiti saranno partiti
Congiuntivo
presente passato imperfetto trapassato part-a sia partito part-issi fossi partito part-a sia partito part-issi fossi partito part-a sia partito part-isse fosse partito part-iamo siamo partiti part-issimo fossimo partiti part-iate siate partiti part-iste foste partiti part-ano siano partiti part-issero fossero partiti
Condizionale Imperativo
presente passato presente part-irei sarei partito - part-iresti saresti partito part-i part-irebbe sarebbe partito part-a part-iremmo saremmo partiti part-iamo part-ireste sareste partiti part-ite
part-irebbero sarebbero partiti part-ano
Infinito Participio Gerundio
presente passato presente passato presente passato part-ire essere
partito part-ente part-ito part-endo essendo
partito
Molti verbi della terza coniugazione inseriscono fra radice e
desinenza l’infisso -isc-; ciò avviene nella prima, seconda, terza
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persona singolare e nella terza plurale del presente indicativo econgiuntivo e nella seconda, terza singolare e nella terza pluraledell’imperativo presente:
Indicativo presente Congiuntivo presente Imperativo fin-isc-o fin-isc-a -fin-isc-i fin-isc-a fin-isc-i fin-isc-e fin-isc-a fin-isc-a fin-iamo fin-iamo fin-iamo fin-ite fin-iate fin-ite fin-isc-ono fin-isc-ano fin-isc-ano
Questi verbi sono chiamati incoativi per analogia con i verbilatini. Seguono questo tipo di coniugazione i verbi agire, ammonire,capire, contribuire, costituire, costruire, custodire, finire, impedire,istituire, istruire, obbedire, percepire, pulire, punire, riunire, scolpire,
sparire, stabilire, unire ecc.Alcuni verbi ammettono ambedue le forme:
applaudire → applaudo, applaudisco;assorbire → assorbo, assorbisco;inghiottire → inghiotto, inghiottisco;
mentire → mento, mentisco;nutrire → nutro, nutrisco.Il verbo ‘cucire’ inserisce una ‘i’ grafica tra la radice e le
desinenze che cominciano per ‘a’ e ‘o’: cuc-i-o, cuc-i-ano. Il verbo‘fuggire’ perde la ‘i’ del tema davanti alle desinenze che cominciano per ‘a’, ‘o’: fugg-o, fugg-ano.
Alcuni verbi hanno due forme di participio presente, unaregolare in -ente, e una in -iente: dormire → dormente, dormiente.Altri presentano solo la seconda forma: obbediente.
Coniugazione passiva Nella coniugazione passiva, le voci verbali sono costituite dalle
forme dell’ausiliare ‘essere’ seguite dal participio passato del verbo daconiugare. Il participio passato si accorda in genere e numero con ilsoggetto:
Luca è stato promosso. Elena è stata promossa.Luca e Ugo sono stati promossi. Elena e Rita sono state promosse.
Questo modello di coniugazione passiva è uguale per tutte e tre
le coniugazioni.
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essere lodato
Indicativo
presente imperfetto passato remoto futuro semplice sono lodato, -a ero lodato fui lodato sarò lodatosei lodato, -a eri lodato fosti lodato sarai lodatoè lodato, -a era lodato fu lodato sarà lodatosiamo lodati, -e eravamo lodati fummo lodati saremo lodatisiete lodati, - e eravate lodati foste lodati sarete lodatisono lodati, -e erano lodati furono lodati saranno lodatipassatoprossimo
trapassatoprossimo
trapassatoremoto
futuroanteriore
sono stato/alodato/a
ero statolodato
fui stato lodato sarò stato lodato
sei stato/alodato/a
eri statolodato
fosti statolodato
sarai stato lodato
è stato/alodato/a
era statolodato
fu stato lodato sarà stato lodato
siamo stati/elodati/e
eravamo statilodati
fummo statilodati
saremo statilodati
siete stati/elodati/e
eravate statilodati
foste stati lodati sarete stati lodati
sono stati/elodati/e
erano statilodati
furono statilodati
saranno statilodati
Congiuntivo
presente passato imperfetto trapassato sia lodato sia stato
lodatofossi lodato fossi stato lodato
sia lodato sia statolodato fossi lodato fossi stato lodato
sia lodato sia statolodato
fosse lodato fosse statolodato
siamo lodati siamo statilodati
fossimo lodati fossimo statilodati
siate lodati siate statilodati
foste lodati foste stati lodati
siano lodati siano stati
lodati
fossero lodati fossero stati
lodati
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Condizionale Imperativo
presente passato presente
sarei lodato sarei stato lodato -saresti lodato saresti stato lodato sii lodatosarebbe lodato sarebbe stato lodato sia lodatosaremmo lodati saremmo stati lodati siamo lodatisareste lodati sareste stati lodati siate lodatisarebbero lodati sarebbero stati lodati siano lodati
Infinito Participio Gerundio
presente passato presente passato presente passato esserelodato
esserestatolodato
(essentelodato)
(stato)lodat o
esserelodato
esserestatolodato
Oltre che con l’ausiliare ‘essere’, il passivo si può formare:● con il verbo ‘venire’, esclusivamente nei tempi semplici:
io vengo lodato = io sono lodato● con il verbo ‘andare’, quando è unito al participio passato di
verbi come ‘perdere’, ‘smarrire’, ‘sprecare’:I documenti andarono smarriti. = furono smarriti
o quando si vuole esprimere un’idea di necessità:Questo lavoro va fatto meglio. = deve essere fatto
● con la particella pronominale ‘si’, che si premette alle vociattive dei verbi transitivi, ma limitatamente alla terza personasingolare e plurale dei tempi semplici → si passivante:
La carne si vende a caro prezzo. = è venduta
Si accettano assegni. = sono accettatiConiugazione riflessivaLa caratteristica di questa coniugazione è che le voci verbali
sono precedute dalle particelle pronominali mi, ti, si, ci, vi: mi lavo, tilavavi, si lavò ecc. Tali particelle seguono il verbo e si uniscono adesso:
– nell’imperativo presente, esclusa la terza persona singolare e plurale → lavati, laviamoci, lavatevi;
– nei modi indefiniti → lavarsi, lavatosi, lavandosi.
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Nella forma negativa della seconda persona singolare e pluraledell’imperativo presente, la particella pronominale può essereindifferentemente proclitica o enclitica: non ti lavare = non lavarti;
non vi lavate = non lavatevi.Si può scegliere tra costruzione proclitica o enclitica anchequando l’infinito è retto da un verbo servile: Ti voglio fare un regalo.= Voglio farti un regalo.
I tempi composti dei verbi riflessivi si formano con l’ausiliare‘essere’; di conseguenza il participio passato concorda in genere enumero con il soggetto:
Carlo si è lavato. Carla si è lavata.Se il riflessivo è accompagnato da un verbo servile si ha l’ausiliare:
– ‘essere’, quando la particella pronominale è proclitica: Si èvoluto lavare. – ‘avere’, quando la particella pronominale è enclitica: Ha
voluto lavarsi.La coniugazione dei verbi intransitivi pronominali è identica a
quella dei verbi riflessivi.
lavarsi
Indicativo
presente imperfetto passato remoto futuro semplice mi lavo mi lavavo mi lavai mi laveròti lavi ti lavavi ti lavasti ti laveraisi lava si lavava si lavò si laveràci laviamo ci lavavamo ci lavammo ci laveremovi lavate vi lavavate vi lavaste vi laveretesi lavano si lavavano si lavarono si laverannopassato
prossimo
trapassato
prossimo
trapassato
remoto
futuro
anteriore mi sonolavato, -a
mi ero lavato mi fui lavato mi sarò lavato
ti sei lavato, -a ti eri lavato ti fosti lavato ti sarai lavatosi è lavato, -a si era lavato si fu lavato si sarà lavatoci siamolavati, -e
ci eravamolavati
ci fummo lavati ci saremo lavati
vi siete lavati, -e vi eravatelavati
vi foste lavati vi sarete lavati
si sono lavati, -e si erano lavati si furono lavati si saranno lavati
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Congiuntivo
presente passato imperfetto trapassato mi lavi mi sia lavato mi lavassi mi fossi lavato
ti lavi ti sia lavato ti lavassi ti fossi lavatosi lavi si sia lavato si lavasse si fosse lavatoci laviamo ci siamo lavati ci lavassimo ci fossimo lavativi laviate vi siate lavati vi lavaste vi foste lavatisi lavino si siano
lavatisi lavassero si fossero lavati
Condizionale Imperativo
presente passato presente mi laverei mi sarei lavato -ti laveresti ti saresti lavato lavatisi laverebbe si sarebbe lavato si lavici laveremmo ci saremmo lavati laviamocivi lavereste vi sareste lavati lavatevisi laverebbero si sarebbero lavati si lavino
Infinito Participio Gerundio
presente passato presente passato presente passato lavarsi essersilavato
lavantesi lavatosi lavandosi essendosilavato
(lavarmi, (essermilavato,
(lavantisi) (lavatomi, (lavandomi, (essendomilavato,
lavarti, essertilavato,
lavatoti, lavandoti, essendotilavato,
lavarci, essercilavati,
lavatici, lavandoci, essendocilavati,
lavarvi) esservi
lavati,
lavativi, lavandovi) essendovi
lavati,essersilavati)
lavatisi) essendosilavati)
Verbi personali e impersonaliI verbi personali richiedono un soggetto, anche sottinteso:
(Claudia) corre in moto.I verbi impersonali non richiedono un soggetto e sono usati
solo nei modi indefiniti e alla terza persona singolare dei tempi di
modo finito.
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Per lo più si tratta di verbi che indicano fenomeni atmosferici: grandina, lampeggia, nevica, piove, tuona. Adoperati in sensofigurato, questi verbi diventano personali:
Piovevano le critiche da tutte le parti.Anche il verbo ‘fare’ può essere costruito impersonalmente: facaldo / freddo.
Ci sono poi costrutti che si usano spesso, ma non sempre, senzasoggetto, quindi in forma impersonale:
– verbi: accadere, avvenire, bisognare, capitare, convenire,importare, necessitare, occorrere, parere, sembrare, succedere:
Capita che ci vediamo.Sembra che tutto vada bene.
– locuzioni verbali: essere certo, chiaro, evidente, necessario,opportuno, ovvio:
E’ necessario avere pazienza.E’ opportuno che tu parta subito.
In realtà in tutti questi casi il soggetto esiste, ma è rappresentatoda una proposizione di modo finito o infinito, detta soggettiva.
Va detto che qualunque verbo può essere usato impersonalmente premettendo la particella pronominale ‘si’ alla terza persona singolare
di ogni tempo: si dice, si pensa, si vedrà, si viveva ecc.:Troppo spesso si parla senza riflettere.Per la forma impersonale dei verbi riflessivi e pronominali, nei
quali è già presente questa particella, si ricorre alla particella ‘ci’: ci silava, ci si sveglia, ci si accorse, ci si pentì ecc.
Le due particelle sostituiscono un pronome indefinito del tipo‘uno’, ‘qualcuno’, ‘un tale’:
Si dice = Uno/qualcuno/un tale dicePer quanto riguarda i tempi composti, una frase come:
Si è sprecato troppo tempo.equivale a:Qualcuno ha sprecato troppo tempo.
Abbiamo quindi la sostituzione dell’ausiliare ‘avere’ con‘essere’, secondo la regola che tutti i verbi preceduti dalla particella pronominale si coniugano con l’ausiliare ‘essere’:
Qualcuno ha visto Ugo in paese. = Si è visto Ugo in paese.Sarò creduto innocente solo quando qualcuno avrà trovato ilvero colpevole. =
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Sarò creduto innocente solo quando si sarà trovato il verocolpevole.
I tempi composti dei verbi impersonali si formano con l’ausiliare
‘essere’. Tuttavia i verbi che indicano fenomeni atmosferici possonousare anche l’ausiliare ‘avere’:Ieri è piovuto.Ha piovuto tutta la notte.
Verbi che precedono altri verbi: servili, causativi e fraseologici Non solo gli ausiliari ‘essere’ e ‘avere’ servono come
“appoggio” ad altri verbi, ma anche i verbi servili, causativi efraseologici. Questi verbi hanno in comune la seguente caratteristica:
non si usano (o molto raramente) da soli, ma precedono un secondoverbo all’infinito (in qualche caso al gerundio), e formano con questoun unico predicato verbale.
– i verbi servili→ dovere, potere, volere reggono l’infinito di unaltro verbo, del quale indicano una “modalità”, rispettivamente lanecessità, la possibilità, la volontà:
Potremmo partire.Devo studiare.Vuole dormire.
A sottolineare lo stretto legame tra il verbo servile e il verbo chelo segue, il primo ha per lo più l’ausiliare del secondo:
sono tornato / sono dovuto (potuto, voluto) tornare;ho aiutato / ho dovuto (potuto, voluto) aiutare.
In particolare, quando sono seguiti dal verbo ‘essere’ i verbiservili hanno l’ausiliare ‘avere’:
Ho dovuto essere magnanimo.La presenza di un pronome atono, che si può collocare prima o
dopo il verbo servile, ha effetto sulla scelta dell’ausiliare: Non ho potuto andarci. Non ci sono potuto andare.
Oltre a questi verbi, reggono l’infinito anche verbi comedesiderare, osare, preferire, sapere (nel significato di ‘essere capacedi’), sentire, vedere ecc.:
Desideravamo tornare a casa. Non osa chiedertelo.Preferirei andarci da solo.
So parlare inglese.
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Mi sono sentito chiamare.L’ho visto partire all’alba.
– i verbi causativi → fare, lasciare indicano un’azione causatadal soggetto, ma non compiuta direttamente dal soggetto:
Faccio dormire il bambino.Lasciamo parlare Paola.
– i verbi fraseologici → stare per, cominciare a, continuare a, finire di precisano come un’azione o una situazione si sviluppa neltempo, indicando di volta in volta:
– la sua imminenza: Sto per mangiare. (azione ingressiva) – il suo inizio: Comincio a mangiare. – il suo svolgimento: Sto mangiando. (azione durativa)
Continuo a mangiare. – la sua fine: Finisco / smetto di mangiare.
Vi sono varie locuzioni con valore fraseologico: essere sul puntodi, andare avanti a ecc.:
Era sul punto di partire quando si sentì chiamato.
Verbi difettiviI verbi riconducibili a una delle tre coniugazioni di cui però non
si adoperano tutte le voci si chiamano difettivi, perché “difettano”,cioè mancano di alcune forme. I più importanti sono: addirsi, solere,urgere, vertere, vigere.
addirsiindicativo pres.: si addice, si addicono;indicativo imperf .: si addiceva, si addicevano;congiuntivo pres.: si addica, si addicano;
congiuntivo imperf .: si addicesse, si addicessero.soléreindicativo pres.: soglio, suoli, suole, sogliamo, solete, sogliono;indicativo imperf .: solevo, solevi ecc.;congiuntivo pres.: soglia, sogliamo, sogliate, sogliano;congiuntivo imperf .: solessi, solesse ecc.;
participio pass.: solito; gerundio pres.: solendo.
Soleva passeggiare dopo cena.
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ùrgereindicativo pres.: urge, urgono;indicativo imperf .: urgeva, urgevano;
indicativo futuro: urgerà, urgeranno;congiuntivo pres.: urga, urgano;congiuntivo imperf .: urgesse, urgessero;condizionale pres.: urgerebbe, urgerebbero;
participio pres.: urgente; gerundio pres.: urgendo.
vèrtereindicativo pres.: verte, vertono;indicativo imperf .: verteva, vertevano;indicativo pass. rem.: verté, verterono;indicativo futuro: verterà, verteranno;congiuntivo pres.: verta, vertano;congiuntivo imperf .: vertesse, vertessero;condizionale pres.: verterebbe, verterebbero;
participio pres.: vertente; gerundio pres.: vertendo.
vìgereindicativo pres.: vige, vigono;indicativo imperf .: vigeva, vigevano;indicativo futuro: vigerà, vigeranno;congiuntivo pres.: viga, vigano;congiuntivo imperf .: vigesse, vigessero;condizionale pres.: vigerebbe, vigerebbero;
participio pres.: vigente;
gerundio pres.: vigendo.Questa legge vige ormai da molti anni.
Dei verbi ardire, atterrire, marcire, che hanno coniugazioneregolare, non si usano alcune forme perché coincidono con quelle deiverbi ardere, atterrare, marciare: ardiamo, ardiate, ardente; atterriate;marciamo, marciate. In questi casi, per evitare possibili equivoci, siricorre a verbi sinonimi quali osare, spaventare, imputridire.
Nella categoria dei verbi difettivi vanno anche inclusi alcuni
verbi che mancano del participio passato, quindi non possono formare
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i tempi composti: competere, concernere, convergere, dirimere,discernere, divergere, esimere, incombere, inerire, soccombere,
splendere, suggere, transigere.
Verbi sovrabbondantiSi chiamano così due verbi formati con la stessa radice, ma che
seguono due coniugazioni differenti: scolorare / scolorire.Col cambiamento di coniugazione, il loro significato: – può rimanere pressoché identico:
adempiere / adempire;ammansare / ammansire;annerare / annerire;
colorare / colorire;compiere / compire;dimagrare / dimagrire;empiere, riempiere / empire, riempire;starnutare / starnutire.
– può mutare:abbrunare ‘mettere il lutto’ / abbrunire ‘divenire bruno’;arrossare ‘rendere rosso’ / arrossire ‘divenire rosso’;
fallare ‘sbagliare’ / fallire ‘far fallimento’;imboscare ‘nascondere’ / imboschire ‘piantare un bosco’;impazzare ‘manifestarsi in maniera rumorosa’ / impazzire‘diventare pazzo’;sfiorare ‘passare vicino toccando appena’ / sfiorire ‘appassire’.L’aereo sfiorò la superficie del lago.Le rose sfioriscono.
Verbi irregolari
Si chiamano così i verbi che si allontanano in modo più o menospiccato dal modello di coniugazione a cui appartengono.L’irregolarità può consistere:
• nel cambiamento della radice: and-are → vad-o;• nel cambiamento delle normali desinenze: cad-di invece di
cad-ei, cad-etti;• nel cambiamento sia della radice sia delle desinenze: viv-ere
→ vis-si.
1. Iª coniugazione → andare, dare, fare, stare.
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Il verbo ‘fare’ deriva dal latino FACĔRE e mostra in parecchieforme le desinenze caratteristiche della seconda coniugazione: facevo,
facessi, facendo.
2. IIª coniugazione → bere, cadere, chiedere, cogliere, concedere,condurre, conoscere, crescere, cuocere, dirigere, discutere, dovere,
fondere, fungere, giungere, godere, leggere, mettere, mordere,
muovere, nascere, nuocere, parere, perdere, persuadere, piacere,
piangere, piovere, porgere, porre, potere, pungere, reggere, rendere,ridere, riflettere, rimanere, rompere, sapere, scegliere, scendere,
sciogliere, scuotere, sorgere, stringere, succedere, tacere, tendere,
tenere, togliere, trarre, valere, vedere, vivere, volere.
I verbi irregolari della seconda coniugazione sono molto piùnumerosi e di solito si dividono in due gruppi: – verbi in -ére (con e tonica) → valére; – verbi in `-ere (con e atona) → accèndere.I primi hanno un maggior numero di forme anomale e inoltre
alternano generalmente la radice in alcune voci del presente indicativoe congiuntivo: vàlg-o, vàlg-a.
I secondi, invece, limitano la propria irregolarità al passatoremoto (alla prima e terza persona singolare e alla terza plurale) e al participio passato: accés-i, accés-e, accés-ero; accés-o.
3. IIIª coniugazione → apparire, aprire, cucire, dire, morire,
offrire, salire, seppellire, udire, uscire, venire. Non sono molti i verbi irregolari della terza coniugazione, ma
questi presentano per lo più alterazioni della radice in determinateforme del presente indicativo e congiuntivo (al pari dei verbi in -ére):ven-ire, veng-o, veng-a.
Verbi irregolari della prima coniugazione
andare (ausiliare essere)indicativo pres.: vado, vai, va, andiamo, andate, vanno;imperf .: andavo...
pass. rem.: andai... futuro: andrò...congiuntivo pres.: vada, vada, vada, andiamo, andiate, vadano;imperf .: andassi...
condizionale pres.: andrei...
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imperativo: va’ (vai), vada, andiamo, andate, vadano; participio pres.: andante; pass.: andato;
gerundio pres.: andando.
dare (ausiliare avere)indicativo pres.: do, dai, dà, diamo, date, danno;imperf .: davo...
pass. rem.: diedi (detti), desti, diede (dette), demmo, deste, diedero(dettero);
futuro: darò...congiuntivo pres.: dia, dia, dia, diamo, diate, diano;imperf .: dessi, dessi, desse, dessimo, deste, dessero;condizionale pres.: darei...imperativo: da’ (dai), dia, diamo, date, diano;
participio pass.: dato; gerundio pres.: dando.
fare (ausiliare avere)indicativo pres.: faccio, fai, fa, facciamo, fate, fanno;
imperf .: facevo... pass. rem.: feci, facesti, fece, facemmo, faceste, fecero; futuro: farò...congiuntivo pres.: faccia, faccia, faccia, facciamo, facciate, facciano;imperf .: facessi, facessi, facesse, facessimo, faceste, facessero;condizionale pres.: farei...imperativo: fa’ (fai), faccia, facciamo, fate, facciano;
participio pres.: facente; pass.: fatto;
gerundio pres.: facendo.Come ‘fare’ si coniugano assuefare, contraffare, rifare,
sopraffare, stupefare, tumefare. Altri composti possiedono vociautonome:
– ‘disfare’ nell’indicativo pres. fa disfo, disfa; – ‘soddisfare’ ha forme regolari:
◙ nell’indicativo pres.: soddisfo;◙ nel futuro: soddisferò;
◙ nel congiuntivo pres.: soddisfi.
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stare (ausiliare essere)indicativo pres.: sto, stai, sta, stiamo, state, stanno;imperf .: stavo...
pass. rem.: stetti, stesti, stette, stemmo, steste, stettero; futuro: starò...congiuntivo pres.: stia, stia, stia, stiamo, stiate, stiano;imperf .: stessi, stessi, stesse, stessimo, steste, stessero;condizionale pres.: starei...imperativo: sta’ (stai), stia, stiamo, state, stiano;
participio pres.: stante; pass.: stato; gerundio pres.: stando.
Si comportano come ‘stare’ i verbi ristare, soprastare, sottostare.Seguono la coniugazione regolare i composti constare, contrastare,costare, prestare, restare, sostare, sovrastare.
Verbi irregolari della seconda coniugazione
A) in -ére:
cadere (ausiliare essere)indicativo pass. rem.: caddi, cadesti, cadde, cademmo, cadeste,caddero;
futuro: cadrò...condizionale pres.: cadrei...
Come ‘cadere’ si coniugano accadere, decadere, scadere.
dovere (ausiliare avere)
indicativo pres.: devo (debbo), devi, deve, dobbiamo, dovete, devono(debbono);imperf .: dovevo...
pass. rem.: dovei (dovetti), dovesti... futuro: dovrò...congiuntivo pres.: deva, deva, deva (debba), dobbiamo, dobbiate,devano (debbano);imperf .: dovessi...condizionale pres.: dovrei...
imperativo: -
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participio pres.: - pass.: dovuto; gerundio pres.: dovendo.
potere (ausiliare avere)indicativo pres.: posso, puoi, può, possiamo, potete, possono;imperf .: potevo...
pass. rem.: potei... futuro: potrò...congiuntivo pres.: possa, possa, possa, possiamo, possiate, possano;imperf .: potessi...condizionale pres.: potrei...imperativo pres.: -
participio pres.: potente (con valore di aggettivo o sostantivo); pass.: potuto; gerundio pres.: potendo.
rimanere (ausiliare essere)indicativo pres.: rimango, rimani, rimane, rimaniamo, rimanete,rimangono;
imperf .: rimanevo... pass. rem.: rimasi, rimanesti, rimase, rimanemmo, rimaneste,rimasero;
futuro: rimarrò...congiuntivo pres.: rimanga, rimanga, rimanga, rimaniamo, rimaniate,rimangano;imperf .: rimanessi...condizionale pres.: rimarrei...imperativo: rimani, rimanga, rimaniamo, rimanete, rimangano;
participio pres.: rimanente; pass.: rimasto; gerundio pres.: rimanendo.
sapere (ausiliare avere)indicativo pres.: so, sai, sa, sappiamo, sapete, sanno;imperf .: sapevo...
pass. rem.: seppi, sapesti, seppe, sapemmo, sapeste, seppero;
futuro: saprò...
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congiuntivo pres.: sappia, sappia, sappia, sappiamo, sappiate,sappiano;imperf .: sapessi...
condizionale pres.: saprei...imperativo: sappi, sappia, sappiamo, sappiate, sappiano;
participio pres.: sapiente (con valore di aggettivo o sostantivo); pass.: saputo; gerundio pres.: sapendo.
tenere (ausiliare avere)indicativo pres.: tengo, tieni, tiene, teniamo, tenete, tengono;imperf .: tenevo...
pass. rem.: tenni, tenesti, tenne, tenemmo, teneste, tennero; futuro: terrò...congiuntivo pres.: tenga, tenga, tenga, teniamo, teniate, tengano;imperf .: tenessi...condizionale pres.: terrei...imperativo: tieni, tenga, teniamo, tenete, tengano; participio pres.: tenente; pass.: tenuto;
gerundio pres.: tenendo.Si coniugano come ‘tenere’ i composti appartenere, contenere,
ottenere, trattenere.
vedere (ausiliare avere)indicativo pres.: vedo...imperf .: vedevo...
pass. rem.: vidi, vedesti, vide, vedemmo, vedeste, videro;
futuro: vedrò...condizionale pres.: vedrei...imperativo: vedi, veda, vediamo, vedete, vedano;
participio pres.: vedente; pass.: visto (veduto); gerundio pres.: vedendo.
Alcuni composti di ‘vedere’ seguono la sua coniugazione, comeavvedersi, intravedere, ma prevedere e provvedere hanno la forma
sincopata al futuro e al condizionale pres.: prevederò, provvederei ecc.
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volere (ausiliare avere)indicativo pres.: voglio, vuoi, vuole, vogliamo, volete, vogliono;imperf .: volevo...
pass. rem.: volli, volesti, volle, volemmo, voleste, vollero; futuro: vorrò, vorrai, vorrà, vorremo, vorrete, vorranno;congiuntivo pres.: voglia, voglia, voglia, vogliamo, vogliate, vogliano;imperf .: volessi...condizionale pres.: vorrei, vorresti, vorrebbe, vorremmo, vorreste,vorrebbero;imperativo pres.: vogli, voglia, vogliamo, vogliate, vogliano;
participio pres.: volente; pass.: voluto; gerundio pres.: volendo.
B) in -ere:
bere (ausiliare avere)indicativo pres.: bevo, bevi, beve, beviamo, bevete, bevono;imperf .: bevevo...
pass. rem.: bevvi (bevei, bevetti), bevesti, bevve (bevé, bevette), bevemmo, beveste, bevvero (beverono, bevettero); futuro: berrò...congiuntivo pres.: beva...imperf .: bevessi...condizionale pres.: berrei...imperativo: bevi, beva, beviamo, bevete, bevano;
participio pres.: bevente; pass.: bevuto; gerundio pres.: bevendo.
condurre (ausiliare avere)indicativo pres.: conduco, conduci, conduce, conduciamo, conducete,conducono;imperf .: conducevo...
pass. rem.: condussi, conducesti, condusse, conducemmo, conduceste,condussero;
futuro: condurrò, condurrai, condurrà, condurremo, condurrete, con-durranno;
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congiuntivo pres.: conduca, conduca, conduca, conduciamo, conduciate,conducano;imperf .: conducessi...
condizionale pres.: condurrei, condurresti, condurrebbe, condurremmo,condurreste, condurrebbero;imperativo: conduci, conduca, conduciamo, conducete, conducano;
participio pres.: conducente; pass.: condotto; gerundio pres.: conducendo.
Seguono la coniugazione di ‘condurre’ i composti addurre,dedurre, introdurre, produrre, ridurre, sedurre, tradurre.
porre (ausiliare avere)indicativo pres.: pongo, poni, pone, poniamo, ponete, pongono;imperf .: ponevo...
pass. rem.: posi, ponesti, pose, ponemmo, poneste, posero; futuro: porrò...congiuntivo pres.: ponga, ponga, ponga, poniamo, poniate, pongano;imperf .: ponessi...condizionale pres.: porrei...imperativo: poni, ponga, poniamo, ponete, pongano;
participio pres.: ponente; pass.: posto; gerundio pres.: ponendo.
Si coniugano come ‘porre’ i composti anteporre, deporre, opporre, supporre.
scegliere (ausiliare avere)indicativo pres.: scelgo, scegli, sceglie, scegliamo, scegliete, scelgono;imperf .: sceglievo...
pass. rem.: scelsi, scegliesti, scelse, scegliemmo, sceglieste, scelsero; futuro: sceglierò...congiuntivo pres.: scelga, scelga, scelga, scegliamo, scegliate,scelgano;imperf .: scegliessi...condizionale pres.: sceglierei...
imperativo: scegli, scelga, scegliamo, scegliete, scelgano;
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participio pres.: scegliente; pass.: scelto; gerundio pres.: scegliendo.
vivere (ausiliare essere; quando è usato transitivamente assumel’ausiliare avere)indicativo pass. rem.: vissi, vivesti, visse, vivemmo, viveste, vissero;
futuro: vivrò...condizionale pres.: vivrei...
participio pass.: vissuto.
Come ‘vivere’ si coniugano anche convivere, sopravvivere.
Verbi irregolari della terza coniugazione
dire (ausiliare avere)indicativo pres.: dico, dici, dice, diciamo, dite, dicono;imperf .: dicevo...
pass. rem.: dissi, dicesti, disse, dicemmo, diceste, dissero; futuro: dirò...
congiuntivo pres.: dica, dica, dica, diciamo, diciate, dicano;imperf .: dicessi...condizionale pres.: direi...imperativo: di’, dica, diciamo, dite, dicano;
participio pres.: dicente; pass.: detto; gerundio pres.: dicendo.
Come ‘dire’ si coniugano benedire, contraddire, disdire, maledire,
predire, ridire, ma nell’imperativo si ha benedici, contraddici,maledici.
morire (ausiliare essere)indicativo pres.: muoio, muori, muore, moriamo, morite, muoiono;imperf .: morivo...
pass. rem.: morii... futuro: morrò (morirò)...congiuntivo pres.: muoia, muoia, muoia, moriamo, moriate, muoiano;imperf .: morissi...
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condizionale pres.: morrei (morirei)...imperativo: muori, muoia, moriamo, morite, muoiano;
participio pres.: morente;
pass.: morto; gerundio pres.: morendo.
offrire (ausiliare avere)indicativo pass. rem.: offersi (offrii), offristi, offerse (offrì), offrimmo,offriste, offersero (offrirono);
participio pres.: offerente; pass.: offerto.
Come ‘offrire’ si coniuga soffrire.
salire (ausiliare essere; quando è usato transitivamente assumel’ausiliare avere)indicativo pres.: salgo, sali, sale, saliamo, salite, salgono;congiuntivo pres.: salga, salga, salga, saliamo, saliate, salgano;imperativo: sali, salga, saliamo, salite, salgano.
udire (ausiliare avere)indicativo pres.: odo, odi, ode, udiamo, udite, odono;imperf .: udivo...
pass. rem.: udii... futuro: udirò (udrò)...congiuntivo pres.: oda, oda, oda, udiamo, udiate, odano;imperf .: udissi...condizionale pres.: udirei (udrei)...imperativo: odi, oda, udiamo, udite, odano;
participio pres.: udente, udiente; pass.: udito; gerundio pres.: udendo.
uscire (ausiliare essere)indicativo pres.: esco, esci, esce, usciamo, uscite, escono;congiuntivo pres.: esca, esca, esca, usciamo, usciate, escano;imperativo: esci, esca, usciamo, uscite, escano.
Come ‘uscire’ si coniuga riuscire.
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venire (ausiliare essere)indicativo pres.: vengo, vieni, viene, veniamo, venite, vengono;imperf .: venivo...
pass. rem.: venni, venisti, venne, venimmo, veniste, vennero; futuro: verrò...congiuntivo pres.: venga, venga, venga, veniamo, veniate, vengano;imperf .: venissi...condizionale pres.: verrei...imperativo: vieni, venga, veniamo, venite, vengano;
participio pres.: veniente; pass.: venuto; gerundio pres.: venendo.
Come ‘venire’ si coniugano avvenire, convenire, divenire, provenire.
USO DEI MODI E DEI TEMPI
Modi finiti
L’indicativo è il modo della realtà, della certezza, della consta-tazione e dell’esposizione obiettiva, o presentata come tale:
Luca parla.
Il congiuntivo è il modo della possibilità, del desiderio o deltimore, dell’opinione soggettiva o del dubbio, del verosimile odell’irreale; viene usato generalmente in proposizioni dipendenti daverbi che esprimono incertezza, giudizio personale, partecipazioneaffettiva:
Non voglio che tu mi mentisca.Il condizionale indica anch’esso fatti, azioni, modi di essere in
cui prevale l’aspetto di eventualità, subordinata a una condizione:Me ne andrei (se potessi).
L’imperativo, infine, è il modo del comando, dell’invito,dell’esortazione, dell’ammonimento, dell’invocazione:
Vattene!
Modi indefiniti
L’infinito indica genericamente l’azione espressa dal verbosenza determinazioni di persona e di numero: studiare, leggere, partire.
Il participio può svolgere sia la funzione di verbo sia quella di
aggettivo o di sostantivo. Il participio presente determina solo il
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numero: insegnante, insegnanti; vedente, vedenti, mentre il participio passato determina sia il numero sia il genere: candidato, candidata,candidati, candidate; nato, nata, nati, nate.
Il gerundio indica un fatto che si svolge in rapporto a un altro,espresso nella proposizione reggente da un verbo di modo finito:Discutevamo passeggiando.
Funzioni e tempi dell’indicativo
L’indicativo è l’unico modo verbale che abbia specificati neisuoi vari tempi, semplici e composti, i tre fondamentali punti diriferimento cronologici in cui un fatto avviene:
– l’anteriorità, nelle sue molteplici articolazioni → imperfetto, passato prossimo, passato remoto, trapassato prossimo, trapassato remoto; – la contemporaneità → presente; – la posteriorità → futuro semplice, futuro anteriore.L’indicativo si adopera sia in frasi indipendenti o principali:
Claudio ha vent’anni.sia in frasi subordinate, cioè dipendenti da altre frasi:
Sono sicuro che Claudio ha vent’anni.L’indicativo ha:
– quattro tempi semplici, formati da un unico elemento: – il presente: amo, credo, parto, finisco; – l’imperfetto: amavo, credevo, partivo, finivo; – il futuro: amerò, crederò, partirò, finirò; – il passato remoto: amai, credei (credetti), partii, finii;
– quattro tempi composti, formati da due elementi: – il passato prossimo, formato dall’indicativo presente
dell’ausiliare seguito dal participio passato del verbo da formare:ho amato / creduto / finito; sono partito;
– il futuro anteriore, formato dall’indicativo futurodell’ausiliare seguito dal participio passato del verbo da formare:avrò amato / creduto / finito; sarò partito;
– il trapassato prossimo, formato dall’indicativo imperfettodell’ausiliare seguito dal participio passato del verbo da formare:avevo amato / creduto / finito; ero partito;
– il trapassato remoto, formato dal passato remotodell’ausiliare seguito dal participio passato del verbo da formare:
ebbi amato / creduto / finito; fui partito.
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Il presente indica il fatto, l’azione, il modo di essere che sisvolgono o sussistono nel momento stesso in cui si parla:
Faccio una passeggiata.
Il presente è dunque il tempo della contemporaneità e corrispondead un’ideale sovrapposizione tra il momento dell’enunciazione e ilmomento dell’avvenimento; ma si tratta di una contemporaneitàrelativa, da mettere in rapporto a un punto di riferimento cronologicoche si può collocare anche nel futuro: Domani faccio una passeggiata.
Spesso il presente esprime la consuetudine, l’iterazione, laregolarità con cui si verificano determinati fatti:
Vedo Alberto tutti i giorni.Il rapido per Napoli parte alle quindici.
o indica un’attitudine del soggetto:Franco parla il tedesco.Inoltre il presente è in grado di significare ciò che si avvera
sempre, le verità atemporali:La luna gira intorno alla terra.
Nei proverbi e negli aforismi il presente vuole indicare appuntola perenne validità di quanto viene affermato:
Il lupo perde il pelo ma non il vizio.Il presente storico vuole far rivivere il passato, serve a conferire
maggiore efficacia alla narrazione dei fatti, ad attualizzarli:Leopardi nasce a Recanati nel 1798.
L’imperfetto esprime la durata o la ripetizione nel passato: La pioggia cadeva ininterrottamente da due giorni.Venivano a trovarci quasi tutte le settimane.
Dal punto di vista aspettuale l’imperfetto indica un’azioneincompiuta nel passato:
Ieri tornavo a casa quando ho incontrato Gianni.
Nelle narrazioni, l’imperfetto costituisce il tempo della descrizione per eccellenza. Esso si presta infatti a rappresentare scene statiche, incui tutti gli elementi sono collocati sul medesimo piano temporale:
La stazione era deserta. Carla indossava un soprabito scuro.L’orologio segnava le venti e trenta.
L’imperfetto può descrivere luoghi e personaggi o può delinearestati di cose. Infine esso può assumere valori aspettuali propri del passato remoto, come avviene con il cosiddetto imperfetto narrativo,caratteristico della lingua letteraria e dei resoconti giornalistici:
Al ventesimo minuto della ripresa il centravanti metteva in rete.
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Talvolta l’imperfetto può assumere valori modali diversi daquelli propri dell’indicativo. Si possono distinguere:
– un imperfetto ipotetico: Facevi meglio a stare zitto.
Quest’uso è comune soprattutto nel parlato; in una varietà piùformale di lingua troviamo invece il condizionale passato: Avresti fatto meglio a stare zitto.
– un imperfetto irreale: Poi entravo in un’enorme sala a specchi:dopo alcuni secondi le pareti iniziavano a muoversi verso di me...
In questa frase il tempo serve a sottolineare un distacco dallarealtà, la creazione di un universo fittizio, ed è tipico delle narrazionidi sogni.Esiste poi il cosiddetto imperfetto ludico, comune nelle affabulazioni
dei bambini: Allora, facciamo che io ero il papà e tu la mamma. – un imperfetto attenuativo: – Cosa desiderava, signora? – Mah, volevo due etti di prosciutto.
Si ricorre a questo tipo di imperfetto in particolare con il verbo‘volere’ e sinonimi, per conferire un tono di cortesia o di attenuazionedel valore iussivo di una richiesta.
Il passato remoto indica un’azione conclusa nel passato. Nella frase:
Moravia scrisse Gli indifferenti dal 1925 al 1928.il passato remoto mette in rilievo l’inizio e la fine dell’azione.
Il passato prossimo esprime un fatto compiuto nel passato, mache ha una qualche relazione col presente, o perché l’evento descritto perdura nel presente:
Due giorni fa ho preso una brutta influenza (e ancora ne soffro).o perché gli effetti dell’evento descritto perdurano nel presente:
Ho imparato l’inglese durante un soggiorno di studio negli
Stati Uniti.Il passato prossimo può equivalere in qualche caso a un futuroanteriore, presentando il fatto come compiuto nel futuro, anche senzal’accompagnamento di avverbi o di locuzioni avverbiali: Un ultimosforzo e ho finito. (= avrò finito)
Il trapassato prossimo e il trapassato remoto
Il trapassato prossimo indica un fatto del passato, anteriore aun altro fatto pure del passato:
Mi ero appena addormentato, quando bussarono alla porta.
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Anche il trapassato prossimo può assumere valori modali diversida quelli propri dell’indicativo:
– il trapassato prossimo ipotetico è usato nell’apodosi del
periodo ipotetico, in luogo del condizionale passato: Se non mi fossiammalato, a quest’ora avevo già terminato gli esami.
– il trapassato prossimo attenuativo: Buongiorno, ero venuto per chiederle una cortesia.
Il trapassato remoto indica un fatto anteriore al passato remoto.Il trapassato remoto ha un uso più limitato del trapassato prossimo eoggi si trova solo nelle proposizioni temporali introdotte da ‘quando’,‘dopo che’, ‘non appena’, ‘appena (che)’:
Non appena se ne fu andato, vennero a cercarlo.
Il futuro semplice e il futuro anteriore
Il futuro semplice indica un fatto che deve ancora verificarsi ogiungere a compimento:
Terminerò il lavoro entro una settimana.Il futuro semplice può assumere valore di imperativo: Farete
esattamente come vi ho detto.
Il futuro anteriore indica un evento futuro, anteriore a un altro pure del futuro:
Quando lo avrai visto, te ne renderai conto. Sia il futuro semplice sia il futuro anteriore possono assumere
valori modali, possono indicare un dubbio, una supposizione o unadeduzione del parlante:
Hanno bussato alla porta, sarà Marco.A occhio e croce questa pizza peserà due etti.
Quando è iniziato lo spettacolo saranno state le nove.Funzioni e tempi del congiuntivo Il congiuntivo presenta un’azione, una situazione o un fatto
come incerti, sperati, possibili, dubbi e comunque legati a♦ un’opinione: Credo che Claudio abbia circa vent’anni.♦ un desiderio o una volontà personale: Spero / Voglio che mi
diciate la verità.E’ un modo tipico delle frasi subordinate, ma può incontrarsi
anche in alcuni tipi di frasi indipendenti.
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Il congiuntivo ha: – due tempi semplici, formati da un unico elemento:
– il presente: ami, creda, parta, finisca;
– l’imperfetto: amassi, credessi, partissi, finissi; – due tempi composti, formati da due elementi: – il passato, formato dal congiuntivo presente dell’ausiliare
seguito dal participio passato del verbo da formare: abbia amato/ creduto / finito; sia partito;
– il trapassato, formato dal congiuntivo imperfettodell’ausiliare seguito dal participio passato del verbo da formare:avessi amato / creduto / finito; fossi partito.
Funzioni e tempi del condizionale Nelle frasi principali, il condizionale esprime una conseguenzaall’interno di un’ipotesi:
Se ci fosse un bel film, andrei volentieri al cinema.Più raramente esso si adopera: – per attenuare ● una richiesta: Vorrei del prosciutto.
● un’affermazione: Sarebbe meglio non farlo. – per esprimere ◙ un dubbio: Che dovrei fare?
◙ un desiderio: Quanto mi piacerebbe rivederla!
Il condizionale ha due tempi: – il presente, semplice: amerei, crederei, partirei, finirei; – il passato, composto, formato dal condizionale presente
dell’ausiliare seguito dal participio passato del verbo da formare: avreiamato / creduto / finito; sarei partito.
In alcune frasi subordinate, il condizionale passato si adopera per esprimere l’idea del ‘futuro nel passato’:
Tanto tempo fa Marco mi aveva promesso che sarebbe venutoa trovarmi.
Funzioni e tempi dell’imperativoL’imperativo si usa per:
– ordinare: Parla! – rimproverare: Vergognatevi! – invitare: Vieni a cena da noi! – pregare: Abbi pietà!L’imperativo ha solo due persone, la seconda singolare e plurale,
e solo un tempo, il presente. Nella forma negativa, la seconda personasingolare si esprime con l’infinito presente preceduto dalla negazione
‘non’: Non correre!
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Funzioni e tempi dell’infinito
L’infinito ha caratteri a metà tra il verbo e il nome:a) è il verbo di quasi tutte le frasi subordinate implicite:
oggettive, soggettive, interrogative indirette, causali, temporali, finali,consecutive,
e di alcune frasi indipendenti che esprimono: – un dubbio: Che fare? – un’esclamazione: Tu, farmi questo! – un ordine o un’istruzione: Tenere la destra! – un desiderio: Ah, saperlo prima! b) preceduto o no dall’articolo o da una preposizione, può essere
un nome:Mi piace tanto (il) cantare = il cantoHo sempre avuto la passione di cantare = del canto
L’infinito ha due tempi: – il presente
– il passato, formato dall’infinito presente dell’ausiliare seguitodal participio passato del verbo da formare: avere amato / creduto /finito; esser partito.
Il presente indica un rapporto di contemporaneità o di posterioritàrispetto al tempo del verbo della reggente:
Dicedi conoscerlo.
DicevaIl passato indica un rapporto di anteriorità:
Dicedi averlo conosciuto.
Diceva
Preceduto dalla negazione ‘non’, l’infinito presente può acquistareil valore di imperativo:
Non dire sciocchezze!Ha lo stesso valore, anche senza la negazione, in avvisi, cartelli,
insegne:Tenere la destra!Gettare i rifiuti nel cestino!
Spesso l’infinito presente svolge la funzione di sostantivo:
Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare.
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L’infinito presente è la ‘forma di citazione’ del verbo, cioèquella, riportata nel vocabolario, che convenzionalmente rappresentatutte le forme di un determinato verbo.
Funzioni e tempi del participioIl participio ha due tempi:
– il presente: amante, credente, partente; – il passato: amato, creduto, partito, finito.
Il participio presente, che non si adopera con tutti i verbi, si usaquasi esclusivamente come:
– aggettivo: E’ stata una partita entusiasmante. – nome: E’ un cantante di musica leggera.
Come gli aggettivi in -e, il participio presente ha una forma per il maschile e il femminile singolare e una per il maschile e ilfemminile plurale: amante, amanti.
Il participio presente è usato sempre più raramente nel suovalore verbale. Con valore verbale esso si ritrova oggi soltanto nellalingua burocratica, che si compiace spesso di un tono ricercato: Impresefruenti del regime di contabilità semplificata. (= che fruiscono)
Il participio passato si comporta, invece, come gli aggettivi in -o: amato, amata, amati, amate, e si adopera quasi sempre come verbo:
1. per formare i tempi composti di tutti i verbi, e in questo casosegue i verbi ausiliari ‘avere’ o ‘essere’: ho amato, sono partito;
2. per formare i verbi passivi, e in questo caso segue i verbi‘essere’ o ‘venire’:
La carne è / viene evitata da molte persone.3. in vari tipi di frasi subordinate: – causali: Tranquillizzatosi, il bambino smise di piangere. – ipotetiche: Il vino, bevuto con moderazione, non fa male.
– concessive: Benché ferito, continuò a combattere. – temporali: Appena arrivato, mi sono messo a dormire. – relative: Non ho ancora ricevuto la lettera spedita da Maria.Il participio passato può avere funzione di aggettivo o di
sostantivo: il candidato eletto; uno sconosciuto.
Concordanza del participio passato▪ Quando è accompagnato dall’ausiliare ‘essere’, il participio
passato concorda in genere e numero con il nome cui si riferisce: Tua
madre è venuta ieri.
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ma con i verbi transitivi pronominali o riflessivi apparenti il participio può concordare sia con il soggetto sia con il complemento oggetto: Iragazzi si sono lavati (o lavate) le mani.
▪ Quando è accompagnato dall’ausiliare ‘avere’, il participio passato rimane di solito invariato: Monica ha comprato due gonne.
Tuttavia, se è preceduto dal complemento oggetto, il participio passato può concordare con questo in genere e numero: Le due gonneche Monica ha comprate sono rosse. (ma è più comune la formainvariata, ha comprato)
La concordanza con il complemento oggetto è però obbligatorianel caso in cui questo sia rappresentato dai pronomi lo, la, li, le:
Maura ha visto due gonne e le ha comprate.Funzioni e tempi del gerundioIl gerundio si trova solo in frasi subordinate, che possono
essere: – ipotetiche: Andando di questo passo, non arriveremo mai. – causali: Avendo pagato in contanti, ha diritto a un omaggio. – concessive: Pur avendo studiato, non ho superato l’esame. – temporali: Attraversando la strada ho visto un cane.
– modali: Perché parli muovendo tanto le mani?Il gerundio ha due tempi: – il presente: amando, credendo, partendo, finendo; – il passato, formato dal gerundio presente dell’ausiliare seguito
dal participio passato del verbo da formare: avendo amato / creduto /finito; essendo partito.
Il gerundio presente contribuisce a formare le perifrasi verbali: – ‘andare’ + gerundio → Il tempo va migliorando. – ‘stare’ + gerundio → Sto studiando.
che esprimono un’azione progressiva e durativa, considerata cioè nelsuo progredire e nella sua durata.
Molti gerundi presenti hanno subito un processo di nomina-lizzazione: laureando, reverendo e, nel linguaggio musicale, crescendo,diminuendo.
Il gerundio passato non è molto usato: Avendo studiato è stato promosso.in genere viene sostituito con frasi esplicite: E’ stato promosso perchéha studiato.
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Esercizi
1. Indica se i verbi in corsivo sono transitivi (T) o intransitivi (I):
L’atleta ha ottenuto una meritata vittoria. (...) Dopo la lezioneandremo al cinema. (...) Ho visitato diverse città, (...) ma amosoprattutto la mia. (...) In quella località di montagna trascorremmogiorni tranquilli. (...) Gli dei greci risiedevano sul monte Olimpo. (...)Sono entrato in quella associazione culturale di recente. (...) Hotelefonato a Sandro ma non può venire. (...) Marco ha comprato unamoto nuova. (...) Quei due ragazzi ridono sempre per niente. (...)
2. Completa le seguenti frasi con un complemento oggetto, se iverbi sono transitivi, o con un complemento indiretto, se sonointransitivi:
Mario scese __________ a precipizio. Luigi è arrivato __________ in ritardo e il maestro lo ha rimproverato. Ho fatto __________ talmente spaventoso che mi sono svegliato di soprassalto.Mangiai __________ e subito scesi in cortile a giocare. Paola hadormito questo pomeriggio soltanto __________ .
3. Volgi al passivo le seguenti frasi:I contadini tagliano il fieno. Il giudice ritenne la testimonianza
poco convincente. Il nevischio aveva reso le strade viscide e pericolose. L’incendio ridusse in cenere alcuni ettari di bosco. Unrumore improvviso spaventò il bambino. Quell’episodio ci hacommossi. I gas di scarico delle auto rovinano i monumenti.
4. Trasforma in attive le seguenti frasi passive:
Roberto è stato visto da noi in televisione. In quel paesino dimontagna molte case sono state abbattute dal terremoto. Oggi siamotutti assediati dalla pubblicità televisiva. Al traguardo il corridore fuapplaudito da numerosi tifosi. Da uno spettatore fu rivolta unadomanda interessante al conduttore della trasmissione. E’ statoinaugurato dal Rettore il nuovo anno accademico. La notizia era stataconfermata da fonti autorevoli. E’ stato dimenticato da tutti, ma nonda te. Il castello fu circondato dall’esercito nemico. La città di Torino
è attraversata dal Po.
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5. Distingui nelle seguenti frasi i verbi riflessivi propri (P),apparenti (A), reciproci (R):
Dopo l’incidente i due automobilisti si insultarono
pesantemente. (...) Maria si guarda spesso allo specchio. (...) Cisalutammo con le lacrime agli occhi. (...) Luigi si veste sempre conmolta eleganza. (...) La lepre si nascose tra i cespugli. (...) Alla finedella vacanza i due amici si scambiarono gli indirizzi. (...) Mettiti pureuno dei miei abiti. (...) Sono contento che tu e Andrea vi siateriappacificati. (...) Ti sei procurato quel libro? (...) I paracadutisti sisono lanciati dall’aereo. (...)
6. Nelle frasi che seguono sottolinea diversamente i verbi di
modo finito e indefinito:E’ assorbito dal lavoro al punto da non avere neppure il tempo ditelefonarle. Non fare storie e finisci quel compito! Da casa a scuolacamminavo con lo sguardo basso osservando le foglie gialle cadute per terra. A sbagliare sono i più piccoli, così il gioco ricominciasempre da capo.
7. Distingui i tempi semplici da quelli composti, poi di ciascunverbo indica la persona e il numero:
Per l’emergenza hanno stanziato centinaia di milioni. Non havoluto neppure ascoltarmi. Crediamo poco alle vostre promesse. Levacanze sono finite da pochi giorni. Per quanto a lungo avessiaspettato, lei non sarebbe tornata. Il giorno seguente ci alzammo alletre del pomeriggio. Immediatamente il suo viso assunseun’espressione di sconfinata tristezza.
8. Scegli la forma esatta di ausiliare tra le due alternative incorsivo:
Ho aiutato quel giovane perché __________ avevo avuto / avevo fiducia in lui. Se __________ avrei / avessi avuto timore, non __________ avrei / avessi neppure iniziato quell’impresa. Dopo che __________ ebbe / aveva superato la crisi, fu dimesso dall’ospedale.Perché __________ hai / avesti quell’espressione così severa? Stofacendo qualcosa di male? Ho l’impressione che qualcuno __________ ha / abbia bussato alla porta. Abbiamo temuto che tu __________ avevi / avessi smarrito la strada. Se lo __________ avessi / avrei saputo, non __________ avessi / avrei parlato. Dubito che tu
__________ sei stato / sia stato riconosciuto.
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9. Scegli l’ausiliare adatto:Anna e Rita __________ hanno / sono voluto partecipare alla
cerimonia. La sirena della fabbrica __________ aveva / era suonato e
tutti gli operai si diressero nei vari reparti. Ho fatto di tutto per aiutarti,ma non __________ ha / è servito a niente. Il piccolo Franco ___________ aveva / era dormito per diverse ore. Non __________ ho / sono potuto venire perché avevo preso un altro impegno. Da un po’ di tempo i prezzi sono / hanno saliti alle stelle. __________ Sono / Ho corso all’impazzata, ma non __________ sono / ho riuscito araggiungerti. L’alpinista si __________ era / aveva arrampicato sulla parete rocciosa.
10. Completa le seguenti frasi coniugando il verbo tra parentesi:Scoprì l’assassino quando (leggere) __________ tutto il
romanzo. Ogni anno i miei amici (trascorrere) __________ le vacanzein montagna. All’età di dieci anni Luciano (avere) __________ unincidente con la bicicletta. Stanno (accadere) __________ cose moltostrane. L’autobus arrivò al capolinea e (scendere) __________ anchegli ultimi passeggeri. Prima di trasferirmi a Milano, (abitare) __________ a Torino. Esprimerò la mia opinione dopo che
(esaminare) __________ attentamente tutta la pratica. Federica ha portato alla zia una torta che (preparare) __________ ieri sera.(Chiudere) __________ la porta e vieni a sederti accanto a me! Tisono grato perché mi (aiutare) __________ in quella difficilecircostanza.
11. Sottolinea diversamente i verbi impersonali che indicanofenomeni meteorologici e quelli costruiti personalmente ma usati in
senso figurato:I fiumi sono quasi in secca perché non piove da parecchi mesi.Devi spendere meno: i soldi non piovono dal cielo! Se continua anevicare così, domani le strade saranno impraticabili. Quando Alessiotornò a casa, lo tempestarono di domande. Siamo andati a dormire chegià albeggiava.
12. Trasforma le seguenti frasi in impersonali:La gente è sempre pronta a criticare. Gli attori debutteranno con
una commedia di Pirandello. Noi non vogliamo disturbare. Noi non ci
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vediamo molto spesso, ma ci sentiamo tutti i giorni per telefono. Iragazzi hanno discusso a lungo di problemi d’attualità. La direzione prega di non fumare. Noi ci siamo accorti troppo tardi del pericolo.
13. Nelle frasi seguenti individua e sottolinea i verbi servili:Vorrei aiutarti, ma ormai è troppo tardi. Stavamo per andar via
quando tu arrivasti. Chi va in moto deve mettere il casco. Ma chi puòaver detto una simile calunnia? Non avete voluto ascoltarmi: adessoarrangiatevi! I ragazzi hanno deciso di incontrarsi al più presto. Nonsono mai riuscito a dirgli quello che provavo. Ti sei dovuto arrendereall’evidenza dei fatti.
14. Volgi al passato remoto i verbi delle seguenti frasi:I miei figli si dolgono per le tue dolorose vicende. Il sacerdote
assolve i fedeli. Gli operai addetti agli altiforni fondono i metalli. Ilcorteo si muove lentamente nelle vie del centro. La corda si rompe per il peso eccessivo. I vostri discorsi persuadono tutti. Proteggo i mieifamiliari e mi stringo a loro nei momenti difficili. Appendiamo gliabiti e riponiamo la roba nei cassetti.
15. Coniuga al modo e al tempo richiesti i verbi tra parentesi:Io credo che una brava persona trovi sempre chi la (apprezzare)
__________. Il guidatore (scorgere) __________ un’ombra e rallentòla corsa. Credo che tu (sapere) __________ qual è il tuo dovere. Se tu(svolgere) __________ almeno un altro esercizio avresti meritato lasufficienza. Nel 1804 Napoleone (cingere) __________ a Parigi lacorona imperiale. Chiedo a tutti che (uscire) __________ e mi lascino
solo! Appena lo vidi lo (riconoscere) __________ . Se puoi, (venire) __________ con me in bicicletta? Se tu fossi stato meno superbo, ti(aiutare) __________ con tutto il cuore. Mi sembrava che le cose(stare) __________ in questo modo. Gli regalai un libro che gli(piacere) __________ molto. (Uscire) __________ da qui e non farti più vedere! Ieri Andrea (apprendere) __________ alcune novità cheoggi ti possono interessare. Voglio che voi (ascoltare) __________ tutto quello che ho da dire sul vostro comportamento. Sebbene
(essere) __________ timido, riuscì a sostenere la sua tesi.
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16. Completa i seguenti periodi scegliendo tra le forme verbaliquella che ritieni opportuna in relazione al contesto:
(Vieni / verresti / verrai) con me, se te lo chiedessi per favore?
Lascerò tutti i miei impegni e (vengo / sono venuto / verrò) con voi ateatro. E’ opportuno che (esaminate / esaminiate / esaminereste) benetutta la documentazione. Chiedigli perché da un po’ di tempo (è / è
stato / era stato) sempre scontento di tutto. Quando uscì di casa,(accorse / si accorse / si accorgeva) di aver dimenticato il portafoglio.Ti prometto che tra qualche giorno ti ( porterò / avrò portato / portavo)con me al mare. Io (dica / dicessi / dico) di accettare la proposta: e voi,che cosa ne pensate? Ti ( scriverò / scrivo / ho scritto) tante volte, manon mi hai mai risposto. Gli anziani spesso dimenticano i fatti piùrecenti, mentre (ricorderanno / avevano ricordato / ricordano) quelliche sono accaduti molti anni fa. Quando caddero le prime gocce di pioggia, i ragazzi (rifugiarono / si rifugiarono / si rifugiano) sotto una pensilina.
17. Completa queste frasi coniugando il verbo ad un modoindefinito:
Dopo (ascoltare) __________ le tue parole, non posso fare a
meno di disapprovarti. Ti rimprovero per (trascurare) __________ gliamici. Sono certo di non (vedere) __________ quel tale prima d’ora.(Stare) __________ così le cose, non mi resta che accettare. Tempo(permettere) __________, questa domenica andremo al mare. (Sapere) __________ l’esito degli esami, mi precipitai subito a casa di Marco per (rallegrarsi) __________ con lui. I parenti si recarono tutti alcapezzale del vecchio nonno (morire) __________.
18. Correggi gli errori relativi alla concordanza del participio
passato:La mia birra, chi l’ha bevute? Dove avete sistemati queglioggetti antichi? Ho inventata una nuova ricetta gastronomica. Chi ti hadati tutti quei libri? Carolina è stata derubato del portafogliosull’autobus.
19. Analizza i verbi che compaiono nel seguente brano:«Avevamo detto a Cesarino che saremmo andati a trovare la
nonna e il nonno. Cesarino aveva sei anni, allora; era contento di
andare in treno, e non sapeva che si può viaggiare una notte intera per
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trovare un paese, una casa, una finestra dove si affaccia gente che sileva quando noi ci leviamo, e qualche volta, nella giornata, capita chenoi e loro facciamo gli stessi atti come se fossimo mossi dagli stessi
fili. Io feci un lungo discorso a Cesarino per dirgli che il nonno eramio padre, che io gli volevo bene come lui Cesarino ne voleva a me.Era contento di partire...»
(Corrado Alvaro, L’amata dalla finestra)
20. Traduci in romeno:«Del presente non sapevano nulla; ma il passato lontano era
tutto un libro aperto. Lo sfogliavano, e godevano. Due ricordi, piùdegli altri, le deliziavano.
Il ricordo del ballo. Settantacinque, ottanta anni prima. Eccoletutt’e due, Eligia e Nicoletta, nel salotto da ricevere della vecchia casadi Eligia. Ci sono le poltrone di peluche rosso; ad angolo il pianoforte;nel mezzo della stanza il tavolino tondo; sul tavolino, in centro, il granlume panciuto di bronzo; tutt’intorno al lume, in bell’ordine, le tazzinedi porcellana, bianca e oro, del servito da caffè per ventiquattro. Lazia Eufrasia è al piano, Eligia e Nicoletta ballano. Il pavimento tremaun poco, e ballano pure le ventiquattro tazzine da caffè. Al ricordarsi
delle ventiquattro tazzine che ballano al suono del pianoforte, ridonoancora, la centenaria e la sua “giovane” amica, quasi con le vocetteacute d’allora.
L’altro ricordo è del colera del ‘37. Migliaia e migliaia di morti,le strade vuote, i balconi chiusi. Di tanto in tanto un orribile carro passa per la strada e si ferma; il carrettiere alza il capo verso i balconi,e grida, facendo della mano tromba alle labbra: – Chi ha morti? – Un balcone si apre, un orribile involto cade sul lastrico.
– Chi ha morti? – ripetono a gara donna Eligia e Nicoletta,
ricordando. – Quanto tempo abbiamo passato! – dice donna Eligia.E ridono tutte e due.»
(Giuseppe Antonio Borgese)
21. Traduci in italiano: Nu se mai auzea nici un zgomot, nu mai ieşea nici o albină, iar
Michelino, f ăr ă să poată nici măcar striga, dădu un pas înapoi, dar chiar în acel moment ieşi afar ă un nor negru, cu un zgomot asurzitor:
erau toate albinele care înaintau spre el: ce sperietur ă!
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Dacă eu aş fi frumoasă ca tine, dar mai ales aşa de tânăr ă ca tine,m-aş duce în toate serile la teatru sau la cinematograf, m-aş aşeza într-o lojă elegantă şi aş sta acolo ca să fiu admirată de spectatori, cu o
floare albastr ă în părul blond.Zorile şi apusul sunt minunate aici, este un miracol să poţi să leadmiri, cerul colorează totul în roşu, norişorii au mii de nuanţe, întimp ce un vânt cald vine dinspre deşert aducând cu sine nori de nisip:ce frumos ar fi dacă s-ar putea vedea şi puţină ză padă!
Într-o zi se duse să-şi caute rudele şi când în sfâr şit le întâlni, le povesti toate necazurile sale, rugându-le în acelaşi timp să facă cevacare să pună capăt săr ăciei sale.
Mulţi, dacă m-ar fi auzit vreodată, ar fi spus poate că sunt nebunde legat, că nu trebuie să mă preocupe nimic decât viaţa mea, numaică eu mă gândesc deja la asta, de aceea în fiecare zi nu fac altcevadecât să mă plimb, să citesc, să scriu: ţi se pare puţin?
L’AVVERBIO
E’ la parte invariabile del discorso che modifica o precisa il
significato di una frase o di un suo componente. L’etimologia di questa parola sottolinea la sua funzione prevalente, quella di determinare ilsignificato di un verbo:
Sto bene. Parla poco. Torniamo subito.In realtà questa funzione è molto limitativa; l’avverbio serve a
determinare varie altre unità grammaticali: – un nome: Ho paura soprattutto delle malattie. – un pronome: Mi fa piacere specialmente per te. – un aggettivo: Sei troppo severo con te stesso.
– un altro avverbio: E’ veramente tardi. – o un’intera frase: Purtroppo non ho finito. Negli ultimi anni gli studiosi hanno cercato di ridefinire questa
parte del discorso in cui sono confluite forme di diversa origine efunzione:
– forme ereditate dal latino: sotto da SUBTUS; – locuzioni avverbiali: a lungo, di continuo; – sintagmi che un tempo erano composti di più elementi:
dappertutto (da per tutto);
– parole-frasi: ecco!, finalmente!;
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– elementi capaci di indicare il “modo” con cui il parlantegiudica il proprio discorso: forse, indubbiamente, certo; si parla in talcaso di «modalizzatori»;
– particelle che si pongono prima o dopo il verbo: ci, vi (convalore locativo), ne; – «connettivi», cioè elementi che realizzano la coesione di un
testo: allora, appunto, insomma.Si è proposta una divisione degli avverbi in tre gruppi:1. avverbi che hanno un raggio d’influenza più ampio della frase
singola: Dunque, non posso essere d’accordo. (‘dunque’ rinvia aldiscorso precedente)
2. avverbi che hanno un raggio d’influenza su tutta la frase:Certamente Carlo partirà domani con l’aereo.
3. avverbi che hanno un raggio d’influenza solo su una partedella frase:
Ugo ha parlato chiaramente. (‘chiaramente’ si riferisce soloal verbo)
FormeA seconda di come si formano, gli avverbi si distinguono in:
1. avverbi semplici, hanno forma propria, autonoma: bene, forse, già, male, poco, sempre, sopra;
2. avverbi derivati, derivano da un’altra parola, trasformata conl’aggiunta di un suffisso:
a) gli avverbi derivati da aggettivi, che sono la maggioranza, siformano aggiungendo il suffisso -mente:
▪ alla forma femminile degli aggettivi in -o: attenta → attentamente;
▪ all’unica forma singolare degli aggettivi in -e: veloce → velocemente;
▪ se l’ultima sillaba di questi aggettivi è -le / -re, si elimina lavocale finale:general(e) → generalmente, celer(e) → celermente;
Forme particolari sono: benevolmente, leggermente, ridicolmente,violentemente, altrimenti, parimenti.
b) gli avverbi derivati da nomi o da verbi si formano aggiungendoalla radice del nome o del verbo il suffisso -oni: ginocchio →
ginocchioni; tentare → tentoni.
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Essi indicano di solito una particolare posizione del corpo: bocca→ bocconi; ciondolare → ciondoloni; dondolare → dondoloni; penzolare → penzoloni; ruzzolare → ruzzoloni; tastare → tastoni.
Quel bambino tiene le braccia ciondoloni.Alcuni di questi avverbi si usano anche con la preposizione ‘a’:a tastoni.
Tra i due suffissi, -oni è poco produttivo, ma -mente è ancora produttivo, in quanto può entrare nella formazione di nuovi avverbi.
3. avverbi composti, risultano dalla fusione di due o più parolediverse (si tratta, in origine, di locuzioni avverbiali): talvolta (talvolta), davvero (da vero), dappertutto (da per tutto):
Dovevi almeno dirmelo.
4. locuzioni avverbiali, combinazioni di parole equivalenti a unavverbio: alla svelta = rapidamente, di nascosto = nascostamente.
Si alzò all’improvviso un forte vento.Si noti che una locuzione avverbiale può spesso essere sostituita
con un avverbio.
Le locuzioni avverbiali sono in genere formate:a) con una preposizione: in passato, da lontano; b) con due preposizioni: a mano a mano, a poco a poco;
c) con le preposizioni ‘di ... in’: di bene in meglio, di tanto intanto;
d) con la preposizione articolata ‘alla’ seguita da un aggettivofemminile: all’antica, alla svelta;
e) raddoppiando ▪ un nome: passo passo;▪ un aggettivo: zitto zitto;▪ un avverbio: così così.
Funzione
A seconda del significato e della funzione che hanno, possonoessere:1. avverbi e locuzioni avverbiali di modo (o qualificativi),
precisano il modo in cui si svolge un’azione:Ha lavorato scrupulosamente.
oppure esprimono un punto di vista dal quale si esamina un fatto:Sinceramente non so che dire.
Appartengono a questa categoria:a) gli avverbi in -mente: attentamente, calorosamente, lievemente,
precisamente;
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b) gli avverbi in -oni: cavalcioni, penzoloni;c) gli avverbi che derivano direttamente da un aggettivo
qualificativo maschile singolare: parlare chiaro, rispondere giusto;
d) altri avverbi: bene, insieme, invano, male, volentieri;e) le locuzioni avverbiali: alla svelta, a più non posso, di solito,
in fretta, in un batter d’occhio.
2. avverbi e locuzioni avverbiali di tempo, precisano il tempodi svolgimento di un’azione:
Ho sempre lavorato.e specificano il momento in cui si verifica, si è verificato o si verificheràun fatto:
Carla arriverà domani.Appartengono a questa categoria:a) gli avverbi: adesso, allora, ancora, domani, dopo, dopodomani,
finora, già, ieri, mai, oggi, ora, poi, presto, prima, sempre, spesso,
talora, talvolta, tardi, tuttora.L’avverbio ‘mai’ è usato talora nel significato di ‘qualche volta’:Se mai capiti a Roma, vieni a trovarmi.Più spesso serve a rafforzare la negazione: Non obbedisce mai.Con valore negativo si usa anche in: – espressioni ellittiche: Questo mai! – frasi enfatiche, prima del verbo: Mai che arrivi puntuale! – risposte, da solo: – Ti arrendi? – Mai! b) le locuzioni avverbiali: un giorno, un tempo, una volta,
all’improvviso, di frequente, di buon ora, d’un tratto, d’ora in avanti,
di quando in quando, fra poco, in futuro, in un batter d’occhio, nel
frattempo, per sempre.
Attenzione alle seguenti locuzioni:numerale + nome indicante tempo + fa / or sono → due giorni
fa; due giorni or sono;tra / fra / di qui a + numerale + nome indicante tempo → fra
due giorni; di qui a due giorni.Per esprimere l’arco di una giornata, l’italiano ha a disposizione
la serie:l’altro ieri (ieri l’altro) → ieri → oggi → domani → dopodomani
(domani l’altro, posdomani, lett.).
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3. avverbi e locuzioni avverbiali di luogo, precisano il luogo disvolgimento di un’azione:
Dentro giocano a carte.
specificano la collocazione di un oggetto nello spazio, la sua posizionerispetto agli interlocutori:Il libro è là.
Appartengono a questa categoria:a) gli avverbi: altrove, contro, dappertutto, davanti, dentro,
dietro, dinanzi, dovunque, fuori, giù, indietro, intorno, là, laggiù,lassù, là sopra, là sotto, lì, lontano, oltre, ovunque, presso, qua,quaggiù, quassù, qua sopra, qua sotto, qui, sopra, sotto, su, vicino;
– ‘qui’, ‘qua’ e i composti qua sopra, quaggiù indicano un luogovicino a chi parla;
– ‘lì’, ‘là’ e i composti laggiù, lassù indicano un luogo distantesia da chi parla sia da chi ascolta.
Si tratta di elementi deittici, che servono a collocare l’enunciatoo i suoi componenti entro precise coordinate spaziali:
– ‘lì’ e ‘qui’ indicano di preferenza un luogo puntuale:Ha compiuto un salto da qui a lì.
– ‘là’ e ‘qua’ si riferiscono invece ad un’intera area:
L’ho visto di là dal ponte.Anche le particelle ci, vi, ne possono essere usate come avverbidi luogo:
– ‘ci’ e ‘vi’ valgono ‘in questo/quel luogo’: Ci vado spesso. – ‘ne’ vale ‘da questo/quel luogo’: Me ne vado subito. b) le locuzioni avverbiali: di là, di qua, di sopra, di sotto, in su,
in giù, per di qua, per di là, nei pressi, nei paraggi, da lontano, davicino.
4. avverbi e locuzioni avverbiali di quantità, alludono a unaquantità in modo indefinito, senza misurarla con esattezza:
Hai mangiato troppo.Appartengono a questa categoria:a) gli avverbi: abbastanza, alquanto, altrettanto, appena, assai,
meno, molto, niente, nulla, parecchio, più, poco, quanto, tanto, troppo.Molti aggettivi indefiniti, nella forma maschile singolare,
assumono funzione di avverbi di quantità: Studia molto.Gli avverbi ‘tanto’ e ‘quanto’ sono spesso usati come correlativi:
Non s’impegna tanto quanto potrebbe.
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‘Affatto’ significa ‘interamente’, ‘del tutto’: E’ un’opinioneaffatto diversa.ma oggi è più usato come rafforzativo della negazione: Non ho affatto
sonno.Da tale uso, in frasi negative, deriva il suo senso negativo, in
particolare nelle risposte: – Hai caldo? – Affatto! (= Per niente!)
b) le locuzioni avverbiali: all’incirca, a bizzeffe, fin troppo, né più né meno, un poco (un po’), press’a poco.
5. avverbi e locuzioni avverbiali di giudizio, servono per affermare, negare o mettere in dubbio un fatto, un evento o una
dichiarazione. All’interno di questa categoria si distinguono:a) gli avverbi e le locuzioni avverbiali di affermazione:appunto, certo, certamente, davvero, esattamente, indubbiamente, proprio,
sicuro, sicuramente; di certo, di sicuro, senza dubbio, per l’appunto; b) gli avverbi e le locuzioni avverbiali di negazione: non,
neanche, nemmeno, neppure; neanche per idea, nemmeno per sogno.Si noti che ‘neanche’, ‘nemmeno’, ‘neppure’ si costruiscono con
la negazione ‘non’ quando seguono il verbo: Non ci penso neanche.ma si usano da soli quando lo precedono: Neanche mio fratello
ha fatto il soldato.c) gli avverbi e le locuzioni avverbiali di dubbio: circa,
eventualmente, forse, magari, possibilmente, probabilmente, quasi; quasiquasi.
‘Sì’ e ‘no’, tradizionalmente classificati come avverbi diaffermazione e di negazione, non sono avverbi ma “profrasi”, cioèsingole parole che equivalgono a un’intera frase, infatti non modifi-cano, come qualunque avverbio, l’elemento al quale si riferiscono, ma
sostituiscono la frase di risposta: – Hai studiato? – Sì. (=Ho studiato) / – No. (= Non ho studiato)
6. gli avverbi interrogativi, introducono una domanda, diretta oindiretta, che può riguardare:
– il modo: Come ti senti? – il luogo: Non so dove andare. – il tempo: Quando torni? – la misura, il valore o la quantità: Quanto costa?
– la causa: Perché sei venuto?
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Sono usati nelle interrogazioni dirette e indirette e inquest’ultimo caso funzionano come congiunzioni subordinative:Dimmi quando torni.
Per informarsi sulla causa di qualcosa, oltre a ‘perché’, si puòusare ‘come mai’:
Perché (mai) non sei venuto con noi?Come mai non è più partito?
Come si è visto, ‘mai’ può essere usato per rafforzare ‘perché’ e‘quando’:
Quando mai ho detto questo?Gli avverbi ‘dove’, ‘ove’, ‘donde’, ‘onde’ (gli ultimi tre sono di
uso letterario), oltre ad avere funzione interrogativa, possono avereanche funzione relativa:Dove vai? Dimmi dove abiti.La città dove siamo diretti è ricca di monumenti.
7. gli avverbi esclamativi sono simili a quelli interrogativi:Come stai bene!Dove siamo finiti!Quant’è bello!
8. gli avverbi presentativi hanno poche forme, la più importanteè ‘ecco’, che si usa per richiamare l’attenzione su qualcosa, o per indicare una persona o una cosa che appare improvvisamente:
Ecco il disco che volevi.Ecco Carla!
GRADI E ALTERAZIONI DELL’AVVERBIO
Comparativo e superlativo dell’avverbio
Quasi tutti gli avverbi di modo e alcuni avverbi di luogo,‘lontano’, ‘vicino’, e di tempo, ‘presto’, ‘tardi’, ‘spesso’, possonoavere il grado comparativo e il grado superlativo, come gli aggettiviqualificativi.
In particolare:1. il comparativo di maggioranza e di minoranza si forma
premettendo all’avverbio le parole ‘più’ e ‘meno’: più forte / meno forte
più attentamente / meno attentamente
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2. il superlativo si forma aggiungendo:a) il suffisso -issimamente alla radice dell’avverbio in -mente:
attento → attentamente → attentissimamente;
b) il suffisso -issimo alla radice dell’avverbio che deriva da unaggettivo qualificativo maschile singolare: lontano → lontanissimo.
Alcuni avverbi hanno forme organiche:
comparativo superlativo
bene meglio benissimo, ottimamentemale peggio malissimo, pessimamentemolto più moltissimopoco meno pochissimograndemente maggiormente massimamente
L’avverbio di dubbio ‘probabilmente’ ha il grado comparativo più probabilmente / meno probabilmente, ma manca del superlativo.
Infine, vi sono avverbi che hanno forme alterate:bene → DIM. benino, ACCR. benone;male → DIM. malino, PEGG. malaccio;poco → DIM. pochetto, pochettino, pochino;tardi → DIM. tardino;presto → DIM. prestino.
Posizione dell’avverbioL’avverbio occupa in genere un posto vicino alla parola cui si
riferisce. Di solito, l’avverbio si colloca● prima dell’aggettivo: Sono troppo stanco.● dopo il verbo: Abita lontano.Gli avverbi di modo hanno di solito una posizione libera:
Improvvisamente scoppiò un temporale.
Scoppiò improvvisamente un temporale.Scoppiò un temporale, improvvisamente.In altri casi, la posizione dell’avverbio modifica le sue relazioni
con il resto della frase. Si noti la differenza fra:Stranamente, Luca dorme. (= E’ strano che Luca dorma.)
in cui l’avverbio si riferisce all’intera frase.Luca dorme stranamente. (= in modo strano)
in cui l’avverbio si riferisce solo al verbo.‘Assai’ può precedere o seguire la parola: Ho mangiato assai. E’
bello assai.
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Esercizi
1. Nelle frasi che seguono scrivi tra parentesi se si tratta di
avverbio (avv.) o di aggettivo (agg.):Parlate piano (.....) perché gli ammalati devono riposare. Per compiere un gesto simile occorre parecchio (.....) coraggio. Correva parecchio (.....). Arrivammo tardi (.....) all’appuntamento a causa di unmalinteso. In quella circostanza ha dimostrato tanta (.....) buonavolontà. Mi sono stancata tanto (.....) ecco perché non ho voglia diuscire. Abbiamo ricevuto un duro (.....) colpo, ma sapremo riprenderci.Ho un pomeriggio fitto (.....) di impegni. Nevica fitto (.....) da ieri sera.Desidero solo (.....) aiutarti.
2. Nelle frasi seguenti inserisci l’avverbio derivatodall’aggettivo, dal nome o dal verbo indicato tra parentesi:
La tua lettera mi ha (gradevole) _______________ sorpreso. Il burattino aveva la testa (ciondolare) _______________ sul petto.Debbo constatare (amaro) ________________ che nessuno vuoleaiutarmi. Sono rimasto mezz’ora (ginocchio) _______________ sul pavimento per cercare la lente a contatto. Non distrarti: ascoltami(attento) _______________ . Sono caduto (ruzzolare)
_______________ dalle scale.
3. Sostituisci gli avverbi in -mente con altri avverbi o locuzioniavverbiali che abbiano lo stesso significato:
Indubbiamente .................... il tuo modo di parlare è statooffensivo. Improvvisamente .................... il cielo si oscurò e scoppiòun violento temporale. E’ stato salvato fortunatamente .................... daun pescatore che era lì per caso. Tu mi sei particolarmente.................... caro e ti ascolto sempre volentieri. Ero stato informato
precedentemente .................... del suo arrivo.
4. Sostituisci le locuzioni avverbiali contenute nelle frasi conavverbi in -mente:
L’ho incontrato di recente _______________ e mi ha parlato delsuo viaggio in Italia. Di nascosto _______________ i soldati si eranoavvicinati alla postazione nemica. Gli ho parlato a lungo _______________, ma non sono riuscito a convincerlo. Elena salì lescale a fatica _______________ perché la ferita le procurava gran
dolore. L’allenamento verrà intensificato per gradi ______________ .
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5. Scrivi il contrario delle seguenti espressioni: parlare troppo __________; colpire involontariamente
__________; comportarsi male __________; incontrarsi
frequentemente __________; leggere attentamente __________.
6. Analizza le seguenti frasi e stabilisci se le particelle ci, vi, ne siano avverbi di luogo (A) o pronomi (P):
Ci (...) hai portato in un posto bellissimo. Davide è venuto atrovarci (...), ma se ne (...) è andato dopo un’oretta. Qui ci (...) vuolequalcuno che se ne (...) intenda. Questo film ci (...) farà discutere. Infrigorifero c’è (...) una torta: ne (...) vuoi una fetta? Vi (...) ho dettotutta la verità. Penso che ci (...) informeranno delle loro intenzioni.
7. Scrivi gli avverbi di tempo che ritieni adatti al contesto: Non ti ho __________ dato la bella notizia? __________ non mi
sono molto impegnato, ma ti prometto di farlo __________. Civogliamo bene, eppure litighiamo __________. Odio il calcio e nonvado __________ allo stadio. __________ lasciami riposare, alla cena penserò __________. Sei arrivato __________ e molti se ne erano giàandati. Tu torna a casa, io rientrerò __________.
8. Traduci in romeno:«Si ritrovò seduto in automobile. La strada era deserta e buia.
Dio, che brutto sogno aveva fatto. Guardò l’ora e stupì: le otto e unquarto
A casa i suoi erano già seduti a tavola. – Carletto – disseMeneghello entrando – sai che è bella!... Ero venuto a scuola a prenderti... Poi mi sono addormentato in macchina... E mi sonosvegliato poco fa...
La moglie lo guardava preoccupata. – Dimmi, Franco, non tisenti bene? Perché adesso non ti siedi? Cosa fai con quella mano nellatasca?
Era pallido. In fondo alla tasca destra della giacca le sue ditaavevano incontrato una piccola cosa liscia, che non doveva esserci.Adagio adagio la trasse fuori e la guardò.
– Ma Franco, cosa fai con quel gesso? Dove l’hai preso? Perchélo tieni in tasca? Ti sporcherai tutto il vestito!»
Italo Calvino, da Corriere della Sera, Milano
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LA PREPOSIZIONE
E’ una parola invariabile che viene premessa di solito:
– a un nome: Vedo Carla con la madre. – a un pronome: Lo dico a te. – a un verbo all’infinito: Tutti noi lavoriamo per vivere. – a un avverbio: Non faccio niente di male.
e mette ciascuna di queste parole in relazione con un’altra parola e, nelcaso dell’infinito, con un’intera frase.
Omissione della preposizione o del nomeretto dalla preposizione
In alcuni casi la preposizione può essere sottintesa:sala professori = sala dei professori
in altri casi può essere sottinteso il nome:due con / due senza; quattro con / quattro senza
indicano le imbarcazioni a due o quattro rematori con o senza timoniere. Nel linguaggio commerciale e pubblicitario, in quello burocratico
e giornalistico la preposizione viene spesso omessa: scalo merci,giornale radio.
FormeA seconda della forma che hanno e dell’uso che se ne fa, bisogna
distinguere fra:1. preposizioni proprie, o semplici, usate solo come preposizioni:
a, con, da, di, fra, in, per, su, tra;2. preposizioni improprie, parole che non appartengono a
questa classe ma sono usate come se fossero preposizioni:a) alcune, quando sono adoperate da sole, sono avverbi: contro,
davanti, dentro, dietro, dopo, fuori, lontano, lungo, mediante, oltre,
presso, senza, sopra, sotto, verso, vicino;quando invece reggono un nome o un pronome, hanno il valore
di preposizione:Venite fuori! (avverbio) / Vado fuori Milano. (preposizioneimpropria)
b) altre sono aggettivi: lungo, salvo, secondo;quando invece reggono un nome o un pronome, hanno il valore di
preposizione:Ho vinto il secondo premio. (aggettivo) / Secondo me, hai
ragione. (preposizione impropria)
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c) altre ancora sono forme di verbi dell’italiano antico diventate preposizioni nell’italiano attuale: durante, eccetto, mediante, nonostante,rasente, stante, tranne, verso:
Fui assunto mediante la sua raccomandazione.3. locuzioni preposizionali, combinazioni di parole, fra le quali
esiste una preposizione, che equivalgono a una preposizione: accantoa, attorno a, davanti a, fin da, insieme con / a, intorno a, invece di,lontano da, prima di, vicino a:
Sono arrivato prima di te.Ho passato una bella serata insieme a Monica.
Preposizioni articolate
Questo tipo di preposizioni è stato presentato al capitolo riguardantel’articolo.
La preposizione ‘di’Si può elidere davanti a vocale: d’estate, d’Italia.Regge i seguenti complementi: – specificazione: il calore del sole; il profumo delle rose; la
partenza del padre (specificazione soggettiva); la scalata di unamontagna (specificazione oggettiva); un libro di Calvino; la «Pietà»
di Michelangelo; – partitivo: ciascuno di noi; nessuno di voi; il più bravo degli
alunni; – denominazione: la città di Roma; – limitazione: sano di corpo; buono d’animo; – abbondanza / privazione: abbondare di denaro; mancare di
esperienza; – colpa, pena: accusare di tradimento; multare di cinquanta euro;
– argomento: discutere di sport; un trattato di chimica; – paragone: Bologna è più a nord di Firenze; – modo: andare di corsa; ridere di cuore; – qualità: un giovane d’ingegno; – materia: una statua di marmo; un muro di mattoni; – quantità: un pacco di cinque chili; – età: un bambino di sei anni; – causa: morire di sete; sporco di sangue; – mezzo, strumento: sporcare d’inchiostro; vivere di poco;
– fine: segnale d’allarme; freno di sicurezza;
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– moto da luogo: uscire di casa; m’è uscito di mente; di...in: spostarsi di città in città;
– allontanamento, separazione: andar via di casa; uscire di
prigione; – origine, provenienza: essere di Torino; un avvocato di Napoli; – stato in luogo: resta di qua; – moto a luogo: vai di là in camera; – moto per luogo: è passato per di lì; – tempo determinato: di mattina; di domenica; – tempo continuato: un corso di tre mesi; di...in: di giorno in
giorno; – distributivo: di tre in tre;
Seguita da un verbo all’infinito, introduce le seguenti proposizioni: – soggettiva: Mi sembrava di averti invitato. – oggettiva: Crede di aver sempre ragione. – dichiarativa: Ti prego di non farmi attendere. – consecutiva: E’ degno di essere lodato.
Forma locuzioni: – prepositive: prima di, dopo di, in luogo di, a causa di, invece
di, di qua da, di là da; – avverbiali: di nuovo, di nascosto, di quando in quando; – congiuntive: di modo che, dopo di che.
La preposizione ‘a’Ha una variante eufonica ‘ad’ davanti a vocale. Indica la
direzione.Regge i seguenti complementi: – termine: consegnare un pacco al destinatario; si è rivolto a me;
– luogo: moto a luogo: vado ad Ancona; andare a cena;mandare al diavolo; stato in luogo: essere a scuola; restare a pranzo;abita a Napoli; dolore alla spalla;
– distanza: il paese è a tre chilometri; la vetta è a due ore dimarcia;
– tempo: a settembre; a Natale; alle (ore) sette; da un momentoall’altro; dall’oggi al domani;
– età: si diventa maggiorenni a diciott’anni; – modo: pagare a rate; camminare a passo lento; sognare a
occhi aperti; fare una cosa a caso;
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– qualità: strumento a corde; palazzo a tre piani; – mezzo, strumento: barca a vela; motore a benzina; mulino a
vento; andare a piedi; giocare a tennis;
– causa: svegliarsi a un rumore; riconoscere alla voce; – limitazione: essere coraggioso a parole; a mio parere ti seicomportato male;
– fine: andare a caccia; – vantaggio / svantaggio: ha parlato a nostro favore; lo fa a suo
danno; – pena: condannare a sei mesi di carcere; – paragone: il tuo vestito è simile al suo; – distributivo: a due a due; 50 km. all’ora; due volte al giorno; – predicativo: prendere a esempio.
Seguita da un verbo all’infinito, introduce le seguenti proposizioni: – causale: Ho fatto male a mangiare tanto. – condizionale: A dire il vero, non mi pare possibile. – finale: Mi hanno invitato a esser presente. – temporale: A vederlo, mi si riempie il cuore di gioia. – relativa, con sfumatura consecutiva: Siamo stati gli ultimi ad
apprendere la notizia.
Forma locuzioni: – avverbiali: a poco a poco, goccia a goccia, corpo a corpo, a
digiuno, alla rinfusa; – prepositive: a causa di, a favore di, di fronte a, in mezzo a,
oltre a, sino a, davanti a, intorno a, al di qua, al di là di .
La preposizione ‘da’Indica la provenienza.
Regge i seguenti complementi: – moto da luogo: il treno è partito da Roma; è uscito dal negozio; contare da uno a dieci; dalla ‘a’ alla ‘zeta’ ;
– allontanamento: staccare il mobile dalla parete; – separazione, distacco: le montagne ci dividono dal mare;
liberarsi da un affanno; – origine, provenienza: santa Caterina da Siena; discende da
una famiglia illustre; apprendemmo la notizia dai giornali; – distanza: da qui a Milano sono solo 20 km.;
– quantità approssimativa: peserà dai quaranta ai cinquanta chili;
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– agente, causa efficiente: il suo gesto è stato apprezzato datutti; Pompei fu distrutta dal Vesuvio;
– causa: tremare dal freddo; morire dallo spavento; era pallido
dalla paura; – tempo: l’aspetto da un’ora; sono passati molti mesi da quandoè partito;
– stato in luogo: incontrarsi dal notaio; restare a cena da uncollega;
– moto a luogo: vado dal medico; salirò un attimo da lei; – moto per luogo: passare dal cortile; – modo: comportarsi da amico; una faccia da schiaffi; vita da
cani;
– limitazione: cieco da un occhio; zoppo da un piede; – qualità: una ragazza dai capelli biondi; un palazzo dalla
facciata neoclassica; – stima, prezzo, misura: un giocattolo da pochi soldi; una
lampada da cento candele; – mezzo: fu riconosciuto dalla voce; – fine: rete da pesca; cavallo da corsa; sala da pranzo; occhiali
da sole; – attributivo: festa da ballo; – predicativo: li trattammo da amici; – appositivo: Manzoni da giovane visse a Parigi.
Seguita da un verbo all’infinito, introduce le seguenti proposizioni: – consecutiva: Era tanto stanco da non capire più nulla. – finale: Dammi un libro da leggere. – valore di ‘dovere’, ‘necessità’: una cosa da fare; un rischio da
correre; – in frasi negative: Non c’è nulla da dire.
Forma locuzioni: – avverbiali: da lontano, da vicino, da presso; – prepositive: fuori da, di qua, di là da.
La preposizione ‘in’Indica collocazione nello spazio e nel tempo.Regge i seguenti complementi: – stato in luogo: abita in città; vivono in Italia; ha una villa in
campagna; lavora in ufficio; dorme in albergo; trovare soddisfazione
nel lavoro;
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– moto a luogo: andare in Francia; scendere in cantina; entrarein porto; gettare in mare; far ritorno in città; mettersi in testa;montare in collera;
– distributivo: di tre in tre; – luogo circoscritto: passeggiare in giardino, correre nel parco;viaggiare in Europa;
– tempo determinato: in primavera; in piena estate; verrà nel mese di aprile; in tempo di pace; finì il lavoro in tre giorni; lo farà inun attimo;
– modo: camminare in fretta; ascoltare in silenzio; entrare in punta di piedi; camminavamo in fila indiana; uscire in abito da sera;trasmettere in diretta; una partita in notturna;
– materia: un bassorilievo in marmo; una poltrona in pelle; – quantità, misura: essere in molti; giocare in quattro; tagliare
in due; divisione in parti uguali; – stima: avere in gran considerazione; – mezzo, strumento: viaggiare in treno; fare una gita in barca;
pagare in dollari; parlare in inglese; – fine: accorrere in aiuto; dare in prestito; ricevere in premio;
una festa in onore del vincitore;
– causa: tormentarsi nel dubbio; – limitazione: commerciare in stoffe; specializzarsi in pediatria;essere bravo in matematica; è un campione nel salto; possiede una
fortuna in beni immobili;
Seguita da un verbo all’infinito, forma una locuzione che havalore di gerundio:
Nell’ascoltare gli altri c’è sempre da imparare. (=Ascoltando)
Forma locuzioni:
– prepositive: in quanto a, in virtù di, in rapporto a, in fondo a,in cima a, in conseguenza di, in (nel) nome di;
– avverbiali: in alto, in basso, in su, in giù, in avanti, indietro,infine;
– congiuntive: nel momento in cui, nel caso che, in conside-razione del fatto che.
La preposizione ‘con’Indica addizione, partecipazione.
Regge i seguenti complementi:
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– compagnia, unione: è partito col padre; passeggiare col cane;viaggiammo con poche valigie;
– relazione: ha litigato col fratello; si è sfogato con me;
combattere col nemico; – limitazione: con la salute per ora va meglio; – modo: voler bene con tutto il cuore; – qualità: stanza con bagno; – mezzo, strumento: il vino si fa con l’uva; scrivere con la
penna; partire col treno; – tempo: non uscire con la pioggia; – causa: col caldo non si riesce a dormire; è da due giorni a
letto con la febbre.
Può avere valore concessivo o avversativo, assumendo il significatodi ‘nonostante’, ‘malgrado’:
Con tutti i guai che ha, riesce ancora a sorridere.Seguita da un verbo all’infinito, sostituisce il gerundio con
valore strumentale:Col leggere ci si istruisce. (= Leggendo)
La preposizione ‘su’
Indica vicinanza, approssimazione e posizione superiore.Regge i seguenti complementi: – stato in luogo: la lettera è sul tavolo; stare seduto sul divano;
passeggiare sulla riva del mare; commettere errori su errori; Romadominò sul Mediterraneo; vegliare sui figli; credere sulla parola;
– vicinanza: una casa sul mare; una finestra sul cortile; – materia: un disegno su tela; ricamare su seta; – moto a luogo: salire su una montagna; la neve è caduta sulla
città; mettere l’ipoteca su un immobile;
– argomento: un trattato sul pensiero medievale; – tempo: ci vedremo sul tardi; ritornarono sulla mezzanotte; – tempo continuato: star fuori di casa sulle due settimane; – tempo determinato: decisero sull’istante; erano sul punto di
partire; – età: avrà sui sessant’anni; un ragazzo sulla quindicina; – peso, misura: è sui venti chili; – stima, prezzo: vale sui venti euro; – modo: un vestito su misura; spedizione su richiesta; lavorare
su ordinazione.
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La preposizione ‘per’Regge i seguenti complementi: – luogo: il treno passerà per Bologna; il ladro è entrato per la
finestra; una retta passante per un punto; un pensiero le passava per la mente; guardare per il buco della serratura; passeggiare per il
giardino; vagabondare per la città; avere dolori per tutto il corpo; partire per Parigi;
– stato in luogo: incontrare qualcuno per strada; – tempo continuato: lavorare (per) anni; nevicò (per) tutta la
notte; sarà di ritorno per le dieci; – mezzo: inviare per posta; comunicare per telefono; – causa: era stanco per la fatica; non ci si vedeva per la nebbia;
gridava per il dolore; condannare per omicidio; arrestare per furto; – fine: libro per ragazzi; lotta per la sopravvivenza; prepararsi
per un viaggio; andare per funghi; – vantaggio / svantaggio: farebbe qualsiasi cosa per i figli; un
clima nocivo per la salute; morire per la patria; votare per uncandidato;
– limitazione: per diligenza è il migliore della classe; per questavolta sarai perdonato; per me, state sbagliando;
– modo: chiamare per nome; tenere per mano; assumere per concorso; – prezzo, stima: ha comprato per pochissimo un bel mobile
antico; non lo farebbe per tutto l’oro del mondo; – pena: fu multato per 50 euro; – distributivo: disporsi per file; dividere per classi; uno per
volta; giorno per giorno; un interesse del dieci per cento; moltiplicare5 per 2;
– misura: la strada è in salita per diversi chilometri; il
grattacielo si innalza per più di 100 m.; – predicativo: avere per amico; prendere per moglie; dare per scontato;
– sostituzione: l’ho preso per suo fratello; te lo dirà lui per me; – origine, provenienza: parente per parte di madre.
Seguita da un verbo all’infinito, introduce le seguenti proposizioni: – finale: Gli hai scritto per ringraziarlo? – causale: Fu punito per aver risposto male.
– consecutiva: E’ troppo vero per essere bello.
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Forma locuzioni: – avverbiali: per il momento, per l’avvenire, per lungo, per
largo, per certo, per l’appunto, per caso, per esempio, per poco;
– congiuntive: per il fatto che, per ciò (perciò), per via che, per poco (molto, bello, brutto) che sia.
Le preposizioni ‘tra’ e ‘fra’Le due forme si alternano senza alcuna distinzione di significato;
nell’uso scritto si preferisce l’una o l’altra per ragioni di eufonia: fratutti, tra fratelli.
Indicano una posizione intermedia tra due elementi; per questosono spesso correlate alla congiunzione ‘e’.
Reggono i seguenti complementi: – luogo: la nostra casa è tra il parco e la piazza; essere fral’incudine e il martello;
– spazio circoscritto: tenere un oggetto fra le mani; gli uccellicantano fra i rami; sparì tra la folla; conserva la fotografia tra i suoiricordi più cari;
– modo: passa i pomeriggi fra la lettura e il riposo; – causa: fra tanti impegni, non ha più un attimo di tempo; – moto per luogo: passò fra due ali di folla;
– tempo: ci vedremo fra due ore; tornerà fra una settimana; sarà qui tra le cinque e le sei; parlare tra il sonno;
– distanza: saremo a Milano fra 20 km.; tra cento metriincontreremo una piazza;
– quantità: guadagna fra i mille e i duemila euro al mese; – partitivo: tra noi e voi c’è un abisso; chi tra noi andrà con
lui?; – distributivo: l’eredità sarà spartita fra molti; – compagnia: passa tutti i pomeriggi tra i suoi amici.
Esercizi
1. Nelle seguenti frasi inserisci le preposizioni semplici oarticolate:
Non ho ricavato molto _____ vendita _____ mia macchina.Dovrai svegliarti presto ________ arrivare __________ tempo _____ appuntamento. Sono stufo _____ essere preso in giro _____ te. Vieni _____ otto _____ spiaggia _____ me? _____ tutta quella gente non
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sono riuscito _____ vederti. Ho riposto quel prezioso anello _____ uncassetto _____ mio comodino. Uscirò tra poco _____ andare _____ ufficio.
2. Scrivi le preposizioni giuste nelle seguenti coppie di parole:roba ... matti; sedia ... dondolo; cane ... guardia; villa ... piscina;
ballo ... maschera; racchetta ... tennis; cassa ... risonanza; marcia ...Roma; banco ... prova; pianta ... appartamento; casa ... giardino;vestito ... misura; albergo ... parcheggio; ombrello ... sole; biglietto ...visita.
3. Completa le frasi che seguono con le preposizioni studiate inmodo da collegare le subordinate alle proposizioni reggenti:
Mi dai il permesso ... venirti ... trovare questo pomeriggio?Bisogna installare più depuratori ... ridurre l’inquinamento delleacque. Cominciò ... battermi il cuore e le domandai ... ritornare subito.Ti prometto ... aiutarti ... raggiungere il tuo scopo. So bene ... aver fatto un grave errore ... crederti. Ci veniva ... ridere senza avernevoglia.
4. Sostituisci le locuzioni preposizionali con preposizioni disignificato corrispondente:Abbiamo raccolto delle offerte a favore dei popoli dell’Africa. A
causa del temporale molte macchine sono state danneggiate. Molticubani abbandonano l’isola allo scopo di sfuggire alla miseria delregime castrista. Verrò insieme con voi in montagna. La proposta fuapprovata da parte di tutti i presenti. In quanto a furbizia supera tutti.Grazie al nostro intervento la cosa si è risolta favorevolmente per lui.
5. Traduci in romeno:«Era veramente strano. Nella padella c’era l’olio e c’era la
conserva, ma nessuna fusione era avvenuta. L’olio serbava un belcolore naturale, come se con la conserva non avesse avuto il minimocontatto; e la conserva s’era raccolta disperatamente in se stessa,aveva formato una specie d’isoletta, che s’indovinava dura ecompatta...
– Tu – dissi allora con amaro sarcasmo ad Adalberto – chiami
questo fenomeno una salsa?
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– Sarebbe una salsa – disse con ira – se tu non ci avessi messomano. So io quel che hai fatto?
Saremmo venuti alle mani, se uno sguardo dato alla cucina, in
cui già pareva si fosse svolta una battaglia, non ci avesse trattenuti.Mangiammo un chilo di pane raffermo e ci bevemmo sopra un paio dilitri d’acqua.»
Giuseppe Marotta, Tutte a me, Edit. Ceschina
LA CONGIUNZIONE
E’ una parola invariabile che serve a collegare due o più parole:E’ un amico di Carla e di Luisa.o due o più frasi:
Sono tranquilla perché ho fatto il mio dovere.
Forme Dal punto di vista della forma, possiamo distinguere tra:1. congiunzioni semplici, formate da una sola parola: e, o, ma,
né, se, che, come, anche, quando, quindi;
2. congiunzioni composte, formate da due o più parole unite:affinché, neanche, oppure, poiché, purché, sebbene;3. locuzioni congiuntive, formate da più parole scritte
separatamente: anche se, con tutto ciò, di modo che, dal momento che, per il fatto che, per la qual cosa, visto che.
Dal momento che sei in collera, me ne vado.
FunzioneDal punto di vista della funzione, possiamo distinguere tra:
1. congiunzioni coordinative, o coordinanti, collegano due parole o due frasi mettendole sullo stesso piano:Rita e Franca sono amiche.Mi sono messo a correre ma il treno era già partito.
2. congiunzioni subordinative, o subordinanti, collegano duefrasi non mettendole sullo stesso piano, ma facendo dipendere unadall’altra:
Lo faccio perché ci credo.La frase ‘perché ci credo’, introdotta da ‘perché’, dipende dalla
frase ‘lo faccio’.
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1. Congiunzioni coordinative
tipo collegamento forma esempi
copulative aggiungonoqualcosa
e, anche, pure, Non hai un la-voro, per di piùnon
e copulative a ciò che si èdetto;
inoltre, neanche, lo cerchi, e tilamenti?
aggiuntive collegano due parole o due frasi
né, neppure
disgiuntive collegano due parole o due
frasi: unaesclude l’altra
o, oppure Andiamo al mareo vuoi fare
qualcos’altro?
avversative collegano duefrasi: unacontrasta in tuttoo in parte conl’altra
ma, però,
tuttavia, pure,
eppure, peraltro,
sennonché,
Prendi quelloche preferisci,ma lasciaqualcosa per glialtri.
conclusive introducono una
conclusionelogica
dunque, quindi,
pertanto, perciò,allora, ebbene,
per la qual cosa
Pioveva, perciò
sono rimasto incasa.
esplicative spiegano ciò chesi è detto prima
cioè, vale a dire,
ossia, in altre
parole, in altri
termini
Parleremo diecologia, cioè della scienza chestudia gli esseriviventi el’ambiente.
correlative usate in coppia,mettono incorrispondenzadue parole o duefrasi
e ... e, o ... o, né... né, sia ... sia,
non solo ... ma
anche
Ugo non mangiané carne né
formaggio
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2. Congiunzioni subordinative
tipo collegamento forma esempi
dichiarative introduconofrasioggettive,soggettive,dichiarative
che, come Confessò che aveva persotutto.Confessò come avesse persotutto.
interrogative frasiinterrogativeindirette
se, come, quando, perché, quanto
Chiedigli se hafinito.
causali frasi causali perché, poiché, giacché, siccome,
come che, dato che, per il fatto che,dal momento che,considerato che
Non vengo perché ho dafare.
finali frasi finali perché, affinché, che,in modo che,allo scopo di,al fine di, pur di
Lo dico perché tu mi capisca.
consecutive frasiconsecutive
così/tanto/talmente/ a tal punto/in modotale...che, sicché,cosicché
Parla così piano che nessuno locapisce.
condizionali frasiipotetiche
se, qualora, quando, purché, ammesso che, nell’ipotesi che, a condizione che, nell’eventualità che
Se me loavessi chiestolo avrei fatto.
concessive frasiconcessive
benché, sebbene,quantunque,malgrado (che),anche se, nonostante, per quanto
Andrò alavorare anche se sto male.
temporali frasitemporali
quando, come, prima che, dopo che,mentre, finché,ogni volta che, fino a
che
Quando arrivònon trovònessuno.
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comparative frasicomparativeo un paragone
(così/tanto)...come, (tanto)...quanto, (più/meno/meglio)...che
Sei tanto bravaquanto distratta.Costava meno
di quanto pensassi.modali frasi modali come, secondo che, nel
modo che, come se,quasi che,
Prepara illavoro come tiho detto.
esclusive frasiesclusive
senza che Se ne è andato senza che ce neaccorgessimo.
eccettuative frasieccettuative
salvo che, a meno che (non), eccetto che,
tranne che, fuorché,
Non verrò, ameno che non
mi invitino.limitative frasi
limitative per quanto, quanto a, per quello che, secondo che/quanto
Per quanto neso, sono amici.
Esercizi
1. Nelle seguenti frasi inserisci le congiunzioni coordinativeopportune:
Andrò a teatro ... resterò in casa a vedere un giallo.Quest’articolo è difficile ... interessante. Ti piacciono più i film distoria ... di fantascienza? Ci incontreremo tra cinque mesi ... alla finedi giugno. Ha sbagliato ... sta pagandone le conseguenze. E’ una persona ... ricca ... generosa. Il tempo minaccia pioggia ... porteròl’ombrello. I miei genitori festeggiano quest’anno le nozze d’argento... venticinque anni di matrimonio. Questa ragazza riesce bene ... nellostudio ... nelle attività pratiche. Mi avevi detto che saresti venuto
presto ... non oggi.2. Completa le seguenti frasi con una congiunzione subordinativa
del tipo indicato tra parentesi:Avevamo tanta fame __________ (consecutiva) divorammo
ogni cosa. Era più gentile __________ (comparativa) pensassi. Michiedo continuamente __________ (interrogativa indiretta) ho agitocosì. Ha un buon aspetto __________ (concessiva) sia stato malato per lungo tempo. Ritengo __________ (dichiarativa) non hai agito in
modo corretto. Stavamo per uscire __________ (temporale) squillò il
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telefono. Ti ho esposto i fatti __________ (consecutiva) tu possagiudicare bene.
3. Traduci in romeno:«E allora cominciai a sentir l’orrore di questa città spettrale,
disertata dagli uomini, deserta in mezzo al deserto. Sotto la luna, inquel dedalo di strade e di piazze abitate soltanto dal vento, mi sentiispaventosamente solo, infinitamente straniero, irrevocabilmentelontano dalla mia gente, quasi fuor del tempo e della vita. Fui scossoda brividi, forse di stanchezza e di fame, forse di paura...
Nessuno, in tutta la Mongolia, ha voluto dirmi il nome della città
disabitata. Ma spesso, a Tokio, a San Francisco, a Berlino, la rivedocome un sogno terrificante dal quale, pure, non ci si vorrebbesvegliare. E sento una gran nostalgia, un gran desiderio di rivederla.»
Giovanni Papini, Gog , Edit. Vallecchi
4. Traduci in italiano: Nu ar fi drept să ceri ca tânărul autor să gândească ca noi, nu i se
poate cere să devină un ilustru autor de analize economice, dacă el, în
schimb, a vrut să scrie o simplă povestire în care imaginează însă fapteşi personaje cu ochii unui adevărat artist.Este necesar ca, după exemplul lor, să acţioneze şi alte oraşe, ca
alte comitete de părinţi să rezolve problema, să apar ă noi grupuri decetăţeni hotărâţi să lupte, astfel încât şcoala şi universitatea să apar ţină cu adevărat elevilor, studenţilor, profesorilor.
Problema era că celebrul actor niciodată nu avusese prieteni, dar şi-a dat seama atunci, din felul în care ceilalţi bătrâni îl întrebau dacă ise părea drept să alunge câinele, chiar dacă se ştie foarte bine că este
cel mai bun prieten al omului.Când, în sfâr şit, fu pe punctul de a lua o hotărâre importantă
pentru cariera sa, intr ă fratele său care îi spuse deschis: – E inutil,dragul meu, să te iluzionezi că vremurile acelea s-ar putea întoarce, cea fost a fost, o ştii mai bine decât mine!
Capcana era gata, era ora nouă seara, toţi vânătorii r ămăseser ă lalocurile lor, de altfel foarte neliniştiţi, trebuia doar să aştepte ca cinevasă cadă înăuntru, un tigru sau un leopard flămând, în timp ce alerga să
ucidă o zebr ă speriată.
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L’INTERIEZIONE
E’ una parola invariabile che ha il valore e il significato diun’intera frase esclamativa.
FunzioniL’interiezione si usa per esprimere: – un sentimento, per esempio la meraviglia: Oh, che splendore! – una sensazione, per esempio il disgusto: Puah, questo
formaggio puzza! – un rimprovero: Vergogna!
– un ordine: Via! Andatevene! – un saluto: Ciao, Gianni!
Data la natura di parola che esprime sentimenti e sensazioni,l’interiezione è tipica della lingua parlata o della lingua scritta, solo seriproduce quella parlata; essa è pronunciata con un tono enfatico, chenella scrittura è rappresentato:
– dal punto esclamativo, per indicare meraviglia, incertezza: oh!,mah!
– dal punto interrogativo, per indicare sorpresa, incredulità: eh?,davvero?
Il punto esclamativo può anche non seguire immediatamentel’interiezione, ma chiudere l’intero discorso, e in questo caso subitodopo l’interiezione si mette una virgola:
Uffa, quanto sei noiosa!
FormeDal punto di vista della forma, possiamo distinguere tra:1. interiezioni primarie, o proprie, hanno solo valore di
interiezione: ah, ahi, alt, bah, beh, boh, eh, ehi, ehm, ih, mah, marsch,o, oh, ohi, oi, ps, pst, psst, puah, sciò, st, sst, to’, uff, uffa, uh, uhm;
2. interiezioni secondarie, o improprie, nomi, aggettivi, verbio avverbi usati anche come interiezioni; sono una categoria aperta, le parole utilizzabili come interiezioni possono aumentare o diminuire.Molte interiezioni secondarie sono:
– nomi di animali: cane, porco, maiale, verme, pecora, vipera,
oca, gallina, vacca, asino, somaro, troia, bestia, animale;
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– nomi, aggettivi, verbi, avverbi usati:a) per agire sull’interlocutore: zitto, voce, fuori, dentro, basta,
coraggio, animo, su, suvvia, andiamo, pietà, perdono, scusa, scusi,
bene, bravo, giusto, esatto, male, vergogna, sciocco, maledetti,accidenti, accipicchia;
b) per avviare, mantenere o chiudere il contatto con l’interlocutore: pronto, sì, senti, senta, scusa, scusi, per favore, grazie;
c) per dare coerenza al testo: senti, senta, vedi, guarda, ecco,insomma, già, no?
Le parole riportate ai punti b e c sono dette anche segnalidiscorsivi, cioè parole che hanno perduto il loro valore grammaticale
originario, per esempio senta!, scusi!, guarda!, e si sono trasformatein elementi che strutturano il discorso, collegano segmenti di testo,sottolineano il carattere interattivo della conversazione.
Rientrano nel gruppo delle interiezioni secondarie: – gli insulti: cretino, idiota, imbecille, scemo, stronzo, stupido; – i saluti:
– ‘buongiorno’ / ‘buonasera’ si usano sia all’inizio sia allafine di un incontro;
– ‘ciao’ apre e chiude un incontro con una persona a cui si
dà del ‘tu’; – ‘salve’ può sostituire sia ‘ciao’ sia ‘buongiorno’ / ‘buonasera’
e si adopera quando si è incerti se rivolgersi all’interlocutore conil ‘tu’ o con il ‘lei’;
– ‘arrivederci’ si usa alla fine di un incontro; – ‘buonanotte’ si usa prima di congedarsi nella tarda serata
o prima di andare a letto.3. locuzioni interiettive: – possono esprimere minaccia: guai a te! – aprono un’esortazione o un ordine: per amor di Dio!, santo
cielo!, per carità! – si usano per rifiutare o allontanare qualcuno o qualcosa: Dio ce
ne scampi e liberi!, al diavolo!
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BIBLIOGRAFIA
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linguistica, Zanichelli, Bologna, 1995.Luca Serianni, Grammatica italiana – Italiano comune e lingua letteraria,
UTET, Torino, 2006.Carlo Iandolo, Italiano giovane – Grammatica italiana, Fratelli Ferraro
Editori, Napoli, 1992.Alfredo Ghiselli, Carlo Casalgrande, Lingua e parola, Sansoni, Firenze,
1986.Adriana Lăzărescu, George Lăzărescu, Gramatica limbii italiene, Niculescu,
1997.Mihaela Cârstea-Romaşcanu, Gramatica practică a limbii italiene, Editura
Ştiinţifică şi Enciclopedică, 1980.Valentina Negriţescu, Davide Arrigoni, Exerci ţ ii de gramatică italiană,Gramar, 2004.
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I. FONETICA
La fonetica analizza e classifica i suoni del linguaggio o foni nelloro aspetto fisico. La fonologia o fonematica studia invece l’organiz-zazione e la funzione dei foni nella struttura di una determinata lingua.Essa studia i suoni distintivi di una lingua, detti fonemi, quei suoni al
cui cambiamento corrisponde un cambiamento di significato: cero, mero, nero, pero, vero ecc. I fonemi, le più piccole unità distintivedella lingua, vengono rappresentati nella scrittura per mezzo di segnigrafici o grafemi, che sono le più piccole unità distintive della scrittura.In teoria ci dovrebbe essere una corrispondenza perfetta tra i segni delsistema ortografico e i suoni del sistema fonologico, tra grafemi e fonemi,in realtà non esiste un’assoluta corrispondenza tra suoni e segni.
L’alfabeto – l’insieme dei segni grafici, disposti in un ordine
preciso, con i quali si indicano i fonemi di una determinata lingua.L’alfabeto italiano – ventuno grafemi, ciascuno con il proprionome, che possono scriversi con maiuscole o minuscole:
A, a H, h (acca) Q, q (cu, qu)B, b (bi) I, i R, r (erre)C, c (ci) L, l (elle) S, s (esse)D, d (di) M, m (emme) T, t (ti)E, e N, n (enne) U, u
F, f (effe) O, o V, v (vu, vi)G, g (gi) P, p (pi) Z, z (zeta)
+ cinque lettere straniere → ventisei lettere
J, j (i lungo)K, k (cappa)W, w (vu, vi doppio)X, x (ics)
Y, y (ipsilon, i greco)
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Quanto al genere dei nomi delle lettere, l’uso è tuttora oscillante; possiamo tuttavia considerarle di genere femminile, soprattutto quandosi sottintende la parola ‘lettera’, ‘vocale’ o ‘consonante’, tutte e tre
femminili: si dice, per esempio, dalla a alla zeta = dal principio allafine; ( fig.) mettere i puntini sulle i = precisare, chiarire qualcosa.
Sistema fonematico italiano
Vocale – il suono prodotto con un’emissione d’aria che nonincontra occlusioni o restringimenti nel canale e nella cavità orale;essa può far sillaba da sola.
Consonante – il suono articolato viene pronunciato col canale
orale chiuso o semichiuso; essa non può formare sillaba da sola.I. Vocali – i fonemi vocalici dell’italiano sono sette:
a – apertae – aperta: èrba
– chiusa: mései – chiusao – aperta: pòco
– chiusa: sólo
u – chiusaPossiamo raggruppare le vocali nel cosiddetto triangolo vocalico,
nel quale si distinguono: – tre vocali anteriori o palatali – una vocale centrale – tre vocali posteriori
e inoltre: – tre vocali aperte – quattro vocali chiuse
i chiusa u chiusa anteriori e chiusa o chiusa posteriorio palatali e aperta o aperta o velari
a apertacentrale
Quando non sono accentate, le vocali ‘e’, ‘o’ hanno costantementeil suono chiuso; quando invece vi cade sopra l’accento, hanno ora ilsuono chiuso ora il suono aperto. La pronuncia aperta o chiusa di
queste vocali assume particolare importanza nei casi in cui costituisce
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l’unico elemento distintivo tra parole di significato diverso, ma ugualinella scrittura, i cosiddetti omògrafi:
è (aperta) é (chiusa)èsse = lettera dell’alfabeto ésse = pronome personalelègge = da ‘leggere’ légge = norma pèsca = frutto del pesco pésca = da ‘pescare’rè = nota musicale ré = monarca, sovranovènti = plurale di ‘vento’ vénti = numerale
ò (aperta) ó (chiusa)còlto = da ‘cogliere’ cólto = istruito, dottofòro = piazza fóro = buco
vòlto = da ‘volgere’ vólto = viso, faccia
Non esistono regole per stabilire quando la ‘e’ e la ‘o’ tonichehanno suono aperto e quando, invece, hanno suono chiuso. Nei casidubbi è necessario ricorrere al dizionario.
Il dittongo – gruppo fonetico costituito da una vocale precedutada semiconsonante o seguita da semivocale nella medesima sillaba. Ildittongo può essere:
– ascendente→ semiconsonante + vocale:ia: f iamma, piatto, piazza ua: guaio, lingua, quasiie: f ieno, ieri, piede ue: guerra, questo, sangueio: corridoio, gioco, pioggia ui: anguilla, guida, quindiciiu: aiuto, f iume, schiuma uo: cuore, f uori, liquore
– discendente → vocale + semivocale:
ai: far ai au: causa, laureato
ei: lei eu: neurologiaoi: poiui: altr ui, suicidio
I dittonghi mòbili – i dittonghi ‘uò’ e ‘iè’ perdono le semicon-sonanti ‘u’, ‘i’ quando l’accento si sposta su un’altra sillaba:
uò → o iè → e buòno → bontà cièlo → celèstemuòvere → moviménto piède → pedèstre
scuòla → scolàro Sièna → senése
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Si conserva il dittongo mobile: – nelle parole composte: buongiorno, fuoribordo; – negli avverbi in -mente: ciecamente, nuovamente;
– nei verbi ‘nuotare’, ‘vuotare’ per evitare ogni possibile ambiguitàcon i verbi ‘notare’, ‘votare’; – nei derivati: fieno→ fienile, fiero → fierezza, piede → piedistallo; – nei superlativi: buonissimo, nuovissimo.
Il trittongo – complesso di tre suoni vocalici in una sola sillaba: buoi, guai, miei, studiai.
Lo iàto – incontro di due vocali che fanno parte di sillabe distinte:
du-ello r i-unireide-a te-atro po-eta zo-ologi-a
II. Consonanti – in italiano sono quindici consonanti: – semplici – doppie – gruppi consonantici: – digrammi
– trigrammi
grafema definizione fonetica esempio
p occlusiva bilabiale sorda palla
b occlusiva bilabiale sonora orale bello
m occlusiva bilabiale sonora nasale mare
t occlusiva dentale sorda tela
d occlusiva dentale sonora orale donna
n occlusiva dentale sonora nasale nero
gn occlusiva palatale sonora nasale gnocchi c + a, o, uch + e, iq + ua, ue, ui, uo
occlusiva velare sordacasachiloquadro
g + a, o, ugh + e, i occlusiva velare sonora
gattoghiro
z affricata alveolare sorda zio
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– distingue le voci del verbo ‘avere’, per influenza del verbolatino HABERE, dagli omòfoni (parole con suono uguale ma origine,significato, a volte anche grafia diverse):
1ª persona singolare ho o → io ho / bianco o nero
2ª persona singolare hai ai → tu hai / vado ai laghi
3ª persona singolare ha a → egli ha / vado a Sinaia
3ª persona plurale hanno anno → essi hanno / anno accademico
– si trova: – nei digrammi ‘ch’, ‘gh’ → che, chino, ghetto, ghianda
– nelle interiezioni ah!, ahi!, eh!
q
q + u + vocale → quadro, questo, qui, quotidianocq → acqua, tacqueqq → soqquadro: mettere a soqquadro = in gran disordine
s
‘s’ sorda: s + vocale → sale, seme, sigaro; nei derivati e neicomposti: capo saldo, gira sole
s + c, f, p, q, t → scala, tra sporto, squadra, pa st oconsonante + s → corsa, pensoss → ge sso, ro sso
‘s’ sonora: s + b, d, g, l, m, n, v, z → sbarcatoio, sd raiarsi, sg uardo, sl ancio, smarrito, snello, sr adicato, svenuto
‘s’ tra due vocali → me se, vi so
‘s’ impura = ‘s’ + consonante → scolaro, st offa, str ada
z
‘z’ sorda: z + ia, ie, io → gra zie, spa zio
l + z → alz are, calz azz → pa zz o
‘z’ sonora: ‘z’ tra due vocali → a z oto, o z ono
zz → anali zz are
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Le consonanti doppie – segnano differenza di senso:
consonante semplice consonante doppia
ca pellicar oca saeconona penaro saser aset e
sono
ca ppellicarr oca ssaeccononna pennaro ssaserr asett e
sonno
Esempi:capelli neri, biondi / cappelli di stoffaun caro amico / un carro di legnacasa paterna / Cassa di risparmiofarsi l’eco di qualcuno / ecco il treno che arrivala nona sinfonia di Beethoven / nonna materna pena capitale / penna a sfera
offrire una rosa / bandiera rossalavorare da mattino a sera / fiore di serraavere sete / le sette meraviglie del mondoio sono (‘essere’) / parlare nel sonno
Il digramma – successione di due diversi grafemi per rappresentareun solo fonema:
ci + a, o, u → ciao, panciutogi + a, o, u → man gio, giùch + e, i → bar che, pochigh + e, i → ghe pardo, ghiacciogl + i → in parole di origine greca o latina, si pronuncia come in
romeno: glicine, glicerina; anglicano, ganglio, geroglifico, negligenzagl + a, o, u → si pronuncia come in romeno: glaciale, gloria,
deglutiregn + vocale → re gnare, de gne, ma gnifico, ba gno, o gnuno
si pronuncia come in romeno: Wagner, wagneriano
sc + a, o, u → scafandro, scolaro, scudiero
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sc + i → sciroppo, sciaresc + e → scena, pesceIl trigramma – successione di tre grafemi indicanti un solo
fonema:sci → la sciare, sciogliere (la ‘i’ non si pronuncia)sce → scena, pe scegli → fi glio, sce gliere
Le lettere straniere j (i lungo) – appare in:
– nomi propri: – topònimi → J esolo, J onio – antropònimi → J acopo, O jetti
– nomi stranieri → jambon (fr.) jeans (ingl.) J unker (ted.)
k (cappa) appare in: – parole straniere → k aràte, k arting, k ayak , k oàla – sigle di origine greca → kg, km, kl, kw; in forma
piena è preferibile ricorrere alla grafia italianizzata: chilogrammo,chilòmetro, chilòlitro, chilowatt .
w (vu, vi doppio) – pronunciata come: – ‘u’ semiconsonantica → weekend, western, whisky – ‘v’ → W alter, W assermann, watt, wolframio
x (ics) appare in: – parole formate con i prefissi di origine greca xeno-,
xero-, xilo– → xenofobia, xenòfobo, xerocopia, xilòfono; – toponimi → X anto – antroponimi → Mar x; nei suoi derivati: mar xismo
– forestierismi → te xano, mi xer y (ipsilon, i greco) → yacht, yemenita, yoga, brand y, derb y.
La sillaba – un fonema o un gruppo di fonemi che si articolanoin modo distinto e autonomo, con una sola emissione di voce; puòessere formata da una vocale o da un dittongo, soli o accompagnati dauna o più consonanti. In italiano il centro di una sillaba è semprecostituito da una vocale.
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Si può distinguere tra: – sillaba tonica – su cui cade l’accento
atona – senza accento tonico
– sillaba aperta o libera – finisce in vocale: ca-sa;chiusa o implicata – finisce in consonante: car -ne.
Dal punto di vista del numero delle sillabe, in italiano le parolesi dividono in:
– monosillabi: e, ma, giù, tuoi; – polisillabi: – bisillabi: bràc-cio, fór-ma, vì-a;
– trisillabi: àn-ge-lo, con-tè-sto, far-fàl-la; – quadrisillabi: far-ma-cì-a, pa-pà-ve-ro,
re-pli-ca-re; – cinque, sei, sette o più sillabe: a-rit-me-ti-ca, pa-ra-go-na-bi-le.
Regole per la divisione dei vocaboli in sillabe
Si dividono: – una vocale iniziale di parola, seguita da una consonante
semplice: i-so-la, u-t i-le; – le vocali in iato: pa-u-ra, sci-a-re; – una consonante semplice seguita da vocale: ma-re, vo-la-re; – le consonanti doppie e il gruppo ‘cq’ si dividono a metà: con-
ne s-sió-ne; stel-l a; ac-qua, nac-que; – nel caso di due o tre consonanti diverse tra loro:
1. se si tratta di un gruppo di consonanti in principio di parola,il gruppo non si divide e fa sillaba con la vocale che segue:
stra-da; spro-fon-da-re; bra-vo; dram-ma; gran-de; tre-no; inquesto gruppo va considerata anche la ‘s impura’, che si
unisce sempre alla consonante o alle consonanti che seguono:o- spi-te; a- stro;
2. se invece il gruppo di consonanti non si trova in principio di parola, allora questo si divide: la prima consonante del gruppova con la vocale precedente, l’altra o le altre con la vocaledella sillaba che segue: ar-ma; par-co; tec-ni-ca; en-tr a-re;
– le parole composte si dividono tra prefisso e base: sub-nor -ma-le.
Non si dividono:
– i dittonghi e i trittonghi: pio-ve; guai;
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– i digrammi e i trigrammi: bar-che; ghiac-cio; re- gna-re; scim-mia; sce-na; mo- glie; sba- glia-re;
– i gruppi consonantici costituiti da ‘b’, ‘c’, ‘d’, ‘f’, ‘g’, ‘p’, ‘t’,
‘v’ + ‘l’, ‘r’ → ca-bl o- gr am-ma. – nel caso in cui si giunga in fin di riga con un apostrofo, è
consigliabile mantenere l’integrità della sillaba che comprendel’apostrofo: del- / l’a-mi-ca; quel- / l’uo-mo; nel- / l’i-so-la;
– nel caso in cui si debba dividere in fin di riga una parolacomposta contenente un trattino, è opportuno segnare il trattino duevolte, uno in fin di riga, l’altro all’inizio della riga seguente: guerrarusso- / -giapponese.
L’accento – rafforzamento della voce nella pronuncia di unasillaba, in particolare di una vocale in essa contenuta. La sillaba e lavocale accentate si chiamano toniche; le altre sillabe e le altre vocalisi chiamano atone.
Si distinguono: – accento intensivo o dinamico, proprio dell’italiano, del francese,
del tedesco, che consiste in un aumento dell’intensità della voce; – accento musicale o cromatico, nel cinese, che consiste in un
aumento dell’altezza della voce; – accento fisso, quando in una lingua cade in tutte le parole su
una data sillaba (in francese, sempre sull’ultima); – accento libero, quando in una lingua può cadere su tutte le
sillabe, come in italiano. – accento tonico, proprio di ogni parola; – accento grafico, usato solo in certi casi nella scrittura in
corrispondenza dell’accento tonico.
Quindi tutte le parole hanno un accento tonico, ma solo alcunehanno anche l’accento grafico.
In italiano l’accento cade normalmente: – sull’ultima sillaba → parola tronca o ossitona: città; per ché; – sulla penultima sillaba → parola piana o parossitona: cànto;
pas sàre; – sulla terzultima sillaba → parola sdrucciola o proparossitona:
tàvolo; ùmile; rìdere;
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– e raramente sulla quartultima sillaba → parola bisdrucciola:à bitano; de sìderano.
o sulla quintultima, in alcune forme verbali composte
con pronomi enclitici → parola trisdrucciola: rècitamelo.Come segno grafico, l’accento si usa in italiano per indicare lavocale tonica:
– accento grave [`], si segna su: – ‘e’, ‘o’ aperte; – ‘a’, ‘i’, ‘u’;
– accento acuto [´], si segna su ‘e’, ‘o’ chiuse.
Nell’ortografia italiana l’accento è obbligatorio: – sui polisillabi tronchi: carità, università, desiderò, partirà;
– sui monosillabi: già, più, può; – su alcuni monosillabi, per distinguerli da parole uguali nella pronuncia (gli omofoni) o nella scrittura (gli omografi), di significatodiverso:
dà daUgo mi dà un libro. santa Caterina da Siena; contare da
uno a dieci; comportarsi da amico;Ti aspetto da un’ora.
è e
Ugo è studente. buono e bello; io e voi;Salutò e uscì.là la
quel ragazzo là; la casa; La prego, Signore;Vai là! La vidi ieri a teatro.
lì lilì dentro; quel volume lì; Li ho incontrati ieri in montagna.Mettilo lì!
né ne
Non ti aiutiamo né io né lui. Appena lo conobbe ne divenne amico.Dammi una caramella, io non ne ho più.
sé seessere pieno di sé;La cosa in sé ha poco valore.
Tu, se ben ricordo, sostenevi ilcontrario.Se vincessi alla lotteria!
sì sidire di sì si dice;
Carla si veste con gusto.
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tè teuna bustina di tè; tè collimone; servizio da tè
Tuo fratello verrà con te.Te lo dico io.
Quando il pronome ‘sé’ è seguito da ‘stesso’ o ‘medesimo’,l’accento grafico è facoltativo. Quando l’accento cade all’interno di parola, l’accento grafico non si mette. Tuttavia ci sono dei casi in cuiuna parola può avere due significati diversi a seconda di dove cadel’accento; si tratta di alcuni omografi, termini che non si distinguono per come vengono scritti ma per come vengono pronunciati:
àncora di salvezza ancóra: non è ~ arrivatobàlia: far da ~ a qualcuno balìa = potere: in ~ della sortecómpito in classe compìto = cortese: una persona ~anòcciolo dell’oliva nocciòlo (albero)
pèsca (fruto del pesco) pésca: andare a ~; ~ del tonno prìncipi: i ~ di casa Savoia princìpi: i ~ della logica sùbito: vieni qui ~ subìto: un danno ~ = r ìcevuto
L’apòstrofo – segno [‘] che indica:
– l’elisione di una vocale: l’anima, quest’uomo, sant’Agostino; – il troncamento di una sillaba: po’ = poco → Ugo vuole un po’d’acqua.
– la soppressione del millesimo e del centesimo nelle date: il ‘500.
L’elisione – soppressione della vocale finale atona di una paroladinanzi alla vocale iniziale della parola seguente. Nella grafia, adifferenza del troncamento, si segna con l’apostrofo: l’arte, anch’io,
senz’altro.Si elidono: – articoli → l’uomo, l’amica, un’amica;
– preposizioni articolate: nell’età; – aggettivi: ‘bello’, ‘buono’, ‘grande’, ‘questo’, ‘quello’,
‘santo’ → bell’orologio, bell’architettura; buon’amica; grand’opera;quest’anno, quest’aria; quell’uomo, quell’aula; sant’Andrea, sant’Agnese;
– ‘come’, ‘ci’ davanti al verbo ‘essere’: com’è andata?,
c’è, c’erano; – alcune espressioni idiomatiche: a quattr’occhi,
tutt’altro, senz’altro, nient’altro, mezz’ora;
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– alcune preposizioni: ‘di’ → d’accordo, d’oro, una
domenica d’autunno;‘da’ → d’altra parte,
d’altronde, d’ora in poi.Il troncamento o l’apòcope – caduta di uno o più suoni in fine
di parola.Può essere: – vocalico: mal (e) di mare, a fior d’acqua, essere in fin di vita; – sillabico: fra(te) Cristoforo, quel (lo) signore.Talvolta si segna con l’apostrofo: – po’ = poco → Sono un po’ stanco stasera.
– ca’ = casa → Ca’ Foscari (palazzo veneziano); – mo’ = modo → a mo’ di = in funzione di; – da’, di’, fa’, sta’, va’, forme dell’imperativo dei verbi ‘dare’,
‘dire’, ‘fare’, ‘stare’, ‘andare’:
Di’ a Maria di tornare subito!
Si troncano:
– articoli: ‘uno’ → un albero; e i composti: ‘alcuno’, ‘nessuno’,‘ciascuno’ → nessun operaio, ciascun abito;
– aggettivi: ‘buono’ → buon affare, buon prodotto;‘bello’, ‘frate’, ‘grande’, ‘quello’, ‘santo’ → bel giovane; fra
Cristoforo; gran giocatore, gran bellezza; quel libro; san Giovanni, san Iacopo;
‘suora’ → suor Ana; suor Maria;‘tale’, ‘quale’ → un tal individuo; qual è.
Esercizi
1. Con l’aiuto del dizionario, completa le parole con:vocali: c_sa, d_re, fars_, lett_ra, m_gma, p_ne, r_sa, s_le, tass_, z_na;dittonghi: bugg__rdo, camp__ne, glor__so, graz__, ins__me,
trinom__, ug__le, ultras__no, umil__re, valig__;consonanti doppie: a__u__o, bo__e__ino, gia__a, i__ediato, le__enda,
ma__o, profe__ore, tu__el, ve__hio, vi__ima;
digrammi: bolo__ese, campa__a, __iamare, co__ome, __iacciaio,
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lava__a, ma__etico, ri__iedere, spu__a, un__ia;trigrammi: cana___a, conchi___a, consi___o, fami___a, ___icco,
sce___ere, ___are, ___entifico, sba___o, ugua___anza.
2. Completa le seguenti parole con la lettera adeguata. Attenzione,c’è più di una possibilità!
mese me...elame la...eneve ne...erane ...anevede ...ederive ...ivemeno ...enovena ve...a
sere ...eretara ...ara
3. Ora inserisci le parole in corsivo dell’esercizio precedenteinvertendo l’ordine delle sillabe:
I ________ amici si riconoscono al momento del bisogno. Hai pagatola ________ del mutuo? E’ una persona che non ha sangue nelle ________. Mia nonna, quando legge i giornali, s’interessa solo dellacronaca ________. Marco ha una faccia tonda come una ________.Prima di prendere una decisione si ________ tener conto di tutte ledifficoltà da affrontare. Ti prego di chiamare le cose col loro ________. Si ________ conto di avere torto, quindi preferì tacere. Sevuoi andare in Sardegna, devi prendere la ________.
4. Inserisci le seguenti parole a, ha, ah, ai, hai, anno, hanno, o,
ho al posto dei puntini: – Mamma, mi sono ferito _____ una mano! – Fammi vedere, ma come _____ fatto? – _____, mi fai male! – Da domani non andrai più _____ giocare in cortile, ne _____ fin
sopra i capelli.
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– Sono stati i miei amici, mi ________ spinto e sono caduto. – Non c’è un giorno che vada bene, _____ torni ferito _____ con ivestiti rotti, per fortuna che il prossimo _____ andrai _____ scuola! – _____, sai che bello! – Bello _____ brutto, ci andrai! – Ma io non voglio, il nonno non _____ mai studiato. – Non dire sciocchezze, ci tieni così tanto _____ tuoi giornalini! Vuoicontinuare _____ guardare le figure e _____ immaginare quello chec’è scritto sopra? – Uffa!
5. Dividi in sillabe:attaccapanni, attraversare, bellissimo, compagno, demoralizzazione,equilibrista, famiglia, ghigliottina, inutilità, liquidità, medicazione,mediocrità, neurologico, ostacolare, professoressa, ruscello, sfruttatore,tranquillamente, videosegnale, zairiano.
6. Metti l’accento, se è necessario:
Perche non ti piace il te al limone? La nostra aula e la? Si, ti ho dettodi si. Di solito Carla va in campagna la domenica: la trova la pace cheinvano cerca qui in citta. Questa rivista non mi piace piu perche etroppo femminista. Il fatto e che l’Umanesimo, pur non rinnegando lagrande opzione cristiana della civilta, non e piu disposto a puntaresulla caducita dell’uomo.
7. Metti l’apostrofo, se è necessario:
Bevo un po di latte perché ho mal di gola. Andrea, lo amico di Eva, èvenuto a cercarla ieri sera. Santo Antonio è il protettore di Padova. Sei proprio un bello furbo e un bello imbroglione. Abbiamo una vita e unaanima sola. Di autunno cadono le foglie. Nessuna altra donna loavrebbe fatto.
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II. MORFOLOGIA
La morfologia classifica tutte le parole di una lingua, ne studiala forma e i cambiamenti che queste possono subire.
Le parti del discorso – le categorie nelle quali si dividono, ingrammatica, le parole di una lingua secondo la loro forma e funzione.Le parti del discorso sono:
– variabili: – articolo – nome – aggettivo – pronome – verbo
– invariabili: – avverbio – preposizione – congiunzione – interiezione
Nelle parole si riconosce: – la radice o morfema lessicale, una parte immutabile: → ragazz-
grand- studi-
– la desinenza o morfema grammaticale, una parte terminale,soggetta a variazioni: → -o, -a, -i, -e-e, -i-are, -erò
L’ARTICOLO
E’ una parte variabile del discorso che precede il nome a cui siriferisce e concorda con esso in genere e numero:
Un caffè con lo zucchero in una tazzina.
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In alcuni casi lo stretto legame tra articolo e sostantivo vienespezzato mediante l’inserimento di:
– un aggettivo: il nuovo edificio;
– un participio passato: il suddetto autore; – un avverbio: l’allora capo del governo.
L’opposizione tra «determinato» e «indeterminato» avviene inmodo diverso al singolare e al plurale:
– al singolare l’articolo ha forme specifiche per indicare sia ladeterminatezza sia l’indeterminatezza: il ragazzo / un ragazzo; la finestra /una finestra;
– al plurale l’articolo ha forme specifiche solo per indicare ladeterminatezza, mentre l’indeterminatezza è indicata dall’assenzadell’articolo o dall’articolo partitivo ‘dei’, ‘degli’, ‘delle’: i ragazzi / _ ragazzi (dei ragazzi); le finestre / _ finestre (delle finestre).
Davanti a nomi che hanno una stessa forma per il maschile e ilfemminile o per il singolare e il plurale, l’articolo ne specifica ilgenere e il numero: il / la nipote; la / le specie.
L’articolo determinativo
Indica una cosa ben definita, che si presuppone già nota.L’articolo determinativo è impiegato per indicare:
– una classe, un tipo, una specie: L’uomo è dotato di ragione.(= ogni uomo)
– l’astratto: La pazienza è una gran virtù. – parti del corpo: Mi fa male la testa. – oggetti: Non trovo più le scarpe. – cose uniche in natura: il sole, la luna, la terra;
– nomi di materia: il grano, l’argento.
L’articolo indeterminativo
Indica una cosa generica, indefinita, non ancora nota; la suafunzione è quella di introdurre nel discorso un nome di cui non si era parlato in precedenza. Nel linguaggio parlato si usa per esprimere:
– ammirazione: Ho conosciuto una ragazza! – senso superlativo: Ho avuto una paura!
– approssimazione: Dista un tre chilometri.
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Scelta delle forme dell’articolo
Per quel che riguarda l’articolo maschile:
– le forme ‘il’, ‘i’ / ‘un’ si usano davanti a una parola iniziante per consonante semplice o per gruppi di due o più consonanti → il f iore, il r agazzo, il cane, il wafer; il pr estito, il tr eno, il gr ande
specchio;i fiori, i ragazzi, i cani, i wafer; i prestiti, i treni, i grandi specchi;un fiore, un ragazzo, un cane, un wafer; un prestito, un treno, un
grande specchio.Casi speciali: l’ / gli / un whisky; l’uso tende a preferire oggi le
forme il / i / uno whisky.
– le forme ‘lo’, ‘gli’ / ‘uno’ si adoperano davanti a una parola iniziante per:
– ‘s’ + consonante → lo scandalo, lo spettacolo, lo st esso giorno;gli scandali, gli spettacoli, gli stessi giorni;uno scandalo, uno slavo, uno svizzero;
– ‘sci’, ‘sce’ → lo sciame, gli sciami, gli scialli; uno scemo; – ‘gn’ → lo gnocco, gli gnocchi, uno gnomo; – ‘z’, ‘x’ → lo zero, lo zolfo, lo zucchero, gli zii, uno zaino; lo
xilofono; – ‘pn’, ‘ps’ → lo pneumatico, gli pneumatici; lo psicologo, uno
pseudonimo; – ‘y’, ‘i’ + vocale → lo yogurt; lo iodio, gli iugoslavi, uno iato.
– si ha ‘lo’ in alcune locuzioni avverbiali: per lo più, per lo meno. – le forme ′l’′, ‘gli’ / ‘un’ si usano davanti a una parola iniziante per vocale →
l’albero, l’errore, l’incendio, l’ospite, l’utile libro, l’hambùrger,
l’handicap;gli alberi, gli errori, gli ospiti, gli utili libri, gli handicap;un albero, un errore, un ospite, un utile libro, un habitat, un hobby.
– ‘gli’ si adopera con la parola ‘dei’, plurale di ‘dio’ → il dio, gli dei.
Per quel che riguarda l’articolo femminile: – le forme ‘la’ / ‘una’ si usano davanti a una parola iniziante per consonante e per i + vocale →
la classe, la donna, la studentessa, la zia, la bella amica, la hall,
la holding; la iena;
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una classe, una donna, una studentessa, una zia, una bella amica,una hall; una iena.
– le forme ′l’′ / ′un’′ si usano davanti a una parola iniziante per vocale→ l’amica, l’isola, l’oca, l’università, l’energica mano;un’amica, un’isola, un’oca, un’università, un’energica mano. – la forma ‘le’ si usa al plurale → le classi, le studentesse, le zie, le belle amiche, le hall, le iene;le isole, le oche, le università, le energiche mani.
L’articolo indeterminativo è privo di plurale. Al suo posto, per accompagnare un nome plurale, è possibile adoperare:
– le forme dell’articolo partitivo ‘dei’, ‘degli’, ‘delle’:Ho sentito una strana voce. → Ho sentito delle strane voci.
– gli aggettivi indefiniti ‘alcuni’, ‘alcune’ o ‘qualche’ (seguitodal singolare):
Ho sentito alcune strane voci.Ho ancora qualche dubbio.
– oppure non adoperare niente:Ho sentito _ strane voci.Ho ancora _ dubbi.
L’articolo partitivo è rappresentato dalle preposizioni articolate‘del’, ‘dello’, ‘della’, ‘dei’, ‘degli’, ‘delle’, usate con il significato di‘una parte di’, ‘un po’ di’:
Compra del pane!Avete mangiato dello strudel.
L’articolo partitivo si usa soltanto con i «nomi massa», cioè conquei sostantivi che indicano una certa quantità di qualcosa:
E’ caduta della pioggia.
Prestami del denaro!Articolo partitivo + nomi astratti = espressioni del tipo ‘averedell’ingegno / del buon senso / del fegato’ ecc.
Al plurale l’articolo partitivo sostituisce l’inesistente pluraledell’articolo indeterminativo:
Ho visitato dei musei molto interessanti.Quando l’articolo partitivo è preceduto da una preposizione,
quindi inserito in un complemento indiretto, si preferisce dire:E’ venuto con amici. / invece di ...con *degli...
Ho scritto ad (alcuni) amici. / invece di ...a *degli...
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L’articolo determinativo con i nomi propri
Nomi propri di persona – con i nomi di battesimo l’articolo non va usato:
E’ arrivato Carlo.Ho sentito Lucia.
– se i nomi hanno un determinante, l’articolo è obbligatorio:l’imperatore Traiano, Stefano il Grande, l’astuto Ulisse;
– con i soprannomi di personaggi antichi e meno antichil’articolo è quasi sempre obbligatorio: (il) Poliziano, il Valentino, il Che, l’Alighieri, l’Ariosto, la Passionaria.
– con i cognomi di uomini contemporanei l’articolo non si usa:
Ciampi, Prodi, Chirac; – si usa invece se i cognomi sono al plurale, cioè indicano tutti i
membri di una famiglia: i Medici, i Visconti, gli Sforza; – con i cognomi di donne contemporanee l’articolo è facoltativo:
(la) Clinton, (la) Bellucci; – con i cognomi di uomini e di donne illustri del passato
l’articolo è facoltativo: (il) Manzoni, (la) Serao; ma l’articolo non siadopera con i cognomi di personaggi che sentiamo vicini a noi perchéappartenenti alla nostra memoria storica: Colombo, Garibaldi,
Mazzini, Cavour, Verdi, Pirandello, Mussolini, Marconi, Gramsci; – l’articolo non si usa neanche con i cognomi di stranieri illustri:
Mozart, Beethoven, Voltaire, Shakespeare.
Nomi propri di luogo – non richiedono l’articolo i nomi dei paesi, delle città, delle
isole considerate piccole: Orbetello; Roma, Parigi; Capri, Corfù, Ischia,Malta, Rodi;
ecc. città: L’Aquila, La Spezia, L’Aia, L’Avana, La Mecca, Il Cairo;
isole: L’Elba, il Giglio. – se i nomi di città hanno un determinante, l’articolo è obbligatorio:l’industriosa Milano, la Venezia dei dogi;
– non richiedono l’articolo i nomi dei pianeti e delle stelle: Marte,Andromeda.
– richiedono l’articolo i nomi delle regioni, degli stati, deicontinenti, delle isole considerate grandi: il Piemonte, la Lombardia;il Marocco, lo Yemen, la Spagna, l’Italia; l’Europa, l’Asia; il
Madagascar, la Groenlandia, i Caraibi, le Azzorre;
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ecc. isole: Cipro, Creta, Sumatra; – i nomi dei mari, degli oceani, dei laghi, dei fiumi: il Mediterraneo,
lo Ionio, l’Adriatico; il Pacifico, l’Atlantico; il Trasimeno; il Po,
l’Arno, la Senna; – i nomi dei monti: il Vesuvio, lo Stromboli, l’Etna, i Balcani,
gli Appennini, le Alpi.Questi nomi possono fare a meno dell’articolo quando sono usati
come: – complemento di specificazione: il re di Svezia, l’ambasciatore
di Gran Bretagna;ecc. il presidente degli Stati Uniti, il rappresentante della Romania.
– complemento di luogo introdotto dalla preposizione ‘in’: andarein Australia, vivere in Toscana;
ecc. abitare nel Lazio, recarsi nel Veneto.Con tutte le altre preposizioni l’articolo si usa sempre: viaggiare
per l’America, dirigersi verso la Cina, tornare dal Brasile.
Omissione dell’articolo determinativo
L’articolo non si usa in:
– espressioni: abito da sera/ballo, scarpe da tennis, servizio da tè,vino da tavola;
– espressioni predicative formate da verbo + nome: avere fame/sete, aver paura, cambiare casa/argomento, dare aiuto/ragione/importanza, prendere posto, sentire caldo/freddo;
– espressioni formate da verbo + preposizione + nome: parlaredi sport, giocare a carte;
– locuzioni avverbiali: in fondo;
– complementi di luogo: andare a letto, tornare a casa, abitare inmontagna, recarsi in chiesa; – modi di dire e proverbi: chiudere bottega;
Can che abbaia non morde. – titoli di libri, capitoli, di opere d’arte e di articoli di giornale:
Fisica applicata, Canto V, “Natura morta”, “Moto contro treno: nessunferito”;
– insegne: Entrata, Partenze, Ristorante;
– con la preposizione ‘senza’: senza dubbio.
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Infine, l’articolo non è compatibile con: – gli aggettivi dimostrativi: questo quaderno, quella città; – alcuni aggettivi indefiniti: nessun aiuto;
– gli aggettivi interrogativi ed esclamativi: Che libro leggi?; – gli aggettivi possessivi seguiti dai seguenti nomi di parentela
singolari: ‘padre’, ‘madre’, ‘figlio’, ‘figlia’, ‘fratello’, ‘sorella’, ‘marito’,‘moglie’, ‘zio’, ‘zia’, ‘nipote’ ecc.
→ mio/tuo/suo/nostro/vostro padre;mia/tua/sua/nostra/vostra madre; tuo marito, sua moglie;
ecc. ‘loro’ è sempre preceduto dall’articolo: il loro padre, la loromadre.
– alcuni appellativi onorifici quando sono preceduti da ‘Sua’,‘Vostro/Vostra’: Sua Eccellenza, Sua Maestà, Sua Santità, Vostro Onore,Vostra Altezza.
Gli aggettivi possessivi sono preceduti dall’articolo determinativose i nomi di parentela:
– sono ‘nonno’, ‘nonna’: (la) mia nonna; – sono al plurale: le mie sorelle, i suoi nipoti; – hanno un determinante, aggettivo o complemento: la mia cara
figlia, il tuo zio di Roma;
– sono seguiti dal possessivo: il figlio suo; – sono alterati: il mio papà, la tua mamma, il suo fratellino, la
sua sorellina. – sono nomi composti: il mio bisnonno.
Preposizioni articolate
Tutte le preposizioni proprie possono unirsi ai vari articolideterminativi e formare delle preposizioni articolate:
‘di’ + ‘la’ → della ‘in’ + ‘lo’ → nello ‘fra’ + ‘il’ → fra il
con gli stessi valori e le stesse funzioni delle preposizioni semplici dacui derivano. Delle preposizioni articolate, alcune hanno forma:
– analitica, cioè la preposizione e l’articolo si scrivono separati:con il, fra la;
– sintetica, cioè la preposizione e l’articolo si scrivono uniti:
sul, dalla.
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il lo l’ la l’ i gli le a al allo all’ alla all’ ai agli allecon con il
colcon lo con l’
coll’con la con l’
coll’con i con gli con le
da dal dallo dall’ dalla dall’ dai dagli dalledi del dello dell’ della dell’ dei degli dellefra fra il fra lo fra l’ fra la fra l’ fra i fra gli fra lein nel nello nell’ nella nell’ nei negli nelleper per il per lo per l’ per la per l’ per i per gli per lesu sul sullo sull’ sulla sull’ sui sugli sulletra tra la tra lo tra l’ tra la tra l’ tra i tra gli tra le
Esercizi
1. Metti l’articolo determinativo davanti ai nomi:
maschili: autunno, giornale, ospite, sbaglio, commento, tavolo,intervallo, sparo, addio, architetto, studio, ufficio, mestiere, programma,appuntamento, sciopero, soprano, inverno, negozio, manoscritto;
femminili: cena, informatica, spesa, opera, indagine, birra, intervista,
scatola, zebra, iena, estate, macchina, recluta, autostrada, telecronaca.2. Metti l’articolo determinativo davanti ai nomi:a) spazzole, esercizi, domande, stranieri, biglietti, medicine,
occhi, scrupoli, dischi, canzoni, esami, barzellette, critiche, intrighi,telegrammi, alberghi, feste, progetti, elettrodomestici, automobili;
b) tragedie, colazione, cioccolatini, valigia, soldi, cartoline,figlio, chiavi, orologio, sigarette, problemi, specchio, anelli, ristorante, biciclette, ditta, chiacchierate, cavallo, sorpresa, righe.
3. Metti l’articolo indeterminativo davanti ai nomi:museo, cattedrale, scrivania, stupro, appartamento, cioccolato,
aula, lettera, ingegnere, attrice, soggiorno, scolaro, visita, mese, fabbrica,albergo, camera, cappuccino, insegnante, funzione.
4. Metti l’articolo determinativo davanti ai nomi propri, se ènecessario:
a) Roma, Rodi, Creta, Roma dei papi, Garda, Tevere, industriosaTorino, Sicilia, Danubio, Veneto, Abruzzo, Toscana, Argentina,
Portogallo, Egitto, Africa, Olimpo, Pirenei, Ande, Marna;
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b) Marco, Visconti, Chiara, Loren, Estensi, Alighieri, Boccaccio,Mussolini.
5. Crea tutte le frasi possibili:città medievale.Ho visitato la città del famoso Palio.
una città ricca di monumenti.dove sono nati i miei nonni.
6. Cambia l’ordine delle parole facendo attenzione all’articolo:la scorsa settimana, il coraggio eccezionale, l’atroce guerra, il
panorama stupendo, il consiglio adatto, l’infinita dolcezza, la passatastagione, l’acuto dolore, la notizia inutile, lo spettacolo interessante.
7. Cancella la forma scorretta:La Sardegna / Sardegna offre ai turisti spiagge bellissime.
Spezia / La Spezia è nota soprattutto per il suo porto. La nostrasorellina / Nostra sorellina ha appena compiuto due anni. Come sta iltuo / tuo padre? La sua moglie / Sua moglie è casalinga. Venezia / LaVenezia è la città del Carnevale. La Milano / Milano del Medio Evo
lottò contro il Barbarossa. Il Luigi Pirandello / Luigi Pirandello è natoad Agrigento. Po / Il Po passa per Torino / la Torino.
8. Completa con l’articolo partitivo appropriato:Compro … fiori. Vedo … libri. Sento … rumori. Sui nostri
banchi ci sono … matite. Mangio … burro, … latte e … pane. Hovisitato … città straniere. Devi comprare soltanto … patate. E’ caduta… pioggia.
9. Completa il testo con le preposizioni articolate adatte:Faccio una visita … amico di Carlo. Chiedo un libro … professore d’italiano. Telefoniamo … amici e ... amiche di Monica.Offro ... fiori … attrice. Scendo … treno ... otto in punto. Scriviamol’esercizio … lavagna. Ogni domenica vado … nonni e ogni sabatovado ... stadio. I giornali e le riviste sono … tavolo, i libri sono ...scaffali. Gli studenti parlano … esami. Il quaderno è … zaino, lematite sono ... astuccio. Ci sono … errori … vostro esercizio. Hochiesto … invitati di fare meno rumore. Il padre … mia amica mi ha
telefonato per chiedermi l’indirizzo.
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10. Completa gli spazi liberi con articolo determinativo,indeterminativo o preposizioni articolate:
«... freddo ha mille forme e mille modi di muoversi ... mondo: ...
mare corre come ... mandra di cavalli, ... campagne si getta come ...sciame di locuste, ... città come lama di coltello taglia ... vie e infila ...fessure ... case non riscaldate. A casa di Marcovaldo quella sera eranofiniti ... ultimi stecchi, e ... famiglia, tutta incappottata, guardava ...stufa impallidire ... braci, e ... loro bocche ... nuvolette salire a ognirespiro.
... fine Marcovaldo si decise: – Vado per legna. – Si cacciòquattro o cinque giornali ... ... giacca e ... camicia, si nascose sotto ...cappotto ... lunga sega dentata, e così uscì ... notte, seguito ... lunghi
sguardi speranzosi ... familiari, ... ... sega che ogni tanto gli spuntava... bavero.»
Italo Calvino, I racconti, Edit. Einaudi
11. Analizza gli articoli e le preposizioni articolate del testo disopra.
IL NOME (O SOSTANTIVO)
E’ una parola variabile che serve a nominare: – esseri animati: persone e animali → Carlo, Monica, sorella,
fratelli; cani, gallina; – cose → libro, piatti, cattedra, matite; – idee → libertà, giustizia; – sentimenti → simpatia, amore; – fenomeni → tempesta, terremoti;
– sensazioni → freddo, piacere; – azioni → furto, dormita; – fatti reali o irreali → guerra, stregoneria.
Parole usate in funzione di nomePossono svolgere la stessa funzione del nome: – il pronome, che molto spesso sostituisce un nome:
Ugo è studente. → Egli è studente. – altre parti del discorso, in particolare:
– l’aggettivo: Spero che domani tornerà il bello.
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– il verbo all’infinito: Fra il dire e il fare c’è di mezzo il mare.In tal caso si dice che le parole sono sostantivate.
Sul piano morfologico, le due classi più importanti, il nome e ilverbo, sono contraddistinte dalla diversa flessione:
– il nome varia in: – genere, maschile e femminile → ragazzo / ragazza; – numero, singolare e plurale → ragazzo / ragazzi;
ragazza / ragazze. – il verbo varia in:
– modo → indicativo (sono), congiuntivo (sia), participio
(stato); – tempo → presente (sono), passato prossimo (fui),
futuro (sarò); – persona → sei (tu), siamo (noi).
Esistono però verbi che non indicano azioni o processi ma“stati” (essere, possedere, comportare, v. VERBI STATIVI) e analoga-mente, nomi che indicano azioni: aggressione, preparazione ecc.
Anche rispetto all’aggettivo, il nome presenta alcune caratteristichespecifiche: – l’opposizione “determinato” / “indeterminato”:
il cavallo un cavallo _spazioso _ spazioso
– il nome “regge” l’aggettivo e ne determina il genere e il numero:un libro nuovo / *nuova, nuovi, nuovecinque matite nere / *nero, nera, neri
– il nome non ha gradi di paragone:l’aggettivo ‘bello’ → bellissimoil nome ‘bellezza’ → -
La forma del nome
La parte finale del nome, detta desinenza o morfema gram-
maticale, cambia a seconda del: – genere, maschile e femminile → il gatto / la gatta;
– numero, singolare e plurale → il gatto / i gatti.
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Distinzione dei nomi in base al significato
In base al loro significato, i nomi vengono suddivisi in varie
classi:1. comuni – indicano persone, animali, cose e concetti in modogenerico: donne; cane; libri; bontà;
propri – indicano persone: – nomi → Marco, Paola; – cognomi → Rossi;
animali → Fido;topònimi → Roma, Lazio, Po, Alpi; pianeti e stelle → Terra; Andromeda.
Molti nomi comuni derivano da nomi propri. Il fenomeno è
frequente nel linguaggio scientifico, in cui vari nomi hanno alla base ilcognome di uno scienziato:
– volt → dal nome di Alessandro Volta.Ma il fenomeno interessa anche parole della lingua comune: – ‘ghigliottina’ < fr. guillotine risale al nome del suo ideatore, il
medico francese J.-L. Guillotin; – ‘Borsa’ deve il suo nome alla piazza antistante il palazzo della
nobile famiglia Van der Burse, a Bruges, dove fin dal XIV secolo si
radunavano i mercanti per svolgere i loro affari.2. concreti – indicano individui e oggetti materiali: ragazzo,
lupi; rivista;astratti – indicano concetti non materiali, percepibili solo
attraverso la mente: amore, coraggio, adolescenza;La distinzione tra nomi concreti e astratti non è sempre chiara;
molti nomi possono essere ora concreti ora astratti:è un nome astratto se adoperato nel senso di ‘fama’ →
raggiungere la celebrità‘celebrità’
è un nome concreto quando significa ‘persona celebre’ → E’ una celebrità nel campo della medicina.
3. individuali – indicano un solo individuo o oggetto: calciatore,ape, giornale, rivista;
collettivi – indicano un insieme di individui o di oggetti dellostesso tipo: flotta, squadra, sciame, biancheria.
4. numerabili – indicano entità delimitabili: libro, sedia;
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non numerabili o ‘nomi massa’ – indicano – sostanze amorfe: acqua, sale, colla; – materiali: ferro, legno, gomma.
I ‘nomi massa’ hanno alcune proprietà: – non hanno plurale; se volti al plurale, subiscono uno slittamento
di significato: i vini, gli zuccheri, i sali si adoperano soprattutto incontesti tecnico-scientifici:
Il fruttosio e il glucosio sono zuccheri semplici. I sali sono composti chimici derivanti dall’unione di un acido
con una base. – al singolare possono essere preceduti dall’avverbio ‘abbastanza’:
Nel latte non c’è abbastanza zucchero.o dagli aggettivi indefiniti ‘molto’, ‘poco’: C’è poco latte. – prendono l’articolo partitivo singolare ‘del’: Vorrei del prosciutto.
Distinzione dei nomi in base alla forma
1. semplici o primitivi – non derivano da altre parole e sonoformati soltanto da radice + desinenza → corp-o, mont-e, vent-o;
2. derivati – si formano aggiungendo a una parola di base un
elemento, detto: – prefisso, se si mette all’inizio della parola di base: corpo → ac /
corp / are = unire, annettere: ~ due terreni; – suffisso, se si mette alla fine della parola di base: corpo →
corp / ettoIl derivato ha un significato diverso e autonomo rispetto a quello
della parola di base: – acqua, elemento naturale;
– acquaio = lavello; – acquata, (fam.) pioggia improvvisa, breve.
3. alterati – si formano aggiungendo alla parola di base unsuffisso ma, senza cambiare completamente il significato del terminedi base, lo modificano soltanto, presentandolo come più grande, più piccolo, più bello o più brutto:
corpo → DIM. corp / icino; PEGG. corp / accio / iciattolo
4. composti – si formano unendo due o più parole: anticorpo,
capolavoro, manoscritto.
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– dei punti cardinali: il Nord, il Sud, il Settentrione, il Mezzogiorno,il Meridione, l’Est, l’Oriente, l’Ovest, l’Occidente;
– dei mesi: il febbraio, il luglio, l’aprile, l’agosto;
– dei giorni: il martedì, il venerdì, il sabato;è femminile la domenica.
– i nomi propri dei monti: il Monte Bianco, lo Stromboli,l’Himalaya, i Pirenei, gli Appennini;
sono femminili: la Maiella, le Alpi, le Ande, le Dolomiti; – degli oceani, dei mari, dei fiumi, dei laghi: il Pacifico,
l’Atlantico, il Tirreno, lo Ionio, l’Egeo, il Tevere, l’Arno, il Trasimeno;sono femminili: la Loira, la Marna, la Senna, la Garonna.
Sono femminili: – i nomi dei frutti: la ciliegia, la mela, l’albicocca, l’arancia;sono maschili indicando albero e frutto:
il dattero, il fico, il lampone, il limone,il pistacchio, il ribes, l’ananas;
– delle scienze e delle discipline: la chimica, la filosofia, l’economia;è maschile il diritto;
– delle nozioni astratte: la cultura, la fede, la virtù;sono maschili: il coraggio, l’amore, l’eroismo.
– i nomi propri di città, isole, regioni, stati, continenti: Bucarest,Firenze; la Sardegna, le Antille; la Campania, la Lombardia; la Francia,l’Argentina; l’Asia, l’Europa;
sono maschili: Il Cairo; il Madagascar, i Caraibi; il Lazio,il Veneto; il Belgio, il Perù, lo Yemen, l’Iraq.
Il genere in base alla desinenza Nella maggior parte dei casi il genere di un nome si individua
dalla vocale finale.
In particolare, sono maschili quasi tutti i nomi che terminano in:-o: il collo, lo sviluppo, l’albero;ecc. – la mano, la radio, la dinamo, la virago, la biro;
– ‘ l’eco’ è femminile al singolare: destare una vasta eco;maschile al plurale: gli echi;
– nomi abbreviati → la bici (bicicletta), la foto (fotografia),la metro (metropolitana), la moto(motocicletta), l’auto (automobile);
→ il cinema (cinematografo), il frigo
(frigorifero);
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-e: il dente, il ponte, l’amore; – consonante, di origine straniera: il bar, il camion, il deficit, il
film, il filobus, il tram, lo sport, l’album (termine latino), l’autobus;
ecc. la card, la gang, la hall, la holding.Sono femminili molti nomi in:-a: la casa, la finestra, l’aula, l’isola;ecc. sono maschili vari nomi derivanti dal greco che terminano in:
-ma → il clima, il diploma, il problema, il sistema, il tema,il teorema, il dramma, il programma, il telegramma;
-ta → il despota, il gesuita, il pilota, il poeta, il profeta,l’atleta, l’eremita;
ecc. la ferita, la matita;-ca → il duca, il monarca;
– altri nomi: il papa, il nulla, il pigiama, il vaglia; – alcuni nomi propri: Andrea, Mattia, Nicola;
-e: la gente, la mente, l’arte, l’emozione;-i: la crisi, la diagnosi, la sintesi, la tesi, l’analisi, l’eclissi, l’oasi;
ecc. il brindisi; – vocale accentata: -tà: la carità, la libertà, la verità, l’università;
-tù: la gioventù, la tribù, la virtù;ecc. il caffè, il caucciù, il martedì, il falò, il tabù.
Formazione del femminile
I nomi di cosa non possono subire trasformazioni nel genere erimangono o maschili o femminili. Alcuni di essi presentano unadifferenza nella terminazione, come se avessero una forma per ilmaschile e una per il femminile; in questi casi, però, non si tratta divariazioni del genere ma di nomi diversi con senso diverso.
I. Nomi abbastanza simili come forma, ma con senso diverso a
seconda del genere:
il baleno = lampo, fulmine; in un ~ =in un attimo
la balena: grasso / olio di ~
il banco: ~ di scuola / degli imputati;vendere al ~; ~ di prova; ~ di pesci;= banca: ~ di Sicilia
la banca: ~ centrale; andare in ~;(inform.) ~ (di) dati
il bilancio: (econ., fin.) il ~ di unasocietà; ~ trimestrale / annuale
la bilancia: ~ elettronica; (astr.) B~; (econ.) ~ commerciale,
~ dei pagamenti
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il bollo = timbro: ~ a secco la bolla: ~ di sapone; = documento:~ papale /imperiale; = ricevuta
il buco: il ~ della chiave; (astr.) ~nero; = intervallo: un ~ di un’ora;(fig.) debito: un ~ di cinquantamilaeuro
la buca = fossa: scavare una ~;= contenitore: la ~ delle lettere
il busto: fotografia a mezzo ~ la busta: ~ per lettere;= contenitore: la ~ degli occhiali
il cappello: ~ di stoffa / di paglia la cappella: ~ mortuaria; (mus.) a ~ = composizione priva di accom-
pagnamento strumentale
il cartello: ~ pubblicitario; artista di ~= di gran fama; (econ.) trust
la cartella: ~ della tombola; ~clinica; = custodia, busta; = borsa
il collo: ~ grosso; (fig.) ~ di cigno;= colletto; il ~ di una bottiglia;
(anat.) ~ dell’utero
la colla: ~ per carta / da cuoio;tubetto di ~
il colpo: ~ di martello; un ~ in testa;~ di pistola; ~ di grazia; (fig.) ~ difulmine = innamoramento a primavista; ~ di telefono = telefonatarapida; (pol.) ~ di stato
la colpa: ~ grave; sentirsi in ~;(teol.) peccato
il corso: ~ d’acqua; nel ~ di =durante; volume in ~ di stampa;l’anno in ~; ~ di francese; =circolazione: moneta fuori ~
la corsa: (fig.) di ~ = in fretta,rapidamente; (sport) ~ a ostacoli;~ su pista; cavallo da ~; (pol.) ~agli armamenti
il costo = prezzo: il ~ del pane;vendere sotto ~; (fig.) a ogni ~ / atutti i ~i; a ~ della vita
la costa: ~ alta / sabbiosa; C ~Azzurra
il filo: ~ di seta / di cotone; il ~ deltelefono; (estens.) ~ d’erba; ~ di perle;(fig.) il ~ delle idee; trovarsi sul ~ delrasoio = in una situazione delicata
la fila: una ~ di case; fare la ~;~ indiana; = serie: una ~ di bugie;tre giorni di ~ = di seguito
il foglio: ~ a quadretti / da disegno la foglia: tremare come una ~; non
si muove ~
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il gambo: il ~ di una margherita;(fig.) ~ del bicchiere
la gamba: ~e lunghe; (fig.) essere in~ = una persona piena di qualità;darsela a ~e = fuggire; (scherz.) ha
vent’anni per ~!; (estens.) la ~ deltavolo
il lancio: il ~ di una bomba; (sport) ~del disco / del peso
la lancia = asta, giavellotto; =imbarcazione: ~ di salvataggio
il lotto: giocare due numeri al ~;= partita di merce: acquistare un ~ ditessuti
la lotta: ~ dura / disperata; (sport)
~ greco-romana; (pol.) ~esindacali; ~ di classe
il manico: ~ della borsa / della pentola
la manica: ~che lunghe; (fig.) essere in ~che di camicia=senzagiacca; è un altro paio di ~che = ètutt’altra cosa
il mento: doppio ~ la menta
il modo: ~ di vivere / di pensare; ~ didire = espressione caratteristica; di ~che =cosicché; a ~ mio; in / a ogni ~= in ogni caso; (gramm.) complemento / avverbio di ~
la moda: la ~ delle gonne lunghe;andare / uscire di ~; (estens.) alta~ = di lusso
il mostro: (fig.) ~ sacro la mostra: far ~ di = fingere; =esposizione: ~ di pittura / canina
il panno = tessuto; ~ da stiro / daspolvero; essere bianco come un ~lavato = pallidissimo
la panna = crema; ~ (montata):fragole con ~
il partito: ~ repubblicano / di destra /di governo / di opposizione; interessidi ~
la partita: (cont.) ~ semplice,doppia; (sport) una ~ di calcio; ~amichevole; ~ di caccia
il pianto: scoppiare in ~ la pianta: ~ acquatica / annua;scarpe a ~ larga; la ~ di unappartamento / di una città
il pizzo = cima; = merletto: una
vestaglia con i ~i
la pizza: ~ margherita / quattro
stagioni
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il fine = scopo: secondo ~ = scoponascosto; (prov.) il ~ giustifica imezzi
la fine = conclusione: la ~ delromanzo / del mondo; dal prin-cipio alla ~; a ~ mese / anno;
condurre a ~ qualcosa; in fin divita; senza ~; alla ~ = finalmente;in fin dei conti, alla fin fine = tuttosommato
il fronte: (mil.) andare al ~; far ~ alnemico / a una difficoltà; (pol.) ~
popolare / di liberazione nazionale;(meteor.)
la fronte: ~ alta / bassa; (fig.) guadagnarsi il pane col sudoredella ~; a ~ alta; = parte anteriore:la ~ di un edificio; di ~ = davanti
il lama: (zool.); monaco buddistatibetano
la lama: la ~ dentata della sega
il moto = movimento: ~ accelerato /rettilineo; il ~ dei pianeti; mettere in~; (gramm.) verbi di ~; fare un po’ di~; = impulso: un ~ di simpatia;= sommossa: i ~ i del 1821
la moto, abbr. di ‘motocicletta’
il pianeta: (astr.) la Terra è un ~ la pianeta = paramento di unsacerdote
il radio: (anat.); (chim.) la radio: i programmi della ~;lavorare alla ~; accendere /spegnere la ~
Desinenze del maschile e del femminile
I nomi che indicano oggetti o concetti non subiscono trasfor-
mazioni nel genere, rimangono sempre o maschili: il motore, il coraggio;o femminili: la ruota, la virtù.
I nomi che indicano persone e animali hanno solitamente tutti edue i generi:
– maschile: il ragazzo; il lupo; – femminile: la ragazza; la lupa. Nei nomi di persona è la desinenza diversa che distingue il
maschile dal femminile. Il cambiamento delle terminazioni dei nomi
di genere mobile può avvenire in diversi modi.
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maschile femminile -a → duca, poeta -essa → duchessa, poetessa
ecc. Andrea / Andreina
Nicola / Nicoletta-o → figlio, scolaro, zio, amico
cavallo, gatto, lupoCarlo, Francescodeputato, avvocato
-a → figlia, scolara, zia, amicacavalla, gatta, lupaCarla, Francescadeputata, avvocata
ecc. Antonio / Antonella-e → signore, marchese,
infermiereGiuseppecancelliere, ingegnere
-a → signora, marchesa,infermieraGiuseppacancelliera, ingegnera
ecc. Cesare / Cesarina
principe, studente,osteleone, elefante
-essa → principessa, studentessa,ostessaleonessa, elefantessa
-tore → traditore, imperatoredirettore, scrittore, attore
-trice → traditrice, imperatricedirettrice, scrittrice, attrice
ecc. dottore / dottoressa
pastore, tintore,impostore
-tora → pastora, tintora,impostora
ecc. fattore / fattora, fattoressa (rari)
-sore → difensore, possessore,uccisore
-ditrice → difenditrice, posseditrice,ucciditrice
ecc. professore / professoressaassessore / assessora
invariabili
– il / la giudice, il / la manager, il / la vigile;
particolarità
– alcuni nomi di persone e di animali formano il femminileaggiungendo alla parola base il suffisso diminutivo:
-ina → eroe / eroina; gallo / gallina; re / regina; zar / zarina;-ella → Antonio / Antonella;
-etta → Antonio / Antonietta;
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oppure formano il maschile aggiungendo alla parola base, femminile,il suffisso accrescitivo -one → strega / stregone; capra / caprone;
– alcuni nomi formano il femminile in modo del tutto particolare:
abate / badessa; dio / dea; doge / dogaressa; fante / fantesca; cane / cagna.
Nomi indipendentiAlcuni nomi formano il maschile e il femminile da due radici
diverse: padre / madre, papà (babbo) / mamma; fratello / sorella;marito / moglie; genero / nuora; uomo / donna; frate / suora; celibe /nubile; maschio / femmina; montone / pecora; maiale (porco) / scrofa;toro / vacca, bue / mucca; fuco / ape.
Il femminile dei nomi di professioneUn caso particolare è rappresentato dal femminile dei nomi di
professioni o cariche fino a qualche tempo fa riservate agli uomini.Ecco alcune forme che possono suscitare incertezze:
1. il pilota → la pilota;2. il dottore, il professore, il questore → la dottoressa, la pro-
fessoressa, la questora;3. il cancelliere, l’ingegnere, il finanziere → la cancelliera,
l’ingegnera, la finanziera;4. il giudice, il presidente, lo studente, il vigile → la giudice, la presidente, la studentessa, la vigile;
5. l’architetto, l’avvocato → l’architetta, l’avvocata;il chirurgo, il deputato → la chirurga, la deputata;il magistrato, il ministro, il notaio → la magistrata, la ministra,
la notaia;il poliziotto, il sindaco, il soldato → la poliziotta, la sindaca,
la soldata.Maschile e femminile dei nomi di animali. Nomi di genere
promiscuo
I nomi di animali non domestici hanno, nella maggior parte deicasi, un’unica forma, maschile o femminile, per indicare sia il maschiosia la femmina:
il serpente / la volpeSono maschili: il corvo, il delfino, il falco, il gorilla, il leopardo,
il serpente, il topo, lo scorpione, l’usignolo;
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– quasi tutti i nomi femminili in -ie: la / le barbarie, la / le carie,la / le serie, la / le specie;
ecc. la moglie / le mogli, la superficie / le superfici,
l’effigie / le effigi; – i nomi in -i: il / i bìsturi, il / i brìndisi, l’ / gli alibi; la / le crisi,
la / le diagnosi, la / le metropoli, la / le sintesi, la / le tesi, l’ / le analisi,l’ / le ipotesi, l’ / le oasi;
– i nomi di origine straniera che terminano in consonante: il / icamion, il / i quiz, il / i tram, lo / gli sport, l’ / gli autobus, l’ / gli hotel;la / le card, la / le hall, la / le holding.
Nomi privi di singolare o di plurale (o difettivi)Si adoperano per lo più al singolare: – quasi tutti i nomi che indicano qualcosa di astratto: la bontà, la
pietà, la superbia, l’umiltà; il coraggio, l’amore, l’eroismo; – i nomi delle varie discipline: la chimica, la fisica, l’economia;
il diritto; – la maggior parte dei nomi di malattia: il cancro, il colèra, il
diabete, il raffreddore, il tifo; la bronchite, la malaria, la peste, la polmonite, la rosolìa, la varicella, l’ùlcera;
– i nomi degli elementi chimici e dei metalli: l’idrogeno, l’ossigeno;il ferro, il bronzo, lo zinco, l’oro;
Alcuni nomi di metalli, usati al plurale, cambiano di significato,e indicano oggetti fatti con quel materiale:
– ferro: i ferri del mestiere = strumenti che servono per undeterminato lavoro: essere sotto i ~i = subire un intervento chirurgico;
– (gastr.) ai / sui ferri = cotto sulla graticola: bistecca ai ~; – (lett.) spada, sciabola, lancia: (fig.) venire ai ferri corti;
– (pl.) catene, manette: mettere ai ~i = incatenare; – argento, oro: (pl.) oggetti d’argento, d’oro: una mostra di
argenti = argenteria; ori ellenistici / etruschi; oro: (estens.) denaro,ricchezze;
– piombo: I Piombi = carcere di Venezia;
– molti nomi di feste: il Capodanno, il Ferragosto, il Natale; laPasqua, la Pentecoste, l’Ascensione, l’Epifanìa;
– i nomi dei mesi: gennaio, febbraio, marzo;
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1. Nomi in -a
maschile femminile
singolare plurale singolare plurale
-a → il poeta -i → i poeti -a → la strada -e → le strade
il problema i problemi la pecora le pecore
il telegramma i telegrammi
ecc. l’ala / le ali
l’arma / le armi
-ista → il pianista -i → i pianisti ista → la violinista -e → le violiniste
l’artista gli artisti l’artista le artiste
-cida → il suicida -i → i suicidi -cida → la parricida -e → le parricide
-ca → il duca chi → i duchi -ca → la banca -che → le banche
il monarca i monarchi l’amica le amiche
-ga → il collega -ghi → i colleghi -ga → la bottega -ghe → le botteghe
lo stratega gli strateghi
ecc. il / la belga, i belgi / le belghe
-cìa → la farmacìa -cìe → le farmacìe
la scìa le scìe
-gìa → la bugìa -gìe → le bugìe
l’allergìa le allergìe
-cia → la camicia -cie → le camicie
l’audacia le audacie
la caccia -ce → le cacce
la provincia le province
-gia → la valigia -gie → le valigie
la ciliegia le ciliegie
la pioggia -ge → le piogge
la spiaggia le spiagge
Solo in alcuni casi particolari il mantenimento della i è
assolutamente utile per poter evitare possibili equivoci:
– camicia – camicie a differenza di càmice – càmici; – audacia – audacie audace – audaci; – ferocia – ferocie feroce – feroci; – reggia – reggie regge da ‘reggere’
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Plurale dei nomi in –a
singolare plurale
maschile femminile -a -i -e -ca, -ga -chi, -ghi -che, -ghe -cìa, -gìa - -cìe, -gìe
-cie, -gie (se c e g sono precedute da vocale)-cia, -gia
-
-ce, -ge (se c e g sono precedute da consonante)
2. Nomi in -o
-o → il bambino -i → i bambinilo scolaro gli scolaril’impiegato gli impiegati
ecc. l’uomo / gli uominil’eco (femm.) / gli echila mano / le mani
nomi piani
-co → il fuoco -chi → i fuochil’arco gli archiecc. il greco / i greci
il nemico / i nemiciil porco / i porcil’amico / gli amici
nomi sdruccioli-co → il medico -ci → i medici
il sindaco i sindaciecc. il carico / i carichi
lo scarico / gli scarichil’incarico / gli incarichi
nomi piani-go → il lago -ghi → i laghi
l’albergo gli alberghinomi sdruccioli-go → il teologo -gi → i teologi
lo psicologo gli psicologi
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ecc. il catalogo / i cataloghiil chirurgo / i chirurghiil dialogo / i dialoghiil mago / i maghiil monologo / i monologhiil profugo / i profughiil prologo / i prologhil’epilogo / gli epiloghil’obbligo / gli obblighi
il sarcofago / i sarcofagi, sarcofaghi
lo stomaco / gli stomachi, stomaci-ìo → il mormorìo -ìi → i mormorìi
lo zìo gli zìil’addìo gli addìi
ecc. il dìo / gli dèi-io → il viaggio -i → i viaggi
lo studio gli studil’esercizio gli esercizi
ecc. il tempio / i templi; il tempo / i tempiil martirio, il martire / i martiriil principio, il principe / i principiil suicidio, il suicida / i suicidil’arbitrio, l’arbitro / gli arbitril’assassinio, l’assassino / gli assassinil’omicidio, l’omicida / gli omicidil’oratorio, l’oratore / gli oratori
l’osservatorio, l’osservatore / gli osservatori
al singolare, maschili in: al plurale, femminili in:
-o → il paio -a → le paiail riso le risail centinaio le centinaiail migliaio le migliaiail miglio le miglia
l’uovo le uova
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Plurale dei nomi in -o
singolare plurale
maschile femminile -o -i -i p. piane -chi, -ghi -
-co, -go p. sdrucciole -ci, -gi -i tonica -ìi -
-io i atona -i -
3. Nomi in -e
-e → il padre -i → i padri -e → la madre -i → le madrilo stupore gli stupori la legge le leggil’amore gli amori l’azione le azioniil cane i cani
ecc. il bue / i buoimille / -mila (derivata dal latino)
Plurale dei nomi in -e
singolare plurale maschile femminile
-o -i -i
Nomi con doppia forma di singolare: -iero, -iere – destriero, destriere / destrieri; forestiero, forestiere / forestieri;
nocchiero, nocchiere / nocchieri; scudiero, scudiere / scudieri; sparviero,
sparviere / sparvieri; – arma, arme / armi.
Nomi con doppia forma di plurale (o sovrabbondanti)Parecchi nomi maschili terminanti in -o, oltre al plurale normale
in -i, ne hanno un altro con desinenza in -a, di genere femminile.
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pluralesingolare
maschile femminile
l’anello: ~ d’oro gli anelli: gli ~ della tenda
(sport) (gli) ~
le anella: le ~ dei capelli
il braccio: il ~ della gru i bracci: i ~ di un edificio le braccia: le ~ del corpoumano
il calcagno = tallone i calcagni (della calza) le calcagna: (fig.) mostrare/ voltar le ~ = fuggire
il cervello = testa, capo;menteavere il ~ nelle nuvole
i cervelli: fuga dei ~ le cervella: bruciare / far saltare le ~ a qualcuno =ucciderlo
il ciglio: il ~ del burrone
i cigli: i ~ della strada le ciglia: aggrottare le ~
il corno: ~dell’abbondanza
i corni: i ~ della luna le corna: le ~ del cervo /della lumaca; (fig.) prendere il toro per le ~
il dito: (fig.) nonmuovere un ~; mettereil ~ sulla piaga
i diti: i ~ mignoli le dita: le ~ della mano;(fig.) mordersi le ~; due ~di vino
il filo: il ~ d’Arianna; ~d’erba; (fig.) un ~ disperanza; il ~ del
discorso
i fili: i ~ di una ragnatela le fila: (fig.) le ~ di uncomplotto
il fondamento i fondamenti = principi: i~ della civiltà
le fondamenta =fondazioni gettare / porrele ~ di un palazzo
il fuso: dritto come un~; (geogr.) ~ orario
i fusi le fusa: fare le ~
il gesto: un ~ di rabbia i gesti: esprimersi a ~ le gesta = impreseeroiche; canzone di ~; le~ di Garibaldi
il ginocchio i ginocchi le ginocchia: (fig.)
gettarsi alle ~ di qualcuno
il grido: (fig.) l’ultimo ~(della moda); = fama:medico di ~
i gridi (degli animali) le grida: le ~ dei ragazzi
il labbro: il ~ superiore/ inferiore
i labbri = margini: i ~ diun vaso
le labbra: (fig.) leccarsi le ~
il lenzuolo: ~ di cotone i lenzuoli (considerati auno a uno)
le lenzuola: cambiare le ~
il membro i membri: i ~ del governo
/ del parlamento
le membra (del corpo
umano)
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il muro: orologio a ~; ~di Berlino; (fig.) mettere qualcuno con le
spalle al ~; parlare al ~
i muri: i ~ di una casa; (prov.) i ~ hanno orecchi
le mura: ~ etrusche /romane; (fig.) chiudersi fraquattro ~
l’osso: (fig.) esserecorrotto fino all’~;economia (fino) all’~
gli ossi: dare gli ~ al cane le ossa: (fig.) bagnatofino alle ~
l’urlo: l’~ del lupo gli urli (degli animali) le urla (dell’uomo): ~ digioia
il vestigio i vestigi le vestigia: le ~ diun’antica civiltà
Nomi con doppia forma al singolare e al plurale
Questi nomi hanno:
– significato identico: l’orecchio / gli orecchi; l’orecchia / le orecchie:orecchio interno; parlare all’~; (fig.) entrare daun ~ e uscire dall’altro; tapparsi gli orecchi / leorecchie; fare un’orecchia a una pagina;la strofa / le strofe; la strofe / le strofe, (rar.) strofi;il / (ant., lett.) la gregge; le greggi / (noncom.) i greggi;il / (ant., lett.) la carcere; i / le carceri.
– significato diverso: il frutto / i frutti: alberi da ~; frutti di mare;= profitto: un investimento che dà buon ~;= interesse: prestare denaro a ~;la frutta / le frutta (oggi non più in uso) =insieme di frutti commestibili: la ~ è ricca di
vitamine; macedonia / succo di ~; ~ fresca /secca; servire la ~; (fig.) arrivare alla ~ = tardi;
il legno / i legni: ~ di cedro; (fig.) testa di ~;(pl. mus.) strumenti a fiato: flauto, òboe,clarinetto, fagotto; i legni inglesi = imbarcazioni;la legna / le legna, l’ultimo ha valore collettivo:spaccare la ~; forno a ~; andare a far ~; (fig.) mettere / aggiungere ~ al fuoco; portar ~ al
bosco = fare cosa inutile.
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Plurale dei nomi composti
Il comportamento dei nomi composti per quanto riguarda il passaggio dal singolare al plurale cambia secondo il tipo di parole dacui sono costituiti.
I. Il secondo termine si mette al plurale
a) nome + nome
• il cavolfiore / i cavolfiori, il manoscritto / i manoscritti, il terremoto /i terremoti, l’arcobaleno / gli arcobaleni;
ecc. il pescespada / i pescispada;• la banconota / le banconote, la ferrovia / le ferrovie, l’autostrada / le
autostrade; b) ‘capo’ + nome
il capogiro / i capogiri, il capolavoro / i capolavori, il capoluogo / icapoluoghi;
c) aggettivo + nome
il bassorilievo / i bassorilievi, il francobollo / i francobolli, l’alto- parlante / gli altoparlanti;
ecc. l’altoforno / gli altiforni, la mezzanotte / le mezzenotti;
d) verbo + nomeil girasole / i girasoli, il grattacielo / i grattacieli, il marciapiede / imarciapiedi, il parafulmine / i parafulmini, il passaporto / i passaporti,lo spazzacamino / gli spazzacamini;
e) preposizione (avverbio) + nome
• il sottaceto / i sottaceti, il sottopassaggio / i sottopassaggi, l’antipasto/ gli antipasti;• la fotomodella / le fotomodelle, la soprattassa / le soprattasse, la
sottoveste / le sottovesti, la telecronaca / le telecronache;
II. Entrambi i termini si mettono al plurale
a) ‘capo’ + nome
il caporedattore / i capiredattori, il caposaldo / i capisaldi; b) nome + aggettivo
• il camposanto / i campisanti, (i camposanti), il pellerossa / i pellirosse;ecc. il palcoscenico / i palcoscenici;
• la cassaforte / le casseforti;
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III. Il primo termine si mette al plurale
‘capo’ + nomeil capofamiglia / i capifamiglia, il caposcuola / i capiscuola, il
caposquadra / i capisquadra, il capostazione / i capistazione;IV. Nomi composti invariabili al pluralea) ‘capo’ + nome
la / le capoclasse, la / le capostazione;ecc. la capocuoca / le capocuoche, la caporedattrice / le
caporedattrici; b) verbo + nome
1) il nome è al plurale
• il / i cavatappi, il / i portafogli, lo / gli stuzzicadenti;• la / le lavastoviglie;
2) il nome è al femminileil / i bucaneve, il / i portacenere, il / i salvagente, l’ / gli aspirapolvere;
ecc. l’asciugamano / gli asciugamani;c) verbo + verbo (avverbio)
il / i saliscendi, il / i viavai, il / i dormiveglia, l’ / gli andirivieni;d) preposizione (avverbio) + nome
il / i dopoguerra, il / i senzatetto. – hanno due forme di plurale:
il capocomico / i capocomici, i capicomici;il capocuoco / i capocuochi, i capicuochi;il capotreno / i capitreno, i capotreni;
– esistono nomi composti formati da più di due elementi, duenomi + una preposizione:
● il ficodindia / i fichidindia; il fiordaliso / i fiordalisi; il pomo-doro / i pomodori, i pomidori, i pomidoro; il / i nontiscordardimé;● la messinscena / le messinscene.
Esercizi
1. Precisa il genere dei seguenti nomi:tavola, nulla, eremita, città, brindisi, sintesi, ipocrita, soprano,
sentinella, scisma, auto, frigo, esame, gioventù, caucciù, problema,
omicida, oasi, scarpa, scarpino.
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2. Scrivi l’articolo determinativo davanti ai seguenti nomi:a) bambino, errore, scolaro, astuccio, fiume, amore, gas, coraggio,
sport, autobus;
b) sentinella, vite, economia, spia, bici, analisi, staffetta, austerità,stagione, recluta;c) clima, mezzosoprano, usignolo, ninfea, scrittore, girasole,
domenica, argento, ananas, eroismo, poeta, rondine, ottobre, capello,mostra, razzo, gamba, cappello;
d) strade, risa, programmi, giornalisti, artiste, strateghi, sistemi, banche, greci, province, occhiali, duchi, valigie, obblighi, suicidi, paia,uova, archi, templi, mormorii;
e) Alpi, Italia, Po, Sardegna, Adriatico, Lazio, Ionio, Como,
Appennini, Mediterraneo.3. Trasforma i nomi generici in concreti:nuvolosità, pericolosità, bestialità, pessimismo, stupidaggine,
cittadinanza, pacifismo, finalità, vecchiaia.
4. Dal nome concreto al nome generico: basso, vigile, fanciullo, invasore, madre, avaro, colpevole, padre,
ricco, amico, serio, geloso, nemico, fondatore, alto.
5. Muta i seguenti verbi nei corrispondenti nomi:lavorare, leggere, lottare, partire, acquistare, uscire, benedire,avvertire, indagare, correre, fingere, rompere, inventare, scoprire,apprendere, insegnare, esaltare, peccare, aprire, sconfiggere.
6. Partendo dai derivati, ricostruisci le rispettive parole primitive:tonalità, sporcizia, corposità, aggiornamento, donazione, gioiosità,
calzatura, occhiata, disgelo, allattamento, banchiere, mensilità, flottiglia,mercantile, tabaccheria.
7. Volgi al maschile o al femminile:maestro, attrice, dio, imperatore, alunno, pecora, cavallo, fuco,
Clemente, gallo, giudice, doge, nuora, monaca, salvatrice, eroe, turista,tintore, Giovanna, scolara.
8. Volgi al plurale:a) amico, monarca, studio, arma, teorema, studente, magia,
uomo, camicia, zio, eco, spiaggia, fuoco, albergo, uovo, psicologo,
azione, dialogo, bue, telegramma;
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b) pomodoro, manoscritto, autostrada, capolavoro, telecronaca,antipasto, caporedattore, palcoscenico, francobollo, soprattassa.
9. Introduci la forma opportuna fra i due sovrabbondanti, facendoattenzione all’articolo determinativo o alla preposizione articolata:(Dito) _________ della mano sono cinque. Grandi furono
(gesto) _________ di Alessandro Magno. Il Danubio ha tre (braccio) _________ . Sono di color nero (labbro) _________ del vaso. Tutti(membro) __________ del parlamento applaudirono il discorso del primo ministro. La superficie terrestre è divisa in 24 (fuso) _______ .La ragazza aveva colorato (labbro) ____________ col rossettocomprato di recente. Moderate (gesto) __________ quando parlate! Ilnonno accusa sempre dolori a (membro) __________ per ilreumatismo. Il carcere era diviso in un’infinità di (braccio) ____________ .
10. Correggi le parole sbagliate:Gli sposi hanno infilato le anella nei diti delle loro spose, poi si
sono baciati sui labbri. I muri delle città medievali erano protette dafossati con acqua. Ti muovi troppo, quindi le tue gesta disturbano chi
è seduto accanto a te. Ecco che le frutta dei nostri sacrifici e la faticadei nostri bracci sono resi vani. Ci furono membra dell’assemblea che per protesta abbandonarono l’aula.
11. Completa ogni nome con la desinenza giusta:«Era un uom_ piccolo, con la facci_ larga e gialla, e gli occh_
neri come il carbon_. – Dunque, tu ti chiami Rondinelli Luigi.Protestai con vivacit_: – No, mi chiamo Cesarano Alfredo, ha
telefonato per me Pollastrini, per una raccomandazion_. – E chi è Pollastrini?Mi si annebbiò la vist_ e risposi con un fil_ di voc_: – Pollastrini
Giuseppe, l’autist_ delle signorin_ Condorelli.L’avvocat_ si mise a ridere, con un ris_, per la verit_, gentile, e
disse: – Ma sì, certo, eppure devi aver pazienz_, lui ha telefonato e io
gli ho parlato, tutto vero, ma sai com’è? gli ho parlato e risposto con lament_ ad altro, così che, quando ho buttato giù il telefon_, mi sono
domandato: ma chi era? che ha detto? che gli ho risposto? Ora tu
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sciogli il mister_. Dunque, se ben ricordo, Cesarano, tu vuoi unaraccomandazion_ per diventare giardinier_ al Comun_?
Protestai di nuovo: – No, avvocat_, sono autist_, cerco un post_
di autist_.Lui disse, come se non mi avesse udito: – Sai che dico a chi michiede un post_? Un milion_, un assegn_ di un milion_ posso ancora procurarvelo, ma un post_ no, per lo più giardinier_ al Comun_: è una parol_.
Dissi di nuovo, con forz_: – Avvocat_, sono autist_, cerco un post_ di autist_; e questa volt_ lui intese e confermò, con un po’d’impazienz_: – Autist_, sì, che diamine, ho capito.»
Alberto Moravia, Nuovi racconti romani, Edit. Bompiani
12. Scrivi tutti i nomi del testo di sopra al maschile o alfemminile, al singolare o al plurale.
13. Traduci in romeno:«Un ringraziamento per aver fatto, appositamente per me, il
mondo così grande e vario. Di aver fatto tanti miliardi di altri uominiin apparenza simili a me per tenermi compagnia, e di averli
disseminati dovunque, affinché, in qualsiasi punto vada, non abbia atrovarmi solo. Inoltre: di averne fatti vivere molti molti altri miliardi prima della mia nascita allo scopo che le loro avventure mi possanodistrarre e far pensare. E di aver creato tante terre lontane dove, sefossi diventato esploratore, avrei potuto esplorare. E messo al mondotanti sapienti i quali mi potessero spiegare le infinite stranezze diquesto regno; pur lasciandone la parte maggiore ancora avvolta nelmistero affinché, se attratto, ne possa scoprire qualcuna anch’io o per lo meno fantasticarci sopra nelle sere d’estate. E appese al cielomiriadi di stelle, di cui scorgo solo una minima porzione; riservando lealtre al caso che fossi diventato un astronomo e mi fosse piaciutoinvestigarle.
Pensandoci, qualche volta mi sembra perfino che sia unaesagerazione. Un universo così smisurato con una infinità di vitedifformi, una cosa così bella e grande per me, meschino essere chenon sa neppure guardarsi intorno...»
Dino Buzzati, da In quel preciso momento, Edit. Neri Pozza
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L’AGGETTIVO
E’ quella parte del discorso, variabile nel genere e nel numero,
che si accompagna a un nome per indicare: – una sua caratteristica: una strada stretta, un vestito nero; – o per precisarlo meglio: questa strada, il mio vestito.
Aggettivi che indicano una caratteristica – gli aggettivi qualificativi: un bambino buono, una casa spaziosa.Gli aggettivi qualificativi formano una classe aperta di elementi,
come il nome e il verbo, classe che può essere sempre accresciuta. – gli aggettivi di colore: una penna rossa, i capelli neri;
Espressioni: dare carta bianca, di punto in bianco, il biancodell’uovo, nero come l’ebano, oro nero, mercato nero, nero su bianco,il giallo dell’uovo = il rosso d’uovo, essere giallo dalla rabbia, passarecol rosso, essere al verde, avere sangue blu.
– gli aggettivi di relazione (o relazionali) derivano da nomi eindicano l’esistenza di una relazione tra il nome cui l’aggettivo siriferisce e il nome da cui l’aggettivo è derivato:
il sistema solare = relativo al sole, che ha al centro il sole;
il trasporto navale = relativo alle navi, fatto con le navi.La trasformazione che dà luogo a un aggettivo relazionale è la
seguente:
NOME¹ + PREPOSIZIONE + NOME² → NOME¹ + AGG. DI RELAZIONE provvedimento del ministro → provvedimento ministeriale
Tra i principali suffissi che servono a formare aggettivi di relazionericordiamo:
-ale: inizio → iniziale;-ano: paese → paesano, isola → isolano;-ico: filosofia → filosofico;-ista, -istico: illuminismo → illuminista; folclore → folcloristico;-iano (per i cognomi di personaggi famosi): Leopardi → leopardiano.
Numerosi aggettivi relazionali presentano caratteristiche particolari: – non possono essere anteposti al nome: *solare luce; – non possiedono il comparativo e il superlativo: *più solare; – non possono essere usati in funzione predicativa: *la
luce è solare.
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– gli aggettivi geografici ed etnici segnalano l’appartenenza a (ola provenienza da) un luogo o un popolo: le ragazze francesi, unorologio svizzero.
Aggettivi determinativi (o indicativi)Gli aggettivi determinativi specificano il nome esprimendo una
determinazione possessiva, dimostrativa, indefinita, interrogativa,numerale. Al contrario degli aggettivi qualificativi, costituiscono unaclasse chiusa di elementi.
– gli aggettivi possessivi segnalano un possesso: la tua borsa, ilnostro cane;
– gli aggettivi dimostrativi precisano la posizione di qualcuno o
di qualcosa nello spazio e/o nel tempo: questa rivista, quel Natale; – gli aggettivi interrogativi si usano per domandare: Che libro
preferisci?; – gli aggettivi esclamativi si usano per esclamare: Quanta
gente!; – gli aggettivi indefiniti alludono a una:
– quantità: Anna ha tanti vestiti. – qualità: E’ tardi per la cena, mangerò una cosa qualunque.
– identità non precisata: Ho fatto un certo errore.Alcuni aggettivi, quelli dimostrativi (tranne ‘stesso’ e ‘medesimo’,
la cui duplice posizione comporta diversità di significato), inter-rogativi, esclamativi e indefiniti, precedono i nomi, altri invece,qualificativi e possessivi, possono trovarsi prima o dopo il nome.
Quanto al rapporto esistente tra articolo determinativo e aggettivo,gli aggettivi dimostrativi, interrogativi, esclamativi, indefiniti e, inalcuni casi, i possessivi, rifiutano l’articolo.
Gli aggettivi determinativi sono anche detti aggettivi prono-minali perché, oltre che come aggettivi, possono essere adoperati come pronomi, cioè anziché accompagnare un nome, possono sostituirlo:
La mia macchina non parte, puoi prestarmi la tua?
Tipi di collegamento dell’aggettivoA seconda del tipo di collegamento che ha con il nome o con il
verbo, l’aggettivo che indica una caratteristica può essere: – attributivo, se è direttamente collegato a un nome: Ho comprato
una moto veloce.
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– predicativo, se è collegato a un nome per mezzo del verbo‘essere’ (la cosiddetta “copula”) ed è parte di un predicato nominale(si parla in questo caso di aggettivo predicativo): Questa moto è veloce.
– avverbiale, se è collegato direttamente a un verbo e ne modi-fica il significato, proprio come un avverbio: Questa moto va veloce.
Rispetto al nome l’aggettivo si trova in una condizione didipendenza grammaticale. Quindi si può dire:
Alessio possiede una casa spaziosa.Alessio possiede una casa.
ma non:
*Alessio possiede una spaziosa.L’aggettivo ‘spaziosa’ dipende direttamente dal nome ‘casa’ enon si può dire: *una casa spazioso / spaziosi / spaziose.
Tipi di funzione dell’aggettivo qualificativo
L’aggettivo che indica una caratteristica può caratterizzare ilnome in due modi diversi:
– può descriverlo → aggettivo descrittivo
– può distinguerlo → aggettivo restrittivoE’ crollata la vecchia chiesa. / E’ crollata la chiesa vecchia. Nella prima frase l’aggettivo arricchisce la parola ‘chiesa’ di una
caratteristica consistente nel fatto che è vecchia; nella seconda, l’aggettivodistingue la ‘chiesa’ di cui si parla da tutte le altre: è crollata la chiesavecchia, non quella ‘nuova’.
Si noti che l’aggettivo descrittivo precede il nome, mentrel’aggettivo restrittivo lo segue.
Nominalizzazione dell’aggettivo qualificativo
Qualche volta l’aggettivo che indica una caratteristica vieneusato come un nome a tutti gli effetti. L’aggettivo sostantivato è preceduto:
– dall’articolo determinativo o indeterminativo: gli invidiosi, un
vecchio; – da un aggettivo dimostrativo o indefinito: quelle antipatiche,
alcuni giovani;
– da un numerale: due anziane, tre amici.
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Talvolta l’originario valore di aggettivo non è più sentito dai parlanti: cielo buio / buio fitto, pesto; prendere la circolare = linea diautobus che segue un percorso circolare; la (squadra) mobile; mobili di antiquariato; lucidare i mobili; la statale = strada statale.
L’aggettivo qualificativo può svolgere anche la funzione di unavverbio: dire chiaro e tondo, andare piano.
Alcuni aggettivi sostantivati preceduti da una preposizione formanolocuzioni avverbiali: alla svelta, all’improvviso, con le buone o con le
cattive: lavorare alla svelta.
Posizione dell’aggettivo qualificativoL’aggettivo qualificativo può essere collocato prima o dopo il
nome: – l’aggettivo precede il nome in strutture ormai fisse: pubblico
ufficiale, pubblico ministero, buoni uffici; – l’aggettivo segue il nome in numerosissimi casi: opinione /
asta pubblica, popolo italiano, lingua italiana, continente europeo, marinamilitare, l’anno / il mese venturo, anno / mese corrente, Stefano il Grande,
Filippo il Bello.Talvolta la differente posizione dell’aggettivo comporta diversità
di significato: – ‘alto’ → un bambino ~ / (fig.) ~ commissario / funzionario; – ‘povero’ → una nazione ~a / un ~ cieco; – ‘certo’ → un fatto ~ / un ~ Bianchi.
Forme dell’aggettivo qualificativo
Quasi tutti gli aggettivi hanno: – una parte fissa → la radice o morfema lessicale, che dà infor-
mazioni sul significato; – una vocale finale variabile → la desinenza o morfema gram-
maticale, che dà informazioni sul genere, maschile o femminile, e sulnumero, singolare o plurale.
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Classificazione degli aggettivi
Iª classe m.s. -o f.s. -a m.pl. -i f.pl. -e
alto alta alti altesimpatico simpatica simpatici simpatiche bianco bianca bianchi bianchelungo lunga lunghi lungheampio ampia ampi_ ampiesaggio saggia saggi_ saggenatio natia natii natie
– i participi passati dei verbi (1)
letto letta letti letteuscito uscita usciti usciteIIª classe m.f.s. -e m.f.pl. -i
elegante elegantidifficile difficilidolce dolciverde verdi
– i participi presenti dei verbi (2)
rappresentante rappresentantiuscente uscenti
IIIª classe m.f.s. -a m.pl. -i f.pl. -e entusiasta entusiasti entusiaste
belga belgi belghe
idiota idioti idiote
egoista egoisti egoiste
suicida suicidi suicide
ipocr ita ipocriti ipocrite
(1) Sono numerosissimi i participi passati con valore aggettivaleche possono diventare nomi, e questo perché hanno quattro desinenze,quindi si comportano come gli aggettivi del I gruppo:tessuto, participio passato di ‘tessere’ → aggettivo: panno tessuto
nome: negozio di tessutiEsempi: il condannato, il fatto, il fidanzato, il ferito, il passato, il
ritratto, l’ammalato, l’infinito, l’invitato; la promessa, la scoperta, la
spesa, l’offerta.
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(2) Il participio presente può esprimere anche una qualità:stella errante; le avventure dei cavalieri erranti; le tribù erranti del deserto;brillante, participio presente di ‘brillare’ → aggettivo: discorso brillante
nome: il brillante dell’anelloEsempi: il / la cantante, il comandante, il combattente, il / lacommerciante, il presidente, un / un’agente.
Aggettivi invariabili e compostiCompletano il quadro: – gli aggettivi invariabili, rimangono invariati nel genere e nel
numero: – pari: essere ~ a = corrispondere; il risultato è ~; dispari =
impari: i giorni dispari della settimana; una lotta impari; – dabbene = perbene, educato: un uomo ~; dappoco = ( persona)
incapace; (cosa) marginale, secondario; – arrosto: pollo / patate arrosto; – amaranto, blu, lilla, rosa, viola: cielo / mare blu; romanzo rosa; – azzurro pallido, rosso chiaro, verde cupo / scuro; – rosso ciliegia / fuoco, verde bottiglia / oliva; – avvenire: gli anni avvenire; – fu (burocr.) morto, defunto: il fu Mario Rossi; – ‘anti’ + sostantivo → sistemi antifurto, maschera antigas,
rifugio antiatomico, trattato antinucleare.
– gli aggettivi composti, dati dalla combinazione di due aggettivi: – alcuni aggettivi indicano i colori delle squadre di calcio:
bianco-nero, bianconero, rosso-nero, rossonero; – alcuni aggettivi geografici ed etnici: emiliano-romagnolo,
russo-tedesco; possono comparire in forma abbreviata: – africano → afro-: tradizioni afroamericane;
– inglese → anglo-: gli alleati anglo-americani; – austriaco → austro-: l’impero austro-ungarico; – francese → franco-: guerra franco-prussiana; – indiano → indo-: lingue indoeuropee; – italiano → italo-: italo-americano; – giapponese → nippo-: un accordo economico nippo-
australiano; – alcuni aggettivi appartengono alla terminologia scientifica:
– corticale → cortico-: ormone corticosurrenale; – gastrico → gastro-: affezione gastroduodenale;
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– alcuni aggettivi appartengono al linguaggio politico: – socialista → social-: socialdemocratico; – anarchico → anarco-: anarco-sindacalista;
– democratico → demo-: democristiano; – cattolico → catto-: cattocomunista;
– altri aggettivi: aerodinamico, chiaroveggente, fantascientifico,sacrosanto, sordomuto, variopinto, verosimile: corpo aerodinamico,romanzo fantascientifico, racconto verosimile.
Gli aggettivi composti formano il femminile e il plurale cambiandosoltanto la desinenza del secondo elemento: rossoner o, rossoner a,rossoner i, rossoner e; socialdemocratico, -a, -ci, -che: congresso social-
democratico.Aggettivi alterati
Come i nomi, così anche parecchi aggettivi qualificativi possonoessere alterati, con l’aggiunta alla base di un suffisso che, senza cambiarecompletamente il significato dell’aggettivo di base, lo modificanosoltanto, presentandolo come più grande, più piccolo, più bello o più brutto:
bello → DIM. belloccio; povero → PEGG. poveraccio; semplice
→ ACCR. semplicione.
Accordo dell’aggettivo qualificativo
Di norma, l’aggettivo concorda nel genere e nel numero con ilnome a cui si riferisce:
il telefono azzurr o (nome e aggettivo al maschile singolare);i telefoni azzurr i (nome e aggettivo al maschile plurale);la sedia comoda (nome e aggettivo al femminile singolare);
sei sedie comode (nome e aggettivo al femminile plurale).Quando si riferisce a più nomi dello stesso genere, tutti al
singolare, tutti al plurale o alcuni singolari e altri plurali, l’aggettivo prende il genere dei nomi e si mette al plurale:
La carta e la penna sono bianche.Ci regalarono dei dolci e dei liquori squisiti.Ha la faccia e le mani sporche.
ma si dice:
lingua e letteratura italiana
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Quando si riferisce a più nomi di genere e di numero diversi,l’aggettivo viene posto per lo più al maschile plurale:
I miei fratelli e le mie sorelle sono tutti lontani.
Cavallo e carrozza erano fermi all’angolo della via.Debbo prendere delle pillole e uno sciroppo amarissimi.
ma si può dire anche:Debbo prendere uno sciroppo e delle pillole amarissime.
In quest’ultimo esempio l’accordo al femminile è dovuto allavicinanza del nome di genere femminile.
Se l’aggettivo precede il nome, l’accordo si fa con il nome piùvicino:
Serene vacanze e viaggi offrono tutti gli enti turistici.Se l’aggettivo è composto, muta solo la desinenza finale:
angloamericano, -a, -i, -e: letteratur a angloamericana; truppe angloamericane.
Gli aggettivi composti di colore restano di solito invariati o possono mutare nella desinenza finale:
foglie verdechiaro / verdazzurre. Gli aggettivi ‘bello’, ‘buono’, ‘grande’, ‘santo’
Questi aggettivi si troncano o si elidono:
– bello, bella, belli, belle
m. sing. pl.
bel libro bei libri bello spettacolo begli spettacoli bell’albero begli alberi
f. sing. pl. bella ragazza belle ragazze bell’amica belle amiche‘belli’ si usa posposto al maschile plurale: uomini belli;
sostantivato: i belli e i brutti, il gusto del bello;in funzione di predicato: Quei fiori sono belli e freschi.
– buono, buona, buoni, buone
si comporta come l’articolo indeterminativo
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m. sing. pl. buon libro buoni libri buono spettacolo buoni spettacoli
buon amico buoni amicif. sing. pl. buona bambina buone bambine buon’amica buone amiche
– grande, grandi
m. sing. pl.gran libro gran libri
grande spettacolo grandi spettacoligrand’albero grandi alberi
f. sing. pl.gran (grande) casa gran (grandi) casegrand’anima grandi anime
– santo, santa, santi, sante
m. sing. pl.san Carlo santi Pietro e Paolo
santo Stefanosant’Ignazio
f. sing. pl.santa Chiara santesant’Anna
Espressioni: belle arti, bel bello, sul più bello, ci vuole del belloe del buono, con le buone o con le cattive, un bel giorno, guardare /vedere di buon occhio, essere in buone mani, nascere sotto una buonastella, buono da buttar via, buono a nulla, buon viaggio / lavoro!, a buon mercato, di buon passo, di buon’ora, settimana santa, il santo padre, il santo sepolcro, la città santa, (fig.) avere un santo dalla propria, avere qualche santo in Paradiso, non sapere a che santovotarsi, non essere uno stinco di santo.
Ci volle del bello e del buono per convincerlo.L’hai fatta bella!Cosa fai di bello?
Lo picchiarono di santa ragione.
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Gradi dell’aggettivo qualificativo
I concetti espressi da un aggettivo qualificativo possono essere
graduati secondo una scala d’intensità in cui si distinguono tre gradi:bello → più bello → bellissimo Bello è di grado positivo perché esprime la qualità senza indicarne
la misura; più bello è di grado comparativo perché esprime una qualitàstabilendo un confronto; bellissimo è di grado superlativo perché esprimeuna qualità in misura molto alta.
La possibilità di variare il proprio grado è una delle carat-teristiche che distinguono l’aggettivo dal sostantivo. Infatti, un libro o
una rivista non potranno dirsi *più libro, *più rivista e nemmeno*librissimo, *rivistissima.
Il grado d’intensità di un aggettivo lo possiamo variare in due modi:▪ relativamente ad altri termini, cioè istituendo un paragone con
un’altra unità:→ grado comparativo: La tua casa è più grande della mia.
o con un gruppo di altre unità della stessa specie:→ grado superlativo relativo: Questo appartamento è il più
grande del palazzo.▪ in assoluto, cioè senza introdurre confronti con altri termini:→ grado superlativo assoluto: Ho una casa grandissima.
Il grado positivo
Al grado positivo, l’aggettivo attribuisce a un nome una qualitàsenza precisarne la misura e senza che ci siano confronti:
Monica è furba.
Il grado comparativoAl grado comparativo, la qualità attribuita a un individuo o a una
cosa (detti primo termine di paragone, 1° T) viene confrontata con lastessa qualità posseduta da un altro individuo o cosa (detti secondo
termine di paragone, 2° T).
1. Se la qualità è presente più nel primo che nel secondo terminedi paragone→ comparativo di maggioranza → più + aggettivo al grado positivo:
Monica [1° T] è più furba di Claudia [2° T]
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2. Se la qualità è presente meno nel primo che nel secondotermine di paragone→ comparativo di minoranza → meno + aggettivo al grado positivo:
Monica è meno furba di Claudia.3. Se la qualità è presente in misura uguale nei due termini messi
a confronto→ comparativo di uguaglianza → aggettivo da solo o preceduto da così o da tanto, mentre il secondo termine di paragone è introdotto da come o quanto:
Monica è così / tanto furba come / quanto Claudia.Monica è _furba come / quanto Claudia.
Se il confronto avviene tra due aggettivi o due verbi, è normalel’avverbio correlativo davanti al primo termine:
Lucia è una ragazza tanto brava quanto bella.Mi piace così prendere il sole come fare il bagno.
Il confronto potrebbe avvenire mettendo in relazione due com- parativi (di maggioranza o di minoranza) con un terzo termine di paragone:
Paolo è tanto più veloce di Marco quanto Giovanni.Il secondo termine di paragoneCon un comparativo di maggioranza o di minoranza, il secondo
termine di paragone è introdotto da: – di, se è un nome o un pronome non retti da preposizione:
Giorgio è più serio di Franco.L’estate è più calda della primavera.La tua casa è più grande della mia.
Giorgio è più serio di me.Io sono più allegro di Ugo.Tu lavori più di me.
– che, se è un nome o un pronome retti da preposizione:Sei più brava in italiano che in matematica.
oppure se si paragonano tra loro: – due nomi: Di solito leggo più romanzi che novelle. – due aggettivi qualificativi: E’ un fatto più unico che raro.
– due verbi all’infinito: E’ meglio andar via che restare qui.
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– due complementi indiretti: Mi piace più mangiare a casa che alristorante.
– due avverbi: Bruno agisce più istintivamente che razionalmente.
Meglio tardi che mai.Il grado superlativoAl grado superlativo l’aggettivo attribuisce a un nome una qualità
al massimo livello, in due modi: – relativo, facendo riferimento a un gruppo di persone o di cose:
Monica è la più furba delle tue amiche. – assoluto, senza termini di riferimento:
Ho incontrato una signora simpaticissima.
Il superlativo relativo si forma premettendo all’aggettivo digrado positivo o al sostantivo l’articolo determinativo seguito da più oda meno:
Andrea è il più generoso dei / tra i miei amici.Claudio è il meno generoso dei / tra i miei amici.E’ l’attore più / meno adatto per questo ruolo.
Quando è preceduto da un nome che ha l’articolo indetermi-nativo, il superlativo relativo viene sempre introdotto dall’articolo
determinativo:Un uomo, il più anziano di tutti, ci venne incontro.Il gruppo di persone o cose che fa da termine di riferimento è
introdotto dalle forme articolate delle preposizioni di o tra, fra.A volte l’aggettivo precede il sostantivo:
E’ stato il più bel giorno della mia vita.
Il superlativo assoluto si forma in più modi: – con avverbi di quantità: assai, molto, oltremodo, tanto, troppo,
estremamente, incredibilmente:Tuo figlio è molto triste.Arriveremo assai presto.
– con avverbi intensificativi: davvero, proprio, sul serio, veramente:Sono davvero arrabbiato.Il tuo amico è proprio simpatico.
– aggiungendo all’aggettivo di grado positivo i prefissi: arci-,extra– (stra-), iper-, sopra– (sovra-), super-, ultra-: arcicontento,extrafino, stracarico, ipersensibile, sopraffino, sovraccarico, supersonico,
ultramoderno:
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E’ una strada superaffollata.La minestra è stracotta.
– aggiungendo alla radice dell’aggettivo di grado positivo ilsuffisso -issimo, -a, -i, -e: importantissimo:
Giulio è un amico carissimo. – hanno radici diverse ampio → amplissimo, pio → piissimo,vario → varissimo.
Talvolta, specie nel linguaggio della pubblicità, della televisione, possiamo incontrare anche nomi con questo suffisso: la canzonissima,
la finalissima, l’affarissimo, l’occasionissima.
– ripetendo l’aggettivo di grado positivo: un problema facile facile, un abbraccio forte forte;
– con espressioni che possono intensificare il significatodell’aggettivo di grado positivo: brutto forte, bagnato / ubriacofradicio, innamorato cotto, stanco morto, buio pesto, ricco sfondato, pieno zeppo, pazzo da legare, duro come l’acciaio, amaro come ilfiele, veloce come il fulmine, diritto come un fuso, dolce come ilmiele, testardo come un mulo, bianco come la neve, buono come il
pane, sano come un pesce:Ho incontrato un mendicante bagnato fradicio.
Rifiutano ogni gradazione: – gli aggettivi che contengono già in sé l’idea del superlativo:
colossale, divino, eccezionale, enorme, eterno, gigantesco, immenso,immortale, infinito, meraviglioso, onnipotente, perfetto, straordinario:l’universo infinito, numero perfetto;
– gli aggettivi che hanno un significato preciso, specifico:cubico, sferico; fisico, chimico; industriale, siderurgico; annuale, pe-riodico; bronzeo, ferreo; toscano, asiatico; lacustre, montano; fraterno,orfano; doppio, triplice; notturno, quotidiano: geografia fisica, paesaggiomontano.
Comparativi e superlativi irregolari (organici) – alcuni aggettivi presentano delle forme di comparativo e/o di
superlativo irregolari, sul modello latino:
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superlativopositivo
comparativo di
maggioranza relativo assoluto
buono più buono /
migliore
il più buono / il
migliore
buonissimo /
ottimocattivo più cattivo /
peggioreil più cattivo / il
peggiorecattivissimo /
pessimogrande più grande /
maggiore
il più grande / ilmaggiore
grandissimo /massimo
piccolo più piccolo /minore
il più piccolo / ilminore
piccolissimo /minimo
bene meglio – ottimamente / benissimo
male peggio – pessimamente /malissimomolto più – il piùpoco meno – pochissimo
– alcuni aggettivi hanno forme irregolari di superlativo in-èrrimo (1) e in -entissimo (2):
1. acre acerrimoaspro asperrimo, asprissimo
celebre celeberrimointegro integerrimomisero miserrimo, miserissimosalubre saluberrimo, salubrissimo
2. benefico beneficentissimobenevolo benevolentissimomaledico maledicentissimomalefico maleficentissimomalevolo malevolentissimomunifico munificentissimo
L’uso di questi aggettivi è piuttosto raro, riservato a unlinguaggio elevato, perciò si preferisce ricorrere a superlativi analitici:molto celebre, assai benevolo;
– alcuni aggettivi non hanno il grado positivo, ma solo ilcomparativo e/o il superlativo:
– il comparativo termina in -ore → anteriore ‘che è più avanti’posteriore ‘che è più dietro’
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inferiore ‘che è più in basso’superiore ‘che è più in alto’interiore ‘che è più dentro’
esteriore ‘che è più fuori’ulteriore ‘che è più al di là’
‘Ulteriore’ può indicare anche qualcosa che si aggiunge a quantogià detto o fatto:
Per ulteriori informazioni si rivolga alla segreteria.
– il superlativo termina in -mo → estremo ‘che è alla fine’infimo ‘che è molto in basso’
intimo ‘che è più dentro possibile’primo ‘che è all’inizio’prossimo ‘molto vicino’, ‘vicino’supremo, sommo ‘che è più in alto possibile’ultimo ‘che è alla fine in assoluto’
‘Intimo’ ammette un comparativo, più intimo, e un superlativo,il più intimo:
Mario è il mio più intimo amico.I superlativi ‘primo’, ‘ultimo’ hanno anche le forme primissimo,
ultimissimo, usate in espressioni enfatiche: prodotti di primissimaqualità, l’ultimissima moda a Milano.
Esercizi
1. Dai seguenti sostantivi ricava gli aggettivi corrispondenti:allegria, amore, campagna, compassione, corte, gioco, giorno,
legno, tempesta, vento.
2. Dai seguenti aggettivi qualificativi ricava i nomicorrispondenti:acquoso, argenteo, autunnale, calligrafico, coreografico, fantastico,
forte, fraterno, generoso, invernale, impetuoso, materno, orgiastico,ortografico, paterno, pratico, rovinoso, simpatico, spaventoso, storto.
3. Muta i seguenti sintagmi nel rispettivo singolare o plurale:occhi vivaci, corsa veloce, notizia inutile, fronti sudate, guerra
atroce, pancia gonfia, fili resistenti, organizzazioni criminali, tempo
antico, passata stagione, rapporti leali, folle velocità, misura colma,
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colossali truffe, dolori acuti, difficile situazione, visioni divine, paeseingovernabile, armonia magica, patti segreti.
4. Volgi al plurale:un bellissimo romanzo giallo; uovo fresco e grande; ampio
movimento studentesco; una camicia verde, non verde bottiglia; ilmedesimo simpatico amico; autobus carico e affollato; una corniceargentata e molto costosa; lo stesso prezzo modico; vacanza piacevolee necessaria; un astuccio rosa, molto piccolo.
5. Scrivi le forme corrette dei seguenti aggettivi:(bello): _____ mattino, _____ anni, _____ arti, _____ spirito,
_____ fiori, _____ attrice(buono): _____ profumo, _____ amicizie, _____ macchina,
_____ uomo, _____ amica, _____ scultore(grande): _____ cantanti, _____ sospiri, _____ donna, _____
spavento, _____ attore, _____ viaggi(santo): _____ Carlo, _____ Marta, _____ Ambrogio, _____
padre, _____ Iacopo, Terra _____
6. Altera, quando è possibile, gli aggettivi: basso, bello, dolce, freddo, grande, grasso, lungo, nero, piccolo,
povero, rosso, sciocco, sudato, umido, vecchio.
7. Completa le frasi in modo che risulti un comparativo:a) (di maggioranza): Il lago di Como è ... piccolo ... lago
Benaco. Era ... preparato in grammatica italiana ... in grammaticainglese. In inverno la luce diurna è molto breve, ... effimera ... quellaautunnale. La virtù è ... preziosa ...oro. E’ sicuramente ... difficilescrivere ... parlare una lingua straniera. Ho una preferenza ... viva per Verne ... per Salgari, altro famoso scrittore d’avventure. Sono ...interessanti le partite calcistiche seguite nello stadio ... a casa davantial televisore.
b) (di uguaglianza): Tuo zio si mostrò ... garbato ... tuo padre.Tua cugina mi sembra ... briosa ... tua nipote. Luca è ... studioso ... me.Francesca è ... gentile ... sua sorella.
c) (di minoranza): Oggi vi sentite ... deboli ... ieri. Alcuni scolari
appaiono ... intelligenti ... diligenti. Il raccolto di riso di quest’anno è
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... abbondante ... quello dell’anno scorso. Io ho un carattere ... deciso
... tuo. Perugia è ... grande ... Roma. E’ ... difficile ... quanto tu creda.La mia casa è ... comoda ... vostra.
8. Completa con il comparativo opportuno e con il secondo terminedi paragone:
Siete ... testardi __________ . Qui sembrano esserci ... macchine __________ . E’ ... facile obbedire __________ . Viaggio ... volentieriin aereo __________ . Stamane siamo ... disposti all’ascolto __________ . In quel momento di crisi, nessuno si sentiva ... solo edeluso __________ . Il nonno è ... sordo __________ .
9. Scrivi questa serie di aggettivi al superlativo assoluto, in tuttele forme possibili:
buono, carico, cattivo, contento, difficile, fino, fortunato,generoso, grande, intelligente, moderno, nobile, piccolo, pieno, presto,ricco, simpatico, sporco, utile, veloce.
10. Completa con l’opportuno tipo di superlativo: Napoli è tra le città ... popolose d’Italia. Viviamo un ritmo di
vita ... agitato. Furono ... disponibili a portare aiuti ... consistenti e ...efficaci. Gli ultimi sono stati i giorni ... felici tra quelli trascorsi con te.I grandi uomini sono ... modesti. Era ... simpatica delle amiche di miasorella. L’Asia è un continente che registra ... alta densità di popolazione. ... grande delle virtù è la carità, che ci rende ... generosi.
11. Fa’ la concordanza degli aggettivi, se necessaria, con i nomi cuisi riferiscono:
Venti e nubi (gelido) trascorrevano il cielo minacciandotempesta. Al pranzo di nozze di mia sorella, Franca e Giovanna erano piuttosto (alticcio). La casa e il giardino da me (sognato) costanotroppo e non potrò mai comprarmeli. Soffriva di un terribileraffreddore e aveva sempre gli occhi e il naso (arrossato). L’aurora e iltramonto sono (rosa). Navi e piccole imbarcazioni correvano (liscio) e(leggero) sul mare (tranquillo). Trovarono il naufrago con braccia egambe (rigido). Carrozze e locomotori da riparare o appena (riparato)
erano allineati nel deposito locomotive e sui binari.
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Come pronomi, sostituiscono un nome:“I magnifici sette” è un film celeberrimo.
I cardinali determinano una quantità numerica precisa, sono inumerali più usati, tre, dodici, centoventiquattro, tremiladuecento ecc., e si indicano con le cifre arabe: 3, 12, 124, 3200. L’uso dellecifre è richiesto nei testi tecnici e scientifici e per indicare le date. Negli altri casi, invece, è preferibile usare la scrittura in lettere.
I numerali cardinali sono invariabili:ecc. – ‘uno’ / ‘una;
– ‘mille’ / -mila, forma derivata dal latino: tremila, centomila.‘Uno’ si tronca e si elide secondo le regole dell’articolo inde-
terminativo:un ragazzo, uno scolaro, un albero; una casa, un’anitra.I composti con ‘uno’ possono subire il troncamento: ventun
giorni, trentun minuti.I composti che finiscono in ‘-tre’ ricevono l’accento: ventitré,
sessantatré.Le decine da ‘venti’ in poi, unite a ‘uno’ o a ‘otto’, troncano la
vocale finale: trentuno, trentotto.Come si è già visto dagli esempi, i numeri costituiti da più
elementi si scrivono uniti.Tuttavia i composti con ‘cento’ e ‘mille’ possono anche scriversi
staccati, inserendo tra i due numeri la congiunzione ‘e’: cento e dieci,mille e nove.
Quando ‘uno’ è unito per mezzo della congiunzione si ha l’accordocon il sostantivo:
“Le mille e una notte” è una raccolta di novelle arabe.‘Milione’, ‘miliardo’ non sono aggettivi, ma sostantivi. I loro
multipli si scrivono staccati: tre milioni, cinque miliardi. Nel plurale possono essere seguiti o no dalla preposizione ‘di’:tre miliardi di lire / due milioni quattrocentomila lire.
I numerali cardinali solitamente precedono il nome a cui si rife-riscono:
Era una donna di cinquant’anni.Ho speso centoventi euro.
Seguono il nome: – negli usi tecnici e scientifici: Ciascun lato dell’edificio misura
m. 32.
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commerciali: Il costo dell’autovettura è dieuro 14 000.
Come si vede dagli esempi, il numero è espresso in cifre.
– nel linguaggio burocratico e giudiziario:Il tribunale condanna l’imputata alla pena di anni tre e
mesi due di reclusione. Nell’indicare le ore e le date il nome viene spesso sottinteso:
Sono le (ore) sette. Nacque nel(l’)(anno) 20 dopo Cristo.
Soltanto nell’indicare il primo giorno / i primi giorni della settimana,del mese, dell’anno, si adopera l’ordinale al posto del cardinale:
Oggi è il primo di settembre.Partirò ai primi di agosto.In molti casi i cardinali vengono sostantivati:E’ un uomo sui sessanta. (=sulla sessantina, sessantenne)E’ una notizia sicura al cento per cento.Durante la spedizione dei Mille fu liberata la Sicilia. – in espressioni idiomatiche:
Si fece in quattro per accontentare sua madre. – in altri casi, per indicare:
– i voti scolastici: Ho preso un bel dieci. – i giocatori di una squadra: Gli undici sono scesi in campo.
Gli ordinali indicano l’ordine di successione di individui, oggettie concetti, terza, dodicesimo, centoventiquattresimo, tremiladuecentesima ecc. Si indicano con le cifre romane: III, XII, CXXIV, MMMCC,oppure con le cifre arabe seguite da º (per il maschile), ª (per il fem-minile) in esponente: 3º, 12º , 124º, 3200º; 3ª, 12ª ecc.
A differenza dei cardinali, gli ordinali sono variabili nel genere e
nel numero, quindi si accordano al sostantivo. I primi dieci hannoforme particolari derivate dal latino: primo – decimo (da consultare loschema I). Tutti gli altri si formano aggiungendo il suffisso -esimo alcardinale, che perde generalmente la vocale finale: undic(i) + -esimo→ undicesimo. Accanto a queste forme, possiamo trovarne altre diuso limitato, letterario: decimoprimo / undecimo, decimosecondo / duodecimo ecc.
Anche gli ordinali precedono di solito il nome:Abbiamo viaggiato in prima classe.
Abita al terzo piano.
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Seguono il nome: – quando indicano l’ordine di successione di papi, sovrani e in
questo caso si scrivono solitamente in cifre romane: Luigi XIV,
Giovanni Paolo II ecc. – nelle scritte: Aula sesta, Canto quinto, Atto quarto, Scena prima.Possono essere usati come sostantivi:
E’ stato promosso in quarta (classe).Abbiamo ascoltato la nona (sinfonia) di Beethoven.
I numerali ordinali si adoperano per indicare:1) i numeri d’ordine di papi, re, imperatori: Paolo VI, Vittorio
Emanuele II, Carlo V;
2) i numeri d’ordine dei secoli: il secolo XIX o il diciannovesimosecolo o l’Ottocento;
3) il secondo elemento di una frazione, il primo è indicato da unnumerale cardinale: 2/3 = due terzi; 7/20 = sette ventesimi; 33/100trentatré centesimi;
4) il grado di una potenza segnalato dal numero in esponente:6³ = sei alla terza.
Numerali moltiplicativiSono aggettivi a quattro desinenze che moltiplicano il nome a
cui si riferiscono per un numero o una quantità. Quelli più usati sono singolo, doppio, triplo, quadruplo, quintuplo:
Prendiamo una porzione singola di pasta e una doppia porzione di patate.
Ma i moltiplicativi possono essere usati anche come nomi oavverbi:
Ho speso il doppio del previsto.Vederci doppio significa avere un difetto ottico.
In casi del genere indicano, in senso figurato, un numero, unaquantità o una misura ‘molto grandi’, o ‘molto più grandi di’:
Mangia il triplo di me ed è magra! = Mangia molto più di me.La serie dei moltiplicativi è completata dagli aggettivi a due
desinenze duplice, triplice ecc.:La Triplice Alleanza fu stipulata nel 1882 fra Italia, Austria
e Germania.
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Numerali collettiviSono nomi che indicano un insieme di più individui, oggetti o
concetti:
1. coppia, paio, duo, doppietta ruotano intorno al numero ‘due’:una coppia di fidanzati, un paio di scarpe:Schumacher e Barrichello formano un duo formidabile.
2. terna, triade, tripletta ruotano intorno al numero ‘tre’: ternaarbitrale, triade dialettica:
Totti ha segnato una tripletta.3. duetto, terzetto, quartetto, quintetto, sestetto indicano una
composizione musicale eseguita da due, tre, quattro, cinque, sei esecutorie, scherzosamente, un gruppo di due, tre, quattro, cinque, sei persone:
Ma che bel terzetto!4. decina, dozzina, ventina, trentina, quarantina, cinquantina, sessantina, settantina, ottantina, novantina, centinaio, migliaio indicano,rispettivamente, un gruppo di dieci, dodici, venti, trenta, quaranta, cin-quanta, sessanta, settanta, ottanta, novanta, cento, mille individui o oggetti:
Ho comprato una dozzina di fazzoletti.Era presente un migliaio di persone.
5. biennio, triennio, quadriennio, quinquennio=lustro, decennio,ventennio indicano un periodo di due, tre, quattro, cinque, dieci, venti
anni: un decennio di studi, il ventennio fascista:Ho seguito il primo biennio d’ingegneria.6. bimestre, trimestre, semestre indicano un periodo di due, tre,
sei mesi: corso di un semestre;7. terzina, quartina, sestina, ottava sono termini della metrica e
indicano strofe di tre, quattro, sei, otto versi: terzina incatenata, un poema in ottave.
Il quadro è completato da: – alcuni nomi che terminano in -enne, i quali indicano l’età di
una persona, a partire da ‘undici’ e fino a ‘novantanove’: undic(i) +-enne → undicenne; – alcuni aggettivi, invariabili, ‘ambo’, ‘ambedue’ ed ‘entrambi /
entrambe’ che significano ‘tutti / tutte e due’ e che precedono l’articolodeterminativo che accompagna il nome a cui si riferiscono: ambedue ifratelli / le sorelle, entrambi gli occhi, entrambe le mani.
Numerali distributiviIndicano il modo di distribuire o di ripartire una quantità, a due
a due, due per ciascuno, tre alla volta, ogni sei:
Mi scrive ogni due settimane.
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401 500 V, quinto sec.501 600 VI, sesto sec.601 700 VII, settimo sec.
701 800 VIII, ottavo sec.801 900 IX, nono sec.901 1000 X, decimo sec.
1001 1100 XI, undicesimo sec.1101 1200 XII, dodicesimo sec.1201 1300 XIII, tredicesimo sec. ‘200, Duecento1301 1400 XIV, quattordicesimo sec. ‘300, Trecento1401 1500 XV, quindicesimo sec. ‘400, Quattrocento1501 1600 XVI, sedicesimo sec. ‘500, Cinquecento
1601 1700 XVII, diciassettesimo sec. ‘600, Seicento1701 1800 XVIII, diciottesimo sec. ‘700, Settecento1801 1900 XIX, diciannovesimo sec. ‘800, Ottocento1901 2000 XX, ventesimo sec. ‘900, Novecento2001 2100 XXI, ventunesimo sec.
Esercizi
1. Scrivi in lettere i seguenti numerali cardinali:
14, 1000, 367, 88, 17, 33, 65, 2000, 1971, 1000000.
2. Scrivi in lettere i seguenti numerali ordinali:IV, XL, LX, X, XC, XXIX, CC, XLVI, XCIX, CM.
3. Scrivi gli ordinali che corrispondono ai seguenti numeralicardinali:
tre, quarantuno, dodici, sette, trentasei, dieci, cento, ventinove,sedici, cinque, ottantacinque, diciannove, quattro, mille, duecento,otto, sessantatré, quattordici, sei, novantotto.
4. Scrivi in lettere i numerali cardinali e ordinali:C’erano presenti quasi 100 invitati, seduti in gruppi di 10 per-
sone fino alla 10 fila. Questa è la 5 frase del 2 esercizio; ma occorreancora 1 frase. Sono le 11 e 30 minuti. Siamo in 7: l’8 invitato non havoluto partecipare a questo nostro ultimo incontro. La 4 parte di 1000è 250. Sono 33 concorrenti che devono sostenere 6 prove. Ha 63 anni,
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ma ne dimostra 10 di più. I 2/3 dello scantinato erano invasi dalleacque. Nella gara dei 100 a ostacoli Fabio si classificò 3.
5. Sostituisci le lettere alle cifre e viceversa, quando ti sembra
opportuno:Il nonno ci portò dalla campagna 2 piccioni, 24 uova fresche e4 bei formaggi. Poi gli chiedemmo se l’annata fosse stata abbondante per l’uva. La gelata – rispose – aveva lasciato sì e no 7 o 8 grappoli per pianta. L’anno prima invece, cioè nel millenovecentonovantadue,il raccolto era stato tale da dover comprare altre botte, perché le15 ch’erano in cantina non bastavano a contenere tutto il vino prodotto.Ma pochissimo latte, ragazzi: 17 quintali appena, però venduti a buon prezzo. Se il Po è il più lungo fiume italiano con seicentocinquantadue
km., il Garda è sicuramente il lago più profondo con i suoi trecento-quarantasei metri.
6. Traduci in romeno:Un milione di libri«Dopo qualche anno di letture furiose e disordinate mi accorsi
che i pochi libri ch’erano in casa e quegli altri pochi che potevo averericorrendo alle scarse librerie di parenti e conoscenti o comprandonequalcuno usato coi centesimi risparmiati sul companatico o coi soldi
rubati alla mamma, non bastavano. Seppi da un ragazzo, un po’ piùgrande di me, che c’erano in città grandissime e ricchissime librerieaperte a tutti, dove in date ore si poteva andare, chiedere qualunquelibro si volesse e, quel che più conta, leggerli senza spender nulla.Decisi di andarci subito. C’era però una difficoltà: per entrare in que’ paradisi bisognava avere per lo meno sedici anni. Io ne avevo dodici otredici, ma per la mia età ero anche troppo alto. Una mattina di lugliomi provai. Salii uno scalone, che a me parve largo e solenne, tremando.Dopo due o tre minuti d’incertezza e di batticuore entrai nella salettadelle richieste, scrissi alla peggio la mia scheda e la presentai conl’aria impacciata e sospettosa di chi sa d’essere in fallo. L’impiegato – lo ricordo ancora: sia maledetto! era un omaccione con tanto di pancetta e due occhietti cilestri di pesce morto e una piegaccia malignaa’ due lati della bocca – mi squadrò con aria di compatimento e conesosa voce strascicata mi chiese:
– Scusi, quanti anni ha lei?Feci il viso rosso più di rabbia che di vergogna e risposi,
facendomi più vecchio di tre anni: – Quindici.
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– Non bastano. Mi dispiace. Legga il regolamento. Torni fra unanno.»
G. Papini, Un uomo finito
IL PRONOME
E’ la parte variabile del discorso che sostituisce: – un nome: Luca passeggia con Lisa; lei sì che è una bella
ragazza! – un altro pronome: L’ho incontrato e gli ho proposto di parte-
cipare al torneo di tennis. – un aggettivo: Oggi il tempo è buono, ma ieri non lo era. – un verbo: Aveva studiato moltissimo e lo dimostrò all’esame. – una frase intera: Come ha detto di chiamarsi? Non lo ricordo
più.Da questa polivalenza del pronome risultano casi a volte ambigui:La frase:
Carla passeggia con Rita; quella sì che è una bella ragazza!risulta ambigua e si potrebbe capire solo se accompagnata da un“additamento”, l’indice puntato, un cenno del capo ecc.
Per evitare tali ambiguità possono esserci utili alcuni strumenti
formali: – la contrapposizione ‘questo’ / ‘quello’, usata per distingueredue persone o cose localizzandole con precisione:
Franco lavora con Massimo: questo è architetto mentre quelloè ingegnere.
– l’opposizione tra un sostantivo “umano” e un sostantivo “nonumano”:
Il domatore e il leone sono uno di fronte all’altro: egli lo teme.... il leone... esso lo teme.
Uso assoluto del pronome Non tutti i pronomi hanno la funzione di sostituire nomi o altri
elementi. Nell’esempio: – Che cosa fai? – Io non faccio proprio niente.
i pronomi ‘che cosa’, ‘io’, ‘niente’ non sostituiscono alcuna parola masono usati “assolutamente”, cioè senza riferimento alle parole dellafrase.
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Altre funzioni del pronome1. Evitando le ripetizioni, il pronome contribuisce all’economia
del discorso → funzione stilistica;
2. Il pronome serve spesso a indicare, a “mostrare” qualcosa → funzione deittica:
Dammi questo, non quello!3. Il pronome può essere un elemento della frase; basti pensare
al valore subordinante del pronome relativo → funzione sintattica.
Pronomi e aggettivi pronominaliMolte forme pronominali, oltre che sostituire un nome, possono
accompagnarlo per determinarlo meglio; si parla, in tal caso, di aggettivi
pronominali.
Pronomi e aggettivi pronominali
pronomi personali: io, lui, voi, loropronomi e aggettivi possessivi: tuo, suo, nostro, loropronomi e aggettivi dimostrativi: questo, quello, stessopronomi e aggettivi indefiniti: qualche, qualcuno, nessunopronomi relativi: chi, cui, il quale
pronomi e aggettivi interrogativi: chi?, che?pronomi e aggettivi esclamativi: che!I pronomi personali e relativi non possono avere funzione di
aggettivo.
Pronomi personaliI pronomi personali dovrebbero essere i sostituti del nome. Nella
frase: Egli è uscito.
il pronome ‘egli’ sta al posto di un qualsiasinome comune, il dottore, il nonno ecc.o nome proprio, Massimo, Carlo ecc.
Invece nelle frasi: Io scrivo una lettera.Tu lavori dalla mattina alla sera.
i pronomi ‘io’ e ‘tu’ non sostituiscono nessun nome.Questi pronomi indicano:1) chi parla – io, 1ª persona singolare;
2) chi ascolta – tu, 2ª persona singolare;
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▪ il pronome può riferirsi ad un oggetto concreto diversodall’antecedente:
Maria porta sempre con sé [la card], Elena [la] tiene in un
cassetto.▪ l’antecedente può indicare un oggetto ipotetico:
Se vincerò una medaglia la dedicherò alla mia migliore amica.In questo caso è possibile negare solo la seconda proposizione,
la prima no:Se vincerò una medaglia non la dedicherò... .*Se non vincerò una medaglia la dedicherò... .
Secondo il numero, tutti i pronomi personali hanno il singolare eil plurale.
Secondo il genere, sono invariabili nella prima e seconda persona,variabili invece nella terza. Inoltre i pronomi personali presentanoforme differenziate a seconda della funzione sintattica svolta, più precisamente hanno una forma per il soggetto e due forme per icomplementi, una tonica o forte, l’altra atona o debole.
Pronomi personali soggetto
persona singolare plurale
1ª persona io noi2ª persona tu voimaschile egli, lui, esso essi, lorofemminile ella, lei, essa esse, loro
Se i pronomi di prima e seconda persona, singolare e plurale,hanno un’unica forma: io – noi, tu – voi, quello di terza personadispone di una maggiore varietà di forme: tre coppie per il singolare,egli-ella, lui-lei, esso-essa, e una per il plurale, essi-esse, mentre la
forma loro ha valore sia di maschile sia di femminile.‘Egli’ e ‘lui’ si usano con riferimento alle persone, ‘lui’ soprat-
tutto nella lingua parlata; la forma ‘esso’ è usata per animali e cose:Ho parlato con il direttore, egli (lui) mi ha assicurato il suo
pieno appoggio.Ho un cane; esso abbaia sempre.Un importante compito ti è stato affidato; esso va eseguito
entro domani.
3ª persona
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Questa differenza non esiste invece al femminile, tra ‘lei’ ed‘essa’; ‘essa’ ha ormai carattere letterario o regionale. Analogamente a‘lui’, ‘lei’ si usa specialmente nel parlato:
Avverti tua sorella, forse essa (lei) non lo sa ancora.Ho cercato di prendere la gattina, ma essa è scappata.La forma ‘ella’ è caduta in disuso, è sentita ormai come letteraria
e solenne.Le forme del plurale ‘essi’-’esse’ servono per indicare tanto le
persone quanto gli animali e le cose; ‘loro’ si usa con riferimento a persone:
Li ho guardati in viso, ma essi (loro) abbassarono gli occhi.All’ingresso della villa c’erano due cani: essi stavano per
mordermi.Il Parlamento ha emanato nuove leggi: esse prevedono lamodifica dell’ordinamento giudiziario.
Nell’uso familiare, ma sempre più anche nella lingua scritta, sisono affermati come pronomi di terza persona in funzione di soggettole tre forme di complemento ‘lui’, ‘lei’, ‘loro’, mentre ‘egli’, ‘ella’,‘essi’, ‘esse’ caratterizzano certi usi letterari e lo stile formale (‘essa’ èanche regionale):
Lui (egli) non è d’accordo.
Lei (essa) è partita. Loro (essi, esse) arrivano domani.
In particolare le forme ‘lui’, ‘lei’, ‘loro’ sono obbligatorie: – quando si vuole mettere in rilievo il soggetto, e in tal caso il
pronome si pone dopo il verbo: L’ha detto lui. Sono stati loro. – quando il pronome è in funzione di predicato: Non sembrava
più lui. – dopo ‘come’, ‘quanto’, in complementi di paragone: Sei bravo
come lui. Ho studiato quanto lei. – tra ‘ecco’ e ‘che’ relativo: Ecco lui che non ci crede. – nelle contrapposizioni: Lui dice di sì, lei di no. – quando il verbo è al gerundio o al participio: Essendoci lui,
eravamo più tranquilli. Partiti loro, ce ne andammo pure noi. – nelle esclamazioni ellittiche: Beata lei! Felici loro! – in espressioni mancanti del verbo: – Chi è stato? – Lui. – dopo ‘anche’, ‘neanche’, ‘pure’, ‘neppure’, ‘nemmeno’: Anche
lui era assente. Non lo sa neanche lei quello che vuole. Nemmeno loro
l’hanno visto.
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Anche le forme soggettive della prima e seconda persona singo-lare vengono talvolta sostituite dalle forme complementari ‘me’, ‘te’:
– dopo ‘come’, ‘quanto’: Sono contento quanto te.
– quando sono in funzione predicativa e il soggetto è diverso: Tunon puoi essere me.Quando il soggetto è lo stesso si hanno le forme ‘io’, ‘tu’: Da un
po’ di tempo non sei più tu. – quando sono preceduti dal verbo ‘essere’ e seguiti dall’aggettivo
d’identità ‘stesso’: Voglio essere me stesso. – nelle esclamazioni prive di verbo: Povero me!
In italiano l’uso del pronome personale in funzione di soggetto è piuttosto limitato:
_Ho letto una notizia interessante. _Sei tornato presto.
Il pronome viene invece espresso:▪ quando si vuole dare particolare rilievo al soggetto, soprattutto
nelle contrapposizioni: Io lavoro dalla mattina alla sera mentre tu ti diverti.
▪ quando ci sono forme verbali, particolarmente del congiuntivo,che potrebbero creare confusione:
Ritengo che tu non sia all’altezza della situazione.
Pensava che tu amassi Laura.sia = io / tu / egli sia; amassi = io / tu amassi; è necessario quindi
il pronome per evitare ambiguità.Il pronome personale soggetto può essere rafforzato da: – ‘stesso’: io stesso, lei stessa, noi stessi; – ‘altri’, solo alla prima e seconda persona plurale: noi altri, voi
altri, o, in grafia unita, noialtri, voialtri.
Pronomi personali complemento
I pronomi personali complemento hanno due tipi di forme.
1. forme toniche
persona singolare plurale 1ª persona me noi2ª persona te voi
maschile lui, esso loro, essifemminile lei, essa loro, esse
riflessivo sé sé
3ª persona
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La musica piace molto a me.▪ possono subire l’enfasi: E’ a lui che ho prestato un libro.▪ possono comparire in assenza del verbo: – Chi è arrivato? – Lui.
▪ possono essere rafforzati con l’aggettivo d’identità ‘stesso’:Conosci te stesso!
2. forme atone
persona singolare plurale 1ª persona mi ci2ª persona ti vi
lo limaschile complemento
oggetto femminile la lemaschile gli loro (gli)
complemento di termine
femminile le loro (gli)
riflessivo si si
I pronomi atoni si differenziano da quelli tonici:▪ non hanno corrispondenti forme soggettive;▪ precedono o seguono immediatamente la forma verbale:
– il nesso “verbo + pronome atono” non può essere spezzato: *Lamusica mi molto piace.
– fra il verbo e il pronome atono può inserirsi solo un altro pronome atono: Glielo dirò. Il pacco me lo spedirà domani.▪ non possono subire l’enfasi: E’ a *lo che ho prestato un libro.▪ non possono comparire in assenza del verbo: – Chi è arrivato? – *Lo.
I pronomi personali complemento atoni svolgono: – la funzione di complemento di termine (CT); – la funzione di complemento oggetto diretto (CO).▪ mi = ‘me’, ‘a me’: Mi chiamano subito. Mi raccontò tutto.▪ ti = ‘te’, ‘a te’: Ti accompagno a teatro. Ti manderò un bel regalo.▪ ci = ‘noi’, ‘a noi’: Ci ingannò con le sue bugie. Ci hanno scritto
una lettera.▪ vi = ‘voi’, ‘a voi’: Vi ascolto con attenzione. Vi penso sempre
con affetto.
3ª persona
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Alla terza persona singolare e plurale, quando ha valoreriflessivo, cioè quando si riferisce al soggetto della frase, il pronome èsi = ‘sé’, ‘a sé’:
Si guardarono allo specchio.Il cane si leccava la ferita.
Quando invece indica una persona diversa dal soggetto, le formesono lo per il singolare maschile, la per il singolare femminile, li per il plurale maschile, le per il plurale femminile, per il complemento oggetto:
Lo vidi fuggire.La incontro spesso.Li seguivo da lontano.Le salutai cortesemente.
Le forme sono gli per il singolare maschile, le per il singolarefemminile, loro per il plurale maschile e femminile, per il complementodi termine:
Gli descrissi tutto l’accaduto.Le rivolsi la parola.Comunicai loro la notizia.
Per quanto riguarda la collocazione, soltanto ‘loro’ è posto dopoil verbo. La collocazione proclitica di ‘loro’ può verificarsi solo nel
linguaggio burocratico in presenza di un participio:Le competenze loro spettanti sono piuttosto ristrette. – può essere interposto tra ausiliare e participio: Si recarono al
ristorante ch’era stato loro indicato. – e, più in generale, tra verbo reggente e verbo retto: Il riforni-
mento di carburante ha fatto loro perdere il vantaggio acquisito.
E’ bene ricordare che le forme ‘lo’, ‘la’, ‘gli’, ‘le’ sono uguali aquelle dell’articolo determinativo e quindi si comportano allo stessomodo in ciò che riguarda l’elisione. Tuttavia si deve evitare di eliderela vocale per non creare ambiguità: lo aiutai / la aiutai invece dil’ aiutai, forma ambigua.
Nell’italiano di oggi l’uso di ‘gli’ al posto di ‘loro’ è sempre piùfrequente:
Li invitai a casa e gli offrii un aperitivo....e offrii loro...
‘Lo’, ‘ci’ – ‘vi’, ‘ne’: altri usi
1. Il pronome atono ‘lo’, complemento oggetto, può riferirsi:
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– a un nome: Incontrerò Fabio tra cinque minuti e lo saluteròanche da parte tua.
– ad un’intera frase: Ho parlato con Franco, tutti lo hanno notato.
– a un aggettivo: Si crede bella ma non lo è.In tutti questi casi assume valore neutro ed equivale a ‘ciò’.Talora può anche anticipare, rafforzando quello che sta per
essere detto:Me lo sentivo che saresti venuto.
2. Le forme atone ‘ci’ – ‘vi’ (‘ci’ è più comune di ‘vi’) sono pronomi di prima e seconda persona plurale con funzione di comple-mento oggetto o complemento di termine. Inoltre possono avere anche
altre funzioni: – avverbio di luogo: Ci passa sopra un ponte.-’ci’ + ‘essere’ = ‘esistere’, ‘trovarsi’: C’era una volta... Ci sono
tanti animali strani nel mondo. – pronome dimostrativo, specialmente con valore neutro: Non ci
fare caso. (= a ciò) Non ci capisco nulla. (= di ciò) – Che ci ricavi?(= da ciò) Ci prova gusto! (= in ciò) Ci puoi contare! (= su ciò)
– si possono riferire anche a persone: Non ci puoi fareaffidamento. (=su di lui/lei/loro)
– hanno valore rafforzativo: A scuola quando ci vai? – diventano ‘ce’, ‘ve’ davanti a un altro pronome atono: Ce ne
infischiamo.In particolari espressioni il contenuto semantico di ‘ci’ è forte-
mente indebolito: – la particella è usata solo come elemento di rinforzo: farcela,
avercela con qualcuno; – ‘averci’ è limitato al registro colloquiale: Ci ho due figlie.
– in alcuni contesti la particella diventa obbligatoria: – Hai lamacchina? – Sì, ce l’ho. – con il verbo ‘entrare’ = ‘avere attinenza’: La tua obiezione non
c’entra con quello di cui stiamo parlando.
3. La particella ‘ne’ ha valore di: – avverbio di luogo ed equivale a ‘di qui/qua’, ‘di lì/là: Giunsi a
Roma il mattino e ne ripartii la sera. – di solito è preceduta dalle forme pronominali atone che diven-
tano ‘me’, ‘te’, ‘se’, ‘ce’, ‘ve’:
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Non era un ambiente sano e per questo me ne andai subito. – pronome atono:
● svolge la stessa funzione sintattica dei sintagmi:
– ‘di’, ‘da’ + pronome personale → di lui/lei/loro; da lui/lei/loro:
Ho un amico a Milano, ma da tempo non ne ho più notizie.(= di lui)Appena la conobbe, ne fu affascinato. (= da lei)
– ‘di’, ‘da’ + pronome dimostrativo → di questo/questa/questi/queste; da questo/questa /questi/queste:
Mi ha fatto un torto, ma poi se n’è subito pentito. (= di questo) Non vide l’automobile e ne fu investito. (= da questa)
– ha valore neutro e si riferisce a un’intera frase: – Credi cheabbia detto la verità? – Ne dubito. (= di ciò)
In varie locuzioni l’originario valore semantico di ‘ne’, avverbialeo pronominale, appare fortemente indebolito: aversene a male = offendersi,non poterne più = essere stufo ecc.
– ha spesso un valore stilistico, rafforzativo:■ sia in funzione avverbiale, con le particelle ‘me’, ‘te’, ‘se’,‘ce’, ‘ve’: Perché te ne stai lì tutto solo?
■ sia in funzione pronominale, posta prima del sostantivo(prolessi): Ne dice di bugie!Espressioni: aversene a male: Se n’è avuto a male con lui.
non poterne più: Non ne posso più di voi.valerne la pena: Non t’arrabbiare, non ne vale la pena.
Posizione del pronome atonoIl pronome personale atono precede sempre il verbo. Esso segue
il verbo (e si unisce con lui nella grafia) solo in quattro casi, e
precisamente se il verbo è: – all’imperativo: Mamma, parlami!Anche con la seconda persona dell’imperativo negativo (che si
forma con l’infinito), il pronome segue il verbo: Non muoverti! = Nonti muovere! (in questo caso il pronome precede l’infinito; tale fenomeno prende il nome di risalita del pronome atono).
Se l’imperativo è tronco, come nel caso di alcuni verbi irregolari,‘dare’ → da’ , ‘dire’ → di’ , ‘fare’ → fa’ , ‘stare’ → sta’ , ‘andare’ → va’ ,il pronome raddoppia la consonante iniziale: Dimmi la verità! Stammi
bene a sentire!
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– all’infinito, che perde la vocale finale: Preferisco parlarti.Con alcuni verbi servili, ‘dovere’, ‘potere’, ‘sapere’, ‘volere’
ecc., il pronome può precedere il verbo servile; anche in questo caso si
può verificare il fenomeno della risalita: Non sa regolarsi. = Non si saregolare.Se un verbo servile regge due infiniti, abbiamo tre possibilità di
scelta: Devo poter farlo. = Devo poterlo fare. = Lo devo poter fare.Con i verbi causativi, ‘fare’ e ‘lasciare’, la risalita è obbligatoria:
Lo lascio credere che sia così. non *Lascio crederlo che sia così.Invece con altri verbi, ‘sembrare’ e ‘parere’, la risalita è
impossibile: Sembra capirlo. non *Lo sembra capire. – al gerundio: Parlandole, mi sono confuso. – al participio passato: Salutatolo, se ne andò.Il pronome personale atono si unisce anche all’avverbio ‘ecco’:
Eccomi!
Combinazioni di pronomi atoniQuesti pronomi possono essere usati sia da soli sia in combi-
nazione con altri pronomi personali atoni. In questo caso cambianolievemente nella forma: ‘mi’ → me; ‘ti’ → te; ‘gli’, ‘loro’ → glie-; ‘si’→ se; ‘ci’ → ce; ‘vi’ → ve.
La combinazione più usata è ‘complemento di termine’ +‘complemento oggetto’ →
Carla me lo / me la / me li / me le chiede = lo / la / li / le chiedea meCarla te lo / te la / te li / te le chiede = lo / la / li / le chiede a teCarla glielo / gliela / glieli / gliele chiede = lo / la / li / lechiede a lui / a lei / a loroCarla ce lo / ce la / ce li / ce le chiede = lo / la / li / le chiede a noiCarla ve lo / ve la / ve li / ve le / chiede = lo / la / li / le chiedea voiCarla se lo / se la / se li / se le chiede = lo / la / li / le chiede a séCarla e Anna se lo / se la / se li / se le chiedono = lo / la / li / lechiedono a sé
Le funzioni dei due pronomi sono ben distinte: il pronome che occupail primo posto è un complemento di termine, quello che occupa ilsecondo posto è un complemento oggetto, o un complemento dispecificazione, o un altro complemento, se si tratta di ‘ne’:
Ve ne parlai.
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Gliene disse di tutti i colori.Un’altra possibile combinazione è: – pronome atono + ‘si’ impersonale → mi si dice, le si parla, ci
si vede ecc.: Non mi si dice mai la verità. – pronome atono + ‘ci’ avverbio di luogo → mi ci dirigo, ti ci
vedo ecc.:Mi ci vorrà un bel po’ di tempo per raccontarti tuttol’accaduto.
Posizione della combinazione di pronomi atoniLe forme atone dei pronomi personali generalmente precedono il
verbo, si dice pertanto che sono proclitiche; in alcuni casi diventanoenclitiche, cioè seguono il verbo formando con esso una sola parola.Ciò accade con un:
♦ imperativo: Dammelo! Parlatemene!♦ infinito, che in tal caso perde la vocale finale: Pensavo di
dirtelo.Anche con la seconda persona dell’imperativo negativo (che si
forma con l’infinito), si ha la forma enclitica: Non darglielo! = Nonglielo dare! (anche in questo caso si può verificare il fenomeno della
risalita).Se l’imperativo è tronco, il pronome raddoppia la consonanteiniziale: Faccelo sapere al più presto! Vattene!
♦ participio passato usato in forma assoluta, ma il costrutto èabbastanza raro;
♦ gerundio: Promettendoglielo, non potresti più tirarti indietro.
Pronomi allocutivi
Quando, nel parlare o nello scrivere, ci si rivolge a un interlo-cutore di riguardo o a una persona con cui non si è in confidenza, siusano i pronomi allocutivi o di cortesia:
confidenziali reverenziali lei (raro ‘ella’ +3ª pers. sing.)
singolare tu (+2ª pers. sing.)voi (+2ª pers. pl.)
plurale voi (+2ª pers. pl.) loro (+3ª pers. pl.)
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Il più diffuso pronome di cortesia è quello di terza persona.L’accordo del predicato è fatto, di solito, secondo il genere della persona:
Anche lei, direttore, è invitato.
Lei, signorina, è attesa.Ella, signor presidente, è sempre ben accetta (accetto) tra noi.Voi, Giuseppe, siete veramente fortunato.Come voi sapete, si parte domani mattina.Se loro, signori, fossero così gentili da seguirmi...
A queste forme soggettive corrispondono in funzione di comple-mento:
– le forme toniche: a/di lei, loro ecc.;
– le forme atone: la, le (per ‘lei’), li, le, loro (per ‘loro’):Stavo cercando proprio lei, ingegnere.A lei, signore, non devo nessuna spiegazione.La prego di scusarmi.Le esprimo tutta la mia gratitudine.
Pronomi relativi
E’ un pronome che sostituisce un nome che lo precede e mette inrelazione due frasi: nella prima
Ho travato il libroche è la reggente, c’è il termine che poi il pronome relativo sostituirà,detto antecedente, ‘il libro’; la seconda
che volevo.è una subordinata aperta dal pronome relativo e prende il nome di proposizione relativa.
Il pronome relativo ha quindi un duplice ufficio: – di congiunzione, in quanto unisce la proposizione di cui fa
parte, detta appunto relativa, con la proposizione anteriore o reggente; – di pronome, in quanto sostituisce un nome incluso nella
proposizione principale, detto antecedente.Oltre che da un nome, l’antecedente può essere costituito da: – un altro pronome: Tu, che sei il più esperto, perché non ce la
metti tutta? – un infinito sostantivato: (Il) riposare, che è una necessità per
ciascun individuo, a te non interessa.
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– un’intera proposizione: Non eravamo affatto preparati allamissione, il che ci preoccupava.
In questo ultimo caso il pronome ha valore neutro, significa ‘la
qual cosa’ e può essere preceduto dall’articolo ‘il’ o dalla preposizionearticolata:
Voglio smettere di bere, il che non è facile. (= e ciò)Ti ho mancato di rispetto, del che ti chiedo scusa. (= e di ciò)
Forme
invariabili variabili checui
il / la qualei / le quali
Le forme invariabili sono molto più usate di quelle variabili.
1. ‘Che’ vale sia per il maschile e il femminile, sia per ilsingolare e il plurale; la concordanza in genere e numero si fa con ilsostantivo di cui è il sostituente. Fra tutti i pronomi relativi è d’uso piùfrequente e può adoperarsi per persone, animali e cose; si usa come:
– soggetto: Cerco un ristorante che non costi troppo.
– complemento oggetto: Questo è il ristorante che volevo.Per i complementi indiretti si ricorre di solito a ‘cui’ o ‘il/la quale’,‘i/le quali’. Tuttavia nella lingua parlata è abbastanza diffuso l’impiegodi ‘che’ in funzione di complemento indiretto, il cosiddetto cheindeclinato. Occorre però distinguere tra diversi livelli di accettabilità:‘che’ con valore temporale, in luogo di ‘in cui’, è ormai prevalenteanche nello scritto, quando l’antecedente è costituito da determinazionidi tempo del tipo ‘il giorno’, ‘il mese’, ‘l’anno’, ‘la volta’:
Il giorno che ci siamo incontrati me lo ricorderò sempre.
Ogni volta che lo ascolto, lo trovo interessante.Con gli altri complementi indiretti l’uso di ‘che’ è più marcato insenso popolare, ma da evitare nello scritto: E’ una città *che ci vadovolentieri. ...in cui...
Il “che indeclinato” si ritrova talvolta in proverbi e espressioniidiomatiche:
Paese che vai, usanza che trovi.e nella narrativa contemporanea che vuole imitare il linguaggio orale:
Era un mattino tranquillo, una domenica di sole che la genteva a messa.
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(C. Pavese, La luna e i falò)
‘Cui’ vale per entrambi i generi e i numeri e al contrario di ‘che’
si usa soltanto come complemento indiretto, preceduto da varie preposizioni, di, a, da, in, con, su, per, tra, fra, sopra, sotto, verso:Quello è il ragazzo con cui esco / di cui ti ho parlato / da cuimi sono fatta aiutare.
In alcuni casi ‘cui’ senza preposizione equivale a: – ‘a cui’: Ecco l’elenco delle associazioni cui rivolgersi. (= a cui
rivolgersi) – ‘di cui’: Si tratta di una lettera il cui contenuto non è chiaro. (=
una lettera di cui non è chiaro il contenuto)Il pronome non è preceduto dalla preposizione semplice né
quando è posto tra l’articolo determinativo e il nome, col valore dicomplemento di specificazione, con il significato di ‘del/della quale’,‘dei/delle quali’:
Un soldato il cui coraggio (= il coraggio del quale) è straor-dinario può ricevere delle medaglie.E’ un’attrice il cui nome (= il nome della quale) ora mi sfugge.Sono questi avvenimenti le cui conseguenze (= le conseguenze
dei quali) non si possono prevedere.Sono tutte opere dalle cui pagine (= dalle pagine delle quali)traspare il pessimismo dell’autore.
Il pronome è usato anche con valore neutro nell’espressione ‘per cui’, che significa ‘per la qual cosa’ e si riferisce a un’intera proposi-zione precedente:
Non m’intendo di motori, per cui è meglio che taccia.
2. ‘Il / la quale, i / le quali’, formato da due elementi, è il pro-nome più chiaro e completo, perché precisa sempre il genere e ilnumero. Si può usare come:
– soggetto: Parleremo di alcuni popoli i quali hanno moltedifficoltà di sopravvivenza.
– complemento oggetto, molto raro e letterario:C’è un’entrata secondaria, varcando la quale si arriva inspiaggia.
– complemento indiretto, se preceduto da una preposizionearticolata:
E’ l’impiegata alla quale / a cui mi sono rivolto.
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In quest’ultimo caso è di uso corrente, accanto al pronome relativoinvariabile ‘cui’.
La forma composta è da preferire:
● quando l’esatta indicazione del genere e del numero puòscrivere a evitare possibili ambiguità:Ho parlato con il figlio della signora, il quale abita vicino a noi.
... la quale...● quando il relativo è distante dall’antecedente:
Molte favole mi ha raccontato la nonna quand’ero bambino,le quali erano non solo divertenti ma anche istruttive.
Talvolta, per maggiore chiarezza, specie nel linguaggio burocratico,si ripete l’antecedente, e in questo caso ‘il quale’ è più aggettivo che pronome:
Questa è la regola che dovete trarre dagli esempi citati, laquale regola può essere utile per risolvere problemi analoghi.
● quando si susseguono vari ‘che’:Ho saputo che Marco, il quale non mi ha ancora detto niente,ha deciso di non venire al mio matrimonio che sarà questadomenica.
Gli avverbi ‘dove’ (‘ove’) e ‘donde’ (‘onde’), di uso letterario,
acquistano valore relativo quando congiungono e mettono in relazionedue proposizioni:Il paese dove / in cui / nel quale sono nato è la Romania.Ritornammo subito al punto donde / da cui / dal quale eravamo partiti.
Pronomi relativi “doppi”‘Chi’, ‘quanti / quante’, ‘quanto’ e ‘chiunque’ sono detti pronomi
relativi “doppi” perché nel significato equivalgono a due pronomi, uno
che fa da antecedente e uno che fa da relativo.1. ‘Chi’ si riferisce esclusivamente ad esseri animati, è invariabilee vale soltanto per il singolare, sia maschile sia femminile (il genere si può ricavare dal contesto o dall’accordo grammaticale). Unisce in séla funzione di due pronomi diversi:
– uno dimostrativo → ‘colui’, ‘quello’, ‘colei’, ‘quella’ o indefinito,‘qualcuno’, ‘uno’, ‘qualcuna’, ‘una’;
– l’altro relativo → ‘che’, ‘il quale’, ‘la quale’.Per questa sua particolarità è l’unico fra i pronomi relativi che si
può usare in forma assoluta, cioè senza essere preceduto da un nome:
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Chi non lavora non mangia. (= colui che non lavora...)C’è chi preferisce il pesce alla carne. (= c’è qualcuno che preferisce...)
Per il plurale si ricorre alle forme composte ‘coloro che’, ‘alcuniche’:Coloro che studiano sono promossi.Ci sono alcuni che credono ancora alla befana.
Questo pronome può essere: – soggetto sia nella reggente sia nella relativa: Chi dice questo
sbaglia. – oggetto sia nella reggente sia nella relativa: Ho riconosciuto
chi hai salutato. – soggetto nella reggente, oggetto nella relativa: Non ti è nemmeno
riconoscente chi hai aiutato. – oggetto nella reggente, soggetto nella relativa: Non trovavo chi
mi desse una mano. – complemento indiretto nella reggente, soggetto nella relativa:
Non regalo niente a chi non se lo merita. – complemento indiretto nella reggente e nella relativa, quando
il complemento della reggente e quello della relativa richiedono la
stessa preposizione:Sono stato ricevuto da chi (= da colui dal quale) mi hai mandato.Al di fuori di questi casi si deve ricorrere alle forme composte.Il pronome può avere anche valore ipotetico, e allora significa
‘se qualcuno’, ‘se uno’:Chi me l’avesse detto, gli avrei riso in faccia.Domani, chi non lo sapesse, è festa.Talora ‘chi’equivale a ‘chiunque’:
L’ingresso è gratuito, può entrare chi vuole / voglia....chiunque lo vogliaLa coppia correlativa ‘chi...chi’ corrisponde a ‘l’uno...l’altro’,
‘gli uni...gli altri’, ‘alcuni...altri’:Chi dice una cosa, chi un’altra.(= L’uno dice una cosa, l’altro un’altra.)Chi ci crede, chi no.(= Gli uni credono, gli altri no.)Chi preferisce il mare, chi la montagna.
(= Alcuni preferiscono il mare, altri la montagna.)
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2. ‘Quanti / quante’ si riferisce sia a persone sia a cose edequivale a ‘(tutti) quelli che’ / ‘(tutte) quelle che’:
La festa è riservata a quanti hanno ricevuto l’invito. = ...a
(tutti) quelli che...Quante lo desiderano possono iscriversi alla gara. = (tutte)quelle che lo desiderano...
3. ‘Quanto’ ha contemporaneamente funzione dimostrativa erelativa. Al singolare è usato con valore neutro; si riferisce perciòsoltanto a cose e corrisponde a ‘(tutto) quello che’, ‘(tutto) ciò che’:
Farò quanto chiedi. = (tutto) quello che...C’è molto di vero in quanto dici. = ...in (tutto) ciò che...
4. ‘Chiunque’ = ‘chi’, ‘ognuno che’, ‘tutti quelli che’, ‘tutte le persone che’:Darò il mio aiuto a chiunque ne abbia bisogno. (= ...a tuttiquelli che ne abbiano bisogno)
Posizione del pronome relativo Normalmente il pronome relativo si trova subito dopo il suo
antecedente:In quella libreria ho trovato il libro di cui mi avevi parlato.
Accordo del pronome relativoIl pronome relativo ha lo stesso genere e lo stesso numero
dell’antecedente, ma questa concordanza è evidente solo quando siusano le forme variabili:
Non conosco una donna alla quale non piacciano i fiori.Con le forme invariabili la concordanza non è evidente:
Non conosco una donna a cui non piacciano i fiori.
Pronomi e aggettivi possessivi
E’ un aggettivo se accompagna un nome: Non trovo più la mia penna.
e un pronome se lo sostituisce:Puoi prestarmi la tua?
Hanno quattro forme distinte; soltanto la terza persona plurale‘loro’ è invariabile. ‘Mio’, tuo’, ‘suo’ hanno al plurale maschile le forme‘miei’, ‘tuoi’, ‘suoi’.
maschile femminile persona
singolare plurale singolare plurale
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1ª singolare (il) mio (i) miei (la) mia (le) mie2ª singolare (il) tuo (i) tuoi (la) tua (le) tue3ª singolare (il) suo (i) suoi (la) sua (le) sue1ª plurale (il) nostro (i) nostri (la) nostra (le) nostre2ª plurale (il) vostro (i) vostri (la) vostra (le) vostre3ª plurale (il) loro (i) loro (la) loro (le) loro
Gli aggettivi possessivi indicano la persona cui appartiene unadeterminata cosa, hanno quindi una duplice funzione: da un lato speci-ficano l’oggetto posseduto, dall’altro precisano la persona del possessore.
L’aggettivo possessivo concorda in genere e in numero con ilnome cui si riferisce, non con la persona del possessore:
la nostra casa, il vostro appartamento;le mie matite, i suoi giocattoli.Soltanto nella terza persona plurale si deve tenere conto del
possessore oltre che della cosa posseduta: bisogna usare: – ‘suoi’ per il maschile, ‘sue’ per il femminile, quando il possessore
è uno solo:Carlo mi ha mostrato i suoi terreni e le sue case.
– ‘loro’ quando i possessori sono due o più:
Carlo e Luca mi hanno mostrato i loro terreni e le loro case.Il gruppo dei possessivi è completato da: – ‘proprio’, variabile, può sostituire ‘suo’, ‘loro’, solo quando si
riferisce al soggetto della frase:Il ragazzo ha fatto il proprio dovere.I ragazzi hanno fatto il proprio dovere.
◙ è obbligatorio nelle costruzioni impersonali: Conoscere le proprieresponsabilità è un dovere di tutti.
◙ quando il soggetto è indefinito: Ciascuno è artefice del propriodestino.◙ può rafforzare l’aggettivo possessivo: Si è rovinato con le sue
proprie mani.◙ può avere anche valore di pronome possesivo: Vedendo che
non trovava la penna gli offrì la propria. – ‘altrui’, invariabile, indica un possesore indefinito, significa
‘degli altri’, ‘di altri’; solitamente viene posto dopo il nome:Bisogna difendere i diritti altrui.
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Funzioni
Il possessivo ha doppia funzione: attraverso la radice, una partefissa, indica il possessore: il tuo diario = il possessore del ‘diario’ seitu, mentre attraverso la desinenza, che cambia nel genere e nel numero,indica il posseduto, l’oggetto posseduto è il diario, maschile singolarecome tuo.
Ma in molti casi i possessivi esprimono rapporti non di possessoma d’altro genere:
– di parentela: mio padre, suo fratello; – di amicizia: i miei amici; – di lavoro, di affari, di clientela: il nostro direttore, il suo avvocato; – di abitudine: il tuo caffè; – di creazione di un oggetto: il mio disegno.
Valori dell’aggettivo possessivoEquivale a un complemento di specificazione. Per questo nella
terza persona singolare e plurale può essere sostituito dalla particella pronominale ‘ne’, che significa ‘di lui/lei/loro’:
Appena lo conobbi divenni suo amico. (= ... ne divenni amico)Da molto tempo non ho loro notizie. (= ... non ne ho notizie)
L’aggettivo possessivo può avere valore: – soggettivo: Attendono il mio arrivo. (= ... che io arrivi) – oggettivo: Fallo per amor mio! (= ... perché ami me)
Posizione dell’aggettivo possessivo rispetto al nomeGeneralmente l’aggettivo possessivo precede il nome cui si riferisce:
il mio libro, la tua bambola; i suoi libri, le vostre bambole.Lo può anche seguire, ma il rapporto di possesso o d’altro genere
viene espresso con un’enfasi, e si noti la mancanza dell’articolo:
– nelle frasi vocative ed esclamative: Signore mie, così non va!Figlio mio!; – quando gli si vuole conferire un rilievo particolare: il fratello mio; – quando si vuole accentuare l’idea di possesso: Questa è casa mia; – in varie locuzioni con preposizione: di testa mia, per colpa sua.
Uso dell’articolo col possessivoL’aggettivo possessivo è quasi sempre preceduto dall’articolo o
dalla preposizione articolata:Ho parlato con il tuo professore / con un tuo professore.
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Il pronome possessivo è sempre preceduto dall’articolo o dalla preposizione articolata:
– Tu che pensi delle nostre madri? – Secondo me, la tua è più
buona della mia.In particolare, l’articolo o la preposizione articolata mancano:1. obbligatoriamente, se l’aggettivo possessivo accompagna i
nomi di parentela ‘padre’, ‘madre’, ‘figlio’, ‘figlia’, ‘fratello’, ‘sorella’,‘marito’, ‘moglie’ al singolare: mio padre, tua moglie, nostro figlio,vostra figlia;
2. preferibilmente, se l’aggettivo possessivo accompagna glialtri nomi di parentela sempre al singolare: mia zia, tuo zio, vostro nipote.
Questa norma non si applica al possessivo di 3ª persona, loro,
che è preceduto dall’articolo qualunque nome di parentela accompagni:il loro padre, la loro madre, i loro figli.
I pronomi possessivi sono formalmente identici agli aggettivi possessivi. Essi possono anche essere usati con valore sostantivale:
– il mio, il tuo, il suo significano ‘ciò che mi/ti/gli appartiene’ o‘mi/ti/gli spetta’: A ciascuno il suo.
– i miei, i tuoi, i suoi indicano ‘i genitori, i familiari, i parenti’:Vivo con i miei. Salutami i tuoi!
– la mia, la tua, la sua sottintendono ‘lettera’, nello stileepistolare e nel linguaggio commerciale: Rispondo con un po’ diritardo alla tua. Con riferimento alla vostra del 3 agosto...;
– dalla mia, dalla tua, dalla sua sottintendono ‘parte’ con i verbi‘essere’, ‘stare’, ‘avere’, ‘tenere’, ‘schierare’: Anche lui è ora dalla mia.
– una delle mie, una delle tue, una delle sue sottintendono‘malefatte’, ‘sciocchezze’ con ‘fare’, ‘combinare’, ‘dire’, ‘essere’: Neho fatta una delle mie.
– la mia, la tua, la sua sottintendono ‘opinione’ con ‘dire’:
Anch’io ho diritto di dire la mia. – alla mia, alla tua, alla sua sottintendono ‘salute’ nei brindisi:
Alla tua! – stare sulle sue = ‘non dare confidenza’: E’ un tipo che sta sempre
sulle sue.
I pronomi possessivi possiedono un antecedente, che può essere: – anaforico: L’automobile di Carlo è decapottabile, la mia no. – cataforico, più raramente: Il suo è stato veramente un pensiero
molto gentile.
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Pronomi e aggettivi dimostrativi
E’ un aggettivo se accompagna un nome:
Non mi piace questa giacca.e un pronome se lo sostituisce:Preferisco quella laggiù in fondo.
E’ comunque una parola che indica la posizione di qualcuno o diqualcosa, che può essere vicino o lontano rispetto a chi parla, sia nellospazio, come nei due esempi precedenti, sia nel tempo:
Questo Natale sono solo; molto meglio quel Natale di tantianni fa quando eravamo tutti insieme.
La principale funzione dell’aggettivo dimostrativo è quella di
“mostrare” e questa sua funzione è chiamata funzione deittica.La funzione dell’aggettivo dimostrativo è molto simile a quella
dell’articolo determinativo e per questo motivo i membri delle due classioccupano la medesima posizione nel sintagma nominale, precedono il nome, e sono in distribuzione complementare, cioè la presenza dell’unoesclude la presenza dell’altro:
il cane / questo, quel cane e non *il questo/*il quel cane.
Forme
I principali aggettivi e pronomi dimostrativi sono:1. ‘questo, questa, questi, queste’ indica qualcuno o qualcosa
vicino a chi parla:Questa bambina cresce a vista d’occhio. (vicinanza nello spazio)Questo pomeriggio vado a teatro. (vicinanza nel tempo)Questa è mia moglie.
– al singolare si può elidere davanti a vocale: quest’anno,quest’isola;
– al plurale non si elide mai: questi anni, queste isole; – ‘questa’ diventa ‘sta’ in alcuni composti: stamattina, stamani(stamane), stasera, stanotte, stavolta.
2. ‘quello, quella, quelli, quelle’ indica qualcuno o qualcosa lontanoda chi parla:
Conosci quel signore? (lontananza nello spazio)Quell’anno il raccolto fu abbondantissimo. (lontananza neltempo)
Vedi quella? E’ la nuova professoressa d’inglese.
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– al maschile presenta forme diverse a seconda di come inizia ilsostantivo, comportandosi analogamente all’articolo determinativo‘il’/‘lo’, ‘i’/‘gli’: quel cavallo, quello scolaro; quei cavalli, quegli scolari;
– al singolare si elide davanti a vocale: quell’individuo, quell’enci-clopedia; – al plurale femminile non si elide mai: quelle enciclopedie.3, 4. ‘stesso, stessa, stessi, stesse’ e ‘medesimo, medesima,
medesimi, medesime’ indicano qualcuno o qualcosa già visto o di cuisi è già parlato o comune a più persone o cose:
Abbiamo lo stesso professore di francese.Hanno accusato due persone diverse del medesimo delitto.A protestare è stato lo stesso dell’anno scorso.
– possono avere anche valore rafforzativo, e in tal caso si pongono dopo il termine cui si riferiscono:
Il suo valore è riconosciuto dagli avversari stessi.Il presidente medesimo si congratulò con loro.
Altri dimostrativi, molto meno usati dei precedenti, sono:
5. ‘codesto, codesta, codesti, codeste’, aggettivo e pronome, èadoperato solo in Toscana e nell’italiano burocratico per indicare qual-cuno o qualcosa lontano da chi parla o scrive e vicino a chi ascolta o
legge: Ci si rivolge a codesto spettabile Ufficio appunto perché èmolto noto.Codesta è una scusa bella e buona.
‘Questo’ e ‘quello’ possono essere rafforzati dagli avverbi diluogo ‘qui’, ‘qua’ (‘questo’), ‘lì’, ‘là’ (‘quello’), che si mettono dopo ilsostantivo cui l’aggettivo si riferisce:
Prendi questa sedia qua.Quel palazzo lì va restaurato.Sono due automobili molto belle: non so se comprare questaqui o quella là.
I pronomi ‘questo’, ‘quello’, ‘codesto’ e ‘stesso’ usati al maschilesingolare, possono assumere valore neutro, e allora equivalgono a‘questa/quella/codesta cosa’, ‘la stessa cosa’:
Questo mi dispiace.Ricorda quello (quel) che ti ho detto.Fai come vuoi, per me è lo stesso. (= ...fa lo stesso)
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6, 7, 8. ‘tale, tali’, ‘simile, simili’ e ‘siffatto, siffatta, siffatti,siffatte’ si usano solo come aggettivi e sol tanto nell’italiano scritto eformale con lo stesso significato di ‘questo’, ‘quello’:
Dette tali parole se ne andò.Si discute molto di guerra e di violenza, ma le parole non bastano per risolvere simili problemi.Siffatte questioni richiedono un esame approfondito.
‘Tale’, come pronome dimostrativo, equivale a ‘questa, quella persona’:
Lui è il tale che ti cercava.Preceduto da ‘come’, ‘in quanto’, ‘per’, ha valore di pronome
anaforico:
La bandiera è il simbolo stesso della patria, e come tale varispettata.
‘Tale’ è anche aggetivo indefinito. Altri pronomi dimostrativi non possono mai avere funzione di
aggettivi:
9. ‘ciò’ è invariabile, ha soltanto valore neutro e equivale a‘questa/quella cosa’, ‘la cosa’. Può essere usato in funzione sia disoggetto sia di complemento:
Ciò è giusto.Ciò che hai detto non mi convince affatto.Di ciò parleremo domani.
Con valore di complemento è spesso intercambiabile con leforme pronominali atone:
Non sapevo ciò. = Non lo sapevo. Non credo a ciò. = Non ci credo.Cosa guadagni da ciò? = Cosa ci guadagni?Discutemmo a lungo di ciò. = Ne discutemmo a lungo.Deduco da ciò che non siete stati attenti. = Ne deduco chenon siete stati attenti.
In tutti questi casi la scelta tra ‘ciò’ e la particella pronominaledipende solo da ragioni stilistiche; l’uso di ‘ciò’ è meno comune maserve talvolta a dare maggiore rilievo, soprattutto nella lingua scritta.
10. ‘questi’ si usa solo come pronome soggetto al maschilesingolare e significa ‘questa persona’:
Abbiamo appena incontrato il portavoce del governo. Questi
ha risposto a tutte le domande dei giornalisti.
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11. ‘costui, costei, costoro’ si adopera sia come pronome soggettosia come pronome complemento e significa ‘questa persona’, ‘queste persone’, generalmente con una sfumatura spregiativa, che indica
distacco nei confronti della persona o delle persone indicate: Non so proprio chi siano costoro.
Va detto però che l’impiego è molto limitato.12. ‘quegli’ si usa solo come pronome soggetto al maschile
singolare e significa ‘quella persona’:Chiese qualcosa all’amico. Quegli non rispose.
Oggi ‘questi’ e ancora più ‘quegli’ sono generalmente sentiticome letterari; si preferisce sostituirli con ‘questo’, ‘quello’.
13. ‘colui, colei, coloro’ si adopera sia come pronome soggettosia come pronome complemento e significa ‘quella persona’, ‘quelle persone’:
Non parlarmi di coloro.L’uso più frequente è in unione con il pronome relativo ‘che’ o
‘il quale’:Ricordati di coloro che ti hanno fatto del bene.
‘Colui che’ e ‘colei che’ sono spesso sostituiti da ‘chi’:
Fidati di chi ha più esperienza di te. (= …colui che / colei che…)Pronomi e aggettivi indefiniti
Sono quelle parole, diverse per usi e significati, che hanno incomune la caratteristica di accompagnare, se sono aggettivi, o di sostituire,se sono pronomi, un nome senza precisarne la quantità o il numero:
Ho bevuto molto vino.Ho vari amici.
oppure la qualità:Comprerò un vestito qualunque.o ancora l’identità:
Ho conosciuto un tale.
Forme
Gli indefiniti vengono distinti in quattro gruppi: – singolativi
– collettivi
– negativi
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– quantitativi
Indefiniti singolativi
Gli indefiniti singolativi considerano il nome che accompagnanoo sostituiscono come un’unità, qualcosa di singolo:Qualcuno mi ha preceduto. = una o più persone singole
aggettivi aggettivi e pronomi pronomi
qualche alcuno, -a, -i, -ecerto, -a, -i, -etale, -italuno, -a, -i, -e
altro, -a, -i, -e
qualcuno, -aqualcosauno, una
1. ‘qualche’ è aggetivo invariabile, si riferisce a nomi singolari,maschili o femminili, e significa ‘alcuni’ o più d’uno’, ‘una certaquantità (o numero) di’:
Marco arriverà fra qualche minuto. (= alcuni minuti) – può significare
‘un certo’: E’ un’opera di qualche rilievo.‘qualsiasi’, preceduto dall’articolo indeterminativo: Un qualcherimedio si dovrà pur trovare.
2, 3. I pronomi corrispondenti a ‘qualche’ sono: – ‘qualcuno, qualcuna’ si usa esclusivamente al singolare e può
significare ‘qualche persona’ o ‘qualche cosa’:Quante belle camicie! Ne comprerò qualcuna.
♦ può indicare anche una sola persona: Qualcuno ha bussato alla porta.
♦ può essere usato come sostantivo, nel senso di ‘persona impor-
tante’: Nel suo campo è qualcuno. – ‘qualcosa’ è la forma contratta di ‘qualche cosa’, serve a
indicare una o alcune cose e si accorda al maschile:Vorrei qualcosa da bere.E’ accaduto qualcosa?
– usato con valore sostantivale, sempre preceduto dall’articoloindeterminativo, equivale a ‘un (certo) non so che’: C’è un qualcosache non mi convince nel suo comportamento.
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4. ‘uno, una’ significa ‘una persona’ e si adopera o per indicareuna persona che non si conosce:
E’ venuto uno a cercarti.
Ho incontrato una e le ho chiesto un passaggio.o per indicare un soggetto generico e imprecisato, dunque acquistaspesson valore impersonale, e in questo caso è seguito da un verbo alla3ª persona singolare:
Certe volte uno non sa (= non si sa) come comportarsi.Uno si accorge (= ci si accorge) troppo tardi dei propri errori.
Sequito da un complemento partitivo può referirsi sia a persona sia acosa:
Uno di questi giorni verrò a trovarti.
In correlazione con il pronome ‘altro’, può indicare sia persona siacosa e ammette anche il plurale, sempre preceduto dall’articolodeterminativo:
Scegli o l’uno o l’altro.Gli uni dicono di sì, gli altri di no.
La locuzione ‘l’un l’altro’ esprime reciprocità: Si amavano l’unl’altro.
Questo pronome ha valore distributivo → ‘ad uno ad uno/ aduna ad una’: Perse ad una ad una tutte le sue illusioni.
La forma ‘una’ si ritrova in frasi ellittiche:Te ne voglio raccontare una. (= storiella, barzelletta ecc.)
Non me ne va bene una. (= impresa, iniziativa, azione ecc.)‘Uno’ è aggettivo nell’espressione ‘l’uno e l’altro’ + sostantivo:
Mi interessavano l’uno e l’altro lavoro. (= entrambi i lavori)
5. ‘alcuno, alcuna’ si adopera al singolare solo nelle frasi negative,come equivalente più elevato di ‘nessuno, nessuna’:
Lei non ha alcuna prova contro di me. (= nessuna)
– subisce il troncamento e l’elisione: alcun aiuto, alcun’impor-tanza o alcuna importanza; – nelle frasi positive è sostituito da ‘qualche’: Mi occorre qualche
foglio.‘alcuni, alcune’, al plurale, può sostituire ‘qualche’ e ‘qualcuno’,
con passaggio dal plurale al singolare:L’ho incontrato alcuni giorni fa. (= qualche giorno fa)Ci sono alcuni che la cercano. = C’è qualcuno che la cerca.
Il pronome ha entrambi i generi e i numeri, ma al singolare viene
usato solo nelle frasi negative:
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Non si vede alcuno. = Non si vede nessuno.Alcuni sono d’accordo, altri no.
6. ‘certo, certa, certi, certe’:a) come aggettivo, equivale a ‘alcuno, ‘qualche’, ma solo se pre-
cede il nome a cui si riferisce; di solito è accompagnato dall’articoloindeterminativo ‘un’:
Il libro avrà un certo successo. = qualche successose invece segue il nome, è un aggettivo qualificativo e significa ‘sicuro’:
Il libro avrà un successo certo. = un successo sicuro – è sinonimo di ‘tale’: Ha telefonato un certo impiegato Rossi. – equivale a ‘alcuni, alcune’, ‘qualche’: Esco con certi amici. – corrisponde a ‘simile’, ‘siffatto’: Certi sbagli sono inammissibili. b) come pronome, si usa solo al plurale, quasi sempre al maschile,
ed equivale ad ‘alcuni’, ‘taluni:Ci sono certi che se ne approfittano. (= alcuni)
7. ‘tale, tali’ varia solo nel numero, non nel genere, e può alluderea un’indeterminatezza:
– parziale, se è preceduto dall’articolo determinativo o dal pronome dimostrativo ‘quel’, ‘quella’, ‘quei’, ‘quelle’:
Ti ha cercato quel (il) tale (Di Vito). = conosco la persona
– totale, se è preceduto dall’articolo indeterminativo ‘un’, ‘una’,o dalle forme plurali ‘dei’, ‘delle’:
Ti ha cercato un tale (Di Vito). = non conosco la persona – ha valore limitativo nella locuzione ‘un tal quale’: Ha mostrato
un tal quale interesse. – equivale a ‘simile’, ‘siffatto’: Una tale insolenza non può essere
tollerata. – esprime identità, in correlazione con ‘quale’ o con se stesso: E’
tale (e) quale il padre. Tale la moglie, tale il marito. – introduce una proposizione consecutiva: Si è preso un tale
spavento che ancora trema tutto. – può avere funzione dimostrativa.Il pronome ‘tale’, preceduto dall’articolo indeterminativo, equivale
a ‘una certa persona’, ‘un tizio’, ‘uno’:C’è un tale che chiede di te.
Preceduto da ‘quello’, indica una persona già nominata o comunquenota: E’ tornato quel tale di ieri a cercarti.
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‘Il/la tal dei tali’ indica una persona di cui si conoscono nome ecognome ma che non si vuole menzionare: Mi disse tutto di sé: che erala tal dei tali, che abitava nel tal posto...
8. ‘altro, altra, altri, altre’ indica una quantità aggiunta maimprecisata:
Occorre altro sale. – talora esprime l’idea di ‘nuovo’: Ho comprato un’altra automobile. – spesso indica la differenza, la diversità: Erano altri tempi. – si unisce spesso, con funzione rafforzativa, ai pronomi personali
di 1a e 2a persona plurale: noi altri, voi altri (o noialtri, voialtri).Il pronome ‘altro’ significa ‘altra persona’:
Se non lo farai tu, lo farà un altro. – usato al maschile singolare e senza articolo, acquista valoreneutro ed equivale a ‘altra cosa’, ‘altre cose’: Desidera altro?
Il pronome ‘altri’ si adopera soltanto al maschile singolare esignifica ‘un’altra persona’, ‘qualcun altro’, ma il suo uso è moltoridotto, quasi esclusivamente letterario:
Non io, altri afferma questo.
Indefiniti collettivi
Gli indefiniti collettivi alludono alla totalità di persone o coseindicate dal nome che accompagnano o sostituiscono:Ogni camera ha l’aria condizionata.
aggettivi aggettivi e pronomi pronomi qualunquequalsiasiogni
ciascuno, -atutto, -a, -i, -e
chiunqueognuno, -a
1, 2. ‘qualunque’ e ‘qualsiasi’ sono invariabili: – se precedono il nome a cui si riferiscono, significano ‘ogni’,‘quale che sia’: Farei qualunque / qualsiasi cosa per lui.
– se seguono il nome a cui si riferiscono, significano ‘come tantialtri’:
E’un libro qualsiasi.‘Qualunque’ può essere preceduto dall’articolo indeterminativo:
Una qualunque risposta bisognerà pur dargliela.ma può anche seguire il sostantivo, talvolta con senso spregiativo:
Passami un giornale qualunque.
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E’ un uomo qualunque.‘Qualsiasi’ accompagna di solito a un sostantivo singolare:
Sono a tua disposizione in qualsiasi momento.
Quando si riferisce a un plurale, si mette dopo il nome:Sono piatti di porcellana, non piatti qualsiasi.Possono inoltre collegare due proposizioni, assumendo il volore
di un relativo, in tal caso si costriuscono normalmente con il con-giuntivo:
Farò qualsiasi cosa tu voglia.Il pronome corrispondente è ‘chiunque’ e significa ‘qualunque
persona’:Chiunque vorrebbe essere al tuo posto. (= qualunque persona…)
Può essere usato, nella forma invariabile del singolare, tanto almaschile quanto al femminile:
Chiunque di noi sarebbe contenta di aiutarlo.Talvolta può avere contemporaneamente valore di pronome
indefinito e di pronome relativo; in questo caso equivale a ‘qualunque persona (che)’: Chiunque afferma questo è un bugiardo.
3. ‘ogni’ è invariabile, indica una totalità di persone o coseconsiderate singolarmente e può significare ‘ciascuno:
a. Ogni camera ha l’aria condizionata. b. ‘qualsiasi’: E’ al di sopra di ogni sospetto. – può avere valore distributivo: Ogni tre mesi devi fare una
visita di controllo.Il pronome corrispondente è ‘ognuno’, ‘ognuna’ e significa ‘tutti’,
‘tutte’ in relazione al numero:Ognuno fa come vuole. = tutti / tutte fanno come vogliono
4. ‘ciascuno, ciascuna’ non ha il plurale; può essere sia aggettivo,
col senso di ‘ogni:Invieremo un omaggio a ciascun cliente.sia pronome, col senso di ‘ognuno:
Invieremo un omaggio a ciascuno. – al maschile subisce il troncamento davanti a consonante o a
vocale: ciascun cittadino, ciascun uomo; – al femminile si può elidere davanti a vocale: ciascun’amica.
5. ‘tutto, tutta, tutti, tutte’ allude a una totalità:
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a. quando è aggettivo singolare, indica un’intera quantità esignifica ‘tutto quanto, tutta quanta’:
Ho mangiato tutta la torta. (= tutta quanta la torta)
– si costruisce con l’articolo determinativo o l’aggettivo dimo-strativo inserito fra l’aggettivo e il nome: Ho girato tutto il mondo.Chi ti ha dato tutte queste notizie?
– è spesso rafforzato con ‘quanto’: Si è bevuto da solo tuttaquanta la bottiglia di vino.
– si lega direttamente♦ al sostantivo, in alcune espressioni: di tutto cuore, a tutta velocità;♦ ai nomi propri di luogo o di persona: L’ho cercato per tutta Roma.
Conosce alla perfezione tutto Dante.
– si unisce ai numerali cardinali, da ‘due’ in poi, per mezzo dellacongiunzione ‘e’: tutti e tre, tutte e tre;
b. quando è aggettivo plurale, indica una totalità e significa ‘ogni’,‘qualsiasi’:
Riceve visite a tutte le ore.c. quando è pronome singolare, ha valore indeterminato:
Ho rotto tutto.d. quando è pronome plurale, indica una totalità di persone:
Alla stazione c’erano tutti.
Indefiniti negativiGli indefiniti negativi hanno la funzione di rafforzare una nega-
zione, negando totalmente un dato senza precisarlo.
1. ‘nessuno, nessuna’ si adopera solo al singolare, significa ‘nonuno/una’, ‘nemmeno uno/ una’ e può essere sia aggettivo:
Non ho visto nessuna casa.sia pronome:
Non mi ha visto nessuno. – al maschile subisce il troncamento davanti a consonante o avocale: nessun pericolo, nessun uomo;
– al femminile si può elidere davanti a vocale: nessun’amica.Si adopera anche in frasi che hanno già un’altra negazione; in
questo caso è sempre posto dopo il verbo: Non c’è più nessun dubbio.
Nelle proposizioni interrogative dirette e in quelle indiretteintrodotte dalla congiunzione ‘se’, assume valore positivo ed equivale
a ‘qualche’:
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C’è nessuna notizia per me?
2, 3. ‘niente’ e ‘nulla’ sono solo pronomi, negativi e con valoreneutro, sono invariabili, si accordano al maschile e significano ‘nessunacosa’:
Non mi diverte niente. (= nulla).Come risulta dagli esempi, se l’indefinito negativo segue il
verbo, quest’ultimo è preceduto dalla negazione ‘non’ / ‘né’; se invecel’indefinito negativo precede il verbo, la negazione manca:
Nessuno mi ha visto. Niente mi diverte.
Nelle proposizioni interrogative dirette e in quelle indirette
introdotte dalla congiunzione ‘se’, assumono il significato positivo di‘qualcosa’:Vuoi niente?Domandagli se gli serve niente.
Preceduti dall’articolo si usano come sostantivi: Dio ha creato ilmondo dal nulla.
Possono inoltre avere funzione di avverbio: Non me ne importaniente.
‘Niente’ ha valore aggettivale in frasi ellittiche: Niente paura! (=
nessuna paura!)Indefiniti quantitativiGli indefiniti quantitativi indicano una quantità o un numero
senza precisarli e possono essere sia aggettivi sia pronomi.
1. ‘poco, poca, pochi, poche’ indica una quantità scarsa:Mancano pochi minuti alla partenza. – Hai del pane? – Si, ma ne lo ho pico.
2. ‘alquanto, alquanta, alquanti, alquante’ indica una quantità discreta:
C’erano alquante persone. (più comunemente, ‘parecchie’)3. ‘parecchio, parecchia, parecchi, parecchie’ indica una quantità
rilevante, ma inferiore rispetto a ‘molto’:Si tratterrà da noi parecchi giorni.
4. ‘molto, molta, molti, molte’ indica una quantità notevole, inopposizione a ‘poco’:
Ci siamo incontrati dopo molti anni.‘Molto’ e ‘poco’ non richiedono l’articolo: molti soldati, pochi soldi.
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In presenza dell’articolo determinativo assumono rispettivamenteil significato di ‘molto / poco numeroso’: Il poco denaro che guadagnalo spende per comprare libri.
5. ‘tanto, tanta, tanti, tante’ indica una grande quantità ed equivale aAbbiamo sprecato tanto tempo.E’un uomo come ce ne sono tanti.
– in correlazione con ‘che’ o ‘da’ introduce una proposizioneconsecutiva:
Ha tanta volontà che riesce / da riuscire in tutto. – in correlazione con ‘quanto’ o con se stesso, stabilisce una
comparazione di uguaglianza:C’erano tanti posti quanti erano gli invitati.Tanto denaro guadagna, tanto ne spende.
6. ‘troppo, troppa, troppi, troppe’ indica eccesso:Fa troppo caldo.Io ho bevuto poco vino e tu troppo.
7. ‘altettanto, altettanta, altrettanti, altrettante’ esprime uguaglianzanella quantità:
Domani dovrò fare altrettanti compiti. (= tanti compiti quanto
oggi)Quasi tutte queste parole esprimono una gradazione che aumenta progressivamente:
meno del un po’ più più del molto più oltre il limite
normale del normale normale del normale accettabile
ho poco ho alquanto ho parecchio ho molto / tanto ho troppoappetito appetito appetito appetito appetito
Pronomi e aggettivi interrogativiE’ un aggettivo se accompagna un nome:
Quale dolce preferisci?e un pronome se lo sostituisce:
Quale preferisci?E’ comunque una parola che si usa per fare una domanda o
esprimere un dubbio in relazione a tre categorie fondamentali:1. la qualità o il tipo: Quali intenzioni hai?2. la quantità: Quanti dolci vuoi? Quanti ne vuoi?
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3. l’identità: – Che cosa sono? – Sono dolci.In quale città ti hanno trasferito?
Forme singolare plurale
maschile femminile maschile femminile pronome chipronome che cosa / cosaaggettivo e pronome cheaggettivo e p ronome quale quale quali qualiaggettivo e pronome quanto quanta quanti quante
1. ‘chi’ è invariabile ed è un pronome che interroga sull’identitàdi una persona: – Con chi parli? – Con Francesco.
Vale per il maschile e il femminile, per il singolare e il plurale: – Chi è stata? – Chi siete?
Nelle interrogative dirette occupa la posizione preverbale siaquando è soggetto sia quando è complemento oggetto:
– Chi sono quelle signore? – Chi chiami?
Può essere usato tanto nelle proposizioni interrogative direttequanto in quelle indirette: – Con chi esci? – Dimmi chi preferisci dei due.
La mancanza di forme distinte per il pronome soggetto e per ilcomplemento può dar luogo a frasi ambigue:
– Chi ha salutato Giovanni? può essere interpretata in due modi:
→ Qualcuno ha salutato Giovanni. (‘chi’ = soggetto)
Solo in questo caso abbiamo a disposizione una costruzionesintattica, la dislocazione a destra del complemento oggetto: Chi l’hasalutato, Giovanni?
→ Giovanni ha salutato qualcuno. (‘chi’ = complemento oggetto)
2. ‘che cosa’ o ‘cosa’ è invariabile ed è un pronome che interrogasull’identità di una cosa:
– Cosa cerchi? – Cerco le forbici.
3. – ‘che’, aggettivo, è invariabile, equivale a ‘quale’, rispetto a
cui è di uso più comune nella lingua parlata:
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Colei che indovineranno la risposta avranno un premio. La nostra casaè queste che vedete in cima alla collina.
10. Individua gli eventuali errori e correggili opportunamente:Ti ho già detto tutto, non so altri. Devi renderti conto che anchegli altri hanno le loro esigenze. In casa non c’è niente da mangiare?Ogni di voi dovrà trovarsi nel luogo già stabilito. Non ti preoccupare per me, non ho bisogno di niente. Ognuno daranno il propriocontributo. Nessuno non ascolti le sue chiacchiere inutili. Alla miafesta di compleanno ho invitato solo qualcuni dei miei amici. Nonconosco altro che possa sostituirti. Nessuni non getti carte per terra.
11. Completa con i pronomi interrogativi adatti:Di _____ è la moto parcheggiata in cortile? Non so dirti _____ farò stasera. Vorrei sapere _____ ho fatto per meritare un simileaffronto? Dimmi di _____ si tratta? Non so a _____ tu stiatelefonando. _____ vorresti fare ora? Vorrei regalarti uno di questilibri: _____ preferisci?
12. Inserisci l’opportuno pronome personale soggetto:Quest’anno le vacanze le scegliamo ..., perché l’anno scorso non
ci siamo affatto divertiti. ... è uno che si trova bene ovunque! Sedecidessi ..., farei delle scelte ben diverse dalle tue. Anche ... aveteaderito alla mia proposta? Di solito mio fratello mi aiuta nei compiti:mancando ..., dovrò cavarmela da solo. So che ... e tuo fratello avetevinto il torneo da tennis. ... siamo venuti a chiamarvi, ma ... eravategià usciti. Se solo ... lo volessi, potresti superare molti ostacoli. Nonsiamo stati ... a scegliere.
13. Nei seguenti periodi inserisci gli opportuni pronomi
personali soggetto o complemento:Che bel disegno! Lo hai fatto ...? Quel ragazzo ha ritrovato il
nostro cane: ... daremo una ricompensa! La nostra proposta non ... haconvinti; sono ancora molto diffidenti. Dimmi che cosa pensi diquell’articolo: ... ha interessato? E’ bene che ... riprenda il filo deldiscorso da dove l’hai lasciato. L’insegnante di matematica ha parlatocon mia madre e ... ha detto che vado benissimo. Vieni anche ... in palestra? Se ... incontro, ... saluto da parte tua.
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14. Trasforma le frasi passando dal ‘tu’ al pronome allocutivo‘lei’:
Chi è venuto con te? Mi fa sempre piacere rivederti. Entra prima
tu! Se lo desideri, ti darò tutte le informazioni necessarie. Dammiun’altra possibilità! Se me lo permetti, ti darò qualche consiglio. Tu,mio caro, sei sempre molto gentile. Non ti fare troppe illusioni!
15. Inserisci il pronome relativo invariabile:Il treno ... viaggiamo porta tre ore di ritardo. A volte dico delle
cose ... poi mi pento. L’orchestrina, ... era composta da suonatoridilettanti, riscosse molto successo. Questo è l’amico ... ti avevo parlato. Ti aiuterò a rimediare a quello sbaglio ... hai commesso. Ciò
... hai fatto per me è davvero apprezzabile. L’autobus ... sono salito eramolto affollato. I ragazzi ... era stato dato il premio festeggiavano lavittoria. Questa è l’ora ... di solito vai a riposare. Elena e Luisa, ...conosci l’intelligenza, sono molto apprezzate da mia madre.
16. Individua i possibili errori e correggili opportunamente:La casa di Paolo che ti ho parlato è molto grande. Ti mostrerò la
collezione di francobolli che mi dedico da alcuni anni. Le persone chesi salvarono dal naufragio furono poche. Alla festa ho conosciutomolte ragazze che ho fatto amicizia. Qual è la persona che sei più
affezionato? I rumori a cui ho sentito mi hanno spaventato. Il settima-nale su cui sei abbonato ti arriva puntualmente a casa? Quello è ilmedico che mi ci sono rivolto. Ecco l’elenco degli invitati da cui mihai chiesto. In quel cassetto troverai il materiale di cui hai bisogno.
17. Traduci in romeno:«Erano passati molti giorni, le cose erano diventate diverse,
l’uno e l’altro sapevano che ormai non c’entravano più le lumache, nél’obbedienza dei figli o l’autorità dei padri; che di tante cose logiche esensate che si potevano dire, tutte sarebbero state fuori posto; eppurequalcosa dovevano pur dire.
– Date un bello spettacolo di voi! – cominciò il padre amara-mente.
– E proprio degno di un gentiluomo! – (Gli aveva dato il voi,come faceva nei rimproveri più gravi, ma ora quell’uso ebbe un sensodi lontananza, di distacco).
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– Un gentiluomo, signor padre, è tale stando in terra comestando in cima agli alberi, – rispose Cosimo, e subito aggiunse: – Se sicomporta rettamente.-
– Una buona sentenza, – ammise gravemente il Barone, – quantunque ora è poco, rubavate susine ad un fittavolo.Era vero. Mio fratello era preso in castagna. Cosa doveva
rispondere? Fece un sorriso, ma non altero o cinico: un sorriso ditimidezza, e arrossì.
Anche il padre sorrise, un sorriso mesto, e chissà perché arrossìanche lui: – Ora fate comunella con i peggiori bastardi ed accattoni – disse poi.
– No, signor padre, io sto per conto mio e ognuno per il proprio, – disse Cosimo, fermo.
– Vi invito a venire a terra, – disse il Barone con voce pacata,quasi spenta, – e a riprendere i doveri del vostro stato. – Non intendoobbedirvi, signor padre, – fece Cosimo, – me ne duole.»
(I. Calvino, Il barone rampante, Einaudi)IL VERBO
E’ il centro sintattico della frase, attorno al quale si organizzano
i diversi elementi che la compongono. E’ una parola variabile chefornisce informazioni sul soggetto, indicando, a seconda dei casi:
– l’azione che il soggetto compie o subisce:Giorgio lava i piatti. / I piatti sono lavati da Giorgio.
– l’esistenza o lo stato del soggetto:C’è Giorgio in quella foto.
– il rapporto tra il soggetto e il nome del predicato:Giorgio è un cameriere.
D’altro canto, il verbo riceve dal soggetto le desinenze di personae di numero e, in alcuni casi, di genere:Maria legge.Gli operai erano arrivati.
La forma del verboOgni voce verbale si compone di una parte iniziale, la radice o
morfema lessicale (dorm-iamo), che non cambia e informa sulsignificato del verbo e di una parte finale, la desinenza o morfema
grammaticale (dorm-iamo), che fornisce vari tipi di informazioni.
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Le proprietà del verbo: persona, tempo e modo
1. Il primo tipo di informazioni riguarda la persona: cambiandola desinenza, essa informa se il soggetto è:
– chi parla: Io dormo poco. → prima persona; – chi ascolta: Tu dormi troppo. → seconda persona; – una terza persona (o cosa) singolare o plurale che non è né chi
parla né chi ascolta → Lei non dorme. / Loro non dormono.
– una prima o una seconda persona plurale che sono il risultatodi una somma: noi = io e altri; voi = tu e altri →
Noi dormiamo in questa camera, voi dormite in quell’altra.
2. Il secondo tipo di informazioni riguarda il tempo dell’azioneo situazione descritta dal verbo:
L’aereo parte. → tempo presente;L’aereo partirà presto. → tempo futuro;L’aereo partì in ritardo. → tempo passato.
3. Il terzo tipo di informazioni riguarda il modo in cui è presentata l’azione o situazione descritta dal verbo. Essa può essere presentata come:
– un dato certo: Vado al mare. → modo indicativo; – un dato possibile: E se andassimo al mare?→ modo congiuntivo;
Se potessi, andrei volentieri al mare. → modo condizionale – un comando: Va’ a dormire! → modo imperativo; – un desiderio: Quanto mangerei volentieri un piatto di spaghetti!
→ modo condizionale.
Altre caratteristiche del verbo sono: – la transitività o intransitività, secondo la quale il verbo possa
avere o no un complemento oggetto; spesso un medesimo verbo puòessere usato transitivamente → vivere lo sport o, con l’”oggettointerno”, vivere la vita, oppure intransitivamente → vivere con i familiari;
– la forma attiva o passiva, secondo la quale l’”agente” delverbo sia o no il soggetto della frase:
Il bambino lancia un sasso.(è forma attiva, perché l’”agente” del verbo è ‘il bambino’,soggetto della frase)Un sasso è lanciato dal bambino.
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Marco legge un libro.In questa frase l’oggetto del ‘leggere’ è esplicitamente indicato,
‘un libro’. Non sempre però i verbi transitivi devono essere seguiti da
un complemento oggetto:Marco legge.
In questa nuova frase il verbo transitivo è usato in formaassoluta, ma l’oggetto esiste anche se non espresso, in quanto l’azionedi leggere non si può concepire se non in rapporto a qualcosa che siaoggetto della lettura.
I verbi intransitivi non ammettono un complemento oggetto → arrivare, camminare, uscire ecc.
La bambina impallidì.Siamo finalmente arrivati.Franca dorme.Io esco.
Nel primo esempio il verbo ‘impallidire’ indica uno stato, neiseguenti i verbi indicano un’azione. Tutti questi verbi, come si puòfacilmente osservare, non sono seguiti da un complemento, ma anchese il complemento ci fosse, servirebbe solo a precisare alcune circostanzedello stato o dell’azione ma non potrebbe mai essere un complemento
oggetto: La bambina impallidì per lo spavento.Siamo finalmente arrivati a casa.Franca dorme tutto il pomeriggio.Io esco con i miei amici.
Si noti inoltre la differenza tra:Franca dorme tutto il pomeriggio.
eFranca mangia tutto il panino.
In quest’ultima frase si ha un verbo transitivo, ‘mangia’, seguitoda un complemento oggetto, ‘tutto il panino’, mentre nella frase precedente si ha un verbo intransitivo, ‘dorme’, seguito da un comple-mento di tempo, ‘tutto il pomeriggio’.
Sono intransitivi anche i verbi aderire, giovare, rinunciare ecc.,che hanno un “oggetto”, espresso però da un complemento indiretto:
Aderisco all’iniziativa.La ginnastica giova al fisico.
Non rinunciare a ciò che ti spetta!
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vogliono dire la stessa cosa: in entrambe c’è un solo inseguitore, ‘la polizia’, e un solo inseguito, ‘i ladri’; non cambiano i ruoli svolti dai protagonisti dell’azione, ma solo i rapporti grammaticali con cui ven-
gono espressi. La linguistica moderna ci dice che tale cambiamentoinveste la struttura superficiale e non la struttura profonda della frase.
Verbi pronominali Nella più ampia categoria dei verbi pronominali, cioè combinati
con un pronome personale atono mi, ti, si, ci, vi, rientrano: – i verbi pronominali diretti, tradizionalmente indicati come
‘riflessivi diretti’, sono quei verbi nei quali il soggetto coincide con ilcomplemento oggetto, che ha la forma di un pronome atono:
Carla si veste. = Carla veste se stessaPossono essere usati come riflessivi diretti soltanto alcuni verbitransitivi.
– i verbi pronominali indiretti, tradizionalmente indicati come‘riflessivi indiretti’ o ‘riflessivi apparenti’ o ‘transitivi pronominali’,sono quei verbi nei quali il soggetto non coincide con il complementooggetto ma con un complemento di termine:
Lavati i denti! = Lava i denti a te stessoIn questo caso il pronome atono ‘ti’ non esprime un comple-
mento oggetto, ma un complemento di termine o indiretto introdottodalla preposizione ‘a’.
– i verbi pronominali reciproci, tradizionalmente indicati come‘riflessivi reciproci’, esprimono un’azione che due o più soggetti com- piono e subiscono reciprocamente: abbracciarsi, amarsi, odiarsi ecc.
Paolo e Anna si salutano. = Paolo saluta Anna e Anna saluta Paolo.Una frase come
Essi si criticano. può significare sia
Essi criticano se stessi.sia
Essi si criticano a vicenda. L’uno critica l’altro e viceversa.nel primo caso il verbo è riflessivo, nel secondo è riflessivo reciproco.
Perché appaia chiaramente il valore reciproco e non risultiambiguo il senso dell’enunciato, è opportuno in tali casi usare varielocuzioni, ‘l’un l’altro’, ‘gli uni con gli altri’, ‘a vicenda’, ‘vicende-volmente’, ‘reciprocamente’ ecc.
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Il modoIl parlante può presentare il fatto espresso dal verbo in diversi
modi, ciascuno dei quali indica un diverso punto di vista, un diverso
atteggiamento psicologico, un diverso rapporto comunicativo con chiascolta: certezza, desiderio, comando ecc.Talvolta l’uso di un determinato modo può dipendere anche da
ragioni stilistiche, da una scelta di “registro” o di livello linguistico:così, per esempio, nelle subordinate rette da verbi di giudizio l’indicativocorrisponde a un livello più popolare:
Mi pare che tu hai ragione.mentre il congiuntivo si preferisce nello scritto:
Mi pare che tu abbia ragione.Esistono sette modi verbali: – quattro modi finiti, presentano desinenze che distinguono tutte
le persone: – l’indicativo – il congiuntivo – il condizionale – l’imperativo, che distingue solo alcune persone
– tre modi indefiniti, non distinguono le persone:
– l’infinito – il participio – il gerundio
L’infinito, il participio e il gerundio sono anche detti “formenominali del verbo”, perché vengono usati spesso in funzione disostantivo o di aggettivo: si pensi, ad esempio, a infiniti quali‘l’essere’, ‘gli averi’, a participi del tipo ‘l’amante’, ‘l’amata’, o agerundi diventati nomi, quali ‘laureando’, ‘reverendo’.
Il tempoIl tempo indica qual è il rapporto cronologico che intercorre tra
l’azione o lo stato espressi dal verbo e il momento in cui viene dettol’enunciato. Il tempo linguistico o grammaticale è costituito da unsistema di relazioni temporali che permettono di collocare l’azione prima, durante o dopo il momento in cui viene pronunciata la frase edi indicare l’ordine di successione dei due avvenimenti. Per esprimereil tempo grammaticale il parlante ha a disposizione, oltre al sistemadei tempi verbali, gli avverbi e le locuzioni avverbiali di tempo:
prima, dopo, fra tre mesi, per due anni ecc.
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perché di solito reggono un altro verbo di modo infinito. Usati comeverbi a sé stanti, prendono l’ausiliare ‘avere’:
Gli ho voluto molto bene.
quando invece hanno funzione di verbi servili, assumono di regolal’ausiliare richiesto dal verbo che accompagnano:Ho dovuto studiare.Sono voluto partire.
Schema dei modi e dei tempi
tempomodo
semplice composto
presente passato prossimoimperfetto trapassato prossimo
passato remoto trapassato remoto
indicativo(8 tempi)
futuro semplice futuro anteriore
presente passato congiuntivo(4 tempi) imperfetto trapassato
condizionale(2 tempi) presente passato
imperativo presente –
infinito (2 tempi) presente passato participio (2 tempi) presente passato
gerundio (2 tempi) presente passato
La persona e il numero
Ciascun tempo di qualsiasi modo finito è costituito da sei formeo voci verbali. Le persone del verbo variano in relazione al soggetto:
– la prima persona si ha quando il soggetto, espresso o sottinteso,è io per il singolare e noi per il plurale;
– la seconda persona si ha quando il soggetto è tu per il singolare e voi per il plurale;
– la terza persona si ha quando il soggetto è egli / essa per il singolare (naturalmente possono alternarsi con lui, Carlo, il padre / lei,Carla, la madre ecc.) e essi / esse per il plurale (naturalmente possonoalternarsi con loro, i ragazzi, le automobili ecc.).
Solo l’imperativo non ha la prima persona singolare.E’ importante poi notare che ogni voce verbale può segnalare da
sola la persona e il numero del soggetto:
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prima persona singolare (io) guard-oseconda persona singolare (tu) guard-iterza persona singolare (egli/essa) guard-a
prima persona plurale (noi) guard-iamoseconda persona plurale (voi) guard-ate
terza persona plurale (essi/esse) guard-ano Nei modi indefiniti non si hanno variazioni secondo la persona e
il numero; solo il participio presente e il participio passato, che sicomportano come gli aggettivi, determinano il numero: amante, amanti,mentre il participio passato determina anche il genere: amato, amata,
amati, amate.
L’aspetto e l’azione del verbo
L’aspetto
L’aspetto verbale è la maniera in cui il parlante considera losvolgimento dell’azione espressa dal verbo. Rispetto ad altre lingue, initaliano l’aspetto non è grammaticalizzato, cioè non possiede marcheformali ben definite; ciò nonostante, le principali nozioni aspettualisono riconoscibili nel sistema della flessione verbale. L’azione può
essere considerata: – conclusa: Marco tornò a casa. → aspetto perfettivo; il
passato remoto interpreta un’azione momentanea; – nel suo svolgersi: Marco tornava a casa. → aspetto imperfettivo.In quest’ultima frase possiamo inserire una proposizione che
indichi l’improvviso accadere di un evento mentre dura l’azionedell’andare a casa:
Marco tornava a casa, quando incontrò Luca. – in rapporto al suo risultato: Marco è tornato a casa. → aspetto
compiuto, si considera il perdurare, nel presente, degli effetti di unevento avvenuto in precedenza; il passato prossimo indica un’azioneconsiderata compiuta.
In conclusione, possiamo dire che in ciascuna delle tre frasi èrappresentato un diverso aspetto dell’azione compiuta da Marco.
Nella frase:Marco torna a casa.
il verbo indica un’azione nel suo svolgersi, ma rispetto alla seconda,l’azione è ora collocata nel presente. In italiano l’azione considerata
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nel corso del suo svolgimento può essere espressa più chiaramentemediante l’uso di una costruzione perifrastica:
Marco sta / stava tornando a casa.
dove la perifrasi ‘stare’ + gerundio → aspetto progressivo.L’azione Nelle seguenti frasi:1. Franco arriva alle sette.2. Giulio ripara un rubinetto.3. Andrea fa il gelataio.4. Carla si accorse dell’inganno.5. Maria disegna un paesaggio.
gli eventi descritti dai predicati verbali differiscono per la naturadell’azione espressa: in 1 abbiamo a che fare con un’azione momen-tanea, in 2 con un’azione durativa. Anche in 3 ‘fare il gelataio’ indicaun’azione durativa, ma in più sottolinea che si tratta di una qualità“permanente” del soggetto. Possiamo pertanto individuare due sottoclassidi verbi durativi:
– i verbi continuativi → abitare, commerciare, lavorare, piangere, ridere, riparare ecc.;
– i verbi stativi → fare il gelataio, essere a conoscenza ecc.I predicati in 4 e 5 hanno in comune una caratteristica semantica:
indicano un’azione che tende ad un risultato; il soggetto, compiutal’azione, si trova in una situazione diversa da quella di partenza, mamentre ‘accorgersi’ indica un’azione momentanea, ‘disegnare’ indicaun’azione durativa. Anche in questo caso possiamo individuare duesottoclassi di verbi:
– i verbi trasformativi → accorgersi, partire, morire ecc.; – i verbi risultativi → cantare, costruire, disegnare, lavare ecc.In conclusione, se l’aspetto è essenzialmente una categoria di
natura morfologica, legata cioè alla coniugazione del verbo, l’azione èuna categoria semantica, poiché riguarda il significato intrinseco delverbo. In altre parole, mentre il verbo ‘mangiare’ può indicare, oppor-tunamente coniugato, un’azione:
– perfettiva → mangiò – azione conclusa nel passato; – imperfettiva → mangiava – azione in corso di svolgimento
nel passato;→ sta mangiando – azione in corso di svolgi-
mento nel presente;
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la “momentaneità” del verbo ‘arrivare’ o la “continuatività” del verbo‘lavorare’ sono caratteristiche costanti dovute alla natura semanticadei verbi e si mantengono tali indipendentemente dal tempo in cui
sono coniugati.Coniugazione del verbo
Coniugazioni regolariTra la radice e la desinenza si interpone la vocale tematica, che,
nell’infinito in particolare, consente di riconoscere la coniugazione. Laradice e la vocale tematica formano insieme il tema di un verbo.
I verbi regolari si distribuiscono in tre diverse coniugazioni:1. alla Iª coniugazione appartengono i verbi che all’infinito
terminano in -are e che dunque presentano la vocale tematica -a → amare, cantare;
2. alla IIª coniugazione appartengono i verbi che all’infinitoterminano in -ere e che dunque presentano la vocale tematica -e →
scrìvere, temére;3. alla IIIª coniugazione appartengono i verbi che all’infinito
terminano in -ire e che dunque presentano la vocale tematica -i → dormire, finire.
I verbi della prima coniugazione sono di gran lunga i piùnumerosi: infatti su questo modello si sono formati verbi come bio- grafare, insonorizzare, monitorare, ottimizzare ecc. La secondaconiugazione comprende una lista chiusa di verbi derivanti dallaseconda e dalla terza coniugazione latina. Alla terza coniugazione, poco produttiva, possono appartenere nuove formazioni create sulmodello dei verbi parasintetici.
CONIUGAZIONE DI ‘ESSERE’
Indicativo
presente imperfetto passato remoto futuro semplice io sono ero fui saròtu sei eri fosti saraiegli/essa è era fu sarànoi siamo eravamo fummo saremovoi siete eravate foste sareteessi/esse sono èrano fùrono saranno
passato trapassato trapassato futuro
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prossimo prossimo remoto anteriore sono stato, -a ero stato fui stato sarò statosei stato, -a eri stato fosti stato sarai stato
è stato, -a era stato fu stato sarà statosiamo stati, -e eravamo stati fummo stati saremo statisiete stati, -e eravate stati foste stati sarete statisono stati, -e èrano stati furono stati saranno stati
Congiuntivo
presente passato imperfetto trapassato che io sia sia stato fossi fossi statoche tu sia sia stato fossi fossi statoche egli/essa sia sia stato fosse fosse statoche noi siamo siamo stati fossimo fossimo statiche voi siate siate stati foste foste statiche essi/essesiano
siano stati fossero fossero stati
Condizionale Imperativo
presente passato presente
sarei sarei stato -saresti saresti stato siisarebbe sarebbe stato siasaremmo saremmo stati siamosareste sareste stati siatesarebbero sarebbero stati siano
Infinito Participio Gerundio presente passato presente passato presente passato
essere essere stato (ente) stato essendo essendostato
Il participio presente ‘ente’ si usa solo come sostantivo: l’ente – gli enti.
Il participio passato ‘stato’ è preso in prestito dal verbo ‘stare’.Oltre alla funzione ausiliare, il verbo ‘essere’ ha anche quella di
copula per la formazione del predicato nominale:
Il tempo è brutto.
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Congiuntivo
presente passato imperfetto trapassato
abbia abbia avuto avessi avessi avutoabbia abbia avuto avessi avessi avutoabbia abbia avuto avesse avesse avutoabbiamo abbiamo
avutoavessimo avessimo avuto
abbiate abbiate avuto aveste aveste avutoabbiano abbiano
avutoavessero avessero avuto
Condizionale Imperativo
presente passato presente avrei avrei avuto -avresti avresti avuto abbiavrebbe avrebbe avuto abbiaavremmo avremmo avuto abbiamoavreste avreste avuto abbiateavrebbero avrebbero avuto abbiano
Infinito Participio Gerundio
presente passato presente passato presente passato avere avere
avutoavente avuto avendo avendo
avuto
Il participio presente ‘avente’ non è di uso molto comune, trannein alcune espressioni del linguaggio giuridico: gli aventi diritto. Esisteinvece un’altra forma di participio presente, ‘abbiente’, ottenuta dalcongiuntivo, che però ha perso il valore verbale per assumere quello diaggettivo o aggettivo sostantivato nel significato di ‘possidente’: unafamiglia abbiente; gli abbienti.
Oltre alla funzione ausiliare, il verbo ‘avere’ ha anche quella di predicato verbale nel significato di ‘possedere’:
Luca ha una bella casa.
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Coniugazione dei verbi regolariUn verbo regolare conserva immutata la radice in tutte le sue
forme e vi aggiunge le normali desinenze della sua coniugazione.
Forma attiva
Prima coniugazione: parl-are
Indicativo
presente imperfetto passato remoto futuro semplice parl-o parl-avo parl-ai parl-erò parl-i parl-avi parl-asti parl-erai
parl-a parl-ava parl-ò parl-erà parl-iamo parl-avamo parl-ammo parl-erémo parl-ate parl-avate parl-aste parl-eréte
pàrl-ano parl-àvano parl-àrono parl-eranno
passato
prossimo
trapassato
prossimo
trapassato
remoto
futuro
anteriore ho parlato avevo parlato ebbi parlato avrò parlatohai parlato avevi parlato avesti parlato avrai parlato
ha parlato aveva parlato ebbe parlato avrà parlatoabbiamo parlato
avevamo parlato
avemmo parlato avremo parlato
avete parlato avevate parlato aveste parlato avrete parlatohanno parlato avevano
parlatoebbero parlato avranno parlato
Congiuntivo
presente passato imperfetto trapassato parl-i abbia parlato parl-assi avessi parlato parl-i abbia parlato parl-assi avessi parlato parl-i abbia parlato parl-asse avesse parlato parl-iamo abbiamo
parlato parl-assimo avessimo parlato
parl-iate abbiate parlato
parl-aste aveste parlato
parl-ino abbiano parlato parl-assero avessero parlato
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Condizionale Imperativo
presente passato presente tem-erei avrei temuto -tem-eresti avresti temuto tem-i tem-erebbe avrebbe temuto tem-a tem-eremmo avremmo temuto tem-iamo tem-ereste avreste temuto tem-ete tem-erebbero avrebbero temuto tem-ano
Infinito Participio Gerundio
presente passato presente passato presente passato
tem-ere averetemuto
tem-ente tem-uto tem-endo avendotemuto
Al passato remoto, le desinenze -ei/-é/-erono possono esseresostituite rispettivamente da -etti/-ette/-ettero.
Al participio passato alcuni verbi in -cere aggiungono una ‘i’grafica: crescere → cresc-i-uto, nuocere → noc-i-uto, piacere → piac-i-uto, tacere → tac-i-uto.
Il dittongo ‘uo’ si perde in sillaba chiusa: muòvere → mossi.
Alcuni verbi, come ‘possedere’, ‘tenere’, cambiano la ‘e’ deltema in ‘ie’ nel caso in cui questa venga a trovarsi in posizione tonicae in sillaba aperta:
– possiedo, possiedi, possiede, possiedono / possediamo, possedete; – tieni, tiene / tengo, tengono (la ‘e’ è in posizione tonica, ma
questa volta si trova in sillaba chiusa).I verbi uscenti in -gnere conservano la ‘i’ delle desinenze -iamo,
-iate: spegniamo, che voi spegniate.
Terza coniugazione: part-ire
Indicativo
presente imperfetto passato remoto futuro semplice part-o part-ivo part-ii part-irò part-i part-ivi part-isti part-irai part-e part-iva part- ì part-irà part-iamo part-ivamo part-immo part-iremo part-ite part-ivate part-iste part-irete
part-ono part-ivano part-irono part-iranno
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passato
prossimo
trapassato
prossimo
trapassato
remoto
futuro
anteriore sono partito, -a ero partito fui partito sarò partito
sei partito, -a eri partito fosti partito sarai partitoè partito, -a era partito fu partito sarà partitosiamo partiti, -e eravamo
partitifummo partiti saremo partiti
siete partiti, -e eravate partiti
foste partiti sarete partiti
sono partiti, -e erano partiti furono partiti saranno partiti
Congiuntivo
presente passato imperfetto trapassato part-a sia partito part-issi fossi partito part-a sia partito part-issi fossi partito part-a sia partito part-isse fosse partito part-iamo siamo partiti part-issimo fossimo partiti part-iate siate partiti part-iste foste partiti part-ano siano partiti part-issero fossero partiti
Condizionale Imperativo
presente passato presente part-irei sarei partito - part-iresti saresti partito part-i part-irebbe sarebbe partito part-a part-iremmo saremmo partiti part-iamo part-ireste sareste partiti part-ite
part-irebbero sarebbero partiti part-ano
Infinito Participio Gerundio
presente passato presente passato presente passato part-ire essere
partito part-ente part-ito part-endo essendo
partito
Molti verbi della terza coniugazione inseriscono fra radice e
desinenza l’infisso -isc-; ciò avviene nella prima, seconda, terza
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persona singolare e nella terza plurale del presente indicativo econgiuntivo e nella seconda, terza singolare e nella terza pluraledell’imperativo presente:
Indicativo presente Congiuntivo presente Imperativo fin-isc-o fin-isc-a -fin-isc-i fin-isc-a fin-isc-i fin-isc-e fin-isc-a fin-isc-a fin-iamo fin-iamo fin-iamo fin-ite fin-iate fin-ite fin-isc-ono fin-isc-ano fin-isc-ano
Questi verbi sono chiamati incoativi per analogia con i verbilatini. Seguono questo tipo di coniugazione i verbi agire, ammonire,capire, contribuire, costituire, costruire, custodire, finire, impedire,istituire, istruire, obbedire, percepire, pulire, punire, riunire, scolpire,
sparire, stabilire, unire ecc.Alcuni verbi ammettono ambedue le forme:
applaudire → applaudo, applaudisco;assorbire → assorbo, assorbisco;inghiottire → inghiotto, inghiottisco;
mentire → mento, mentisco;nutrire → nutro, nutrisco.Il verbo ‘cucire’ inserisce una ‘i’ grafica tra la radice e le
desinenze che cominciano per ‘a’ e ‘o’: cuc-i-o, cuc-i-ano. Il verbo‘fuggire’ perde la ‘i’ del tema davanti alle desinenze che cominciano per ‘a’, e ‘o’: fugg-o, fugg-ano.
Alcuni verbi hanno due forme di participio presente, una regolarein -ente, e una in -iente: dormire → dormente, dormiente. Altri presen-tano solo la seconda forma: obbediente.
Coniugazione passiva Nella coniugazione passiva, le voci verbali sono costituite dalle
forme dell’ausiliare ‘essere’ seguite dal participio passato del verbo daconiugare. Il participio passato si accorda in genere e numero con ilsoggetto:
Luca è stato promosso. Elena è stata promossa.Luca e Ugo sono stati promossi. Elena e Rita sono state promosse.
Questo modello di coniugazione passiva è uguale per tutte e tre
le coniugazioni.
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essere lodato
Indicativo
presente imperfetto passato remoto futuro semplice sono lodato, -a ero lodato fui lodato sarò lodatosei lodato, -a eri lodato fosti lodato sarai lodatoè lodato, -a era lodato fu lodato sarà lodatosiamo lodati, -e eravamo lodati fummo lodati saremo lodatisiete lodati, - e eravate lodati foste lodati sarete lodatisono lodati, -e erano lodati furono lodati saranno lodatipassatoprossimo
trapassatoprossimo
trapassatoremoto
futuroanteriore
sono stato/alodato/a
ero statolodato
fui stato lodato sarò stato lodato
sei stato/alodato/a
eri statolodato
fosti statolodato
sarai stato lodato
è stato/alodato/a
era statolodato
fu stato lodato sarà stato lodato
siamo stati/elodati/e
eravamo statilodati
fummo statilodati
saremo statilodati
siete stati/elodati/e
eravate statilodati
foste stati lodati sarete stati lodati
sono stati/elodati/e
erano statilodati
furono statilodati
saranno statilodati
Congiuntivo
presente passato imperfetto trapassato sia lodato sia stato
lodatofossi lodato fossi stato lodato
sia lodato sia statolodato fossi lodato fossi stato lodato
sia lodato sia statolodato
fosse lodato fosse statolodato
siamo lodati siamo statilodati
fossimo lodati fossimo statilodati
siate lodati siate statilodati
foste lodati foste stati lodati
siano lodati siano stati
lodati
fossero lodati fossero stati
lodati
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Condizionale Imperativo
presente passato presente
sarei lodato sarei stato lodato -saresti lodato saresti stato lodato sii lodatosarebbe lodato sarebbe stato lodato sia lodatosaremmo lodati saremmo stati lodati siamo lodatisareste lodati sareste stati lodati siate lodatisarebbero lodati sarebbero stati lodati siano lodati
Infinito Participio Gerundio
presente passato presente passato presente passato esserelodato
esserestatolodato
(essentelodato)
(stato)lodato
esserelodato
esserestatolodato
Oltre che con l’ausiliare ‘essere’, il passivo si può formare:● con il verbo ‘venire’, esclusivamente nei tempi semplici:
io vengo lodato (= io sono lodato)● con il verbo ‘andare’, quando è unito al participio passato di
verbi come ‘perdere’, ‘smarrire’, ‘sprecare’:I documenti andarono smarriti. (= furono smarriti)
o quando si vuole esprimere un’idea di necessità:Questo lavoro va fatto meglio. (= deve essere fatto)
● con la particella pronominale ‘si’, che si premette alle vociattive dei verbi transitivi, ma limitatamente alla terza personasingolare e plurale dei tempi semplici → si passivante:
La carne si vende a caro prezzo. (= è venduta)
Si accettano assegni. (= sono accettati)Coniugazione riflessivaLa caratteristica di questa coniugazione è che le voci verbali
sono precedute dalle particelle pronominali mi, ti, si, ci, vi: mi lavo, tilavavi, si lavò ecc. Tali particelle seguono il verbo e si uniscono adesso:
– nell’imperativo presente, esclusa la terza persona singolare e plurale → lavati, laviamoci, lavatevi;
– nei modi indefiniti → lavarsi, lavatosi, lavandosi.
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Nella forma negativa della seconda persona singolare e pluraledell’imperativo presente, la particella pronominale può essere indif-ferentemente proclitica o enclitica: non ti lavare = non lavarti; non vi
lavate = non lavatevi.Si può scegliere tra costruzione proclitica o enclitica anchequando l’infinito è retto da un verbo servile: Ti voglio fare un regalo.= Voglio farti un regalo.
I tempi composti dei verbi riflessivi si formano con l’ausiliare‘essere’; di conseguenza il participio passato concorda in genere enumero con il soggetto:
Carlo si è lavato. Carla si è lavata.Se il riflessivo è accompagnato da un verbo servile si ha l’ausiliare:
– ‘essere’, quando la particella pronominale è proclitica:Si è voluto lavare. – ‘avere’, quando la particella pronominale è enclitica:
Ha voluto lavarsi.La coniugazione dei verbi intransitivi pronominali è identica a
quella dei verbi riflessivi.
lavarsi
Indicativo
presente imperfetto passato remoto futuro semplice mi lavo mi lavavo mi lavai mi laveròti lavi ti lavavi ti lavasti ti laveraisi lava si lavava si lavò si laveràci laviamo ci lavavamo ci lavammo ci laveremovi lavate vi lavavate vi lavaste vi laveretesi lavano si lavavano si lavarono si laverannopassato
prossimo
trapassato
prossimo
trapassato
remoto
futuro
anteriore mi sonolavato, -a
mi ero lavato mi fui lavato mi sarò lavato
ti sei lavato, -a ti eri lavato ti fosti lavato ti sarai lavatosi è lavato, -a si era lavato si fu lavato si sarà lavatoci siamo lavati,-e
ci eravamolavati
ci fummo lavati ci saremo lavati
vi siete lavati, -e vi eravatelavati
vi foste lavati vi sarete lavati
si sono lavati, -e si erano lavati si furono lavati si saranno lavati
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Congiuntivo
presente passato imperfetto trapassato mi lavi mi sia lavato mi lavassi mi fossi lavato
ti lavi ti sia lavato ti lavassi ti fossi lavatosi lavi si sia lavato si lavasse si fosse lavatoci laviamo ci siamo lavati ci lavassimo ci fossimo lavativi laviate vi siate lavati vi lavaste vi foste lavatisi lavino si siano
lavatisi lavassero si fossero lavati
Condizionale Imperativo
presente passato presente mi laverei mi sarei lavato -ti laveresti ti saresti lavato lavatisi laverebbe si sarebbe lavato si lavici laveremmo ci saremmo lavati laviamocivi lavereste vi sareste lavati lavatevisi laverebbero si sarebbero lavati si lavino
Infinito Participio Gerundio
presente passato presente passato presente passato lavarsi essersilavato
lavantesi lavatosi lavandosi essendosilavato
(lavarmi, (essermilavato,
(lavantisi) (lavatomi, (lavandomi, (essendomilavato,
lavarti, essertilavato,
lavatoti, lavandoti, essendotilavato,
lavarci, essercilavati,
lavatici, lavandoci, essendocilavati,
lavarvi) esservi
lavati,
lavativi, lavandovi) essendovi
lavati,essersilavati)
lavatisi) essendosilavati)
Verbi personali e impersonaliI verbi personali richiedono un soggetto, anche sottinteso:
(Claudia) corre in moto.I verbi impersonali non richiedono un soggetto e sono usati
solo nei modi indefiniti e alla terza persona singolare dei tempi di
modo finito.
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Per lo più si tratta di verbi che indicano fenomeni atmosferici: grandina, lampeggia, nevica, piove, tuona. Adoperati in senso figurato,questi verbi diventano personali:
Piovevano le critiche da tutte le parti.Anche il verbo ‘fare’ può essere costruito impersonalmente: facaldo / freddo.
Ci sono poi costrutti che si usano spesso, ma non sempre, senzasoggetto, quindi in forma impersonale:
– verbi: accadere, avvenire, bisognare, capitare, convenire,importare, necessitare, occorrere, parere, sembrare, succedere:
Capita che ci vediamo.Sembra che tutto vada bene.
– locuzioni verbali: essere certo, chiaro, evidente, necessario,opportuno, ovvio:
E’ necessario avere pazienza.E’ opportuno che tu parta subito.
In realtà in tutti questi casi il soggetto esiste, ma è rappresentatoda una proposizione di modo finito o infinito, detta soggettiva.
Va detto che qualunque verbo può essere usato impersonalmente premettendo la particella pronominale ‘si’ alla terza persona singolare
di ogni tempo: si dice, si pensa, si vedrà, si viveva ecc.:Troppo spesso si parla senza riflettere.Per la forma impersonale dei verbi riflessivi e pronominali, nei
quali è già presente questa particella, si ricorre alla particella ‘ci’: ci silava, ci si sveglia, ci si accorse, ci si pentì ecc.
Le due particelle sostituiscono un pronome indefinito del tipo‘uno’, ‘qualcuno’, ‘un tale’:
Si dice (= Uno/qualcuno/un tale dice)Per quanto riguarda i tempi composti, una frase come:
Si è sprecato troppo tempo.equivale a:Qualcuno ha sprecato troppo tempo.
Abbiamo quindi la sostituzione dell’ausiliare ‘avere’ con ‘essere’,secondo la regola che tutti i verbi preceduti dalla particella pronominalesi coniugano con l’ausiliare ‘essere’:
Qualcuno ha visto Ugo in paese. (= Si è visto Ugo in paese)Sarò creduto innocente solo quando qualcuno avrà trovato ilvero colpevole. (= Sarò creduto innocente solo quando si sarà
trovato il vero colpevole)
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I tempi composti dei verbi impersonali si formano con l’ausiliare‘essere’. Tuttavia i verbi che indicano fenomeni atmosferici possonousare anche l’ausiliare ‘avere’. La scelta dell’ausiliare è indifferente
quando il verbo è usato in senso proprio: Ha / E’ piovuto molto.Invece si usa sempre l’ausiliare ‘essero’ se il verbo è usato in sensofigurato: E’ piovuto l’intonaco dal soffito.
Verbi che precedono altri verbi: servili, causativi e fraseologici Non solo gli ausiliari ‘essere’ e ‘avere’ servono come “appoggio”
ad altri verbi, ma anche i verbi servili, causativi e fraseologici. Questiverbi hanno in comune la seguente caratteristica: non si usano (omolto raramente) da soli, ma precedono un secondo verbo all’infinito(in qualche caso al gerundio), e formano con questo un unico predicatoverbale.
– i verbi servili→ dovere, potere, volere reggono l’infinito di unaltro verbo, del quale indicano una “modalità”, rispettivamente lanecessità, la possibilità, la volontà:
Potremmo partire.Devo studiare.Vuole dormire.
A sottolineare lo stretto legame tra il verbo servile e il verbo chelo segue, il primo ha per lo più l’ausiliare del secondo:sono tornato / sono dovuto (potuto, voluto) tornare;ho aiutato / ho dovuto (potuto, voluto) aiutare.
In particolare, quando sono seguiti dal verbo ‘essere’ i verbiservili hanno l’ausiliare ‘avere’:
Ho dovuto essere magnanimo.La presenza di un pronome atono, che si può collocare prima o
dopo il verbo servile, ha effetto sulla scelta dell’ausiliare: Non ho potuto andarci. Non ci sono potuto andare.
Oltre a questi verbi, reggono l’infinito anche verbi comedesiderare, osare, preferire, sapere (nel significato di ‘essere capacedi’), sentire, vedere ecc.:
Desideravamo tornare a casa. Non osa chiedertelo.Preferirei andarci da solo.
So parlare inglese.
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Mi sono sentito chiamare.L’ho visto partire all’alba.
– i verbi causativi → fare, lasciare indicano un’azione causatadal soggetto, ma non compiuta direttamente dal soggetto:
Faccio dormire il bambino.Lasciamo parlare Paola.
– i verbi fraseologici → stare per, cominciare a, continuare a, finire di precisano come un’azione o una situazione si sviluppa neltempo, indicando di volta in volta:
– la sua imminenza: Sto per mangiare. (azione ingressiva) – il suo inizio: Comincio a mangiare. – il suo svolgimento: Sto mangiando. (azione durativa)
Continuo a mangiare. – la sua fine: Finisco / smetto di mangiare.
Vi sono varie locuzioni con valore fraseologico: essere sul puntodi, andare avanti a ecc.:
Era sul punto di partire quando si sentì chiamato.
Verbi difettiviI verbi riconducibili a una delle tre coniugazioni di cui però non
si adoperano tutte le voci si chiamano difettivi, perché “difettano”,cioè mancano di alcune forme. I più importanti sono: addirsi, solere,urgere, vertere, vigere.
addirsiindicativo pres.: si addice, si addicono;indicativo imperf .: si addiceva, si addicevano;congiuntivo pres.: si addica, si addicano;congiuntivo imperf .: si addicesse, si addicessero.
Questo comportamento non ti si addice.soléreindicativo pres.: soglio, suoli, suole, sogliamo, solete, sogliono;indicativo imperf .: solevo, solevi ecc.;congiuntivo pres.: soglia, sogliamo, sogliate, sogliano;congiuntivo imperf .: solessi, solesse ecc.;
participio pass.: solito; gerundio pres.: solendo.
Soleva passeggiare dopo cena.
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ùrgereindicativo pres.: urge, urgono;indicativo imperf .: urgeva, urgevano;
indicativo futuro: urgerà, urgeranno;congiuntivo pres.: urga, urgano;congiuntivo imperf .: urgesse, urgessero;condizionale pres.: urgerebbe, urgerebbero;
participio pres.: urgente; gerundio pres.: urgendo.
Urge chiamare il medico.
vèrtere
indicativo pres.: verte, vertono;indicativo imperf .: verteva, vertevano;indicativo pass. rem.: verté, verterono;indicativo futuro: verterà, verteranno;congiuntivo pres.: verta, vertano;congiuntivo imperf .: vertesse, vertessero;condizionale pres.: verterebbe, verterebbero;
participio pres.: vertente;
gerundio pres.: vertendo.La discussione verte sulla politica internazionale.
vìgereindicativo pres.: vige, vigono;indicativo imperf .: vigeva, vigevano;indicativo futuro: vigerà, vigeranno;congiuntivo pres.: viga, vigano;congiuntivo imperf .: vigesse, vigessero;
condizionale pres.: vigerebbe, vigerebbero; participio pres.: vigente; gerundio pres.: vigendo.
Questa legge vige ormai da molti anni.
Dei verbi ardire, atterrire, marcire, che hanno coniugazioneregolare, non si usano alcune forme perché coincidono con quelle deiverbi ardere, atterrare, marciare: ardiamo, ardiate, ardente; atterriate;marciamo, marciate. In questi casi, per evitare possibili equivoci, si
ricorre a verbi sinonimi quali osare, spaventare, imputridire.
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Nella categoria dei verbi difettivi vanno anche inclusi alcuniverbi che mancano del participio passato, quindi non possono formarei tempi composti: competere, concernere, convergere, dirimere, dis-
cernere, divergere, esimere, incombere, inerire, soccombere, splendere, suggere, transigere.
Verbi sovrabbondantiSi chiamano così due verbi formati con la stessa radice, ma che
seguono due coniugazioni differenti: scolorare / scolorire.Col cambiamento di coniugazione, il loro significato: – può rimanere pressoché identico:
adempiere / adempire;
ammansare / ammansire;annerare / annerire;colorare / colorire;compiere / compire;dimagrare / dimagrire;empiere, riempiere / empire, riempire;starnutare / starnutire.
– può mutare:
abbrunare ‘mettere il lutto’ / abbrunire ‘divenire bruno’;arrossare ‘rendere rosso’ / arrossire ‘divenire rosso’;fallare ‘sbagliare’ / fallire ‘far fallimento’;imboscare ‘nascondere’ / imboschire ‘piantare un bosco’;impazzare ‘manifestarsi in maniera rumorosa’ / impazzire‘diventare pazzo’;sfiorare ‘passare vicino toccando appena’ / sfiorire ‘appassire’.
L’aereo sfiorò la superficie del lago.Le rose sfioriscono.
Verbi irregolariSi chiamano così i verbi che si allontanano in modo più o meno
spiccato dal modello di coniugazione a cui appartengono.L’irregolarità può consistere:
• nel cambiamento della radice: and-are → vad-o;• nel cambiamento delle normali desinenze: cad-di invece di
cad-ei, cad-etti;• nel cambiamento sia della radice sia delle desinenze: viv-ere
→ vis-si.
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1. Iª coniugazione → andare, dare, fare, stare.Il verbo ‘fare’ deriva dal latino FACĔRE e mostra in parecchie
forme le desinenze caratteristiche della seconda coniugazione: facevo,
facessi, facendo.2. IIª coniugazione → bere, cadere, chiedere, cogliere, concedere,
condurre, conoscere, crescere, cuocere, dirigere, discutere, dovere, fondere, fungere, giungere, godere, leggere, mettere, mordere,muovere, nascere, nuocere, parere, perdere, persuadere, piacere,
piangere, piovere, porgere, porre, potere, pungere, reggere, rendere,ridere, riflettere, rimanere, rompere, sapere, scegliere, scendere,
sciogliere, scuotere, sorgere, stringere, succedere, tacere, tendere,tenere, togliere, trarre, valere, vedere, vivere, volere.
I verbi irregolari della seconda coniugazione sono molto piùnumerosi e di solito si dividono in due gruppi:
– verbi in -ére (con e tonica) → valére; – verbi in `-ere (con e atona) → accèndere.I primi hanno un maggior numero di forme anomale e inoltre
alterano generalmente la radice in alcune voci del presente indicativoe congiuntivo: vàlg-o, vàlg-a.
I secondi, invece, limitano la propria irregolarità al passato
remoto (alla prima e terza persona singolare e alla terza plurale) e al participio passato: accés-i, accés-e, accés-ero; accés-o.3. IIIª coniugazione → apparire, aprire, cucire, dire, morire,
offrire, salire, seppellire, udire, uscire, venire. Non sono molti i verbi irregolari della terza coniugazione, ma
questi presentano per lo più alterazioni della radice in determinateforme del presente indicativo e congiuntivo (al pari dei verbi in -ére):ven-ire, veng-o, veng-a.
Verbi irregolari della prima coniugazione
andare (ausiliare essere)indicativo pres.: vado, vai, va, andiamo, andate, vanno;imperf .: andavo...
pass. rem.: andai... futuro: andrò...congiuntivo pres.: vada, vada, vada, andiamo, andiate, vadano;imperf .: andassi...
condizionale pres.: andrei...
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imperativo: va’ (vai), vada, andiamo, andate, vadano; participio pres.: andante; pass.: andato;
gerundio pres.: andando.
dare (ausiliare avere)indicativo pres.: do, dai, dà, diamo, date, danno;imperf .: davo...
pass. rem.: diedi (detti), desti, diede (dette), demmo, deste, diedero(dettero);
futuro: darò...congiuntivo pres.: dia, dia, dia, diamo, diate, diano;imperf .: dessi, dessi, desse, dessimo, deste, dessero;condizionale pres.: darei...imperativo: da’ (dai), dia, diamo, date, diano;
participio pass.: dato; gerundio pres.: dando.
fare (ausiliare avere)indicativo pres.: faccio, fai, fa, facciamo, fate, fanno;
imperf .: facevo... pass. rem.: feci, facesti, fece, facemmo, faceste, fecero; futuro: farò...congiuntivo pres.: faccia, faccia, faccia, facciamo, facciate, facciano;imperf .: facessi, facessi, facesse, facessimo, faceste, facessero;condizionale pres.: farei...imperativo: fa’ (fai), faccia, facciamo, fate, facciano;
participio pres.: facente; pass.: fatto;
gerundio pres.: facendo.Come ‘fare’ si coniugano assuefare, contraffare, rifare,
sopraffare, stupefare, tumefare. Altri composti possiedono vociautonome:
– ‘disfare’ nell’indicativo pres. fa disfo, disfa; – ‘soddisfare’ ha forme regolari:
◙ nell’indicativo pres.: soddisfo;◙ nel futuro: soddisferò;
◙ nel congiuntivo pres.: soddisfi.
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stare (ausiliare essere)indicativo pres.: sto, stai, sta, stiamo, state, stanno;imperf .: stavo...
pass. rem.: stetti, stesti, stette, stemmo, steste, stettero; futuro: starò...congiuntivo pres.: stia, stia, stia, stiamo, stiate, stiano;imperf .: stessi, stessi, stesse, stessimo, steste, stessero;condizionale pres.: starei...imperativo: sta’ (stai), stia, stiamo, state, stiano;
participio pres.: stante; pass.: stato; gerundio pres.: stando.
Si comportano come ‘stare’ i verbi ristare, soprastare, sottostare.Seguono la coniugazione regolare i composti constare, contrastare,costare, prestare, restare, sostare, sovrastare.
Verbi irregolari della seconda coniugazione
A) in -ére:
cadere (ausiliare essere)indicativo pass. rem.: caddi, cadesti, cadde, cademmo, cadeste,caddero;
futuro: cadrò...condizionale pres.: cadrei...
Come ‘cadere’ si coniugano accadere, decadere, scadere.
dovere (ausiliare avere)
indicativo pres.: devo (debbo), devi, deve, dobbiamo, dovete, devono(debbono);imperf .: dovevo...
pass. rem.: dovei (dovetti), dovesti... futuro: dovrò...congiuntivo pres.: deva, deva, deva (debba), dobbiamo, dobbiate,devano (debbano);imperf .: dovessi...condizionale pres.: dovrei...imperativo: -
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participio pres.: - pass.: dovuto; gerundio pres.: dovendo.
potere (ausiliare avere)indicativo pres.: posso, puoi, può, possiamo, potete, possono;imperf .: potevo...
pass. rem.: potei... futuro: potrò...congiuntivo pres.: possa, possa, possa, possiamo, possiate, possano;imperf .: potessi...condizionale pres.: potrei...imperativo pres.: -
participio pres.: potente (con valore di aggettivo o sostantivo); pass.: potuto; gerundio pres.: potendo.
rimanere (ausiliare essere)indicativo pres.: rimango, rimani, rimane, rimaniamo, rimanete,rimangono;
imperf .: rimanevo... pass. rem.: rimasi, rimanesti, rimase, rimanemmo, rimaneste,rimasero;
futuro: rimarrò...congiuntivo pres.: rimanga, rimanga, rimanga, rimaniamo, rimaniate,rimangano;imperf .: rimanessi...condizionale pres.: rimarrei...imperativo: rimani, rimanga, rimaniamo, rimanete, rimangano;
participio pres.: rimanente; pass.: rimasto; gerundio pres.: rimanendo.
sapere (ausiliare avere)indicativo pres.: so, sai, sa, sappiamo, sapete, sanno;imperf .: sapevo...
pass. rem.: seppi, sapesti, seppe, sapemmo, sapeste, seppero;
futuro: saprò...
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congiuntivo pres.: sappia, sappia, sappia, sappiamo, sappiate,sappiano;imperf .: sapessi...
condizionale pres.: saprei...imperativo: sappi, sappia, sappiamo, sappiate, sappiano;
participio pres.: sapiente (con valore di aggettivo o sostantivo); pass.: saputo; gerundio pres.: sapendo.
tenere (ausiliare avere)indicativo pres.: tengo, tieni, tiene, teniamo, tenete, tengono;imperf .: tenevo...
pass. rem.: tenni, tenesti, tenne, tenemmo, teneste, tennero; futuro: terrò...congiuntivo pres.: tenga, tenga, tenga, teniamo, teniate, tengano;imperf .: tenessi...condizionale pres.: terrei...imperativo: tieni, tenga, teniamo, tenete, tengano; participio pres.: tenente; pass.: tenuto;
gerundio pres.: tenendo.Si coniugano come ‘tenere’ i composti appartenere, contenere,
ottenere, trattenere.
vedere (ausiliare avere)indicativo pres.: vedo...imperf .: vedevo...
pass. rem.: vidi, vedesti, vide, vedemmo, vedeste, videro;
futuro: vedrò...condizionale pres.: vedrei...imperativo: vedi, veda, vediamo, vedete, vedano;
participio pres.: vedente; pass.: visto (veduto); gerundio pres.: vedendo.
Alcuni composti di ‘vedere’ seguono la sua coniugazione, comeavvedersi, intravedere, ma prevedere e provvedere hanno la forma
sincopata al futuro e al condizionale pres.: prevederò, provvederei ecc.
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volere (ausiliare avere)indicativo pres.: voglio, vuoi, vuole, vogliamo, volete, vogliono;imperf .: volevo...
pass. rem.: volli, volesti, volle, volemmo, voleste, vollero; futuro: vorrò, vorrai, vorrà, vorremo, vorrete, vorranno;congiuntivo pres.: voglia, voglia, voglia, vogliamo, vogliate, vogliano;imperf .: volessi...condizionale pres.: vorrei, vorresti, vorrebbe, vorremmo, vorreste,vorrebbero;imperativo pres.: vogli, voglia, vogliamo, vogliate, vogliano;
participio pres.: volente;
pass.: voluto; gerundio pres.: volendo.
B) in -ere:
bere (ausiliare avere)indicativo pres.: bevo, bevi, beve, beviamo, bevete, bevono;imperf .: bevevo...
pass. rem.: bevvi (bevei, bevetti), bevesti, bevve (bevé, bevette),
bevemmo, beveste, bevvero (beverono, bevettero); futuro: berrò...congiuntivo pres.: beva...imperf .: bevessi...condizionale pres.: berrei...imperativo: bevi, beva, beviamo, bevete, bevano;
participio pres.: bevente; pass.: bevuto; gerundio pres.: bevendo.
condurre (ausiliare avere)indicativo pres.: conduco, conduci, conduce, conduciamo, conducete,conducono;imperf .: conducevo...
pass. rem.: condussi, conducesti, condusse, conducemmo, conduceste,condussero;
futuro: condurrò, condurrai, condurrà, condurremo, condurrete, con-
durranno;
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congiuntivo pres.: conduca, conduca, conduca, conduciamo, conduciate,conducano;imperf .: conducessi...
condizionale pres.: condurrei, condurresti, condurrebbe, condurremmo,condurreste, condurrebbero;imperativo: conduci, conduca, conduciamo, conducete, conducano;
participio pres.: conducente; pass.: condotto; gerundio pres.: conducendo.
Seguono la coniugazione di ‘condurre’ i composti addurre,dedurre, introdurre, produrre, ridurre, sedurre, tradurre.
porre (ausiliare avere)indicativo pres.: pongo, poni, pone, poniamo, ponete, pongono;imperf .: ponevo...
pass. rem.: posi, ponesti, pose, ponemmo, poneste, posero; futuro: porrò...congiuntivo pres.: ponga, ponga, ponga, poniamo, poniate, pongano;imperf .: ponessi...condizionale pres.: porrei...imperativo: poni, ponga, poniamo, ponete, pongano;
participio pres.: ponente; pass.: posto; gerundio pres.: ponendo.
Si coniugano come ‘porre’ i composti anteporre, deporre, opporre, supporre.
scegliere (ausiliare avere)indicativo pres.: scelgo, scegli, sceglie, scegliamo, scegliete, scelgono;imperf .: sceglievo...
pass. rem.: scelsi, scegliesti, scelse, scegliemmo, sceglieste, scelsero; futuro: sceglierò...congiuntivo pres.: scelga, scelga, scelga, scegliamo, scegliate,scelgano;imperf .: scegliessi...condizionale pres.: sceglierei...
imperativo: scegli, scelga, scegliamo, scegliete, scelgano;
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participio pres.: scegliente; pass.: scelto; gerundio pres.: scegliendo.
vivere (ausiliare essere; quando è usato transitivamente assumel’ausiliare avere)indicativo pass. rem.: vissi, vivesti, visse, vivemmo, viveste, vissero;
futuro: vivrò...condizionale pres.: vivrei...
participio pass.: vissuto.
Come ‘vivere’ si coniugano anche convivere, sopravvivere.
Verbi irregolari della terza coniugazione
dire (ausiliare avere)indicativo pres.: dico, dici, dice, diciamo, dite, dicono;imperf .: dicevo...
pass. rem.: dissi, dicesti, disse, dicemmo, diceste, dissero; futuro: dirò...
congiuntivo pres.: dica, dica, dica, diciamo, diciate, dicano;imperf .: dicessi...condizionale pres.: direi...imperativo: di’, dica, diciamo, dite, dicano;
participio pres.: dicente; pass.: detto; gerundio pres.: dicendo.
Come ‘dire’ si coniugano benedire, contraddire, disdire, maledire,
predire, ridire, ma nell’imperativo si ha benedici, contraddici,maledici.
morire (ausiliare essere)indicativo pres.: muoio, muori, muore, moriamo, morite, muoiono;imperf .: morivo...
pass. rem.: morii... futuro: morrò (morirò)...congiuntivo pres.: muoia, muoia, muoia, moriamo, moriate, muoiano;imperf .: morissi...
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condizionale pres.: morrei (morirei)...imperativo: muori, muoia, moriamo, morite, muoiano;
participio pres.: morente;
pass.: morto; gerundio pres.: morendo.
offrire (ausiliare avere)indicativo pass. rem.: offersi (offrii), offristi, offerse (offrì), offrimmo,offriste, offersero (offrirono);
participio pres.: offerente; pass.: offerto.
Come ‘offrire’ si coniuga soffrire.
salire (ausiliare essere; quando è usato transitivamente assumel’ausiliare avere)indicativo pres.: salgo, sali, sale, saliamo, salite, salgono;congiuntivo pres.: salga, salga, salga, saliamo, saliate, salgano;imperativo: sali, salga, saliamo, salite, salgano.
udire (ausiliare avere)indicativo pres.: odo, odi, ode, udiamo, udite, odono;imperf .: udivo...
pass. rem.: udii... futuro: udirò (udrò)...congiuntivo pres.: oda, oda, oda, udiamo, udiate, odano;imperf .: udissi...condizionale pres.: udirei (udrei)...imperativo: odi, oda, udiamo, udite, odano;
participio pres.: udente, udiente; pass.: udito; gerundio pres.: udendo.
uscire (ausiliare essere)indicativo pres.: esco, esci, esce, usciamo, uscite, escono;congiuntivo pres.: esca, esca, esca, usciamo, usciate, escano;imperativo: esci, esca, usciamo, uscite, escano.
Come ‘uscire’ si coniuga riuscire.
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venire (ausiliare essere)indicativo pres.: vengo, vieni, viene, veniamo, venite, vengono;imperf .: venivo...
pass. rem.: venni, venisti, venne, venimmo, veniste, vennero; futuro: verrò...congiuntivo pres.: venga, venga, venga, veniamo, veniate, vengano;imperf .: venissi...condizionale pres.: verrei...imperativo: vieni, venga, veniamo, venite, vengano;
participio pres.: veniente; pass.: venuto; gerundio pres.: venendo.
Come ‘venire’ si coniugano avvenire, convenire, divenire, provenire.
USO DEI MODI E DEI TEMPI
Modi finiti
L’indicativo è il modo della realtà, della certezza, della consta-tazione e dell’esposizione obiettiva, o presentata come tale:
Luca parla.
Il congiuntivo è il modo della possibilità, del desiderio o deltimore, dell’opinione soggettiva o del dubbio, del verosimile odell’irreale; viene usato generalmente in proposizioni dipendenti daverbi che esprimono incertezza, giudizio personale, partecipazioneaffettiva:
Non voglio che tu mi mentisca.Il condizionale indica anch’esso fatti, azioni, modi di essere in
cui prevale l’aspetto di eventualità, subordinata a una condizione:Me ne andrei (se potessi).
L’imperativo, infine, è il modo del comando, dell’invito,dell’esortazione, dell’ammonimento, dell’invocazione:
Vattene!
Modi indefiniti
L’infinito indica genericamente l’azione espressa dal verbosenza determinazioni di persona e di numero: studiare, leggere, partire.
Il participio può svolgere sia la funzione di verbo sia quella di
aggettivo o di sostantivo. Il participio presente determina solo il
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numero: insegnante, insegnanti; vedente, vedenti, mentre il participio passato determina sia il numero sia il genere: candidato, candidata,candidati, candidate; nato, nata, nati, nate.
Il gerundio indica un fatto che si svolge in rapporto a un altro,espresso nella proposizione reggente da un verbo di modo finito:Discutevamo passeggiando.
Funzioni e tempi dell’indicativo
L’indicativo è l’unico modo verbale che abbia specificati neisuoi vari tempi, semplici e composti, i tre fondamentali punti diriferimento cronologici in cui un fatto avviene:
– l’anteriorità, nelle sue molteplici articolazioni → imperfetto, passato prossimo, passato remoto, trapassato prossimo, trapassato remoto; – la contemporaneità → presente; – la posteriorità → futuro semplice, futuro anteriore.L’indicativo si adopera sia in frasi indipendenti o principali:
Claudio ha vent’anni.sia in frasi subordinate, cioè dipendenti da altre frasi:
Sono sicuro che Claudio ha vent’anni.L’indicativo ha:
– quattro tempi semplici, formati da un unico elemento: – il presente: amo, credo, parto, finisco; – l’imperfetto: amavo, credevo, partivo, finivo; – il futuro: amerò, crederò, partirò, finirò; – il passato remoto: amai, credei (credetti), partii, finii;
– quattro tempi composti, formati da due elementi: – il passato prossimo, formato dall’indicativo presente
dell’ausiliare seguito dal participio passato del verbo da formare:ho amato / creduto / finito; sono partito;
– il futuro anteriore, formato dall’indicativo futurodell’ausiliare seguito dal participio passato del verbo da formare:avrò amato / creduto / finito; sarò partito;
– il trapassato prossimo, formato dall’indicativo imperfettodell’ausiliare seguito dal participio passato del verbo da formare:avevo amato / creduto / finito; ero partito;
– il trapassato remoto, formato dal passato remotodell’ausiliare seguito dal participio passato del verbo da formare:
ebbi amato / creduto / finito; fui partito.
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Il presente indica il fatto, l’azione, il modo di essere che sisvolgono o sussistono nel momento stesso in cui si parla:
Faccio una passeggiata.
Il presente è dunque il tempo della contemporaneità e corrispondead un’ideale sovrapposizione tra il momento dell’enunciazione e ilmomento dell’avvenimento; ma si tratta di una contemporaneitàrelativa, da mettere in rapporto a un punto di riferimento cronologicoche si può collocare anche nel futuro:
Domani faccio una passeggiata.Spesso il presente esprime la consuetudine, l’iterazione, la rego-
larità con cui si verificano determinati fatti:
Vedo Alberto tutti i giorni.Il rapido per Napoli parte alle quindici.o indica un’attitudine del soggetto:
Franco parla il tedesco.Inoltre il presente è in grado di significare ciò che si avvera
sempre, le verità atemporali:La luna gira intorno alla terra.
Nei proverbi e negli aforismi il presente vuole indicare appuntola perenne validità di quanto viene affermato:
Il lupo perde il pelo ma non il vizio.Il presente storico vuole far rivivere il passato, serve dunque a
conferire maggiore efficacia alla narrazione dei fatti, ad attualizzarli:Leopardi nasce a Recanati nel 1798.
L’imperfetto esprime la durata o la ripetizione nel passato: La pioggia cadeva ininterrottamente da due giorni.Venivano a trovarci quasi tutte le settimane.
Dal punto di vista aspettuale l’imperfetto indica un’azioneincompiuta nel passato:
Ieri tornavo a casa quando ho incontrato Gianni. Nelle narrazioni, l’imperfetto costituisce il tempo della descrizione
per eccellenza. Esso si presta infatti a rappresentare scene statiche, incui tutti gli elementi sono collocati sul medesimo piano temporale:
La stazione era deserta. Carla indossava un soprabito scuro.L’orologio segnava le venti e trenta.
L’imperfetto può descrivere luoghi e personaggi o può delineare
stati di cose. Infine esso può assumere valori aspettuali propri del
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passato remoto, come avviene con il cosiddetto imperfetto narrativo,caratteristico della lingua letteraria e dei resoconti giornalistici:
Al ventesimo minuto della ripresa il centravanti metteva in rete.
Talvolta l’imperfetto può assumere valori modali diversi daquelli propri dell’indicativo. Si possono distinguere:
– un imperfetto ipotetico: Facevi meglio a stare zitto.Quest’uso è comune soprattutto nel parlato; in una varietà più
formale di lingua troviamo invece il condizionale passato: Avresti fatto meglio a stare zitto.
– un imperfetto irreale: Poi entravo in un’enorme sala a specchi:dopo alcuni secondi le pareti iniziavano a muoversi verso di me...
In questa frase il tempo serve a sottolineare un distacco dalla
realtà, la creazione di un universo fittizio, ed è tipico delle narrazionidi sogni o della trama di un’opera letteraria.Esiste poi il cosiddetto imperfetto ludico, comune nelle affabulazionidei bambini: Allora, facciamo che io ero il papà e tu la mamma.
– un imperfetto attenuativo: – Cosa desiderava, signora? – Mah, volevo due etti di prosciutto.
Si ricorre a questo tipo di imperfetto in particolare con il verbo‘volere’ e sinonimi, per conferire un tono di cortesia o di attenuazionedel valore iussivo di una richiesta.
Il passato remoto indica un’azione conclusa nel passato. Nella frase:
Moravia scrisse Gli indifferenti dal 1925 al 1928.il passato remoto mette in rilievo l’inizio e la fine dell’azione.
Nella lingua contemporanea il passato remoto vieve spesso,sostituito dal passato prossimo. Si noti che l’uso del passato prossimoè tipico dell’Italia settentrionale, mentre nel meridione si ricorre al
passato remoto anche con riferimento a fatti avvenuti in un tempomolto vicino presente: Arrivai un quarto d’ora fa.
Il passato prossimo esprime un fatto compiuto nel passato, mache ha una qualche relazione col presente, o perché l’evento descritto perdura nel presente:
Due giorni fa ho preso una brutta influenza (e ancora ne soffro).o perché gli effetti dell’evento descritto perdurano nel presente:
Ho imparato l’inglese durante un soggiorno di studio negli
Stati Uniti.
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Il passato prossimo può equivalere in qualche caso a un futuroanteriore, presentando il fatto come compiuto nel futuro, anche senzal’accompagnamento di avverbi o di locuzioni avverbiali:
Un ultimo sforzo e ho finito. (= avrò finito)Il trapassato prossimo e il trapassato remoto
Il trapassato prossimo indica un fatto del passato, anteriore aun altro fatto pure del passato:
Mi ero appena addormentato, quando bussarono alla porta.Anche il trapassato prossimo può assumere valori modali diversi
da quelli propri dell’indicativo: – il trapassato prossimo ipotetico è usato nell’apodosi del
periodo ipotetico, in luogo del condizionale passato:Se non mi fossi ammalato, a quest’ora avevo già terminatogli esami.
– il trapassato prossimo attenuativo:Buongiorno, ero venuto per chiederle una cortesia.
Il trapassato remoto indica un fatto anteriore al passato remoto.Il trapassato remoto ha un uso più limitato del trapassato prossimo eoggi si trova solo nelle proposizioni temporali introdotte da ‘quando’,
‘dopo che’, ‘non appena’, ‘appena (che)’: Non appena se ne fu andato, vennero a cercarlo.
Il futuro semplice e il futuro anteriore
Il futuro semplice indica un fatto che deve ancora verificarsi ogiungere a compimento:
Terminerò il lavoro entro una settimana.Il futuro semplice può assumere valore di imperativo:
Farete esattamente come vi ho detto.
Il futuro anteriore indica un evento futuro, anteriore a un altro pure del futuro; è quindi una sorta di “passato nel futuro”:
Quando lo avrai visto, te ne renderai conto. Sia il futuro semplice sia il futuro anteriore possono assumere
valori modali, possono indicare un dubbio, una supposizione o unadeduzione del parlante:
Hanno bussato alla porta, sarà Marco.A occhio e croce questa pizza peserà due etti.
Quando è iniziato lo spettacolo saranno state le nove.
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Funzioni e tempi del congiuntivo Il congiuntivo presenta un’azione, una situazione o un fatto
come incerti, sperati, possibili, dubbi e comunque legati a
♦ un’opinione: Credo che Claudio abbia circa vent’anni.♦ un desiderio o una volontà personale: Spero / Voglio che mi
diciate la verità.E’ un modo tipico delle frasi subordinate, ma può incontrarsi
anche in alcuni tipi di frasi indipendenti.Il congiuntivo ha: – due tempi semplici, formati da un unico elemento:
– il presente: ami, creda, parta, finisca;
– l’imperfetto: amassi, credessi, partissi, finissi; – due tempi composti, formati da due elementi: – il passato, formato dal congiuntivo presente dell’ausiliare
seguito dal participio passato del verbo da formare: abbia amato/ creduto / finito; sia partito;
– il trapassato, formato dal congiuntivo imperfettodell’ausiliare seguito dal participio passato del verbo da formare:avessi amato / creduto / finito; fossi partito.I due tempi semplici si usano con riferimento al presente; i due
tempi composti si usano invece con riferimento al passato.Funzioni e tempi del condizionale Nelle frasi principali, il condizionale esprime una conseguenza
all’interno di un’ipotesi:Se ci fosse un bel film, andrei volentieri al cinema.
Più raramente esso si adopera: – per attenuare ● una richiesta: Vorrei del prosciutto.
● un’affermazione: Sarebbe meglio non farlo.
– per esprimere ◙ un dubbio: Che dovrei fare?◙ un desiderio: Quanto mi piacerebbe rivederla!
Il condizionale ha due tempi: – il presente, semplice: amerei, crederei, partirei, finirei; – il passato, composto, formato dal condizionale presente
dell’ausiliare seguito dal participio passato del verbo da formare: avreiamato / creduto / finito; sarei partito.
Col presente si indica l’eventualità nel presente, col passato
l’eventualità nel passato.
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In alcune frasi subordinate, il condizionale passato si adopera per esprimere l’idea del ‘futuro nel passato’:
Tanto tempo fa Marco mi aveva promesso che sarebbe venuto
a trovarmi.Funzioni e tempi dell’imperativoL’imperativo si usa per: – ordinare: Parla! – rimproverare: Vergognatevi! – invitare: Vieni a cena da noi! – pregare: Abbi pietà!L’imperativo ha solo due persone, la seconda singolare e plurale,
e solo un tempo, il presente. Nella forma negativa, la seconda personasingolare si esprime con l’infinito presente preceduto dalla negazione‘non’: Non correre!
Funzioni e tempi dell’infinitoL’infinito ha caratteri a metà tra il verbo e il nome:a) è il verbo di quasi tutte le frasi subordinate implicite: oggettive,
soggettive, interrogative indirette, causali, temporali, finali, consecutive;e di alcune frasi indipendenti che esprimono:
– un dubbio: Che fare? – un’esclamazione: Tu, farmi questo! – un ordine o un’istruzione: Tenere la destra! – un desiderio: Ah, saperlo prima! b) preceduto o no dall’articolo o da una preposizione, può essere
un nome:Mi piace tanto (il) cantare. (= il canto)Ho sempre avuto la passione di cantare. (= del canto)
L’infinito ha due tempi:
– il presente: amare, credere, finire, partire; – il passato, formato dall’infinito presente dell’ausiliare seguito
dal participio passato del verbo da formare: avere amato / creduto /finito; esser partito.
Il presente indica un rapporto di contemporaneità o di posterioritàrispetto al tempo del verbo della reggente:
Dicedi conoscerlo.
Diceva
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Il passato indica un rapporto di anteriorità:
Dice
di averlo conosciuto.DicevaPreceduto dalla negazione ‘non’, l’infinito presente può acquistare
il valore di imperativo: Non dire sciocchezze!
Ha lo stesso valore, anche senza la negazione, in avvisi, cartelli,insegne:
Tenere la destra!Gettare i rifiuti nel cestino!
Spesso l’infinito presente svolge la funzione di sostantivo:Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare.
e si pensi a infiniti come dovere, piacere, avere, transformatisiin sostantivi forniti anche di plurale: il dovere – i doveri, il piacere – i piaceri, l’avere – gli averi.
L’infinito presente è la ‘forma di citazione’ del verbo, cioè quella,riportata nel vocabolario, che convenzionalmente rappresenta tutte leforme di un determinato verbo.
Funzioni e tempi del participioIl participio ha due tempi:
– il presente: amante, credente, partente; – il passato: amato, creduto, partito, finito.
Il participio presente, che non si adopera con tutti i verbi, si usaquasi esclusivamente come:
– aggettivo: E’ stata una partita entusiasmante. – nome: E’ un cantante di musica leggera.
Come gli aggettivi in -e, il participio presente ha una forma per il maschile e il femminile singolare e una per il maschile e il fem-minile plurale: amante, amanti.
Il participio presente è usato sempre più raramente nel suovalore verbale. Con valore verbale esso si ritrova oggi soltanto nellalingua burocratica, che si compiace spesso di un tono ricercato:
Imprese fruenti del regime di contabilità semplificata. (= chefruiscono)
Il participio passato si comporta, invece, come gli aggettivi in
-o: amato, amata, amati, amate, e si adopera:
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1. per formare i tempi composti di tutti i verbi, e in questo casosegue i verbi ausiliari ‘avere’ o ‘essere’: ho amato, sono partito;
2. per formare i verbi passivi, e in questo caso segue i verbi
‘essere’ o ‘venire’:La carne è / viene evitata da molte persone.
3. in vari tipi di subordinate: – causali: Tranquillizzatosi, il bambino smise di piangere. – ipotetiche: Il vino, bevuto con moderazione, non fa male. – concessive: Benché ferito, continuò a combattere. – temporali: Appena arrivato, mi sono messo a dormire. – relative: Non ho ancora ricevuto la lettera spedita da Maria.
Il participio passato può avere spesso funzione di aggettivo o disostantivo: il candidato eletto; uno sconosciuto.
Concordanza del participio passato▪ Quando è accompagnato dall’ausiliare ‘essere’, il participio
passato concorda in genere e numero con il nome cui si riferisce:Tua madre è venuta ieri.
ma con i verbi transitivi pronominali o riflessivi apparenti il participio può concordare sia con il soggetto sia con il complemento oggetto:
I ragazzi si sono lavati (o lavate) le mani.▪ Quando è accompagnato dall’ausiliare ‘avere’, il participio
passato rimane di solito invariato:Monica ha comprato due gonne.
Tuttavia, se è preceduto dal complemento oggetto, il participio passato può concordare con questo in genere e numero:
Le due gonne che Monica ha comprate sono rosse.(ma è più comune la forma invariata, ha comprato)
La concordanza con il complemento oggetto è però obbligatorianel caso in cui questo sia rappresentato dai pronomi lo, la, li, le:Maura ha visto due gonne e le ha comprate.
Funzioni e tempi del gerundioIl gerundio ha due tempi: – il presente: amando, credendo, partendo, finendo; – il passato, formato dal gerundio presente dell’ausiliare seguito
dal participio passato del verbo da formare: avendo amato / creduto /
finito; essendo partito.
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Il gerundio presente serve a formare le perifrasi verbali: – ‘andare’ + gerundio → Il tempo va migliorando. – ‘stare’ + gerundio → Sto studiando.
che esprimono un’azione progressiva e durativa, considerata cioè nelsuo progredire e nella sua durata.Molti gerundi presenti hanno subito un processo di nomina-
lizzazione: laureando, reverendo e, nel linguaggio musicale, crescendo,diminuendo.
Il gerundio passato non è molto usato:Avendo studiato è stato promosso.
In genere viene sostituito con frasi esplicite:E’ stato promosso perché ha studiato.
Il gerundio si trova solo in proposizioni subordinate: – ipotetiche: Andando di questo passo, non arriveremo mai. – causali: Avendo pagato in contanti, ha diritto a un omaggio. – concessive: Pur avendo studiato, non ho superato l’esame. – temporali: Attraversando la strada ho visto un cane. – modali: Perché parli muovendo tanto le mani?
Esercizi
1. Indica se i verbi in corsivo sono transitivi (T) o intransitivi (I):L’atleta ha ottenuto una meritata vittoria. (...) Dopo la lezione
andremo al cinema. (...) Ho visitato diverse città, (...) ma amosoprattutto la mia. (...) In quella località di montagna trascorremmogiorni tranquilli. (...) Gli dei greci risiedevano sul monte Olimpo. (...)Sono entrato in quella associazione culturale di recente. (...) Hotelefonato a Sandro ma non può venire. (...) Marco ha comprato unamoto nuova. (...) Quei due ragazzi ridono sempre per niente. (...)
2. Completa le seguenti frasi con un complemento oggetto, se iverbi sono transitivi, o con un complemento indiretto, se sonointransitivi:
Mario scese __________ a precipizio. Luigi è arrivato __________ in ritardo e il maestro lo ha rimproverato. Ho fatto __________ talmente spaventoso che mi sono svegliato di soprassalto.Mangiai __________ e subito scesi in cortile a giocare. Paola ha
dormito questo pomeriggio soltanto __________ .
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3. Volgi al passivo le seguenti frasi:I contadini tagliano il fieno. Il giudice ritenne la testimonianza
poco convincente. Il nevischio aveva reso le strade viscide e
pericolose. L’incendio ridusse in cenere alcuni ettari di bosco. Unrumore improvviso spaventò il bambino. Quell’episodio ci hacommossi. I gas di scarico delle auto rovinano i monumenti.
4. Trasforma in attive le seguenti frasi passive:Roberto è stato visto da noi in televisione. In quel paesino di
montagna molte case sono state abbattute dal terremoto. Oggi siamotutti assediati dalla pubblicità televisiva. Al traguardo il corridore fu
applaudito da numerosi tifosi. Da uno spettatore fu rivolta unadomanda interessante al conduttore della trasmissione. E’ statoinaugurato dal Rettore il nuovo anno accademico. La notizia era stataconfermata da fonti autorevoli. E’ stato dimenticato da tutti, ma nonda te. Il castello fu circondato dall’esercito nemico. La città di Torinoè attraversata dal Po.
5. Distingui nelle seguenti frasi i verbi riflessivi propri (P),
apparenti (A), reciproci (R):Dopo l’incidente i due automobilisti si insultarono
pesantemente. (...) Maria si guarda spesso allo specchio. (...) Cisalutammo con le lacrime agli occhi. (...) Luigi si veste sempre conmolta eleganza. (...) La lepre si nascose tra i cespugli. (...) Alla finedella vacanza i due amici si scambiarono gli indirizzi. (...) Mettiti pureuno dei miei abiti. (...) Sono contento che tu e Andrea vi siateriappacificati. (...) Ti sei procurato quel libro? (...) I paracadutisti si
sono lanciati dall’aereo. (...)
6. Nelle frasi che seguono sottolinea diversamente i verbi dimodo finito e indefinito:
E’ assorbito dal lavoro al punto da non avere neppure il tempo ditelefonarle. Non fare storie e finisci quel compito! Da casa a scuolacamminavo con lo sguardo basso osservando le foglie gialle cadute per terra. A sbagliare sono i più piccoli, così il gioco ricomincia
sempre da capo.
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7. Distingui i tempi semplici da quelli composti, poi di ciascunverbo indica la persona e il numero:
Per l’emergenza hanno stanziato centinaia di milioni. Non ha
voluto neppure ascoltarmi. Crediamo poco alle vostre promesse. Levacanze sono finite da pochi giorni. Per quanto a lungo avessiaspettato, lei non sarebbe tornata. Il giorno seguente ci alzammo alletre del pomeriggio. Immediatamente il suo viso assunse un’espres-sione di sconfinata tristezza.
8. Scegli la forma esatta di ausiliare tra le due alternative incorsivo:
Ho aiutato quel giovane perché __________ avevo avuto / avevo fiducia in lui. Se __________ avrei / avessi avuto timore, non __________ avrei / avessi neppure iniziato quell’impresa. Dopo che __________ ebbe / aveva superato la crisi, fu dimesso dall’ospedale.Perché __________ hai / avesti quell’espressione così severa? Stofacendo qualcosa di male? Ho l’impressione che qualcuno __________ ha / abbia bussato alla porta. Abbiamo temuto che tu __________ avevi / avessi smarrito la strada. Se lo __________ avessi / avrei saputo, non __________ avessi / avrei parlato. Dubito che tu
__________ sei stato / sia stato riconosciuto.9. Scegli l’ausiliare adatto:Anna e Rita __________ hanno / sono voluto partecipare alla
cerimonia. La sirena della fabbrica __________ aveva / era suonato etutti gli operai si diressero nei vari reparti. Ho fatto di tutto per aiutarti,ma non __________ ha / è servito a niente. Il piccolo Franco ___________ aveva / era dormito per diverse ore. Non __________ ho / sono potuto venire perché avevo preso un altro impegno. Da un
po’ di tempo i prezzi sono / hanno saliti alle stelle. __________ Sono / Ho corso all’impazzata, ma non __________ sono / ho riuscito araggiungerti. L’alpinista si __________ era / aveva arrampicato sulla parete rocciosa.
10. Completa le seguenti frasi coniugando il verbo tra parentesi:Scoprì l’assassino quando (leggere) __________ tutto il
romanzo. Ogni anno i miei amici (trascorrere) __________ le vacanzein montagna. All’età di dieci anni Luciano (avere) __________ un
incidente con la bicicletta. Stanno (accadere) __________ cose molto
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strane. L’autobus arrivò al capolinea e (scendere) __________ anchegli ultimi passeggeri. Prima di trasferirmi a Milano, (abitare) __________ a Torino. Esprimerò la mia opinione dopo che
(esaminare) __________ attentamente tutta la pratica. Federica ha portato alla zia una torta che (preparare) __________ ieri sera.(Chiudere) __________ la porta e vieni a sederti accanto a me! Tisono grato perché mi (aiutare) __________ in quella difficilecircostanza.
11. Sottolinea diversamente i verbi impersonali che indicanofenomeni meteorologici e quelli costruiti personalmente ma usati insenso figurato:
I fiumi sono quasi in secca perché non piove da parecchi mesi.Devi spendere meno: i soldi non piovono dal cielo! Se continua anevicare così, domani le strade saranno impraticabili. Quando Alessiotornò a casa, lo tempestarono di domande. Siamo andati a dormire chegià albeggiava.
12. Trasforma le seguenti frasi in impersonali:La gente è sempre pronta a criticare. Gli attori debutteranno con
una commedia di Pirandello. Noi non vogliamo disturbare. Noi non civediamo molto spesso, ma ci sentiamo tutti i giorni per telefono. Iragazzi hanno discusso a lungo di problemi d’attualità. La direzione prega di non fumare. Noi ci siamo accorti troppo tardi del pericolo.
13. Nelle frasi seguenti individua e sottolinea i verbi servili:Vorrei aiutarti, ma ormai è troppo tardi. Stavamo per andar via
quando tu arrivasti. Chi va in moto deve mettere il casco. Ma chi puòaver detto una simile calunnia? Non avete voluto ascoltarmi: adessoarrangiatevi! I ragazzi hanno deciso di incontrarsi al più presto. Nonsono mai riuscito a dirgli quello che provavo. Ti sei dovuto arrendereall’evidenza dei fatti.
14. Volgi al passato remoto i verbi delle seguenti frasi:I miei figli si dolgono per le tue dolorose vicende. Il sacerdote
assolve i fedeli. Gli operai addetti agli altiforni fondono i metalli. Ilcorteo si muove lentamente nelle vie del centro. La corda si rompe per
il peso eccessivo. I vostri discorsi persuadono tutti. Proteggo i miei
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familiari e mi stringo a loro nei momenti difficili. Appendiamo gliabiti e riponiamo la roba nei cassetti.
15. Coniuga al modo e al tempo richiesti i verbi tra parentesi:Io credo che una brava persona trovi sempre chi la (apprezzare)
__________. Il guidatore (scorgere) __________ un’ombra e rallentòla corsa. Credo che tu (sapere) __________ qual è il tuo dovere. Se tu(svolgere) __________ almeno un altro esercizio avresti meritato lasufficienza. Nel 1804 Napoleone (cingere) __________ a Parigi lacorona imperiale. Chiedo a tutti che (uscire) __________ e mi lascinosolo! Appena lo vidi lo (riconoscere) __________ . Se puoi, (venire) __________ con me in bicicletta? Se tu fossi stato meno superbo, ti(aiutare) __________ con tutto il cuore. Mi sembrava che le cose(stare) __________ in questo modo. Gli regalai un libro che gli(piacere) __________ molto. (Uscire) __________ da qui e non farti più vedere! Ieri Andrea (apprendere) __________ alcune novità cheoggi ti possono interessare. Voglio che voi (ascoltare) __________ tutto quello che ho da dire sul vostro comportamento. Sebbene(essere) __________ timido, riuscì a sostenere la sua tesi.
16. Completa i seguenti periodi scegliendo tra le forme verbaliquella che ritieni opportuna in relazione al contesto:
(Vieni / verresti / verrai) con me, se te lo chiedessi per favore?Lascerò tutti i miei impegni e (vengo / sono venuto / verrò) con voi ateatro. E’ opportuno che (esaminate / esaminiate / esaminereste) benetutta la documentazione. Chiedigli perché da un po’ di tempo (è / è
stato / era stato) sempre scontento di tutto. Quando uscì di casa,
(accorse / si accorse / si accorgeva) di aver dimenticato il portafoglio.Ti prometto che tra qualche giorno ti ( porterò / avrò portato / portavo)con me al mare. Io (dica / dicessi / dico) di accettare la proposta: e voi,che cosa ne pensate? Ti ( scriverò / scrivo / ho scritto) tante volte, manon mi hai mai risposto. Gli anziani spesso dimenticano i fatti piùrecenti, mentre (ricorderanno / avevano ricordato / ricordano) quelliche sono accaduti molti anni fa. Quando caddero le prime gocce di pioggia, i ragazzi (rifugiarono / si rifugiarono / si rifugiano) sotto una
pensilina.
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17. Completa queste frasi coniugando il verbo ad un modoindefinito:
Dopo (ascoltare) __________ le tue parole, non posso fare a
meno di disapprovarti. Ti rimprovero per (trascurare) __________ gliamici. Sono certo di non (vedere) __________ quel tale prima d’ora.(Stare) __________ così le cose, non mi resta che accettare. Tempo(permettere) __________, questa domenica andremo al mare. (Sapere) __________ l’esito degli esami, mi precipitai subito a casa di Marco per (rallegrarsi) __________ con lui. I parenti si recarono tutti alcapezzale del vecchio nonno (morire) __________.
18. Correggi gli errori relativi alla concordanza del participio passato:
La mia birra, chi l’ha bevute? Dove avete sistemati queglioggetti antichi? Ho inventata una nuova ricetta gastronomica. Chi ti hadati tutti quei libri? Carolina è stata derubato del portafogliosull’autobus.
19. Analizza i verbi che compaiono nel seguente brano:«Avevamo detto a Cesarino che saremmo andati a trovare la
nonna e il nonno. Cesarino aveva sei anni, allora; era contento diandare in treno, e non sapeva che si può viaggiare una notte intera per trovare un paese, una casa, una finestra dove si affaccia gente che sileva quando noi ci leviamo, e qualche volta, nella giornata, capita chenoi e loro facciamo gli stessi atti come se fossimo mossi dagli stessifili. Io feci un lungo discorso a Cesarino per dirgli che il nonno eramio padre, che io gli volevo bene come lui Cesarino ne voleva a me.Era contento di partire...»
(Corrado Alvaro, L’amata dalla finestra)
20. Traduci in romeno:«Del presente non sapevano nulla; ma il passato lontano era
tutto un libro aperto. Lo sfogliavano, e godevano. Due ricordi, piùdegli altri, le deliziavano.
Il ricordo del ballo. Settantacinque, ottanta anni prima. Eccoletutt’e due, Eligia e Nicoletta, nel salotto da ricevere della vecchia casadi Eligia. Ci sono le poltrone di peluche rosso; ad angolo il pianoforte;nel mezzo della stanza il tavolino tondo; sul tavolino, in centro, il gran
lume panciuto di bronzo; tutt’intorno al lume, in bell’ordine, le tazzine
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di porcellana, bianca e oro, del servito da caffè per ventiquattro. Lazia Eufrasia è al piano, Eligia e Nicoletta ballano. Il pavimento tremaun poco, e ballano pure le ventiquattro tazzine da caffè. Al ricordarsi
delle ventiquattro tazzine che ballano al suono del pianoforte, ridonoancora, la centenaria e la sua “giovane” amica, quasi con le vocetteacute d’allora.
L’altro ricordo è del colera del ‘37. Migliaia e migliaia di morti,le strade vuote, i balconi chiusi. Di tanto in tanto un orribile carro passa per la strada e si ferma; il carrettiere alza il capo verso i balconi,e grida, facendo della mano tromba alle labbra: – Chi ha morti? – Un balcone si apre, un orribile involto cade sul lastrico.
– Chi ha morti? – ripetono a gara donna Eligia e Nicoletta,ricordando. – Quanto tempo abbiamo passato! – dice donna Eligia.E ridono tutte e due.»
(Giuseppe Antonio Borgese)
21. Traduci in italiano: Nu se mai auzea nici un zgomot, nu mai ieşea nici o albină, iar
Michelino, f ăr ă să poată nici măcar striga, dădu un pas înapoi, dar
chiar în acel moment ieşi afar ă un nor negru, cu un zgomot asurzitor:erau toate albinele care înaintau spre el: ce sperietur ă!
Dacă eu aş fi frumoasă ca tine, dar mai ales aşa de tânăr ă ca tine,m-aş duce în toate serile la teatru sau la cinematograf, m-aş aşeza într-o lojă elegantă şi aş sta acolo ca să fiu admirată de spectatori, cu ofloare albastr ă în părul blond.
Zorile şi apusul sunt minunate aici, este un miracol să poţi să leadmiri, cerul colorează totul în roşu, norişorii au mii de nuanţe, în
timp ce un vânt cald vine dinspre deşert aducând cu sine nori de nisip:ce frumos ar fi dacă s-ar putea vedea şi puţină ză padă!
Într-o zi se duse să-şi caute rudele şi când în sfâr şit le întâlni, le povesti toate necazurile sale, rugându-le în acelaşi timp să facă cevacare să pună capăt săr ăciei sale.
Mulţi, dacă m-ar fi auzit vreodată, ar fi spus poate că sunt nebunde legat, că nu trebuie să mă preocupe nimic decât viaţa mea, numaică eu mă gândesc deja la asta, de aceea în fiecare zi nu fac altceva
decât să mă plimb, să citesc, să scriu: ţi se pare puţin?
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L’AVVERBIO
E’ la parte invariabile del discorso che modifica o precisa il
significato di una frase o di un suo componente. L’etimologia di questa parola sottolinea la sua funzione prevalente, quella di determinare ilsignificato di un verbo:
Sto bene. Parla poco. Torniamo subito.In realtà questa funzione è molto limitativa; l’avverbio serve a
determinare varie altre unità grammaticali: – un nome: Ho paura soprattutto delle malattie. – un pronome: Mi fa piacere specialmente per te.
– un aggettivo: Sei troppo severo con te stesso. – un altro avverbio: E’ veramente tardi. – o un’intera frase: Purtroppo non ho finito. Negli ultimi anni gli studiosi hanno cercato di ridefinire questa
parte del discorso in cui sono confluite forme di diversa origine efunzione:
– forme ereditate dal latino: sotto da SUBTUS; – locuzioni avverbiali: a lungo, di continuo;
– sintagmi che un tempo erano composti di più elementi:dappertutto (da per tutto); – parole-frasi: ecco!, finalmente!; – elementi capaci di indicare il “modo” con cui il parlante
giudica il proprio discorso: forse, indubbiamente, certo; si parla in talcaso di «modalizzatori»;
– particelle che si pongono prima o dopo il verbo: ci, vi (convalore locativo), ne;
– «connettivi», cioè elementi che realizzano la coesione di untesto: allora, appunto, insomma.
Recentemente gli studiosi hanno tentato una classificazione degliavverbi in tre gruppi:
1. avverbi che hanno un raggio d’influenza più ampio della frasesingola:
Dunque, non posso essere d’accordo. (‘dunque’ rinvia al dis-corso precedente)
2. avverbi che hanno un raggio d’influenza su tutta la frase:
Certamente Carlo partirà domani con l’aereo.
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3. avverbi che hanno un raggio d’influenza solo su una partedella frase:
Ugo ha parlato chiaramente. (‘chiaramente’ si riferisce solo
al verbo)FormeA seconda di come si formano, gli avverbi si distinguono in:1. avverbi semplici, hanno forma propria, autonoma: bene, forse,
già, male, poco, sempre, sopra;2. avverbi derivati, derivano da un’altra parola, trasformata con
l’aggiunta di un suffisso:a) gli avverbi derivati da aggettivi, che sono la maggioranza, si
formano aggiungendo il suffisso -mente:▪ alla forma femminile degli aggettivi in -o: attenta →
attentamente;▪ all’unica forma singolare degli aggettivi in -e: veloce →
velocemente;▪ se l’ultima sillaba di questi aggettivi è -le / -re, si elimina la
vocale finale:general(e) → generalmente, celer(e) → celermente;
Forme particolari sono: benevolmente, leggermente, ridicolmente,violentemente, altrimenti, parimenti.
b) gli avverbi derivati da nomi o da verbi si formano aggiungendoalla radice del nome o del verbo il suffisso -oni: ginocchio →
ginocchioni; tentare → tentoni.Essi indicano di solito una particolare posizione del corpo: bocca
→ bocconi; ciondolare → ciondoloni; dondolare → dondoloni; penzolare → penzoloni; ruzzolare → ruzzoloni; tastare → tastoni.
Quel bambino tiene le braccia ciondoloni.
Alcuni di questi avverbi si usano anche con la preposizione ‘a’:a tastoni.Tra i due suffissi, -oni è poco produttivo, ma -mente è ancora
produttivo, in quanto può entrare nella formazione di nuovi avverbi.3. avverbi composti, risultano dalla fusione di due o più parole
diverse (si tratta, in origine, di locuzioni avverbiali): talvolta (talvolta), davvero (da vero), dappertutto (da per tutto):
Dovevi almeno dirmelo.4. locuzioni avverbiali, combinazioni di parole equivalenti a un
avverbio: alla svelta = rapidamente, di nascosto = nascostamente.
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Si alzò all’improvviso un forte vento.Si noti che una locuzione avverbiale può spesso essere sostituita
con un avverbio.
Le locuzioni avverbiali sono in genere formate:a) con una preposizione: in passato, da lontano; b) con due preposizioni: a mano a mano, a poco a poco;c) con le preposizioni ‘di ... in’: di bene in meglio, di tanto in
tanto;d) con la preposizione articolata ‘alla’ seguita da un aggettivo
femminile: all’antica, alla svelta;e) raddoppiando ▪ un nome: passo passo;
▪ un aggettivo: zitto zitto;▪ un avverbio: così così.
Funzione
A seconda del significato e della funzione che hanno, possonoessere:
1. avverbi e locuzioni avverbiali di modo (o qualificativi), precisano il modo in cui si svolge un’azione:
Ha lavorato scrupulosamente.oppure esprimono un punto di vista dal quale si esamina un fatto:
Sinceramente non so che dire.Appartengono a questa categoria:a) gli avverbi in -mente: attentamente, calorosamente, lievemente,
precisamente; b) gli avverbi in -oni: cavalcioni, penzoloni;c) gli avverbi che derivano direttamente da un aggettivo
qualificativo maschile singolare: parlare chiaro, rispondere giusto;
d) altri avverbi: bene, insieme, invano, male, volentieri;e) le locuzioni avverbiali: alla svelta, a più non posso, di solito,
in fretta, in un batter d’occhio.
2. avverbi e locuzioni avverbiali di tempo, precisano il tempodi svolgimento di un’azione:
Ho sempre lavorato.e specificano il momento in cui si verifica, si è verificato o si verificheràun fatto:
Carla arriverà domani.
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Appartengono a questa categoria:a) gli avverbi: adesso, allora, ancora, domani, dopo, dopodomani,
finora, già, ieri, mai, oggi, ora, poi, presto, prima, sempre, spesso,
talora, talvolta, tardi, tuttora.L’avverbio ‘mai’ è usato talora nel significato di ‘qualche volta’:Se mai capiti a Roma, vieni a trovarmi.
Più spesso serve a rafforzare la negazione: Non obbedisce mai.Con valore negativo si usa anche in: – espressioni ellittiche: Questo mai! – frasi enfatiche, prima del verbo: Mai che arrivi puntuale! – risposte, da solo: – Ti arrendi? – Mai! b) le locuzioni avverbiali: un giorno, un tempo, una volta,
all’improvviso, di frequente, di buon ora, d’un tratto, d’ora in avanti,di quando in quando, fra poco, in futuro, in un batter d’occhio, nel
frattempo, per sempre.Attenzione alle seguenti locuzioni:numerale + nome indicante tempo + fa / or sono → due giorni
fa; due giorni or sono;tra / fra / di qui a + numerale + nome indicante tempo → fra
due giorni; di qui a due giorni.Per esprimere l’arco di una giornata, l’italiano ha a disposizione
la serie:l’altro ieri (ieri l’altro) → ieri → oggi → domani → dopodomani
(domani l’altro, posdomani, lett.).
3. avverbi e locuzioni avverbiali di luogo, precisano il luogo disvolgimento di un’azione:
Dentro giocano a carte.specificano la collocazione di un oggetto nello spazio, la sua posizionerispetto agli interlocutori:
Il libro è là.Appartengono a questa categoria:a) gli avverbi: altrove, contro, dappertutto, davanti, dentro,
dietro, dinanzi, dovunque, fuori, giù, indietro, intorno, là, laggiù,lassù, là sopra, là sotto, lì, lontano, oltre, ovunque, presso, qua,quaggiù, quassù, qua sopra, qua sotto, qui, sopra, sotto, su, vicino;
– ‘qui’, ‘qua’ e i composti qua sopra, quaggiù indicano un luogovicino a chi parla;
– ‘lì’, ‘là’ e i composti laggiù, lassù indicano un luogo distante
sia da chi parla sia da chi ascolta.
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Si tratta di elementi deittici, che servono a collocare l’enunciatoo i suoi componenti entro precise coordinate spaziali:
– ‘lì’ e ‘qui’ indicano di preferenza un luogo puntuale:
Ha compiuto un salto da qui a lì. – ‘là’ e ‘qua’ si riferiscono invece ad un’intera area:L’ho visto di là dal ponte.
Anche le particelle ci, vi, ne possono essere usate come avverbidi luogo:
– ‘ci’ e ‘vi’ valgono ‘in questo/quel luogo’: Ci vado spesso. – ‘ne’ vale ‘da questo/quel luogo’: Me ne vado subito. b) le locuzioni avverbiali: di là, di qua, di sopra, di sotto, in su,
in giù, per di qua, per di là, nei pressi, nei paraggi, da lontano, da
vicino.
4. avverbi e locuzioni avverbiali di quantità, alludono a unaquantità in modo indefinito, senza misurarla con esattezza:
Hai mangiato troppo.Appartengono a questa categoria:a) gli avverbi: abbastanza, alquanto, altrettanto, appena, assai,
meno, molto, niente, nulla, parecchio, più, poco, quanto, tanto, troppo.Molti aggettivi indefiniti, nella forma maschile singolare,
assumono funzione di avverbi di quantità: Studia molto.Gli avverbi ‘tanto’ e ‘quanto’ sono spesso usati come correlativi:
Non s’impegna tanto quanto potrebbe.‘Affatto’ significa ‘interamente’, ‘del tutto’:
E’ un’opinione affatto diversa.ma oggi è più usato come rafforzativo della negazione:
Non ho affatto sonno.Da tale uso, in frasi negative, deriva il suo senso negativo, in
particolare nelle risposte: – Hai caldo? – Affatto! (= Per niente!)
b) le locuzioni avverbiali: all’incirca, a bizzeffe, fin troppo, né più né meno, un poco (un po’), press’a poco.
5. avverbi e locuzioni avverbiali di giudizio, servono per affermare, negare o mettere in dubbio un fatto, un evento o una dichia-razione. All’interno di questa categoria si distinguono:
a) gli avverbi e le locuzioni avverbiali di affermazione:appunto, certo, certamente, davvero, esattamente, indubbiamente, proprio,
sicuro, sicuramente; di certo, di sicuro, senza dubbio, per l’appunto;
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b) gli avverbi e le locuzioni avverbiali di negazione: non,neanche, nemmeno, neppure; neanche per idea, nemmeno per sogno.
Si noti che ‘neanche’, ‘nemmeno’, ‘neppure’ si costruiscono con
la negazione ‘non’ quando seguono il verbo: Non ci penso neanche.ma si usano da soli quando lo precedono:
Neanche mio fratello ha fatto il soldato.c) gli avverbi e le locuzioni avverbiali di dubbio: circa,
eventualmente, forse, magari, possibilmente, probabilmente, quasi; quasiquasi.
‘Sì’ e ‘no’, tradizionalmente classificati come avverbi di affer-
mazione e di negazione, non sono avverbi ma “profrasi”, cioè singole parole che equivalgono a un’intera frase, infatti non modificano, comequalunque avverbio, l’elemento al quale si riferiscono, ma sostituisconola frase di risposta:
– Hai studiato? – Sì. (= Ho studiato) / – No. (= Non ho studiato)
6. gli avverbi interrogativi, introducono una domanda, diretta oindiretta, che può riguardare:
– il modo: Come ti senti?
– il luogo: Non so dove andare. – il tempo: Quando torni? – la misura, il valore o la quantità: Quanto costa? – la causa: Perché sei venuto?Sono usati nelle interrogazioni dirette e indirette e in quest’ultimo
caso funzionano come congiunzioni subordinative:Dimmi quando torni.
Per informarsi sulla causa di qualcosa, oltre a ‘perché’, si puòusare ‘come mai’:
Perché (mai) non sei venuto con noi?Come mai non è più partito?Come si è visto, ‘mai’ può essere usato per rafforzare ‘perché’ e
‘quando’:Quando mai ho detto questo?
Gli avverbi ‘dove’, ‘ove’, ‘donde’, ‘onde’ (gli ultimi tre sono diuso letterario), oltre ad avere funzione interrogativa, possono avereanche funzione relativa:
Dove vai? Dimmi dove abiti.
La città dove siamo diretti è ricca di monumenti.
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7. gli avverbi esclamativi sono simili a quelli interrogativi:Come stai bene!Dove siamo finiti!
Quant’è bello!8. gli avverbi presentativi hanno poche forme, la più importante
è ‘ecco’, che si usa per richiamare l’attenzione su qualcosa, o per indicare una persona o una cosa che appare improvvisamente:
Ecco il disco che volevi.Ecco Carla!
GRADI E ALTERAZIONI DELL’AVVERBIO
Comparativo e superlativo dell’avverbio
Quasi tutti gli avverbi di modo e alcuni avverbi di luogo, ‘lontano’,‘vicino’, e di tempo, ‘presto’, ‘tardi’, ‘spesso’, possono avere il gradocomparativo e il grado superlativo, come gli aggettivi qualificativi.
In particolare:1. il comparativo di maggioranza e di minoranza si forma
premettendo all’avverbio le parole ‘più’ e ‘meno’: più forte / meno forte
più attentamente / meno attentamente2. il superlativo si forma aggiungendo:a) il suffisso -issimamente alla radice dell’avverbio in -mente:
attento → attentamente → attentissimamente; b) il suffisso -issimo alla radice dell’avverbio che deriva da un
aggettivo qualificativo maschile singolare: lontano → lontanissimo.
Alcuni avverbi hanno forme organiche:
positivo comparativo superlativo bene meglio benissimo, ottimamentemale peggio malissimo, pessimamentemolto più moltissimopoco meno pochissimograndemente maggiormente massimamente
L’avverbio di dubbio ‘probabilmente’ ha il grado comparativo
più probabilmente / meno probabilmente, ma manca del superlativo.
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Infine, vi sono avverbi che hanno forme alterate:bene → DIM. benino, ACCR. benone;male → DIM. malino, PEGG. malaccio;poco → DIM. pochetto, pochettino, pochino;tardi → DIM. tardino;presto → DIM. prestino.
Posizione dell’avverbio
L’avverbio occupa in genere un posto vicino alla parola cui siriferisce. Di solito, l’avverbio si colloca
● prima dell’aggettivo: Sono troppo stanco.● dopo il verbo: Abita lontano.Gli avverbi di modo hanno di solito una posizione libera:
Improvvisamente scoppiò un temporale.Scoppiò improvvisamente un temporale.Scoppiò un temporale, improvvisamente.
In altri casi, la posizione dell’avverbio modifica le sue relazionicon il resto della frase. Si noti la differenza fra:
Stranamente, Luca dorme. (= E’ strano che Luca dorma.)in cui l’avverbio si riferisce all’intera frase.
Luca dorme stranamente. (= in modo strano)in cui l’avverbio si riferisce solo al verbo.
‘Assai’ può precedere o seguire la parola:E’ assai interessante.Ho mangiato assai.
Esercizi
1. Nelle frasi che seguono scrivi tra parentesi se si tratta diavverbio (avv.) o di aggettivo (agg.):
Parlate piano (.....) perché gli ammalati devono riposare. Per compiere un gesto simile occorre parecchio (.....) coraggio. Correva parecchio (.....). Arrivammo tardi (.....) all’appuntamento a causa di unmalinteso. In quella circostanza ha dimostrato tanta (.....) buonavolontà. Mi sono stancata tanto (.....) ecco perché non ho voglia diuscire. Abbiamo ricevuto un duro (.....) colpo, ma sapremo riprenderci.Ho un pomeriggio fitto (.....) di impegni. Nevica fitto (.....) da ieri sera.
Desidero solo (.....) aiutarti.
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2. Nelle frasi seguenti inserisci l’avverbio derivato dall’aggettivo,dal nome o dal verbo indicato tra parentesi:
La tua lettera mi ha (gradevole) _______________ sorpreso. Il
burattino aveva la testa (ciondolare) _______________ sul petto.Debbo constatare (amaro) ________________ che nessuno vuoleaiutarmi. Sono rimasto mezz’ora (ginocchio) _______________ sul pavimento per cercare la lente a contatto. Non distrarti: ascoltami(attento) ___________________________ . Sono caduto (ruzzolare) _______________ dalle scale.
3. Sostituisci gli avverbi in -mente con altri avverbi o locuzioniavverbiali che abbiano lo stesso significato:
Indubbiamente .................... il tuo modo di parlare è statooffensivo. Improvvisamente .................... il cielo si oscurò e scoppiòun violento temporale. E’ stato salvato fortunatamente .................... daun pescatore che era lì per caso. Tu mi sei particolarmente.................... caro e ti ascolto sempre volentieri. Ero stato informato precedentemente .................... del suo arrivo.
4. Sostituisci le locuzioni avverbiali contenute nelle frasi conavverbi in -mente:
L’ho incontrato di recente _______________ e mi ha parlato delsuo viaggio in Italia. Di nascosto _______________ i soldati si eranoavvicinati alla postazione nemica. Gli ho parlato a lungo _______________, ma non sono riuscito a convincerlo. Elena salì lescale a fatica _______________ perché la ferita le procurava grandolore. L’allenamento verrà intensificato per gradi ______________ .
5. Scrivi il contrario delle seguenti espressioni: parlare troppo ________________; colpire involontariamente
_______________; comportarsi male ________________; incontrarsifrequentemente __________; leggere attentamente __________.
6. Analizza le seguenti frasi e stabilisci se le particelle ci, vi, ne siano avverbi di luogo (A) o pronomi (P):
Ci (...) hai portato in un posto bellissimo. Davide è venuto atrovarci (...), ma se ne (...) è andato dopo un’oretta. Qui ci (...) vuolequalcuno che se ne (...) intenda. Questo film ci (...) farà discutere. Infrigorifero c’è (...) una torta: ne (...) vuoi una fetta? Vi (...) ho detto
tutta la verità. Penso che ci (...) informeranno delle loro intenzioni.
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7. Scrivi gli avverbi di tempo che ritieni adatti al contesto: Non ti ho __________ dato la bella notizia? __________ non mi
sono molto impegnato, ma ti prometto di farlo __________. Ci
vogliamo bene, eppure litighiamo __________. Odio il calcio e nonvado __________ allo stadio. __________ lasciami riposare, alla cena penserò __________. Sei arrivato __________ e molti se ne erano giàandati. Tu torna a casa, io rientrerò __________.
8. Traduci in romeno:«Si ritrovò seduto in automobile. La strada era deserta e buia.
Dio, che brutto sogno aveva fatto. Guardò l’ora e stupì: le otto e un
quartoA casa i suoi erano già seduti a tavola. – Carletto – disse
Meneghello entrando – sai che è bella!... Ero venuto a scuola a prenderti... Poi mi sono addormentato in macchina... E mi sonosvegliato poco fa...
La moglie lo guardava preoccupata. – Dimmi, Franco, non tisenti bene? Perché adesso non ti siedi? Cosa fai con quella mano nellatasca?
Era pallido. In fondo alla tasca destra della giacca le sue ditaavevano incontrato una piccola cosa liscia, che non doveva esserci.Adagio adagio la trasse fuori e la guardò.
– Ma Franco, cosa fai con quel gesso? Dove l’hai preso? Perchélo tieni in tasca? Ti sporcherai tutto il vestito!»
Italo Calvino, da Corriere della Sera, Milano
LA PREPOSIZIONE
E’ una parola invariabile che viene premessa di solito: – a un nome: Vedo Carla con la madre. – a un pronome: Lo dico a te. – a un verbo all’infinito: Tutti noi lavoriamo per vivere. – a un avverbio: Non faccio niente di male.
e mette ciascuna di queste parole in relazione con un’altra parola e, nel
caso dell’infinito, con un’intera frase.
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Omissione della preposizione o del nomeretto dalla preposizione
In alcuni casi la preposizione può essere sottintesa:sala professori = sala dei professori
in altri casi può essere sottinteso il nome:due con / due senza; quattro con / quattro senza
indicano le imbarcazioni a due o quattro rematori con o senza timoniere. Nel linguaggio commerciale e pubblicitario, in quello burocratico
e giornalistico la preposizione viene spesso omessa:scalo merci, giornale radio.
Forme
A seconda della forma che hanno e dell’uso che se ne fa, bisognadistinguere fra:
1. preposizioni proprie, o semplici, usate solo come preposizioni:a, con, da, di, fra, in, per, su, tra;
2. preposizioni improprie, parole che non appartengono aquesta classe ma sono usate come se fossero preposizioni:
a) alcune, quando sono adoperate da sole, sono avverbi: contro,davanti, dentro, dietro, dopo, fuori, lontano, lungo, mediante, oltre,
presso, senza, sopra, sotto, verso, vicino;
quando invece reggono un nome o un pronome, hanno il valore di preposizione:
Venite fuori! (avverbio) /Vado fuori Milano. (preposizione impropria)
b) altre sono aggettivi: lungo, salvo, secondo;quando invece reggono un nome o un pronome, hanno il valore di
preposizione:Ho vinto il secondo premio. (aggettivo) /Secondo me, hai ragione. (preposizione impropria)
c) altre ancora sono forme di verbi dell’italiano antico diventate preposizioni nell’italiano attuale: durante, eccetto, mediante, nonostante,rasente, stante, tranne, verso:
Fui assunto mediante la sua raccomandazione.3. locuzioni preposizionali, combinazioni di parole, fra le quali
esiste una preposizione, che equivalgono a una preposizione: accantoa, attorno a, davanti a, fin da, insieme con / a, intorno a, invece di,lontano da, prima di, vicino a:
Sono arrivato prima di te.
Ho passato una bella serata insieme a Monica.
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Preposizioni articolateQuesto tipo di preposizioni è stato presentato al capitolo riguardante
l’articolo.
La preposizione ‘di’Si può elidere davanti a vocale: d’estate, d’Italia.Regge i seguenti complementi: – specificazione: il calore del sole; il profumo delle rose; la
partenza del padre (specificazione soggettiva); la scalata di unamontagna (specificazione oggettiva); un libro di Calvino; la «Pietà»di Michelangelo;
– partitivo: ciascuno di noi; nessuno di voi; il più bravo degli
alunni; – denominazione: la città di Roma; – limitazione: sano di corpo; buono d’animo; – abbondanza / privazione: abbondare di denaro; mancare di
esperienza; – colpa, pena: accusare di tradimento; multare di cinquanta euro; – argomento: discutere di sport; un trattato di chimica; – paragone: Bologna è più a nord di Firenze; – modo: andare di corsa; ridere di cuore;
– qualità: un giovane d’ingegno; – materia: una statua di marmo; un muro di mattoni; – quantità: un pacco di cinque chili; – età: un bambino di sei anni; – causa: morire di sete; sporco di sangue; – mezzo, strumento: sporcare d’inchiostro; vivere di poco; – fine: segnale d’allarme; freno di sicurezza; – moto da luogo: uscire di casa; m’è uscito di mente; di...in:
spostarsi di città in città;
– allontanamento, separazione: andar via di casa; uscire di prigione;
– origine, provenienza: essere di Torino; un avvocato di Napoli; – stato in luogo: resta di qua; – moto a luogo: vai di là in camera; – moto per luogo: è passato per di lì; – tempo determinato: di mattina; di domenica; – tempo continuato: un corso di tre mesi; di... in: di giorno in
giorno;
– distributivo: di tre in tre;
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Seguita da un verbo all’infinito, introduce le seguenti proposizioni: – soggettiva: Mi sembrava di averti invitato. – oggettiva: Crede di aver sempre ragione.
– dichiarativa: Ti prego di non farmi attendere. – consecutiva: E’ degno di essere lodato.
Forma locuzioni: – prepositive: prima di, dopo di, in luogo di, a causa di, invece
di, di qua da, di là da; – avverbiali: di nuovo, di nascosto, di quando in quando; – congiuntive: di modo che, dopo di che.
La preposizione ‘a’Ha una variante eufonica ‘ad’ davanti a vocale. Indica la direzione.Regge i seguenti complementi: – termine: consegnare un pacco al destinatario; si è rivolto a me; – luogo: moto a luogo: vado ad Ancona; andare a cena;
mandare al diavolo; stato in luogo: essere a scuola; restare a pranzo;abita a Napoli; dolore alla spalla;
– distanza: il paese è a tre chilometri; la vetta è a due ore dimarcia;
– tempo: a settembre; a Natale; alle (ore) sette; da un momentoall’altro; dall’oggi al domani;
– età: si diventa maggiorenni a diciott’anni; – modo: pagare a rate; camminare a passo lento; sognare a
occhi aperti; fare una cosa a caso; – qualità: strumento a corde; palazzo a tre piani; – mezzo, strumento: barca a vela; motore a benzina; mulino a
vento; andare a piedi; giocare a tennis;
– causa: svegliarsi a un rumore; riconoscere alla voce; – limitazione: essere coraggioso a parole; a mio parere ti seicomportato male;
– fine: andare a caccia; – vantaggio / svantaggio: ha parlato a nostro favore; lo fa a suo
danno; – pena: condannare a sei mesi di carcere; – paragone: il tuo vestito è simile al suo; – distributivo: a due a due; 50 km. all’ora; due volte al giorno;
– predicativo: prendere a esempio.
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Seguita da un verbo all’infinito, introduce le seguenti proposizioni: – causale: Ho fatto male a mangiare tanto. – condizionale: A dire il vero, non mi pare possibile.
– finale: Mi hanno invitato a esser presente. – temporale: A vederlo, mi si riempie il cuore di gioia. – relativa, con sfumatura consecutiva: Siamo stati gli ultimi ad
apprendere la notizia.
Forma locuzioni: – avverbiali: a poco a poco, goccia a goccia, corpo a corpo, a
digiuno, alla rinfusa; – prepositive: a causa di, a favore di, di fronte a, in mezzo a,
oltre a, sino a, davanti a, intorno a, al di qua, al di là di .
La preposizione ‘da’Indica la provenienza.Regge i seguenti complementi: – moto da luogo: il treno è partito da Roma; è uscito dal
negozio; contare da uno a dieci; dalla a alla zeta; – allontanamento: staccare il mobile dalla parete; – separazione, distacco: le montagne ci dividono dal mare;
liberarsi da un affanno; – origine, provenienza: santa Caterina da Siena; discende da
una famiglia illustre; apprendemmo la notizia dai giornali; – distanza: da qui a Milano sono solo 20 km.; – quantità approssimativa: peserà dai quaranta ai cinquanta chili; – agente, causa efficiente: il suo gesto è stato apprezzato da
tutti; Pompei fu distrutta dal Vesuvio; – causa: tremare dal freddo; morire dallo spavento; era pallido
dalla paura; – tempo: l’aspetto da un’ora; sono passati molti mesi da quandoè partito;
– stato in luogo: incontrarsi dal notaio; restare a cena da uncollega;
– moto a luogo: vado dal medico; salirò un attimo da lei; – moto per luogo: passare dal cortile; – modo: comportarsi da amico; una faccia da schiaffi; vita da
cani;
– limitazione: cieco da un occhio; zoppo da un piede;
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– qualità: una ragazza dai capelli biondi; un palazzo dalla facciata neoclassica;
– stima, prezzo, misura: un giocattolo da pochi soldi; una
lampada da cento candele; – mezzo: fu riconosciuto dalla voce; – fine: rete da pesca; cavallo da corsa; sala da pranzo; occhiali
da sole; – attributivo: festa da ballo; – predicativo: li trattammo da amici; – appositivo: Manzoni da giovane visse a Parigi.
Seguita da un verbo all’infinito, introduce le seguenti proposizioni:
– consecutiva: Era tanto stanco da non capire più nulla. – finale: Dammi un libro da leggere. – valore di ‘dovere’, ‘necessità’: una cosa da fare; un rischio da
correre; – in frasi negative: Non c’è nulla da dire.Forma locuzioni: – avverbiali: da lontano, da vicino, da presso; – prepositive: fuori da, di qua, di là da.
La preposizione ‘in’Indica collocazione nello spazio e nel tempo.Regge i seguenti complementi: – stato in luogo: abita in città; vivono in Italia; ha una villa in
campagna; lavora in ufficio; dorme in albergo; trovare soddisfazionenel lavoro;
– moto a luogo: andare in Francia; scendere in cantina; entrarein porto; gettare in mare; far ritorno in città; mettersi in testa;montare in collera;
– distributivo: di tre in tre; – luogo circoscritto: passeggiare in giardino; correre nel parco;viaggiare in Europa;
– tempo determinato: in primavera; in piena estate; verrà nel mese di aprile; in tempo di pace; finì il lavoro in tre giorni; lo farà inun attimo;
– modo: camminare in fretta; ascoltare in silenzio; entrare in punta di piedi; camminavamo in fila indiana; uscire in abito da sera;trasmettere in diretta; una partita in notturna;
– materia: un bassorilievo in marmo; una poltrona in pelle;
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– quantità, misura: essere in molti; giocare in quattro; tagliarein due; divisione in parti uguali;
– stima: avere in gran considerazione;
– mezzo, strumento: viaggiare in treno; fare una gita in barca; pagare in dollari; parlare in inglese;
– fine: accorrere in aiuto; dare in prestito; ricevere in premio;una festa in onore del vincitore;
– causa: tormentarsi nel dubbio; – limitazione: commerciare in stoffe; specializzarsi in pediatria;
essere bravo in matematica; è un campione nel salto; possiede una fortuna in beni immobili;
Seguita da un verbo all’infinito, forma una locuzione che havalore di gerundio:
Nell’ascoltare gli altri c’è sempre da imparare. (= Ascoltando)
Forma locuzioni: – prepositive: in quanto a, in virtù di, in rapporto a, in fondo a,
in cima a, in conseguenza di, in (nel) nome di; – avverbiali: in alto, in basso, in su, in giù, in avanti, indietro,
infine; – congiuntive: nel momento in cui, nel caso che, in conside-
razione del fatto che.
La preposizione ‘con’Indica addizione, partecipazione.Regge i seguenti complementi: – compagnia, unione: è partito col padre; passeggiare col cane;
viaggiammo con poche valigie; – relazione: ha litigato col fratello; si è sfogato con me; com-
battere col nemico; – limitazione: con la salute per ora va meglio; – modo: voler bene con tutto il cuore; – qualità: stanza con bagno; – mezzo, strumento: il vino si fa con l’uva; scrivere con la penna;
partire col treno; – tempo: non uscire con la pioggia; – causa: col caldo non si riesce a dormire; è da due giorni a
letto con la febbre.
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Può avere valore concessivo o avversativo, assumendo il significatodi ‘nonostante’, ‘malgrado’:
Con tutti i guai che ha, riesce ancora a sorridere.
Seguita da un verbo all’infinito, sostituisce il gerundio con valorestrumentale:
Col leggere ci si istruisce. (= Leggendo)
La preposizione ‘su’Indica vicinanza, approssimazione e posizione superiore.Regge i seguenti complementi: – stato in luogo: la lettera è sul tavolo; stare seduto sul divano;
passeggiare sulla riva del mare; commettere errori su errori; Venezia
dominò sul Mediterraneo; vegliare sui figli; credere sulla parola; – vicinanza: una casa sul mare; una finestra sul cortile; – materia: un disegno su tela; ricamare su seta; – moto a luogo: salire su una montagna; la neve è caduta sulla
città; mettere l’ipoteca su un immobile; – argomento: un trattato sul pensiero medievale; – tempo: ci vedremo sul tardi; ritornarono sulla mezzanotte; – tempo continuato: star fuori di casa sulle due settimane;
– tempo determinato: decisero sull’istante; erano sul punto di partire; – età: avrà sui sessant’anni; un ragazzo sulla quindicina; – peso, misura: è sui venti chili; – stima, prezzo: vale sui venti euro; – modo: un vestito su misura; spedizione su richiesta; lavorare
su ordinazione.
La preposizione ‘per’
Regge i seguenti complementi: – luogo: il treno passerà per Bologna; il ladro è entrato per la finestra; una retta passante per un punto; un pensiero le passava per la mente; guardare per il buco della serratura; passeggiare per il
giardino; vagabondare per la città; avere dolori per tutto il corpo; partire per Parigi;
– stato in luogo: incontrare qualcuno per strada; – tempo continuato: lavorare (per) anni; nevicò (per) tutta la
notte; sarà di ritorno per le dieci;
– mezzo: inviare per posta; comunicare per telefono;
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– causa: era stanco per la fatica; non ci si vedeva per la nebbia;
gridava per il dolore; condannare per omicidio; arrestare per furto; – fine: libro per ragazzi; lotta per la sopravvivenza; prepararsi
per un viaggio; andare per funghi; – vantaggio / svantaggio: farebbe qualsiasi cosa per i figli; un
clima nocivo per la salute; morire per la patria; votare per un
candidato; – limitazione: per diligenza è il migliore della classe; per questa
volta sarai perdonato; per me, state sbagliando; – modo: chiamare per nome; tenere per mano; assumere per
concorso;
– prezzo, stima: ha comprato per pochissimo un bel mobileantico; non lo farebbe per tutto l’oro del mondo;
– pena: fu multato per 50 euro; – distributivo: disporsi per file; dividere per classi; uno per
volta; giorno per giorno; un interesse del dieci per cento; moltiplicare
5 per 2; – misura: la strada è in salita per diversi chilometri; il grat-
tacielo si innalza per più di 100 m.; – predicativo: avere per amico; prendere per moglie; dare per
scontato; – sostituzione: l’ho preso per suo fratello; te lo dirà lui per me; – origine, provenienza: parente per parte di madre.
Seguita da un verbo all’infinito, introduce le seguenti proposizioni: – finale: Gli hai scritto per ringraziarlo? – causale: Fu punito per aver risposto male. – consecutiva: E’ troppo vero per essere bello.
Forma locuzioni: – avverbiali: per il momento, per l’avvenire, per lungo, per largo, per certo, per l’appunto, per caso, per esempio, per poco;
– congiuntive: per il fatto che, per ciò (perciò), per via che, per poco / molto / bello / brutto / che sia.
Le preposizioni ‘tra’ e ‘fra’
Le due forme si alternano senza alcuna distinzione di significato;nell’uso scritto si preferisce l’una o l’altra per ragioni di eufonia: fra
tutti, tra fratelli.
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Indicano una posizione intermedia tra due elementi; per questosono spesso correlate alla congiunzione ‘e’.
Reggono i seguenti complementi:
– luogo: la nostra casa è tra il parco e la piazza; essere fral’incudine e il martello;
– spazio circoscritto: tenere un oggetto fra le mani; gli uccellicantano fra i rami; sparì tra la folla; conserva la fotografia tra i suoiricordi più cari;
– modo: passa i pomeriggi fra la lettura e il riposo; – causa: fra tanti impegni, non ha più un attimo di tempo; – moto per luogo: passò fra due ali di folla; – tempo: ci vedremo fra due ore; tornerà fra una settimana;
sarà qui tra le cinque e le sei; parlare tra il sonno; – distanza: saremo a Milano fra 20 km.; tra cento metri
incontreremo una piazza; – quantità: guadagna fra i mille e i duemila euro al mese; – partitivo: tra noi e voi c’è un abisso; chi tra noi andrà con
lui?; – distributivo: l’eredità sarà spartita fra molti; – compagnia: passa tutti i pomeriggi tra i suoi amici.
Esercizi
1. Nelle seguenti frasi inserisci le preposizioni semplici oarticolate:
Non ho ricavato molto _____ vendita _____ mia macchina.Dovrai svegliarti presto ________ arrivare __________ tempo _____ appuntamento. Sono stufo _____ essere preso in giro _____ te. Vieni _____ otto _____ spiaggia _____ me? _____ tutta quella gente nonsono riuscito _____ vederti. Ho riposto quel prezioso anello _____ uncassetto _____ mio comodino. Uscirò tra poco _____ andare _____ ufficio.
2. Scrivi le preposizioni giuste nelle seguenti coppie di parole:roba ... matti; sedia ... dondolo; cane ... guardia; villa ... piscina;
ballo ... maschera; racchetta ... tennis; cassa ... risonanza; marcia ...Roma; banco ... prova; pianta ... appartamento; casa ... giardino;vestito ... misura; albergo ... parcheggio; ombrello ... sole; biglietto ...
visita.
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3. Completa le frasi che seguono con le preposizioni studiate inmodo da collegare le subordinate alle proposizioni reggenti:
Mi dai il permesso ... venirti ... trovare questo pomeriggio?
Bisogna installare più depuratori ... ridurre l’inquinamento delleacque. Cominciò ... battermi il cuore e le domandai ... ritornare subito.Ti prometto ... aiutarti ... raggiungere il tuo scopo. So bene ... aver fatto un grave errore ... crederti. Ci veniva ... ridere senza avernevoglia.
4. Sostituisci le locuzioni preposizionali con preposizioni disignificato corrispondente:
Abbiamo raccolto delle offerte a favore dei popoli dell’Africa. Acausa del temporale molte macchine sono state danneggiate. Molticubani abbandonano l’isola allo scopo di sfuggire alla miseria delregime castrista. Verrò insieme con voi in montagna. La proposta fuapprovata da parte di tutti i presenti. In quanto a furbizia supera tutti.Grazie al nostro intervento la cosa si è risolta favorevolmente per lui.
5. Traduci in romeno:«Era veramente strano. Nella padella c’era l’olio e c’era la
conserva, ma nessuna fusione era avvenuta. L’olio serbava un belcolore naturale, come se con la conserva non avesse avuto il minimocontatto; e la conserva s’era raccolta disperatamente in se stessa,aveva formato una specie d’isoletta, che s’indovinava dura e com- patta...
– Tu – dissi allora con amaro sarcasmo ad Adalberto – chiamiquesto fenomeno una salsa?
– Sarebbe una salsa – disse con ira – se tu non ci avessi messomano. So io quel che hai fatto?
Saremmo venuti alle mani, se uno sguardo dato alla cucina, incui già pareva si fosse svolta una battaglia, non ci avesse trattenuti.Mangiammo un chilo di pane raffermo e ci bevemmo sopra un paio dilitri d’acqua.»
Giuseppe Marotta, Tutte a me, Edit. Ceschina
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LA CONGIUNZIONE
E’ una parola invariabile che serve a collegare due o più parole:E’ un amico di Carla e di Luisa.
o due o più frasi:Sono tranquilla perché ho fatto il mio dovere.
Forme Dal punto di vista della forma, possiamo distinguere tra:
1. congiunzioni semplici, formate da una sola parola: e, o, ma,
né, se, che, come, anche, quando, quindi;2. congiunzioni composte, formate da due o più parole unite:
affinché, neanche, oppure, poiché, purché, sebbene;3. locuzioni congiuntive, formate da più parole scritte
separatamente: anche se, con tutto ciò, di modo che, dal momento che,
per il fatto che, per la qual cosa, visto che.
Dal momento che sei in collera, me ne vado.Funzione
Dal punto di vista della funzione, possiamo distinguere tra:1. congiunzioni coordinative, o coordinanti, collegano due
parole o due frasi mettendole sullo stesso piano:Rita e Franca sono amiche.Mi sono messo a correre ma il treno era già partito.
2. congiunzioni subordinative, o subordinanti, collegano duefrasi non mettendole sullo stesso piano, ma facendo dipendere unadall’altra:
Lo faccio perché ci credo.La frase ‘perché ci credo’, introdotta da ‘perché’, dipende dalla
frase ‘lo faccio’.
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1. Congiunzioni coordinative
tipo collegamento forma esempi
copulative e copulative
aggiuntive
aggiungonoqualcosa a ciòche si è detto;collegano due
parole o due frasi
e, anche, pure, inoltre, neanche, né, neppure
Non hai un la-voro, per di piùnon lo cerchi, e tilamenti?
disgiuntive collegano due parole o duefrasi: una
esclude l’altra
o, oppure Andiamo al mareo vuoi farequalcos’altro?
avversative collegano duefrasi: unacontrasta in tuttoo in parte conl’altra
ma, però,
tuttavia, pure,
eppure, peraltro,
sennonché,
Prendi quelloche preferisci,ma lasciaqualcosa per glialtri.
conclusive introducono unaconclusionelogica
dunque, quindi,
pertanto, perciò,
allora, ebbene,
per la qual cosa
Pioveva, perciò sono rimasto incasa.
esplicative spiegano ciò chesi è detto prima
cioè, vale a dire,
ossia, in altre
parole, in altri
termini
Parleremo diecologia, cioè della scienza chestudia gli esseriviventi el’ambiente.
correlative usate in coppia,mettono in
corrispondenzadue parole o duefrasi
e ... e, o ... o, né
... né, sia ... sia,
non solo ... ma
anche
Ugo non mangiané carne né
formaggio
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2. Congiunzioni subordinative
tipo collegamento forma esempi dichiarative introducono
frasioggettive,soggettive,dichiarative
che, come Confessò che aveva persotutto.Confessò come avesse persotutto.
interrogative frasiinterrogativeindirette
se, come, quando, perché, quanto
Chiedigli se hafinito.
causali frasi causali perché, poiché, giacché, siccome,
come che, dato che, per il fatto che,dal momento che,considerato che
Non vengo perché ho dafare.
finali frasi finali perché, affinché, che,in modo che,allo scopo di,
al fine di, pur di
Lo dico perché tu mi capisca.
consecutive frasiconsecutive
così/tanto/talmente/ a tal punto/in modotale...che, sicché,cosicché
Parla così piano che nessuno locapisce.
condizionali frasiipotetiche
se, qualora, quando, purché, ammesso che, nell’ipotesi che, a condizione che, nell’eventualità che
Se me loavessi chiestolo avrei fatto.
concessive frasiconcessive
benché, sebbene,quantunque,malgrado (che),anche se, nonostante, per quanto
Andrò alavorare anche se sto male.
temporali frasitemporali
quando, come, prima che, dopo che,mentre, finché,ogni volta che, fino a
che
Quando arrivònon trovònessuno.
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comparative frasicomparativeo un paragone
(così/tanto)...come, (tanto)...quanto, (più/meno/meglio)...che
Sei tanto bravaquanto distratta.Costava meno
di quanto pensassi.modali frasi modali come, secondo che, nel
modo che, come se,quasi che
Prepara illavoro come tiho detto.
esclusive frasiesclusive
senza che Se ne è andato senza che ce neaccorgessimo.
eccettuative frasieccettuative
salvo che, a meno che (non), eccetto che,tranne che, fuorché
Non verrò, ameno che nonmi invitino.
limitative frasilimitative
per quanto, quanto a, per quello che, secondo che/quanto
Per quanto neso, sono amici.
Esercizi
1. Nelle seguenti frasi inserisci le congiunzioni coordinative
opportune:Andrò a teatro ... resterò in casa a vedere un giallo.Quest’articolo è difficile ... interessante. Ti piacciono più i film distoria ... di fantascienza? Ci incontreremo tra cinque mesi ... alla finedi giugno. Ha sbagliato ... sta pagandone le conseguenze. E’ una persona ... ricca ... generosa. Il tempo minaccia pioggia ... porteròl’ombrello. I miei genitori festeggiano quest’anno le nozze d’argento... venticinque anni di matrimonio. Questa ragazza riesce bene ... nellostudio ... nelle attività pratiche. Mi avevi detto che saresti venuto
presto ... non oggi.
2. Completa le seguenti frasi con una congiunzione subordinativadel tipo indicato tra parentesi:
Avevamo tanta fame __________ (consecutiva) divorammoogni cosa. Era più gentile __________ (comparativa) pensassi. Michiedo continuamente __________ (interrogativa indiretta) ho agitocosì. Ha un buon aspetto __________ (concessiva) sia stato malato per lungo tempo. Ritengo __________ (dichiarativa) non hai agito in
modo corretto. Stavamo per uscire __________ (temporale) squillò il
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telefono. Ti ho esposto i fatti __________ (consecutiva) tu possagiudicare bene.
3. Traduci in romeno:«E allora cominciai a sentir l’orrore di questa città spettrale,
disertata dagli uomini, deserta in mezzo al deserto. Sotto la luna, inquel dedalo di strade e di piazze abitate soltanto dal vento, mi sentiispaventosamente solo, infinitamente straniero, irrevocabilmentelontano dalla mia gente, quasi fuor del tempo e della vita. Fui scossoda brividi, forse di stanchezza e di fame, forse di paura...
Nessuno, in tutta la Mongolia, ha voluto dirmi il nome della città
disabitata. Ma spesso, a Tokio, a San Francisco, a Berlino, la rivedocome un sogno terrificante dal quale, pure, non ci si vorrebbesvegliare. E sento una gran nostalgia, un gran desiderio di rivederla.»
Giovanni Papini, Gog , Edit. Vallecchi
4. Traduci in italiano: Nu ar fi drept să ceri ca tânărul autor să gândească ca noi, nu i se
poate cere să devină un ilustru autor de analize economice, dacă el, în
schimb, a vrut să scrie o simplă povestire în care imaginează însă fapteşi personaje cu ochii unui adevărat artist.Este necesar ca, după exemplul lor, să acţioneze şi alte oraşe, ca
alte comitete de părinţi să rezolve problema, să apar ă noi grupuri decetăţeni hotărâţi să lupte, astfel încât şcoala şi universitatea să apar ţină cu adevărat elevilor, studenţilor, profesorilor.
Problema era că celebrul actor niciodată nu avusese prieteni, dar şi-a dat seama atunci, din felul în care ceilalţi bătrâni îl întrebau dacă ise părea drept să alunge câinele, chiar dacă se ştie foarte bine că este
cel mai bun prieten al omului.Când, în sfâr şit, fu pe punctul de a lua o hotărâre importantă
pentru cariera sa, intr ă fratele său care îi spuse deschis: – E inutil,dragul meu, să te iluzionezi că vremurile acelea s-ar putea întoarce, cea fost a fost, o ştii mai bine decât mine!
Capcana era gata, era ora nouă seara, toţi vânătorii r ămăseser ă lalocurile lor, de altfel foarte neliniştiţi, trebuia doar să aştepte ca cinevasă cadă înăuntru, un tigru sau un leopard flămând, în timp ce alerga să
ucidă o zebr ă speriată.
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L’INTERIEZIONE
E’ una parola invariabile che ha il valore e il significato diun’intera frase esclamativa.
FunzioniL’interiezione si usa per esprimere: – un sentimento, per esempio la meraviglia: Oh, che splendore! – una sensazione, per esempio il disgusto: Puah, questo
formaggio puzza! – un rimprovero: Vergogna!
– un ordine: Via! Andatevene! – un saluto: Ciao, Gianni!
Data la natura di parola che esprime sentimenti e sensazioni,l’interiezione è tipica della lingua parlata o della lingua scritta, solo seriproduce quella parlata; essa è pronunciata con un tono enfatico, chenella scrittura è rappresentato:
– dal punto esclamativo, per indicare meraviglia, incertezza: oh!,mah!
– dal punto interrogativo, per indicare sorpresa, incredulità: eh?,davvero?
Il punto esclamativo può anche non seguire immediatamentel’interiezione, ma chiudere l’intero discorso, e in questo caso subitodopo l’interiezione si mette una virgola:
Uffa, quanto sei noiosa!
FormeDal punto di vista della forma, possiamo distinguere tra:1. interiezioni primarie, o proprie, hanno solo valore di
interiezione: ah, ahi, alt, bah, beh, boh, eh, ehi, ehm, ih, mah, marsch,o, oh, ohi, oi, ps, pst, psst, puah, sciò, st, sst, to’, uff, uffa, uh, uhm;
2. interiezioni secondarie, o improprie, nomi, aggettivi, verbio avverbi usati anche come interiezioni; sono una categoria aperta, le parole utilizzabili come interiezioni possono aumentare o diminuire.Molte interiezioni secondarie sono:
– nomi di animali: cane, porco, maiale, verme, pecora, vipera,
oca, gallina, vacca, asino, somaro, troia, bestia, animale;
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– nomi, aggettivi, verbi, avverbi usati:a) per agire sull’interlocutore: zitto, voce, fuori, dentro, basta,
coraggio, animo, su, suvvia, andiamo, pietà, perdono, scusa, scusi,
bene, bravo, giusto, esatto, male, vergogna, sciocco, maledetti,accidenti, accipicchia;
b) per avviare, mantenere o chiudere il contatto con l’interlocutore: pronto, sì, senti, senta, scusa, scusi, per favore, grazie;
c) per dare coerenza al testo: senti, senta, vedi, guarda, ecco,insomma, già, no?
Le parole riportate ai punti b e c sono dette anche segnalidiscorsivi, cioè parole che hanno perduto il loro valore grammaticale
originario, per esempio senta!, scusi!, guarda!, e si sono trasformatein elementi che strutturano il discorso, collegano segmenti di testo,sottolineano il carattere interattivo della conversazione.
Rientrano nel gruppo delle interiezioni secondarie: – gli insulti: cretino, idiota, imbecille, scemo, stronzo, stupido; – i saluti:
– ‘buongiorno’ / ‘buonasera’ si usano sia all’inizio sia allafine di un incontro;
– ‘ciao’ apre e chiude un incontro con una persona a cui si
dà del ‘tu’; – ‘salve’ può sostituire sia ‘ciao’ sia ‘buongiorno’ / ‘buonasera’
e si adopera quando si è incerti se rivolgersi all’interlocutore conil ‘tu’ o con il ‘lei’;
– ‘arrivederci’ si usa alla fine di un incontro; – ‘buonanotte’ si usa prima di congedarsi nella tarda serata
o prima di andare a letto.3. locuzioni interiettive: – possono esprimere minaccia: guai a te! – aprono un’esortazione o un ordine: per amor di Dio!, santo
cielo!, per carità! – si usano per rifiutare o allontanare qualcuno o qualcosa: Dio ce
ne scampi e liberi!, al diavolo!
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BIBLIOGRAFIA
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linguistica, Zanichelli, Bologna, 1995.
Luca Serianni, Grammatica italiana – Italiano comune e lingua letteraria,UTET, Torino, 2006.
Carlo Iandolo, Italiano giovane – Grammatica italiana, Fratelli FerraroEditori, Napoli, 1992.
Alfredo Ghiselli, Carlo Casalgrande, Lingua e parola, Sansoni, Firenze,1986.
Adriana Lăzărescu, George Lăzărescu, Gramatica limbii italiene, Niculescu,1997.
Mihaela Cârstea-Romaşcanu, Gramatica practică a limbii italiene, EdituraŞtiinţifică şi Enciclopedică, 1980.Valentina Negriţescu, Davide Arrigoni, Exerci ţ ii de gramatică italiană,
Gramar, 2004.
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