camodeca puteoli porto granario 1994-libre (1)

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 Monsieur Giuseppe Camodeca Puteoli porto annonario e il commercio del grano in età imperiale In: Le Ravitaillement en blé de Rome et des centres urbains des débuts de la République jusqu'au Haut-Empire. Actes du colloque international de Naples, 14-16 Février 1991. Rome : École Française de Rome, 1994. pp. 103- 128. (Publications de l'École française de Rome, 196) Abstract With regar d to the more general theme of Puteoli as a supplying port, this paper dwells upon only some aspect s, the re- examination of which, according to the a., lead to interesting findings. 1 . On the activity of the mercatores frumentarii and on the Alexandrian grain commerce in PuteoH in the Julio-Claudian period extraordinary evidence is furnished by two groups of  documents in the archive of the Sulpicii, which only now, thanks to their new critical edition by the a., permit a reliable reconstructi on of their juridico-eco- nomic implications. 2. The exceptional integrated system of port and commercial structures and the suburban quarters, submerged by the sea, appear finally in their overall topographical reality in the reconstructed plan. Furthermore decisive arguments are adduced for dating the famous opus pilarum of the city to the neronian period. 3. Finally all the epigraphic documentation, published and not, regarding the supplying organisation and the grain commerce in PuteoH is re- examined. Riassunto La relazione si sofferma solo su alcuni aspetti del più generale tema concern ente PuteoH porto annonario, per i quali a giudizio dell' a. un approfondito riesame conduce a novità interessanti. 1. Sull'attività dei mer- catores frumentoni e sul commercio del grano alessandr ino a PuteoH in età giulio-claudia una straordinari a testimonianza è fornit a da due gruppi di documenti dell'archivio dei Sulpicii, che solo ora, grazie alla loro riedizione a cura dell'a., consentono una ricostruzione attendibile delle loro implicazio ni giuridico-economi- che. 2. L'eccezion ale sistema integrato di struttur e portuali e commerciali e i quartieri suburbani, sommersi dal mare, appaiono finalmente nella loro realtà topografica d'insieme nella pianta ricostruttiva. Inoltre si adducono decisivi argomenti per datare in età neroniana il famoso opus pilarum della città. 3. Infine si riesamina tutta la documentazione epigrafica, edita ο inedita, riguardante l'organizzazione annonaria e il commercio del grano a PuteoH. Citer ce document / Cite this document : Camodeca Giuseppe. Puteoli porto annonario e il commercio del grano in età imperiale. In: Le Ravitaillement en blé de Rome et des centres urbains des débuts de la Républi que jusqu'au Haut-Empire. Actes du colloque interna tional de Naples, 14-16 Février 1991. Rome : École Française de Rome, 1994. pp. 103-128. (Publicatio ns de l'École françai se de Rome, 196) http://www.persee.fr/web/ouvrages/home/prescript/article/efr_0000-0000_1994_act_196_1_4660

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  • Monsieur Giuseppe Camodeca

    Puteoli porto annonario e il commercio del grano in et imperialeIn: Le Ravitaillement en bl de Rome et des centres urbains des dbuts de la Rpublique jusqu'au Haut-Empire.Actes du colloque international de Naples, 14-16 Fvrier 1991. Rome : cole Franaise de Rome, 1994. pp. 103-128. (Publications de l'cole franaise de Rome, 196)

    AbstractWith regard to the more general theme of Puteoli as a supplying port, this paper dwells upon only some aspects, the re-examination of which, according to the a., lead to interesting findings. 1 . On the activity of the mercatores frumentarii and on theAlexandrian grain commerce in PuteoH in the Julio-Claudian period extraordinary evidence is furnished by two groups ofdocuments in the archive of the Sulpicii, which only now, thanks to their new critical edition by the a., permit a reliablereconstruction of their juridico-eco- nomic implications. 2. The exceptional integrated system of port and commercial structuresand the suburban quarters, submerged by the sea, appear finally in their overall topographical reality in the reconstructed plan.Furthermore decisive arguments are adduced for dating the famous opus pilarum of the city to the neronian period. 3. Finally allthe epigraphic documentation, published and not, regarding the supplying organisation and the grain commerce in PuteoH is re-examined.

    RiassuntoLa relazione si sofferma solo su alcuni aspetti del pi generale tema concernente PuteoH porto annonario, per i quali a giudiziodell' a. un approfondito riesame conduce a novit interessanti. 1. Sull'attivit dei mer- catores frumentoni e sul commercio delgrano alessandrino a PuteoH in et giulio-claudia una straordinaria testimonianza fornita da due gruppi di documentidell'archivio dei Sulpicii, che solo ora, grazie alla loro riedizione a cura dell'a., consentono una ricostruzione attendibile delle loroimplicazioni giuridico-economi- che. 2. L'eccezionale sistema integrato di strutture portuali e commerciali e i quartieri suburbani,sommersi dal mare, appaiono finalmente nella loro realt topografica d'insieme nella pianta ricostruttiva. Inoltre si adduconodecisivi argomenti per datare in et neroniana il famoso opus pilarum della citt. 3. Infine si riesamina tutta la documentazioneepigrafica, edita inedita, riguardante l'organizzazione annonaria e il commercio del grano a PuteoH.

    Citer ce document / Cite this document :

    Camodeca Giuseppe. Puteoli porto annonario e il commercio del grano in et imperiale. In: Le Ravitaillement en bl de Rome etdes centres urbains des dbuts de la Rpublique jusqu'au Haut-Empire. Actes du colloque international de Naples, 14-16Fvrier 1991. Rome : cole Franaise de Rome, 1994. pp. 103-128. (Publications de l'cole franaise de Rome, 196)

    http://www.persee.fr/web/ouvrages/home/prescript/article/efr_0000-0000_1994_act_196_1_4660

    http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/author/auteur_efr_1831http://www.persee.fr/web/ouvrages/home/prescript/article/efr_0000-0000_1994_act_196_1_4660

  • PuteoH porto annonario

    e il commercio del grano

    in et imperiale

    Giuseppe Camodeca Universit Federico II, Napoli

    La relazione si sofferma solo su alcuni aspetti del pi generale tema concernente PuteoH porto annonario, per i quali a giudizio dell' a. un approfondito riesame conduce a novit interessanti. 1. Sull'attivit dei mer- catores frumentoni e sul commercio del grano alessandrino a PuteoH in et giulio-claudia una straordinaria testimonianza fornita da due gruppi di documenti dell'archivio dei Sulpicii, che solo ora, grazie alla loro riedizione a cura dell'a., consentono una ricostruzione attendibile delle loro implicazioni giuridico-economi- che. 2. L'eccezionale sistema integrato di strutture portuali e commerciali e i quartieri suburbani, sommersi dal mare, appaiono finalmente nella loro realt topografica d'insieme nella pianta ricostruttiva. Inoltre si adducono decisivi argomenti per datare in et neroniana il famoso opus pilarum della citt. 3. Infine si riesamina tutta la documentazione epigrafica, edita inedita, riguardante l'organizzazione annonaria e il commercio del grano a PuteoH.

    With regard to the more general theme of Puteoli as a supplying port, this paper dwells upon only some aspects, the re-examination of which, according to the a., lead to interesting findings. 1 . On the activity of the mercatores frumentarii and on the Alexandrian grain commerce in PuteoH in the Julio-Claudian period extraordinary evidence is furnished by two groups of documents in the archive of the Sulpicii, which only now, thanks to their new critical edition by the a., permit a reliable reconstruction of their juridico-eco- nomic implications. 2. The exceptional integrated system of port and commercial structures and the suburban quarters, submerged by the sea, appear finally in their overall topographical reality in the reconstructed plan. Furthermore decisive arguments are adduced for dating the famous opus pilarum of the city to the neronian period. 3. Finally all the epigraphic documentation, published and not, regarding the supplying organisation and the grain commerce in PuteoH is re-examined.

    In: Le ravitaillement en bl de Rome et des centres urbains des dbuts de la Rpublique jusqu'au Haut Empire. Actes du colloque international de Naples (1991). Naples-Rome, 1994 (Coll. CJB, 1 1/Coll. EFR, 196), 103-128.

  • Giuseppe CAMODECA

    Questa relazione si soffermer solo su alcuni dei diversi aspetti del tema, per i quali ad avviso di chi scrive un approfondito riesame conduce a novit interessanti e che vanno dai documenti dell'archivio dei Sulpicii sul commercio del grano alessandrino in et imperiale1 , alla topografia e cronologia delle strutture portuali puteolane.

    1. Sui mercatore s frumentari puteolani e sui modi del loro coinvolgimento nel commercio del grano alessandrino una testimonianza di prima mano di straordinaria importanza fornita da una decina di documenti dell'archivio dei Sulpicii, del quale sto da anni preparando una nuova edizione, ormai terminata (Camodeca 1992), che possa sostituire quella precedente irrimediabilmente scorretta ed incompleta. Per questo motivo, come si vedr, spesso le diverse ipotesi che sono state avanzate su alcuni di questi documenti sono semplicemente frutto di letture errate. quindi necessario riesaminarli alla luce della mia riedizione, che si fornisce in appendice, per mettere in evidenza quanto di certo se ne possa ricavare, una volta posti gli esatti termini della questione.

    Il primo gruppo di tavolette cerate, il pi noto, composto da cinque documenti in latino "volgare", datati fra il 37 ed il 39 e connessi fra loro, che riguardano un mercator frumentarius puteolano, il liberto C. Novius Eunus2; questi commerciava all'ingrosso grano alessandrino3 ma anche farro, legumi (ceci e lenticchie), di produzione assai probabilmente campana, oltre ad un misterioso monocopus, che non , come dapprima creduto, in base ad un'errata lettura "uno speciale tipo di farro", sibbene una variet a s di leguminacea di cereale come si ricava da TPSulp. 52 (= TP. 1 6) (pag. 3, linn. 9 s.: monocopi etfar(r)is). Il 1 8 28 giugno del 37, cio proprio nel periodo dell'arrivo delle navi granarie alessandrine nel porto di Puteoli, che, come sappiamo4, iniziavano a giungere ai primi del mese, C. Novius Eunus chiede ed ottiene a mutuo (TPSulp. 5 1 = TP. 1 5)5 1 0 000 sesterzi da un liberto di Tiberio, Ti. Iulus Augusti libertus Euenus Primianus, che, essendo assente, lo concede a mezzo del suo schiavo actor, Hesychus. Il prestito fu garantito da 7000 modii di grano alessandrino (circa 47 ton.) e 200 sacchi di ceci, di farro, di lenticchie, di monocopus per altri 4000 modii (oltre 26 ton.)6, che Eunus aveva in deposito negli horrea Bassiana publica Puteolanorum'

    ', gestiti in appalto dal suo stesso patronus C. Novius Cypaerus*.

    L' evidente sproporzione fra il valore del pegno, quasi 75 tonnellate di derrate rispetto alla somma avuta a mutuo (10 000 HS), equivalente a 0,9 sesterzi a modio, una valutazione ridicolmente bassa, consente ad Eunus di ottenere solo pochi giorni dopo (il 2 luglio) sullo stesso pegno altri 3000 HS a mutuo da Hesychus (TPSulp. 52 =

    TP. 16)9. Ma anche in questo modo gli 1 1 000 modii di cereali e legumi sono stati valutati appena 1,18 HS al modio; questa cifra non pu essere presa come base per desumerne il prezzo del grano a Puteoli (Mrozek 1978, 153 sqq.), dato che di regola il valore di mercato del pegno superava di molto la somma mutuata; in questo caso per pi della met, poich si pu calcolare che a Puteoli, come vedremo in seguito, il prezzo del grano alessandrino non doveva discostarsi dai 3 HS a modio. Questa volta per, a differenza che nel primo documento, Eunus non dichiara pi che il grano alessandrino e le altre derrate erano in suo possesso (quae omnia reposita habeo penes me in horreis Bassianis), ma si limita a precisare che il grano si trovava in horreis Bassianis medis horreo duodecimo e le altre derrate in isdem horreis imis. Era accaduto che, aumentata il 2 luglio la somma mutuata a 13 000 sesterzi, il possesso delle

    1 Per il periodo repubblicano rinvio ai contributi di Musti 1 980, 1 97 sqq. e Frederiksen 1980-81, 5 sqq.; inoltre sulla cura annonae di Pompeo, v. da ult. Herz 1988, 46 sqq.

    2 Macqueron 1974, 497 sqq.; Macqueron 1979, 199 sqq.; Casson 1980, 26^.; Bove 1984, \9 sqq. ;Serrao 1984, 3605 ^.;Wolf/Crook 1989, 9 sqq.

    3 Sul commercio privato del grano in et imperiale, v. in generale Pavis d'Escurac 1976, 253 sqq. ; Rickman 1980, 87 sqq. e passim.

    4 Dalla celebre lettera di Seneca, Ep., 77, 1 e da papiri egiziani. 5 Sui chirografi di mutuum cum stipulatione e sul loro formulario,

    v. ora Camodeca 1992, 165 sqq. 6 Si parlato (Macqueron, 1974, 501 sqq.; Casson 1980, 27 e n. 35;

    Bove 1 984, 32) oltre che di sacchi, anche di cadi (cio giare, doli), in cui sarebbero state contenute queste derrate; ci frutto di un' errata lettura: si trattava in realt solo di 200 sacchi del peso ognuno di 1 30 kg circa.

    7 Sugli horrea si veda in generale Rickman 1971, con bibl.; sull'appalto degli horrea publica, v. Thomas 1966, 353 sqq. ; Rickman 1971, 194 sqq.

    8 Tale rapporto risulta esplicitamente sulla pag. 4 di TPSulp. 45 = TP. 7: C. Novi Cypaeri l. Eun.

    9 In questo senso anche Wolf/Crook 1989, 19. Casson 1980, 27 ha pensato invece che questo mutuo sia stato concesso ad Eunus direttamente dallo schiavo Hesychus, che avrebbe investito del suo nell' affare del padrone, e ci perch nel testo del chirografo si dice semplicemente: me (cio Eunus) accepisse ab Hesycho Ti. Iuli Augusti liberti Eueni servo. Ma questa formulazione non rende affatto necessaria una simile conclusione: infatti un servus, autorizzato dal dominus poteva ben dare a mutuo e ricevere pegni (v. ad es. /, 14, 5, 8) e la restituzione andava fatta secondo la regola generale al suo dominus. Tanto vero che Eunus dichiara di dovere ei (cio ad Hesychus, ma per il suo padrone) sia questi 3000 sesterzi sia gli alia sesterno decem milia quae alio chirographo meo eidem debeo, e sappiamo bene che questi ultimi gli sono stati mutuati senza dubbio da Euenus e non da Hesychus. Il Serrao 1984, 3612 sqq., sostiene che Hesychus agisca per conto del dominus ma nomine proprio e vede in lui la figura tipica di schiavo manager che opera con un certo patrimonio a lui affidato e che mentre acquista a tale patrimonio, e perci al dominus, espone quest'ultimo solo a una responsabilit limitata (cio aWactio de peculio e de in rem verso).

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  • PUTEO LA CITTA E

    LI IL SUBURBIO con RICOSTRUZIONE dell OROGRAFIA ANTICA a prof. G arch. C

    cura di : . CAMOOECA . IUORIO

    >JL

    A-AMPHITEATRUM -THERMAE C -CAPITOLIUM D- TEMPLA E-MACELLUM F -COLLEGIA G- TABERNAE H -HORREA I -CISTERNA L -STADIUM M-VILLAE N-NINFEO -Via Tecta -SEPU-LCHR A Q-MURA della Colonia Repubblicana R-PORT AE '

    REGIO PORT, TRIUM 1 F O R U REGIO AR AE LUC ULLI ANAE

    / L 1- A E

  • DIALOGUES D'HISTOIRE ANCIENNE 49

    J.D. BEAZLEY Paralipomena, Additions to Attic Black-Figure, Vase-Painters, Oxford 1971, p. 87.

    APPENDICE II sur le mot

    Hsiode Les travaux et les Jours vers 427-440

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  • Puteoli porto annonario e il commercio del grano

    merci pignorate stato trasferito al creditore Hesychus per sua maggiore sicurezza. Il modo in cui avvenuto il trasferimento del possesso indicato nel terzo documento del dossier (TPSulp. 45 = TP. 7) redatto lo stesso 2 luglio e alla presenza dei medesimi signatures di TPSulp. 52. Fra di essi spicca un ingenuus, A. Mevius A.f. Fai. Iulus, membro di una gens puteolana che, forse per mero caso, fra quelle ben attestate ad Alessandria (Camodeca 1992, 129).

    Si tratta di un chirografo di locano horrei10, in cui il servo Diognetus, loca ad Hesychus per ordine (iussu) e alla presenza del suo dominus11 Y horrearius C. Novius Cypaerus, a sua volta patrono del debitore Eunus, Yhorreum duodecimum negli horreaBassiana media dove si trovavano i 7000 modi di grano alessandrino e lo spazio fra le colonne del portico del livello inferiore (intercolumnia in iisdem horreis imis)12 dove erano posti 200 sacchi di cereali e legumi dati in pegno da Eunus ad Hesychus; il tutto era locato da Cypaerus per un canone puramente nominaledi 1 sesterzio al mese13. Enoto che Cicerone (de finib. 2. 26. 84) considerava il possedere granai a Puteoli una tipica fonte di arricchimento. Questa singolarit si pu spiegare facilmente se si considera che horrearius Cypaerus era il patronus di Eunus e che, come ora risulta, egli partecipa come signator anche al secondo chirographum di mutuo del 2 luglio. Si pu verosimilmente immaginare che Cypaerus avesse un preciso interesse nell'affare del suo liberto e si assumesse quindi i costi reali della locazione14.

    D'altra parte si deve tener conto di un fatto tecnico: per la concessione del possesso sulle cose pignorate era necessaria la locazione a nome di Hesychus dei vani dove esse erano conservate e per esistenza stessa di un valido contratto di locatio-conductio occorreva un canone (merces) anche se nominale (12 sesterzi ali' anno). Inoltre il debitore si assume espressamente ogni rischio di vis (danni furti) non imputabili ali' horrearius riguardo alle derrate pignorate, ma nulla si prevede sul possibile deterioramento di merci di per s deperibili come cereali e legumi; ci ci autorizza a ritenere che doveva trattarsi di un mutuo a breve termine, dell ' arco di pochi mesi, come del resto prassi costante negli atti dell' archivio15. Una prima interessante considerazione si pu senza dubbio trarre da questi documenti: se i due mutui di 10 000 e 3000 sesterzi contratti dal nostro mercante frumentario, C. Novius Eunus, non fossero stati connessi con il commercio del grano, egli avrebbe potuto ben vendere le derrate per procurarsi il denaro che gli occorreva senza dover ricorrere al mutuo. Pare evidente invece che egli non riteneva conveniente vendere in quel momento il grano alessandrino e le altre merci nel mese di luglio, proprio nel periodo d'arrivo delle prime navi granarie da Alessandria16. Un interessante indizio sulle, del resto ovvie,

    oscillazioni di prezzo del grano alessandrino a seconda delle stagioni fornita dal secondo gruppo di documenti, dove, come vedremo, lo stesso grano aveva a marzo, sempre come oggetto di pegno, una valutazione pi alta di un quarto.

    Dal chirografo di Eunus risulta chiaro che le merci date in pegno erano gi state da lui acquistate al momento del primo prestito di 10 000 sesterzi il 1 8 (o 28) giugno17;

    10 Questo chirografo, insieme a TPSulp. 46 = TP. 44, rappresenta l'unico documento di locatio horrei noto dalla prassi giuridica romana; sulla locazione degli horrea, v. Alzon 1966;Macqueron 1979, 199 sqq. ; spec. 208 sqq. ; Wacke 1980, 299 sqq. con altra bibl.

    1 ' Sulla posizione di Diognetus, che redige il chirografo di locatio horrei, v. Serrao 1984, 3609 sqq. : tra le tre ipotesi possibili egli considera pi persuasiva quella secondo cui Cypaerus, conduttore degli horrea Bassiana, avrebbe affidato gli horrea stessi in gestione al suo schiavo Diognetus. Se cos fosse Diognetus li esercisce nomine proprio e non quale institor preposto dal suo padrone ad una attivit economica da lui esercitata direttamente . Il iussus specifico di Cypaerus per la locazione ad Hesychus sarebbe dovuto alla volont di dare per opportunit commerciale maggiori garanzie a determinati clienti; in tal modo il dominus veniva a rispondere illimitatamente in base al suo iussus e nelle forme dell'aci/o quod iussu.

    12 Sul termine, che ricorre anche in una lex horreorum (FIRA, IH, 145 b), v. Alzon 1966, 539; Rickman 1971, 52; 54; 197 sq.

    13 Inverosimile l'ipotesi del Macqueron 1979, 212 n. 51, che la colonia di Puteoli abbia stabilito nel contratto di appalto degli horrea publica una tariffa privilegiata per i mercanti di grano; v. infatti TPSulp. 46.

    14 Sotto questo riguardo si confronti infatti la ben diversa situazione dell'altra locatio horrei TPSulp. 46 = TP. 44 + 46.

    15 In questa sede non ci interessano direttamente gli ultimi due documenti riguardanti il mercante frumentario C. Novius Eunus e lo schiavo imperiale Hesychus, datati l'uno pi di un anno dopo e l'altro addirittura due, per cui per brevit qui non ne tratter. L'elemento unificante per C. Sulpicius Faustus, il proprietario del nostro archivio, che se in questi primi atti del 37 appare come testimone, negli ultimi del 38 e del 39 assume la figura di adiectus solutionis causa, cio di delegato a ricevere il pagamento al posto del creditore, funzione svolta evidentemente nella sua attivit di banchiere.

    16 II viaggio fino a Puteoli doveva durare nella buona stagione circa un mese; solo un eccezionale record la traversata in nove giorni ricordata da Plin., N.H., XIX, 3; nella cattiva stagione si arrivava per a 80 e pi giorni. Sulla durata di questi viaggi, v. Duncan-Jones 1990, 25 sqq. ; cfr. Rickman 1980, 128 sq.

    17 Non si pu condividere interpretazione del Casson 1980, 28, secondo cui Eunus avrebbe preso a mutuo la somma di 10 000 sesterzi da Euenus per comprare una partita del grano alessandrino in arrivo in quei giorni a Puteoli; poi il 2 luglio lo avrebbe dato in pegno al creditore e avrebbe pagato a rate il suo debito, mettendo sul mercato al momento opportuno il grano pignorato. Questa ipotesi urta contro grandi difficolt: anzitutto fin dal primo documento di giugno Eunus dichiara di disporre gi del grano alessandrino (quae habeo penes me in horreis), che Casson 1980, 32 n. 39, interpreta invece come what I am to have on deposit under my name; in secondo luogo ben difficile immaginare come avrebbe potuto vendere il grano, che il suo creditore aveva ormai in pegno a proprio nome, senza prima estinguere il debito.

    105

  • Giuseppe CAMODECA

    ma il nostro mercante vuole disporre di altro denaro contante (prima 10 000 e poi altri 3000 sesterzi) da investire nell'acquisto di ulteriori partite di grano alessandrino; socio nelF affare doveva essere il suo patronus, C. Novius Cypaerus, che metteva a disposizione gli horrea publca da lui gestiti per immagazzinarlo ed attendere il momento migliore per vendere col migliore profitto, prima il grano acquistato con il mutuo e poi, saldato il debito con Euenus, quello dato in pegno. D'altra parte il liberto imperiale Euenus, tramite il suo schiavo Hesychus, aveva investito in tutta sicurezza il suo capitale di 1 3 000 sesterzi, ben coperto dal valore di mercato delle derrate avute in pegno, e che certo gli fruttava un non trascurabile interesse, che, come al solito, non viene dichiarato, ma che con ogni verosimiglianza gli era versato mensilmente ' 8 . E la clausola della restituzione a richiesta del creditore (quae ei reddam cumpetierit) senza termine prefissato gli consentiva, nel caso le cose si mettessero male, di ingiungere immediata restituzione ed, in mancanza, di rivalersi vendendo all'asta le merci pignorate.

    Un interessante termine di confronto costituito dal secondo gruppo di documenti dell'archivio dei Sulpicii riguardanti il commercio del grano alessandrino, sul quale la mia riedizione, qui pubblicata per la prima volta, apporta rilevanti novit. Si tratta di tre documenti datati fra il 1 3 e il 15 marzo del 40; questa volta protagonista lo stesso C. Sulpicius Faustus che il 1 3 marzo da a mutuo 20 000 sesterzi ad un me reato rfrumentarius, L. Marius lucundus, liberto di un altro liberto, L. Marius Dida (TPSulp. 53 = TP. 8 + 92 + ined.); fra i testimoni dell' atto un liberto dei P. Annii. Questa circostanza va sottolineata perch nello stesso giorno C. Sulpicius Faustus loca dXY horrearius . Annius SeleucusV horreum vicensimum sextum nel settore superiore degli horrea siti neipraedia Barbatiana di Domitia Lepida (su cui v. infra); per questo horreum, dove sono depositati 1 3 000 modii di grano alessandrino (cio circa 87 ton.), si fissa un canone di locazione di 1 00 HS al mese (TPSulp. 46 = TP. 44 + 46 + ined.)19. Stranamente solo due giorni dopo, il 15 marzo, segue il chirografo (TPSulp. 79 = TP. 69), in cui L. Marius lucundus da in pegno al creditore Faustus in garanzia del mutuo di 20 000 sesterzi i 1 3 000 modii di grano alessandrino siti nel magazzino nr. 26 degli horrea Barbatiana, assumendone su di s ogni rischio di danno sottrazione e si fissa il termine di due mesi (le Idi di maggio) per la restituzione; in caso contrario il pegno sarebbe stato venduto all'asta.

    Ma perch in questo caso la locazione dell' horreum XXVI, in cui era depositato il grano oggetto del pegno, precede, anzich essere contestuale posteriore alla costituzione del pegno, come sarebbe logico e come accade nel caso di C. Novius Eunusl Gli studiosi che si

    sono occupati di questo documento di locatio horrei (TP. 44) si sono imbattuti in un'altra apparentemente insuperabile difficolt; infatti nel chirografo, cos come letto dai primi editori20, redatto da Nardus, servo dell' horrearius P. Annius Seleucus, questi locava a Faustus horreum vicensimum sextum in quo repos itum est tritici Alexandrini millia modium decem et tria, cui sarebbe seguita dopo una brevissima lacuna di circa 5 lettere, incomprensibile espressione mutuitur (sic) dominus meus. Ora, poich la forma verbale mutuitur non esiste, tutti i commentatori di questo documento21 si sono vanamente sforzati di darle un senso verosimile. Non per il caso di discuterle: per fortuna si tratta semplicemente di una lettura errata correggendo la quale si possono, a quanto credo, risolvere in un solo colpo i due problemi che si sono rilevati.

    Infatti a mio avviso si deve senza alcun dubbio leggere: in quo repositum est tritici Alexandrini millia modium decem et tria quae admetietur dominus meus cum servis suis (cio Annius Seleucus, il padrone di Nardus, che scrive il chirografo). Il verbo admetior termine tecnico usato in varie fonti sempre in contesti di misurazione di derrate, e in specie del grano22. E anche indicazione del canone mensile di locazione, che nelle precedenti edizioni era stata restituita in modi inverosimili23, trova finalmente una piana soluzione con a decifrazione della parola mercede {mercede in mensibus singulis sestertis centenis nummis).

    Dunque Faustus prima di accettare in pegno il grano alessandrino depositato ne\V horreum XXVI vuole che

    18 Sul problema degli interessi nei negozi di mutuo, v. Camodeca 1992, MA sqq. con bibl.

    19 II documento costituisce un dato interessante, perch assai raro, sul costo dell'immagazzinaggio del grano e sui profitti degli horrearii; sul punto, v. Rickman 1980, 150.

    20 AE 1973, 167, poi con miglioramenti Sbordone 1976, 146; Bove 1984, 64 sqq.; cfr. anche Macqueron 1979, 202 sqq.

    21 Crook 1978, 236, seguito da Casson 1980, 33, vorrebbe attribuire al verbo il significato non altrimenti attestato di to hand over as security for a loan; Macqueron 1979, 203 n. 20; 211, proponendo di intendere mutuitur per mutuatur, interpreta [quorum pretium X] mutuatur; slmilmente Bove 1984, 65 sq., integra [pro q(uo) L. Marius lucundus HS XX] mutuitur, ricostruzioni entrambe, a tacer d'altro, escluse gi di per s dall'eccessiva lunghezza.

    22Cato,Agr., 154; Cic, 2 Verr., Ili, 192; Liv., XXXV, 49, 10; Gai., /, 18, 1, 35, 7; Non. 743 (L.); v. Th. L.L., s.v., 725 s.

    23 Macqueron 1979, 203 n. 21 , restituisce fantasiosamente: dominus meus [ex k.... ]is in mensibus singulis s[esterti]s n[ummi]s X recipiet; in senso analogo Bove 1984, 65 sq.: dominus meus / [a C. Sulpjicio Fa[usto ex hac di]e in mensibus singulis /s[estert] is cen[ tents] num[mum recipiet]; Sbordone 1976, 146: cufin u] suris q[uae pactae sujnt in mensibus singulis [sestertjis cenftenis] nummis; slmilmente Casson 1980. 33.

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  • Puteoli porto annonario e il commercio del grano

    V horrearius lo misuri e ne stabilisca l'esatta quantit che lucundus aveva dichiarato in 1 3 000 modii (87 ton.). noto infatti che le cose fungibili come il grano vengono identificate solo a peso e a misura; stabilirne il quantum era necessario per individuare precisamente l'oggetto del pegno, oltre che per fissarne il valore. Questa a mio parere la spiegazione della singolare circostanza per cui la locazione del deposito del grano precede di due giorni la costituzione vera e propria del pegno su di essi. Solo al termine delle operazioni di misurazione, condotte dall' horrearius cum servis suis, possibile la costituzione del pegno.

    Chiariti a mio avviso i termini della questione, si pu tentare di intendere le ragioni economiche dell'affare. Siamo alla met di marzo; in teoria dovrebbe essere un buon momento per vendere il grano alessandrino, ma il mercante frumentario L. Marius lucundus non vuole (o forse non pu) farlo e, pur avendo bisogno di 20 000 sesterzi, preferisce chiedere un mutuo al finanziere C Sulpicius Faustus, dandogli in garanzia i 13 000 modii di grano, che questa volta sono valutati circa un quarto in pi rispetto al caso di Eunus, che si svolgeva a giugno/luglio (HS 1,53 a modio rispetto a 1,18)24. Ma al mercato all'ingrosso, specie su quello di Roma, esso doveva avere un valore ben pi grande; secondo i pi recenti calcoli, in Italia il prezzo era in generale di 4 sesterzi al modio e nel primo principato a Roma arrivava a 5/625. Ma anche a Puteoli non poteva essere di molto inferiore a 3 sesterzi al modio26; infatti in et giulio- claudia il prezzo normale del grano nel Basso Egitto, al di l di variazioni stagionali, si pu calcolare in 8 dracme per artaba (cio grosso modo equivalenti a 2 HS al modio)27, cui vanno aggiunti i costi del trasporto28 e dell'immagazzinaggio. Ci da la misura di quanto si cautelasse il creditore pignoratizio riguardo a merci deperibili.

    Eppure si deve notare che a met marzo il periodo del mare clausum era oramai finito e che i 1 3 000 modii di grano alessandrino di lucundus avrebbero riempito una di quelle piccole navi da carico, che potevano risalire anche il Tevere e il cui armamento per trasporto granario sar solo qualche anno dopo, nel 51, considerato da Claudio sufficiente per accedere a speciali privilegi ed immunit29. Inoltre va ricordato che proprio nell'estate precedente Caligola aveva fatto costruire il famoso ponte di navi onerarie fra Puteoli e Bauli per celebrare il suo trionfo sul mare in emulazione di Serse, anche se considerare questa manifestazione di vana potenza come causa diretta delle grandi difficolt di approvvigionamento che ci furono a Roma nell'inverno 40-41 pare essere un'esagerazione delle fonti, specialmente del pi tardo Cassio Dione (LIX, 17, 2), in cui l'episodio ampliato ed ingigantito con elementi leggendari30. Eppure,

    stante una situazione cos favorevole, lucundus decide per una qualche ragione di tenersi ancora il grano alessandrino in deposito negli horrea Barbatiana. Questa volta per, trattandosi della met di marzo, non si pu ovviamente pensare che lucundus voglia procurarsi danaro contante da investire in acquisto di altro grano come si supposto per Eunus. Si pu comunque immaginare che volesse acquistare altro tipo di derrate, in quel momento sul mercato a prezzo conveniente, per il cui acquisto preferiva indebitarsi piuttosto che vendere il suo grano. Qualche luce sul punto pu forse trarsi dalle clausole del pactum de pignore vendendo concluso fra il debitore lucundus e il creditore Faustus: si idibus Mais primis ea sestertia viginti millia, quae supra scripta sunt, non deaero, solve ro satisve fecero, turn liceat ubi (a Fausto) id trticum Alexandrinum sub praecone ... vendere (cio vendere all'asta). Si precisa poi che sipluris venierit, omne quod superesset reddas mihi heredive meo; si quo minoris venierit, id ego reddam ubi heredive tuo. Fino a quel momento ogni rischio riguardo al frumento pignorato era assunto dal debitore oppignorante. Mi pare significativo il termine delle Idi di maggio per la restituzione del prezzo e per l'eventuale vendita all'asta. Entro due mesi lucundus ritiene di restituire il mutuo ricevuto, evidentemente col ricavato dell'affare che avrebbe concluso con i 20 000 sesterzi avuti in prestito da Faustus. Ma se le

    24 In questo caso erano per compresi 4000 modii di legumi e altri cereali, per i quali si pu probabilmente ipotizzare un prezzo di mercato inferiore al grano alessandrino.

    25 V. le analisi di Duncan-Jones 1982, 145 sq.; 345 sqq. ; Rickman 1980, 147 sqq.

    26 Mrozek 1978, 153 sqq., argomentando confusamente, vorrebbe calcolare il prezzo del grano a Puteoli in base ai dati forniti dai documenti di Eunus; si visto per quanto questo procedimento sia pericoloso.

    27 Sul punto v. ora la documentazione completa in Duncan- Jones 1990, 143 sqq. ; cfr. gi Duncan- Jones 1976a, 241 sqq.; artaba da 48 choenices, che era quella usata ufficialmente per le requisizioni granarie, equivaleva a 4,5 modii: sulle varie misure dell' artaba, che erano in uso v. Duncan-Jones 1982, 372 e in part. Duncan-Jones 1976b, 43 sqq.; Duncan- Jones 1979, 347 sqq.

    28 Secondo Rickman 1980, 149 sqq., incideva solo per il 16% circa, cifra per considerata troppo bassa dal Duncan- Jones 1982, 367 sqq.

    29 Suet., Claud., 18,3-4e 19;Tac.,/4/rn.,XII,43, 1-2; Gai., I, 32; Ep. Ulp., 3.6; cfr. Tac, Ann., XIII, 51,2; sul punto, . Pomey/Tchernia 1980-81, 35 sqq. e ora Herz 1988, 90 sqq.

    30 In Seneca, Brev. vitae, 1 8, 5, si deplora retoricamente che mentre l'imperatore si diletta a costruire ponti di navi, l'annona va in malora; nessun accenno ad una conseguente crisi annonaria in Suet., Cai., 19; n in Jos., Ant. lud., XIX, 5-6; per una attenta considerazione dell'episodio, v. Garnsey 1988, 222 sqq. La data dell'estate del 39, fornita da Cassio Dione, confermata da Suet., Cai., 19, 3.

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  • Giuseppe CAMODECA

    cose fossero andate male, si stabilisce che la vendita all'asta detriticumAlexandrinum avvenga alle nundinae successive il 15 maggio, una data che significativamente precede di poco l'arrivo delle prime navi granarie da Alessandria previsto per inizio di giugno, dopo di che il prezzo del grano sul mercato puteolano sarebbe sensibilmente calato.

    Merita infine almeno un cenno un altro documento dell'archivio dei Sulpicii, di cui purtroppo lo stato di grave lacunosit rende assai difficile e incerta la ricostruzione del testo, ma non ne giustifica certo la prima pessima edizione31. Quanto si legge su questa pag. 5, datata 22 die. 57, del massimo interesse: vi si parla di 18 000 modii (cio ben 120 ton.), con ogni verosimiglianza di grano alessandrino, da vendere all'asta; di una nave (che probabilmente quella che l'ha trasportato); di un navicularius di condizione peregrina, un orientale Theodori flius, certo per non un alessandrino, che in qualche modo ha a che fare anche col porto di Sidone ecc32.

    In conclusione questi documenti ci permettono di osservare da vicino l'attivit e le operazioni finanziarie dei mercatores frumentarii puteolani, degli horrearii e dei finanzieri della citt, un vero e proprio microcosmo che ruotava attorno al commercio del grano alessandrino, che vi appare interamente in mani private. Questo commercio libero non doveva per riguardare il grano fiscale necessario per lefrumentationes imperiali, quantificabile in 12/15 milioni di modii (80/100 000 ton.), ma la restante parte del tributo frumentario dovuto dall'Egitto e dall'Africa, che si pu calcolare grosso modo in 30/40 milioni di modii (200/250 000 ton.) e che doveva servire per le scorte e per il fabbisogno complessivo della popolazione di Roma33. N il liberto di Tiberio, Euenus, dal quale Eunus riceve a mutuo i 1 3 000 sesterzi, risulta in qualche modo collegato ali' organizzazione dell' annona imperiale, n quest'ultima, come si da taluno supposto34, intervenuta nell'affare. Si tratta sempre, come si visto, di liberti liberti di liberti, al pi figli di liberti, come a mio avviso lo stesso C. Sulpicius Faustus (Camode- ca 1992, 25 sqq.). In generale essi appartengono a gentes campane35; alcune di queste gentes fanno anzi parte dell'oligarchia puteolana, come i L. Marii e in particolare gli Annii, per i quali ho potuto tempo fa dimostrare la ricchezza e il potere cittadino fin dalla tarda repubblica; qui si ricordi solo che la basilica del nuovo foro au- gusteo, la basilica Augusti Anniana, fu costruita a loro spese e che loro estesi interessi commerciali trasmarini, in specie orientali ed egiziani, sono ben testimoniati proprio in et giulio-claudia(Camodeca 1979, sqq.).

    Un loro liberto, P. Annius Seleucus (forse di origine sira microasiatica e che si dichiarava analfabeta), svolgeva la lucrosa attivit di horrearius^, gestendo gli horrea siti nei praedia Barbatiana di Domitia Lepida,

    nientemeno che la zia di Nerone e la suocera di Claudio. Cos attingiamo ad un livello sociale ben pi alto dell'aristocrazia cittadina, non solo quello senatorio, ma addirittura la stessa casata imperiale, gi presente in questi affari, come si visto, con suoi schiavi e liberti. Che questa Domitia Lepida sia proprio la zia di Nerone, la figlia di L. Domitius Aenobarbus, cos. ord. 16 a.C, e di Antonia maggiore37, non v' alcun dubbio. Essa non va comunque confusa con la sua quasi omonima sorella maggiore Domitia, come fa il D'Arms (D'Arms 1980, 76, 78) , sulla sola base delle propriet baiane di quest'ultima (Tac, Ann., XIII, 21,3), per ereditarne le quali essa fu secondo Cassio Dione (LXI, 17,2; cfr. Suet., Nero, 34, 5) uccisa da Nerone nel 5938. Il fatto poi che i suoi praedia portino il nome di Barbatiana non indica, come si supposto, propriet della gens Barbatia, ma quelle di un Barbatus, se si pensa che primo marito di Domitia Lepida, da cui nacque la celebre Valeria Messallina, fu L. Valerius Messalla Barbatus, cos. 12 a.C. Questi mor giovane e la moglie dovette ereditarne questi praedia puteolani, il che ci fornisce un nuovo dato non trascurabile sulle propriet lucrative dell ' aristocrazia senatoria a Puteoli in et augusteo-tiberiana. Anche questi fondi di Domitia Lepida finirono per probabilmente nel patrimonio imperiale nel 54, quando l'odio di Agrippina le sar fatale procurandole la condanna a morte da parte di Claudio (Tac, Ann., XII, 64, 2-3; 65, 1; Suet., Nero, ).

    Dunque nel 40 gli horrea siti nei praedia puteolana di Domitia Lepida erano stati dati in gestione tramite locazione ad un liberto di una delle pi importanti famiglie cittadine, gli AnniP9. Altro buon esempio di intreccio di

    31 Tp 14 1 ^ Landi 1980, 196 sq.; ho potuto riconoscerne anche l'originale (inv. 14438) ormai assai contorto e quasi illeggibile.

    32 Per il complesso esame ricostruttivo di questo documento rinvio alla sua prossima pubblicazione.

    33 Per la cifra di 30 milioni di modii da ult. Garnsey 1988, 231 sq.; per 40 milioni Rickman 1980, 10, 232. Secondo Duncan- Jones 1990, 193 in this case the government was probably converting some of its revenues in kind into revenues in cash.

    34 Cos Macqueron 1974, 507 sq., ipotizza una requisizione del grano di Eunus da parte dell'annona.

    35 Non so come qualche studioso (ad es. Kunkel 1973, 158) abbia potuto supporre che C. Novius Eunus fosse un mercante alessandrino solo perch trattava (anche) grano alessandrino.

    36 E' da escludere l'ipotesi dell'Alzon 1966, 42 sq. secondo cui ' horrearius sarebbe il custode delle chiavi; contra per gi Thomas 1966, 357 sqq.; Rickman 1971, 196;Wacke, 1980,307.

    vpiR2, D 1 80; FOS, nr. 326. SPIR2, D 171; FOS, nr. 319. 39 I nuovi documenti puteolani smentiscono chiaramente la tesi dell' Alzon 1 966, 32 sq. che gli horrea erano sempre gestiti direttamente

    dal proprietario da un suo rappresentante (schiavo procuratore); contra gi Rickman 1 97 1 , 1 95 e ora Macqueron 1 979, 206 sqq.

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  • Puteoli porto annonario e il commercio del grano

    interessi fra ceto senatorio e aristocrazie cittadine. Viceversa l'altro horrearius, C. Novius Cypaerus,

    anch'egli di condizione libertina, aveva ottenuto in appalto dalla colonia puteolana la gestione degli horrea Bassiana publca Puteolanorum, costruiti da un Bassus, purtroppo non meglio noto, forse come manifestazione di evergetismo verso la citt40. Si anche visto come questi horrearii non si limitassero a guadagnare con il canone di locazione dei numerosi ambienti dei loro horrea, ma potessero essere pi meno direttamente cointeressati, anche tramite i loro liberti, alle operazioni finanziarie dei loro clienti sulle merci depositate. Dietro si scorge sempre l'intervento dei finanzieri e banchieri locali come C. Sulpicius Faustus; i dubbi che sono stati espressi anche di recente (Andreau 1 987, 363, 519) sulla possibilit che Faustus e il suo liberto Cinnamus abbiano svolto anche il mestiere di banchieri sono superati dalla mia rilettura di TP. 40 + 1 18 (= TPSulp. 82; Camodeca 1 992, 29 sqq.). Si pu capire quindi l'entusiasmo con cui, stando a Seneca (Ep., 77, 1), l'intera citt accoglieva l'arrivo della classis Alexandrina ai primi di giugno.

    2. Questi documenti ci forniscono anche interessanti precisazioni sulla organizzazione e sulla stessa struttura edilizia degli horrea puteolani di epoca giulio-claudia, con la divisione in tre settori, horrea ima, media, superio- ra. Non si pu condividere l'interpretazione che di queste designazioni dava il Sommella41 , con riferimento cio alla posizione di questi horrea nel tessuto urbano digradante lungo tre grandi terrazze disposte fra i 35-40 m e il mare, per cui ad es. gli horrea ima sarebbero stati quelli localizzati nei quartieri portuali. Dal testo della TPSulp. 45 (= TP. 7), in particolare, dove vengono locati Yhorreum duodecimum in horreis Bassianis publicis Puteolanorum medis item in iisdem horreis imis intercolumnia..., essendo inverosimile pensare a tre piani, sembra chiaro trattarsi di horrea disposti su tre livelli, sfruttando il naturale pendio del terreno, ma senza alcun riferimento alla loro localizzazione nelle diverse zone della citt. In questa si riconoscono ancora almeno quattro grandi complessi di horrea, databili per le tecniche edilizie dair epoca tardorepublicana-augustea fino agli inizi del II secolo e posti sia nell'area immediatamente a ridosso dei quartieri portuali, sia nella terrazza superiore lungo le percorrenze verso la grande viabilit esterna (via Campana, via Domitiana); per non parlare ovviamente dei grandiosi complessi di magazzini che la foto aerea mostra nella zona ora sommersa dal mare lungo la ripa puteolana che si estende fino al portus Iulius (v. carta archeologica a tav. 1 ).

    I documenti finora esaminati con le grandi quantit di grano alessandrino commerciato a Puteoli nel 37-40

    non mi pare confermino l'ipotesi del Frederiksen (Frederiksen 1980-81, 23 sqq.), secondo cui la formazione della classis Alexandrina sarebbe da porre in epoca neroniana42. Per questo egli si fonda sul presupposto, a mio parere indimostrato, che la classis Alexandrina come tale doveva viaggiare tutta insieme in un unico convoglio. Questa idea gli fa ingiustamente svalutare la preziosa testimonianza svetoniana (Aug., 98, 1) dei marinai alessandrini che nel porto di Puteoli salutano Augusto, che vi era di passaggio negli ultimi giorni della sua vita, come loro benefattore e salvatore; e ci solo perch in questo episodio non si parla di una flotta ma di singole navi. A me invece questo aneddoto pare assai significativo per sostenere che fu l'epoca augustea a segnare il salto decisivo rispetto al passato per il commercio granario fra Puteoli e Alessandria, anche se si pu ritenere per certo che esso and poi meglio organizzandosi per tutta l'et giulio-claudia. Del resto che la classis Alexandrina arrivasse a Puteoli in un unico convoglio non risulta da nessuna fonte; anzi vi sono buoni argomenti per sostenere che i convogli erano almeno due all'anno, il secondo dei quali doveva svernare nel porto flegreo e ripartire per Alessandria all'inizio della primavera43.

    A Puteoli dovevano arrivare gi dall'et augustea almeno 10-15 milioni di modii annui solo di grano alessandrino44, equivalenti a 70 000- 10 0000 tonnellate. Un

    40 Escluderei senz'altro l'ipotesi del Frederiksen 1980-1, 21 e del Macqueron 1 979, 204 n. 24 che si tratti di un Bassius di un Bassaeus, gentilizi mai testimoniati nella Puteoli giulio-claudia.

    41 V. la mia Tav. 1 e Sommella 1978, 90 n. 90; passim con la descrizione e la pianta degli horrea ancora riconoscibili.

    42 Sarebbe un fatto recente nel 64 al tempo della lettera di Seneca, .,, 1.

    43 Ci si giustamente dedotto dalla constatazione che le notizie ufficiali, quali il cambio dell'imperatore, arrivavano in Egitto pi rapidamente se l'avvenimento cadeva in marzo a luglio/agosto (v. Duncan-Jones 1990, IO./.; 1 6. sq.). Nell'estate del 38 un certo numero di navi alessandrine salpa da Puteoli imbarcando Agrippa I e tutto il suo seguito (Phil., in Flac, 26-27). Inoltre quel che sappiamo intorno alla classis africana, organizzata da Commodo (HA., v. Comi., 17, 7) sull'esempio di quella alessandrina, mostra che per lo meno sotto Costantino (CTh., 13, 5, 6) essa partiva in pi convogli (v. Herz 1988, \40 sqq.; 241 sq.).

    44 Secondo una fonte tarda, come VEpit. de Caes., 1, 6, sotto Augusto il grano egiziano importato a Roma ammontava a 20 milioni di modii; se alcuni studiosi ne hanno dubitato (ad es. Frederiksen 1 980- 81,19 sq.), altri non l'hanno respinta (da ultimi Pavis d'Escurac 1976, 170; Casson 1980, 21). Ci che sembra senz'altro inaccettabile combinare questo dato con l'affermazione di los., Bell. lud., 11,383,386 (su cui v. in seguito), per concludere che a Roma arrivavano ben 60 milioni di modii solo dall'Africa e dall'Egitto; conrra v. Rickman 1980, 231 s

  • Giuseppe CAMODECA

    unico convoglio avrebbe significato arrivo simultaneo di 300-500 navi da carico di medie dimensioni (cio da 20 000 a 50 000 modii l'una), che avrebbe posto seri problemi organizzativi, tenendo conto che per scaricare una nave di questo tonnellaggio occorrevano dai 4 ai 5 giorni e forse pi (Pomey/Tchernia 1980-8 1,41; cfr. 40 e n. 40). Inoltre, a quanto sembra, il contributo granario africano era andato aumentando considerevolmente fra Augusto e Nerone, tanto che, stando a Giuseppe Flavio {Bell. lud., II, 383 e 386), nel 66 esso costituiva addirittura il doppio di quello alessandrino45. A questo proposito non si pu dimenticare che a Rusicade di Numidia, uno dei maggiori centri di esportazione cerealicola africana, viene onorato il Genio della colonia puteolana (CIL, Vili, 7959=ILAlg., II, 4), anche se l'iscrizione, al contrario di quanto si sostenuto talvolta, sembra pi tarda dell'et giulio-claudia46. Che nei documenti dell'archivio dei Sulpicii appaia per solo grano alessandrino, potrebbe essere dovuto al mero caso oppure alla loro stessa datazione al 37-40, precedente il forte aumento delle importazioni granarie africane, che comunque alcuni studiosi hanno ritenuto destinate fin dall'inizio principalmente al nuovo porto ostiense claudio-neroniano, peraltro assai poco sicuro. In conclusione quindi, se si calcola anche il minore contributo dalla Sicilia47, a Puteoli durante la bella stagione dovevano arrivare ed essere scaricate ben pi di un migliaio di navi di medie dimensioni solo per il traffico granario, cui vanno aggiunte le operazioni di carico delle varie migliaia di navi pi piccole adatte alla risalita del Tevere. Ci lascia intendere il gran numero degli addetti, e la complessit delle operazioni connesse con le attivit portuali a Puteoli, vitali per l'annona romana, e di conseguenza l'ampiezza delle strutture ad esse destinate.

    3. Di queste infrastrutture nulla quasi si sapeva fino a poco tempo fa. Fra di esse spicca certo il celebre molo lungo 372 m. ; esso noto sia dagli imponenti resti di 15 pilae visibili ancora agli inizi del secolo e poi inglobati nel molo moderno48, quanto in particolare dalle splendide raffigurazioni sulle famose fiaschette vitre di produzione puteolana d'epoca tetrarchica, oltre forse dal disegno del Bellori ex antiquapictura. La sua costruzione stata riportata dalla pi recente dottrina49 all'et augustea. E l'ipotesi ben si inquadrerebbe con quanto ora conosciamo sul grande interesse di Augusto per Puteoli, da lui elevata al rango di colonia Iulia Augusta e sul vasto rinnovamento edilizio cittadino che ne consegu, a cui concorsero con grande munificenza ed emulandosi a vicenda le pi importanti famiglie dell'oligarchia puteolana del tempo, tutte d'altronde pi meno direttamente interessate allo sviluppo della

    funzione portuale e del commercio trasmarino della citt50.

    Invero il Dubois (Dubois 1907, 260) pensava che il molo puteolano fosse solo di poco posteriore alla fondazione della colonia repubblicana del 194 a. C, invocando sia il rapido sviluppo del suo porto e delle sue attivit commerciali trasmarine, sia la menzione di un molo puteolano in Appiano (b.c., V, 71-72), sul quale all'inizio dell'estate 39 a. C. sarebbe avvenuto il famoso incontro di Antonio e Ottaviano con Sesto Pompeo. E tale ragionamento sembra seguito di recente anche dal Castagnoli (Castagnoli 1977,64 . 84). Ma era questo il molo cui si riferiva Appiano? Invero lo storico (V, 71, 298) parla chiaramente di tavolati di legno posti su pali infissi nel mare, dunque di pontili costruiti per l'occasione. Il porto di Puteoli doveva avere numerosi pontili di legno che dalla ripa si allungavano nel mare anche per lungo tratto per permettere lo sbarco e l'imbarco delle merci sulle navi; in tal senso una testimonianza esplicita, addirittura autoptica, anche se stranamente poco considerata al riguardo, quella di Licinio Mucia- no, cos. 63/64, cos. Ili nel 73 ( fr. 12 P. ap. Plin., N.H., Vili, 6), che in occasione di uno dei suoi imbarchi per l'Oriente ricorda questi pontili procul a continente

    45 Nel senso del forte aumento delle importazioni dall'Africa e dell'importante ruolo svolto in ci specialmente da Nerone, con una sostanziale fiducia nella testimonianza di Giuseppe Flavio, v. Picard 1956, 163s^.;Gallotta 1975,28^.;Pavisd'Escurac, 1976, 170; 175; Rickman 9S0, 61 sqq.; OSsqq.;23l sqq., che quantifica in 13milioni e 27 milioni di modii rispettivamente il contributo granario dell'Egitto e dell'Africa. Dubita invece dell'affermazione dello storico ebreo Duncan- Jones 1990, 192.

    46 L'uso esclusivo delle hederae distinguente s fa a mio avviso preferire il II secolo (cfr., anche per la formula di dedica, ILAlg., II, 5, non precedente ai Severi); per un giudizio pi puntuale sarebbe per necessaria l'autopsia dell'iscrizione e del rilievo raffigurante il Genio della colonia con la cornucopia e simboli significativi, come un ornamento di nave.

    47 Per la Sicilia fornitrice di grano ancora in et imperiale, v. Pavis d'Escurac 1976, 177; Rickman 1980, 106; Duncan-Jones 1990, 190.

    48 V. spec. Dubois 1907, 254 sqq.; cfr. Sommella 1978, 74, nr. 54; Castagnoli 1 977, 64 sq. Quanto ai pretesi bacini portuali a sud del Rione Terra (v. Beloch 1890, 133 con tav. Ili; Dubois 1907, 261 sqq. con fig. 20; cfr. Sommella 1978, 74, nr. 56 con fig. 167) essi si rivelano dalla pianta (v. Tav. 1) null'altro che un grosso doppio sistema di pilae a protezione del lato del promontorio pi esposto alle mareggiate, opera da datare, come altre analoghe del mare flegreo, all'et augustea (Verg., A>.,IX,710stf

  • Puteoli porto annonario e il commercio del grano

    porrecti. Si anche sostenuto, ma l'ipotesi giustamente non ha trovato consensi, che dallo stesso Appiano menzionato poco dopo (V, 72, 303), come luogo di un secondo incontro avvenuto l'indomani fra i tre personaggi, sia diverso dai pontili di legno costruiti per il primo colloquio51. Per di pi poich altre fonti come Velleio (II, 77, 1 ), Plutarco {Ant., 32, 2) e Cassio Dione (XLVIII, 36, 1 ) pongono l'incontro a Miseno e altre ancora a Baia, come Fioro (II, 18, 4), esso stato non di rado ritenuto non precisamente localizzabile all'interno del golfo di Pozzuoli52. Ad ogni modo la testimonianza appianea, seppure la si volesse considerare pi degna di fede delle altre33, non potrebbe comunque provare l'esistenza nel 39 a.C. del grande molo raffigurato sulle fiaschette vitre; qui l'opera assume un rilievo tale da rendere evidente come Y opus plarum rappresentasse uno dei pi celebrati monumenti della citt54. Per una sua costruzione in et augustea stato richiamato dal Beloch in poi (Beloch 1890, 131) un epigramma di Antifilo di Bisanzio {Ant. Pai., VII, 379= 14 Mller), poeta ritenuto di et augustea, in cui si magnificava il grande molo del porto di Puteoli che si spingeva fino all'alto mare. Il molo stesso orgogliosamente diceva: Io ricevo la flotta del mondo. Qui vicino c' Roma; questo porto a sua misura. Stranamente queste frasi, che in modo cos significativo si riferiscono a mio avviso alle flotte annonarie romane (si ricordino i litora mundi hospita di Stazio, Silv., Ili, 5, 75), sono state inverosimilmente messe in relazione col portus Iulius dal Dubois e dal Castagnoli (Dubois 1907, 259; Castagnoli 1977, 64 n. 84). Si pu invece essere sicuri che il molo celebrato da Antifilo sia quello di Puteoli, poi raffigurato sulle fiaschette vitre. Pi meno negli stessi termini entusiastici lo esalta anche Filippo di Tessalonica in un'altra composizione poetica raccolta nell' Anthologia Palatina (IX, 708); questi era ritenuto pi tardo di Antifilo e datato all'et di Caligola55. Ma la conclusione, che in generale se ne tratta, di una costruzione del grandioso molo di Puteoli in et augustea, va a mio avviso respinta. Gi il Mller56 aveva infatti dimostrato che Antifilo di Bisanzio, ritenuto fino ad allora un poeta augusteo, scriveva un elogio di Nerone Cesare per aver questi restituito nel 53 la libertas ai Rodii {Ant. Pai., 9, 178 = 30 Mller); la stessa raccolta di Filippo di Tessalonica fu edita secondo i pi recenti studi con tutta probabilit in epoca neroniana e non nel 40 (Cameron 1980, 43 sqq.; 61 sq.; cfr. Hartigan 1979, 108 sq.).

    I due componimenti poetici che magnificano il molo di Puteoli vanno ormai considerati, come era naturale attendersi, pi meno contemporanei, il che rafforza l'idea di un'unica occasione per la loro composizione; essi sono per da datare molto pi tardi dell'et augustea,

    sotto Claudio Nerone. A questo punto mi sembra del tutto inverosimile immaginare che entrambi i poeti si siano ricordati di celebrare come una ciclopica meraviglia del lavoro umano un'opera gi esistente da almeno mezzo secolo oppure che occasione per tali enfatiche espressioni possa essere stato un semplice restauro; non resta che pensare alla costruzione stessa del molo o, per meglio dire, ad una sua ricostruzione (v. n. 54) in forme tanto grandiose da comportare un suo sensibile allungamento che consentiva di difendere dall'azione del mare una parte molto pi grande delle infrastrutture portuali poste sulla ripa di fronte. Pur non volendo trarre conclusioni affrettate, certo che Nerone risulta un ottimo candidato come artefice di quest'opera imponente, se si pensa che nel 60 Puteoli fu colonia neroniana e che, a quanto ritengo si possa dimostrare, a Nerone si deve un ampio progetto di risistemazione urbanistica della citt e forse la costruzione ed inaugurazione nel 66 dell'anfiteatro maggiore (Camodeca 1991, 157 sqq.). Ma in particolare non si pu dimenticare che nel grandioso disegno neroniano, in parte realizzato alla morte dell'imperatore e su cui ingiustamente ironizza Tacito {Ann., XV, 42, 2-4), Puteoli doveva essere collegata direttamente col Tevere mediante un canale navigabile per renderne pi sicura e continua la funzione annonaria. Del resto tali giganteschi progetti di dominio sulla natura si inquadrano perfettamente nella politica di opere pubbliche di quegli anni57.

    Uno dei pi rilevanti settori dell' antica citt con la ripa puteolana58 e i quartieri suburbani che si estendevano

    5 ' In tal senso Carcopino 1913, 264 sqq. che fantasiosamente lo pone sulFisoletta menzionata da Paus., Vili, 7, 3 e raffigurata in Bellori; contra da ultimo Gabba 1970, 1 19 con bibl., il quale ritiene per certo che Appiano, quando menziona in 72, 303 il molo di Dicearchia, intende riferirsi sempre allo stesso pontile ligneo.

    Cos ad es. Gabba 1970, 1 19; Schor 1978, 42. " Cos gi Gardthausen 1891, 105, n. 20; cfr. Hadas 1930, 94 sq.;

    Carcopino 1913, 258 sqq. 54 Ostrow 1979, 1 13 sqq. Altro discorso ovviamente l'esistenza,

    testimoniata da Suet., Cai., 19, 1 (per il 39), cfr. gi Strab., V, 4, 6, di un molo frangiflutti in cementizio pozzolanico con analoghe funzioni di protezione dalle mareggiate, verosimilmente gi da tempo necessario per le dimensioni del traffico marittimo puteolano, ma, come si vedr, esso non pu essere quello stesso celebrato dai poeti Antifilo e Filippo.

    55 Da ultimo per la datazione al 40 della "Ghirlanda" di Filippo, v. Gow/Page 1968.

    56 Mller 1935, 11 sqq., che dimostrava come in Ant. /., IX, 178 non poteva trattarsi del futuro imperatore Tiberio; la datazione neroniana del poeta confermata e seguita anche da Robert 1979, 257 sqq.; Gow/ Page, 2, 120; Cameron 1 980, 43 sq.; da ult. Volpe Cacciatore 1983,259 sqq.

    57 Sul punto v. le considerazioni di Traina 1987, 40 sqq. con bibl. 58 Del tutto inutilizzabile ormai il prolisso, fantasioso articolo di

    Spano 1930, 295 sqq.

    Ill

  • Giuseppe CAMODECA

    fino al portus Iulius e al lago Lucrino, dall'alto medioevo sommersi dal mare, riappare finalmente per la prima volta nella sua realt topografica d'insieme nella mia pianta ricostruttiva (tav. l)59 frutto dell'attento studio di una serie di foto aeree perpendicolari effettuato con la valida collaborazione dell'architetto C. Iuorio e di pochi mirati saggi di controllo subacquei60. Ne risulta finalmente chiaro61 come il porto di Puteoli e il portus Iulius venivano a costituire dall'et augustea in poi un eccezionale sistema integrato di strutture portuali a fini commerciali (i sodi portus di Stat., Slv., IV, 8, 7?), reso del resto necessario dal contemporaneo enorme sviluppo del traffico marittimo di merci e derrate, che confluivano nella citt flegrea con destinazione finale, quasi sempre, Roma. Gli sporadici rin-venimenti subacquei di questi ultimi anni, purtroppo per lo pi casuali e privati del contesto topografico, hanno comunque dimostrato una continuit di vita fino al tardo impero sia della ripa che del portus Iulius. E gi dalla restituzione in pianta appaiono evidenti le varie fasi costruttive con orientamenti diversi; non qui per la sede per una pi puntuale descrizione e ricostruzione delle vicende edilizie di questo importante settore della citt, che sarebbero in ogni caso premature, essendo di oramai prossima attuazione un progetto, da me ideato, che prevede un'attenta ricognizione ed il rilevamento strumentale con cartografia numerica in scala 1 : 1000 di tutta la ripa puteolana.

    Il portus Iulius era stato costruito, come noto, da Agrippa ed Ottaviano nel 37 a.C. per le necessit militari connesse con la guerra contro Sesto Pompeo, sfruttando il lago costiero del Lucrino e il pi interno e profondo lago d' Averno62; il primo fu messo in comunicazione col mare tagliando l'istmo sabbioso mediante lo scavo di un grande canale, ancor oggi ben visibile lungo circa 300 m e largo 50, mentre un altro canale collegava i due laghi. Ma il portus Iulius conserv solo per pochi anni questa funzione militare, dato che probabilmente gi negli anni 20 a.C. la flotta fu definitivamente spostata a Miseno. La poca profondit del Lucrino, lamentata gi da Strabone (V, 4, 6), non comport comunque il suo abbandono come struttura portuale; essa fu destinata a scopi commerciali, come mostrano sia i bacini e le darsene ancora conservati all'interno del porto lagunare e separati da un lungo molo (ca. 1 10 m x 10 m), sia l'eccezionale serie di horrea, magazzini e taberne posti lungo due strade parallele, una delle quali prosegue rettilinea verso la terraferma e probabilmente serviva come asse pricipale di disimpegno di questa zona portuale.

    Lungo la ripa, tra la citt e il Lucrino, si andarono sviluppando specialmente a partire dall'et augustea dei vici (quartieri) suburbani a carattere emporico. Ci

    comport una nuova connotazione funzionale dell'intero sito, che in et tardo-repubblicana era invece caratterizzato da ville residenziali suburbane poste sulla collina della Starza e digradanti verso il mare, fra cui i celebri horti Cluviani di Cicerone; il litorale si and ora riempiendo con una cortina di edifici connessi con l'attivit portuale. Avevo gi potuto identificare e localizzare con precisione due di questi vici, il vicus Lartidianus e il vicus Annanus, mediante due basi di statua, recuperate in mare ancora in situ e dedicate nel 121 all'imperatore Adriano, la prima ritrovata alla fine dell' 800, impiantandosi il cantiere Armstrong (oggi Sofer), la seconda nel 1972 presso il pontile della Pirelli (Camodeca 1977, 75 sqq.). Ed ora i due vici appaiono finalmente nella loro ben distinta ma strettamente collegata realt topografica ed urbanistica (tav. 1). Inoltre i dedicanti di queste due basi di statua si definivano significativamente inquilini vici, cio appunto forestieri l residenti, impegnati nelle attivit mercantili legate agli impianti portuali. Questi quartieri dunque, analogamente ai fondachi delle citt medievali, erano abitati da mercanti stranieri che per ragioni di commercio risiedevano a Puteoli, provenendo dalle pi lontane regioni del Mediterraneo sia occidentale (in particolare africani e spagnoli) sia orientale (egiziani, fenici, arabi-nabatei, siriaci, microasiatici, greci etc.); ad es. dalla mia rilettura di un graffito ercolanese (CIL, IV, 10676) risultato un vicus Tyananus a Puteoli, che prendeva il nome dai cappadoci di Tyana che lo abitavano; e dai numerosi graffiti di una taberna di via Terracciano, databili alla prima met del II secolo, risulta vividamente la particolare frequenza degli orientali (Camodeca 1991, 143). Nei vici dove essi risiedevano i peregrini avevano anche costruito i templi ai loro dei nazionali; cos il tempio del dio nabateo Dusares, l'unico noto in Occidente, era sito proprio nel vicus Lartidianus come mostra il recupero in mare in questa zona di vari altari e lastre marmoree a lui dedicate. Qui possibile restituire in pianta il portico

    59 Una sua prima redazione stata pubblicata in allegato al volume / Campi Flegrei, Napoli, 1987.

    60 Per questi mi sono avvalso della grande esperienza nel rilievo subacqueo di C. Leggieri e L. Russolillo.

    61 A differenza che nel pionieristico tentativo di Schmiedt 1 970, tav. 136 fig. 4-5, ripreso in seguito dal Castagnoli 1977, 52 fig. 7, che risulta non solo sommario e approssimativo, ma per di pi inficiato nella fig. 5 da un'erronea indicazione nella scala con conseguente sensibile compressione del rilievo.

    62 Su quest'area v. Pagano 1983-84, 1 3sqq. ; per una ricostruzione della linea di costa e dell'orografia dei due laghi in et imperiale v. la mia pianta in/ Campi Flegrei, Venezia, 1990, 162.

    112

  • Puteoli porto annonario e il commercio del grano

    colonnato in piperno, gi noto agli antiquari del '700 e dell '800 come "tempio delle Ninfe", nei cui pressi fu rinvenuta nel 1972 una bottega di scultore, attiva almeno fino a tutto il II secolo; non lontano andr collocata anche una vera e propria statio marmorarii (NScA, 1 888, 640 sqq.; Dubois 1907, 130 sqq.). Una vivida descrizione di questo tratto della ripa in et severiana si pu leggere a mio avviso in un passo assai interessante di Filostrato (v. Apoll. Tyan., 7, 12) con l'elenco delle numerose navi alla fonda pronte a partire per i pi diversi e lontani paesi (Africa, Egitto, Fenicia, Cipro, Sardegna, Spagna).

    E proprio all'altezza del vicus Lartidianus possibile identificare con sicurezza un preciso aggancio urbanistico fra i quartieri portuali e la viabilit esterna che correva lungo la terrazza urbana superiore di quota 40 m; infatti ancora visibile in sezione (a q. 1 3) la strada basolata larga ca. 3,5 m63, che dalla ripa risaliva fino a sfociare nella via Domtiana proprio all'altezza dei grandi horrea detti Pondera attraverso un erto vallone (loc. Canalone), sui cui versanti si dispongono due grandi complessi edilizi articolati su vari livelli con pi fasi costruttive dall'et augustea al II secolo inoltrato. Sul costone nord si identificano altri ambienti, anche termali, probabilmente quelli scavati nel 189064. Si tratta di strutture residenziali a servizio dei vici della ripa, abitate anch'esse da peregrini05. Si possono ipotizzare in base alla ricostruzione dell'orografia antica almeno altre due di queste strade di collegamento fra la zona portuale e la viabilit esterna atte a superare il forte salto di quota.

    4. Strutture portuali e di immagazzinaggio di dimensioni cos grandi, il cui buon funzionamento doveva essere vitale per l'annona romana, richiesero certo una crescente attenzione da parte dell'amministrazione imperiale. Il primo provvedimento imperiale noto solo con Claudio, sul cui interesse per i problemi annonari non il caso di insistere; egli istitu a Puteoli come ad Ostia una coorte urbana ad arcendos incendiorum casus (Suet., Claud., 25, 2) per la protezione dei servizi annonari che le due citt svolgevano. Ma l'epigrafia non ci fa conoscere per Puteoli quella complessa organizzazione imperiale, nota invece per Ostia, per l'amministrazione delle attivit portuali ed annonarie a partire dai primi provvedimenti dello stesso Claudio (un liberto imperiale procurator portus) e poi di Traiano e Adriano (un procurator annonae equestre e un liberto imperiale procurator portus utriusque)M\ La risposta fino a poco tempo fa era divenuta un topos: con la costruzione del porto claudio-neroniano e poi di quello traianeo 1 ' importanza commerciale e annonaria di Puteoli

    era rapidamente decaduta. Non mi dilungo ora a dimostrare quanto questa idea di una decadenza complessiva della citt sia senza fondamento67. invece opportuno raccogliere e riesaminare la sparsa documentazione epigrafica puteolana di II e III secolo concernente l'organizzazione dell'annona imperiale e il commercio del grano a Puteoli. Si deve premettere che se la differenza numerica con la documentazione ostiense impressionante, non va dimenticato che il patrimonio epigrafico puteolano si conservato in proporzione assai minore di quello di Ostia. Comunque le testimonianze puteolane, seppure poche, sono a questo riguardo significative.

    Fondamentale importanza assume infatti la base onoraria posta da una regio puteolana (la regio Decatriae) al vr egregius lulius Sulpicius Successus, procurator portus Puteolanorum, edita nel 1 972 dal D'Arms (D' Arms

    1 972, 255 sqq. = AE 1972, 79) e da lui datata alla met del IV secolo per motivi paleografici. Ma non c' dubbio che questa iscrizione non pu essere posteriore al 326 per il titolo di vir egregius che scompare dopo le riforme dell'ordine equestre di Costantino e per lo stesso titolo di procurator essa va posta assai meglio alla fine del Ili-inizi IV secolo68. evidente che un procurator imperiale di rango equestre non sarebbe stato necessario se il traffico portuale di Puteoli non fosse stato ancora in quest'epoca di interesse statale. A mio avviso inoltre non possibile pensare ad una creazione tardo-imperiale per il posto di procurator portus Puteolanorum; esso deve risalire certo al principato. Se vale, come credo verosimile, il parallelo amministrativo con Ostia, un simile posto affidato inizialmente ad un liberto imperiale potrebbe gi essere stato istituito da Claudio69; ed presumibile che la carica non sia divenuta equestre prima di quella omologa di Ostia

    63 La sua esistenza era gi nota comunque agli eruditi del '700 e "800: ad es. Paoli 1768, tav. XL e De Ioro 1830, 38 sqq.

    64 Fulvio 1890, 123 sqq. (cfr. Dubois 1907, 221, . 2), descrive un interessante affresco, l ritrovato, di un paesaggio marino con navi e opus pilarum (un'immagine dal vero del porto puteolano?) ora al Museo Nazionale di Napoli. Non ha invece nulla a che fare col porto di Puteoli, al contrario di quanto pensava il Dubois 1907, 220 sq., il famoso affresco di Gragnano, che risulta essere una veduta di Alessandria, . Kolendo 1982, 305 sqq.

    65 Come conferma la scoperta in questa zona presso i Pondera di un piccolo tempio da cui proviene una statuetta di naoforo (De Iorio 1 830, 61; Dubois 1907, 152; Tram Tan Tinh 1972, 57; cfr. La collezione egiziana, Napoli, 1989, 149 nr. 15. 48).

    '* Sul punto da ultimo Houston 1980, 157 sqq. con bibl. "Basta rinviare a D'Arms 1974, 04 sqq. eCamodeca 1991, \63sqq. 68 Cos Camodeca 1977, 66 en. 18; Camodeca 1980-81, 62. m Cos anche Houston 1980, 162

    113

  • Giuseppe CAMODECA

    fra Alessandro Severo e Gordiano70. Una testimonianza indiscutibile sulla presenza di un'organizzazione annonaria imperiale a Puteoli (alle dipendenze di un procurator annonae locale?), analoga a quella ostiense, fornita da CIL, X, 1562, una grande base marmorea dedicata nel foro della citt ad Antonino Pio e al Genio della colonia puteolana da unAugusti servus dispensator a frumento Puteolis et Ostis. Ci mostra come il fiscus frumentarius avesse rappresentanti in entrambe le citt. Non si pu non ricordare che fu proprio Antonino Pio a far eseguire nel 139 importanti lavori di restauro al molo puteolano, promessi gi da Adriano, per i gravi danni subiti da una mareggiata71.

    Mancavano finora a Puteoli, a differenza di Ostia, dediche poste al praefectus annonae12 che era a capo di questa complessa organizzazione annonaria; questa lacuna ora colmata da un'iscrizione ancora inedita e di prossima pubblicazione a cura di chi scrive, anche se ritrovata nel lontano 1921 e da me rintracciata nei depositi del Museo. Si tratta di un praefectus annonae, finora ignoto [...Jlius Iulianus (certamente non L. Iulius Vehilius Gratus Iulianus); nella sua carriera si distinguono tre procuratele provinciali ducenarie, una praefectura {classisi), infine l'ufficio palatino di a rationibus prima della prefettura dell'annona. Questo schema di carriera, in particolare la sequenza a rationibus -praefectus annonae , come noto, tipico dell' epoca fra Adriano e Settimio Severo ed alla fine del II secolo pu a mio avviso assegnarsi l'iscrizione. Meno probanti sono invece altre due testimonianze spesso richiamate al riguardo: l'una, CIL, X, 1729 (ora al Kelsey Museum), una dedica funeraria posta ad un Gregorius, figlio del liberto imperiale M. Ulpius Nicephor, proximus commen- tariorum annonae, generalmente datata in et tardo- traianeo-adrianea e attesterebbe l'esistenza a Puteoli di numerosi impiegati dell'annona con a capo questo funzionario73. Ma questa interpretazione dell'epigrafe va incontro ad una grave difficolt: si giustamente rilevato74 che, essendo Gregorius un cognomen derivato da un signum, risulta inverosimile una sua datazione precedente alla met del II secolo; se invece si intende l'iscrizione come una dedica funeraria al giovanetto Gregorius, non figlio ma servo di M. Ulpius Nicephor, posta dai genitori del defunto (Nicephor e Ulpa Pro

    futura), anch'essi servi ex servi del liberto imperiale, proximus commentariorum annonae, l'iscrizione pu essere pi opportunamente datata verso il 170. Di conseguenza, al momento della redazione del testo, M. Ulpius Nicephor, anche se ancora vivo, doveva essere in et assai avanzata e certo non pi in carica. Se ci vero, nulla impedisce di pensare che la sua funzione neu' organizzazione annonaria imperiale fosse stata svolta a Roma e che a Puteoli egli si fosse semplicemente

    ritirato in una sua propriet75. Una cosa simile si potrebbe supporre anche per il liberto imperiale M. Ulpius Proculus, morto a Puteoli, che era stato (ma dove?) tabularius fisci alexandrini, ufficio probabilmente connesso con l'annona (NScA, 1901, 20)76.

    Ben pi interessanti per il nostro tema sono altre due iscrizioni: la prima, ritrovata nel 1925 negli sterri presso l'ingresso orientale dell'anfiteatro e pubblicata dal Maiuri non del tutto correttamente77, fornisce la prima testimonianza epigrafica di un collegio di navicularii a Puteoli, ed era forse pertinente ad una loro sede in uno degli ambienti del portico esterno lungo il lato meridionale del monumento. L'iscrizione databile per stretti confronti paleografici con altre epigrafi puteolane nella prima met del II secolo: si tratta quindi assai verosimilmente di una dedica al divo [Traiano] al divo [Ha- driano] da parte dei navicularii con un interessante riferimento esplicito alla loro funzione annonaria alle linn. 3-4; alla lin. 3, non ben compresa dal Maiuri78, non credo vi siano dubbi ad intendere: qui ad ur[bem] e alla lin. 4: et copiarti (forse rei frumentariael) . Non vi prova migliore per dimostrare che anche dopo la creazione del porto traianeo di Ostia, Puteoli e i navicularii, qui operanti, svolgevano un'importante funzione annonaria.

    Infine che il commercio all'ingrosso del grano fosse a Puteoli ancora nel II secolo un buon mezzo di arricchimento e di ascesa sociale mostrato con ogni evidenza da un'altra iscrizione puteolana databile nella

    70 II primo procurator p rtus utriusque di rango equestre noto per il 247; l'ultimo liberto imperiale nel 224, v. la tabella di Houston 1980, 171.

    71 CIL, , 1640-41; nel 139 la citt lo onor pubblicamente per i beneficia ottenuti {CIL, X, 1646cfr. 1645); sempre nel 1 39/40 il locale collegium Scabillariorum innalza una statua a lui e alla moglie Faustina (CIL,X, 1642-3).

    72 Sebbene siano ricordati per et giulio-claudia numerosi liberti di vari praefecti annonae: C. Turranius, L. Faenius Rufus, Ti. Claudius Athenodorus.

    73 Su CIL, X, 1729 . interpretazione e datazione ai primi anni adrianei di Weaver 1971, 77 sqq. seguito da Rickman 1980, 223. Precedentemente Dubois 1 907, 1 1 3 intendeva addirittura che il funzionario dell'annona fosse il giovanetto defunto.

    74 Solin 1987, 39 sq. con foto dell'iscrizione. 75 Non mancano esempi di casi analoghi nella stessa area flegrea, v.

    CIL, X, 1740 = Parma 1983-84, 295 sqq. con foto e bibl. 76 Del tutto incerta l'integrazione [proc] ad an[nonam] dello

    Hirschfeld, seguito dal Dubois 1907, 1 1 3, in EphEp, Vili, 366 (Puteoli), un cursus equestre di II secolo.

    "Maiuri 1927, 320 = Maiuri 1983, 1 10; un apografo dell' iscrizione in Maiuri 1955, 54 fig. 20.

    78 Maiuri, //. ce. a n. 77, stranamente legge un incomprensibile QVIA DVIH.

    114

  • Puteoli porto annonario e il commercio del grano

    prima met del II secolo, ritrovata nell'area forense della citt (ma di reimpiego), in cui due mercatores frumentarii, probabilmente padre e figlio, il primo di chiara condizione libertina, avendo ottenuto Vadlectio neu' ordo decurionum puteolano, costruiscono a loro spese e dedicano al Genio della colonia Puteolanorum una [scholal] cum basibus et sedibus aeneis in unaportcus ante aedem posita19 . Che si tratti di mercanti di grano e che la loro fortuna sia stata dovuta a questo commercio mostrato assai significativamente dall'altorilievo scolpito sul fianco destro della base: un modius ricolmo di spighe di grano80. La carica simbolica di questa associazione fra il Genio della colonia di Puteoli e il modius di grano ancora in pieno II secolo assai significativa. In proposito va richiamata l'analoga dedica al Genio della colonia puteolana {CIL, Vili, 7959), posta a mio avviso ali' incirca in questa stessa epoca, a Rusicade di

    Numidia. In conclusione mi pare che queste sia pur poche testimonianze puteolane esprimano a sufficienza che la citt continu a svolgere per tutto il principato la sua funzione annonaria accanto (o, se si vuole, in subordine) ad Ostia.

    79 AE 1976, 140, dove alla lin. 4 si deve per correggere la lettura dell'editore /- Clodius -]f. Pai. Salv[iusfl]ius in [Ti. Claudius Ti.] f. Pal. Salv[ia]nus; alla lin. 2 il gentilizio del personaggio va a mio avviso integrato assai probabilmente [Ti. Claujdius Euhodus e non [Clojdius.

    80 Si noti un modius, non la pi generica cornucopia, tipico attributo del Genius Coloniae. Ma forse v' di pi; sulla superficie superiore della base si nota una larga cavit circolare formata da piani concentrici e digradanti di non facile interpretazione; ora non so se sia un mero caso, ma calcolando la capacit di questo cavo circolare si ottiene approssimativamente quella del modius.

    115

  • Fig. 1 (in alto) - TP Sulp. 46, tab.I, p. 2. Fig. 2 - TP Sulp. 46, tab. II, p. 4

  • till' 1 I ' ' I \ |l> ' ii *ii. M * ' * / f t__

    Fig. 3 a-b - TP Sulp. 46, Tab. Ill, p. 5

  • Giuseppe CAMODECA

    APPENDICE

    1. Il dossier di C. Novius Eunus.

    1.1. Il mutuum cum pignoris datione del 18 (o 28) giugno 37.

    TPSulp. 51 (= TP. 15) - Trittico Tab. I: inv. Pompei 14360; pag. 2: foto 13528. Tab. II, pag. 3: foto 13518; 1 360 1 ; inoltre pag. 2 + pag. 3, foto 13557. Tab. Ill: inv. Pompei 14364; pag. 5: foto 13521-22.

    tab. I-II(costole) (ad atramentum, index) Chirographum C. Nov//ii Euni HS X mutuorum Put. XIV k. lui. // Proculo et Nigrino cos. (18 giugno 37)

    tab. I, pag. 2 (a graphium, scriptum interior) Cn. Acceronio Proculo C. Petronio Pono cos.

    XIV k. Iulias ( 1 8 giugno 37) C. Novius Eunus scripssi me accepisse ab mutua ab Eueno Ti. Caessaris Augusti

    5 liberto Primiano apssente per Hessucus ser. eius et debere ei sesterta decem milia nummu que ei redam cum petiaerit et ea sesterta decem milia s.s.s. p.r.d. stipulatus [[ets]] est Hessucus

    10 Eueni Ti. Cessaris Augusti 1. Primiani ser. spepodi ego C. Novius Eunus; pro quern iis sestertis decem milibus

    ei nummu dede pignoris arabonis-

    tab. II, pag. 3 ve nomine iridici alxadrini modium septe milia plus minus et ciceris faris monocpi lentis in sacis ducentis modium quator milia plus minus que ominia

    5 poss/ta habeo penus me in horeis Bassianis puplicis Putolanorum que ab omini vi periculo meo est [[dico]] fateor. (S)

    Actum Putolis

    tab. II, pag. 4 (ad atramentum, signatores su due colonne ai lati del sulcus centrale, a sinistra prenome e gentilizio, a destra cognomen)

    C. No vii Euni Q. [F]alerni [ ] C. Sulpici Fausti C.[ ] [ ]

    5 [ ] Helvi[ ] C. No vii Euni

    tab. Ill, pag. 5 (a graphium, scrptura exterior) Cn. Acerronio Proculo C. Petronio Pontio Nigrino cos.

    quartum (sic) kalendas Iulias (28 ! gi. 37) C. Novius Eunus scripsi me accepisse mutua ab Eueno Ti. Caesaris Augusti liberto Primiano apsente per

    118

  • Puteoli porto annonario e il commercio del grano

    5 Hesychum servum eius et decere ei sestertium decem millia nummum quae ei reddam cum petierit / et ea HS X m.n. q.s.s.s. p.r.d. stipulatus est Hesychus Eueni Ti. Caesaris Augusti 1. Primiani servus spopondi ego C. Novius Eunus / proque

    10 iis sestertiis decem m[ill]ibus nummum dedi ei pignoris arrabo[n]isve nomine tritici alexandrini

    [plu]smmus modium septem millia et ciceris farris monocopi lentis in saccis duc[en]tis [mod]ium quattuor millia p.m. quae omnia reposita habeo penes me in horreis

    15 Bassianis publicis Pu[teo]lanorum quae ab omni vi periculo meo esse fat[e]or. Act. Puteolis

    1. 2. // mutuum cum pignoris datione del 2 luglio 37

    TPSulp. 52 (= TP. 16 + ined.) - Trittico Tab. I: inv. Pompei 14361; pag. 2: foto 13593-4. Tab. II: inv. Pompei 14362; pag. 3: foto 13617-8, cfr. 13596; inoltre pag. 2 + pag. 3, foto 13616 e 13619; pag. 4, foto serie nuova D507 16; infine costole, tab. I-II, foto 13610.

    tabb. I-II (costole) (ad citmmentum, index) Chirographum C^No // vii Euni HS oooooo mutuor. praeter alia HS X // ob pignws tritici

    tab. I, pag. 2 (a graphium, scriptum interior) C. Cessasare Germanico Aug. Ti. Claudio Germanico cos. VI nonas Iulias C. Novius Eunus (2 lug. 37) scripssi me accepisse muta ab

    5 Hessco Eunni Ti. Cessaris Augusti 1. Primiani ser. [[muta]] et debere ei sestertia tra milia nummu prt, alia HS . que alio chirographo meo

    10 eidem debo et ea sestertia tra milia num. nummu q.s.s.s. p.r. recete dari

    tab. II, pag. 3 stipulatus ets Hessucus Euni Ti. Cessaris Augusti 1. Primiani ser. spepodi ego C. Novius Eunus in qua ominis suma dedi ei

    5 pignoris tridigi alxadrini um septe mila quot est possir[um] in horeis Bassianis puplicis Putola[nor.] medis horeo duode[cimo] et sacos ducen[t-] os lentis c[ice]r[is ..]+issi monocopi

    10 et faris in quibus sunt modium quator milia qui sunt possiti in isdem horeis que ominia ab omini vi priculo meo est fator. (S) Actum Putolis.

    119

  • Giuseppe CAMODECA

    tab. II, pag. 4 {signatores sulla destra del sulcus centrale, in parte ad atramentum [nr. 1 ], in parte [nrr. 2-3] con praenotatio graffita su legno)

    C. Novi E[uni] A.M[evi]A./

    Cypaeri

    5 [C.NoviEuni]

    1.3. La locatio horrei del 2 luglio 37

    TPSulp. 45 (= TP. 7) - Trittico Tab. I, pag. 2: foto 13611 Tab. II, pag. 3: foto 13575 cfr. 13671; pag. 4: foto 13553, 13574. Tab. Ill, pag. 5: foto 13573 Tabb. I-III (costole): foto 13540, 13623; pagg. 2, 3 e 5: foto 13541, 13609, 13620-21; pagg. 4-5: foto 13597.

    tabb. I-III, costole (ad atramentum, index) Chir[ograp]hum Diogne II C Novii Cypaeri servi co[ndu]ctionis hr // rei XII in Bassianis in quo triticum est // [pi]gnon acce/?/, a Novio Euno

    tab. I, pag. 2 (a graphium, scriptura interior) C. Caesare Germanico Augusto Ti. Claudio Nerone Germanico cos.

    VI non. Iulias Diognetus C. Novi Cupaeri ser.

    5 scripsi iusu Cupaeri domini mei cora ipsum me locasse Hesico Ti. Iulii Augusti liberti Aeueni ser. horreum XII in horreis Bassianis puplicis Putiolano-

    10 rum medis in quo repositu est triticum alexandrini quod pignori accepit

    tab. II, pag. 3 hodie ab C. Novio Euno item in isdem horreis imis inter columnis be repositos habet saccos legu-

    5 menum ducentos quos pignori accepit ab aeodem Eunum. Ex k. Iulis in menses singulos sestertis singlis nummis. Act. Putiolis (S)

    tab. II, pag. 4 (ad atramentum, signatores ai lati del sulcus centrale per i sigilli). C. No vii A. Mevii Diogneti C. Novii Irenaei

    [Dio]g/ieti

    Cypaeri A.f. Fai. Iuli C. Novii Cypaeri ser. Cypaeri 1. Euni C. Iuli Senecionis

    ser. C. Novii Cypaeri ser.

    120

  • Puteoli porto annonario e il commercio del grano

    tab. Ill, pag. 5 (a graphium, scriptum exterior) C. Caesare Germanico Augusto Ti. Claudio Nerone Germanico cos. sextum nonas Iulias. D/ognetus C. Novi Cypaeri servus scripsi iussu Cypaeri domini

    5 mei coram ipso me locasse Hesycho Ti. Iuli Augusti 1. [ue]ni ser. horreum duodecimum in horreis Bassianis publicis Puteolanorum medis, in quo repositum est triticum alexandrinum quod pignori

    10 accepit hac die a C. Novio Euno item in iisdem horreis { horreis } imis inter columnia ubi repositos habet saccos [[du]] /eguminum ducentos quos pignori accepit ab eodem Euno. Ex k. Iulis in menses

    15 singulos sestertiis singulis n[u]m. Act. P[u]i.

    2. Il dossier di L. Marius Iucundus

    2.1.11 mutuum cum stipulatione del 13 marzo 40

    TPSulp. 53 (= TP. 8 + ined., cfr. 92) - Trittico Tab. I: inv. Pompei 14357; pag. 2: foto 13599. Tab. II, pag. 3: foto 13536; pag. 4: foto 13534, cfr. 13527; inoltre pag. 2 + pag. 3, foto 13510. Tab. Ili: inv. 14440; pag. 5: foto D52189.

    tab. I, pag. 2 (a graphium, scriptura interior). C. Laecanio Basso Q. Terentio Cullione cos.

    Ili idus Martias L. Marius Didae 1. Iucundus scripsi me accepisse et debere C. Sulpicio

    5 Fausto sestertia viginti millia nummum, quae ab eo mutua et numerata accepi; eaque sestertia viginti millia nummum q. s. s. sunt proba recte dari

    10 stipulatus est C. Sulpicius Faustus spepondi ego L. Marius Iucundus.

    tab. II, pag. 3: Act. Putiol. (S)

    tab. II, pag. 4 (ad atramentum, sei signatores sulla destra del sulcus centrale per i sigilli, di cui si scorgono ancora le tracce dalla foto): L. [Mari Iucundi] [.] Ma[r]Z? [ ] C. Iuli Celens

    5 M. Ma[r]i [ ] P. Anni F[e]l/c/s

    tab. Ill, pag. 5 (a graphium, scriptura exterior) C. L[a]ecanio Basso Q. Terento Culleone cos.

    Ili idus Martias

    121

  • Giuseppe CAMODECA

    L. Marius [Dijdae /. Iuc[und]us scr[ip]s[i me a]ccepisse et debere C. Sulpi[ci]o Fa[us\.o sestertia v]iginf/

    5 millia num[mu]m quae [ab e]o [mutua] et numerata acce[pi]; eaque [HS] ((I)) ((I)) quae s. s. s. p. r. [d.] sti/?wlatus [est C. Sul]picius Faustus spo[po]ndi ego L. Ma[rius Di]?ae 1. Iucundus.

    10 [Actum Puteolis]

    2. 2. La locatio horrei del 13 marzo 40

    TPSulp. 46 (= TP. 44 + 46 + ined.) - Trittico Tab. I, pag. 2 (inedita): foto 14718, 14720, 14722. Tab. II: inv. 14402; pag. 3: foto 13549; pag. 4: foto s.n. inv. Tab. III: inv. 18130; pag. 5: foto 13554.

    tab. I, pag. 2 (a graphium, scriptum interior) (inedita) (apografo, fig. 1) C. La[e]ca[nio Basso Q. Terentio Culle]one cos.

    [Ill idus Martias] Nardus P. [Anni Seleuci servus scrip]s/ coram [et ius]sM [P. Anni Seleuci domini] mei

    5 qu[od is negaret] s[e littjeras [scire] m[e locasse] C. Sulpicio [Fausto] horreum [XXVI, quod e]st /n/?[raedis Domit]iae Lepid[ae Barbatianis] superi [oribus, in] q[uo] [repositum est tritici alexandrini] millia

    10 [modium XIII, quae dom]i[nus m]ew[s] adme- //[etur] cum [servis suis, mercede

    tab. II, pag. 3 in mensibus singulis sestertis centenisnummis. (S) Ac[tu]mPuteol.

    tab. II, pag. 4 (ad atramentum, signatores sulla destra del sulcus centrale per i sigilli) (fig. 2) P. Anni Selewci Cn. Pol/i Cn./.Rufi C.IuliFelicis Nardi P. Anni Seleuci ser.

    5 P. Anni Seleuci tab. Ill, pag. 5 (a graphium, scriptura exterior) (fig. 3a e apografo, fig. 3b)

    C. Laecanio Basso Q. Ter[en]tio Culleone cos. /// i[du]s Mamas

    Nardus P. Anni Seleuci servus sc[n]psi coram et iussu Se/[eu]ci domini me/ [q]wod is negaret se litteras

    5 scire m[e] locasse C. Sulpicio Fausto horreum vicensimum et sexs/iim, quod est in praedis Domi- tiae L[e]pidae B[a]rbatianis superioribus, in quo repositum est intici alexandrini millia mod[iu]m decem et tria, [quae] aJmetietur dominus meus

    10 cum s[er]vis [sui]s, m[er]c[ed]e in mensibus singulis sestertis centenis nummis.

    Actum Puteolis

    122

  • Puteoli porto annonario e il commercio del grano

    2. 3. La pignoris datio del 15 marzo 40

    TPSulp. 79 (= TP.69) - Trittico Tab. I e II, perdute. Tab. Ill, pag. 5: foto 13665.

    tab. Ili, pag. 5 (a graphiwn, scriptura exterior) C. Laecanio Basso Q. Terenfto Cull[eone] cos.

    idi>usMar[tiis] L. Ma[rius Didae 1. Iucundus scripsi me dedisse C. Sulpicio] Fa[usto pignoris nomine trit]/c/ alexan[drini modium]

    5 millia [decem et tri]a quae suni posita in [Domiti-] ae Lepidae [praed]is Barbai/ams superioribus [horreo] XXV7ob HS vigiliti millia nu[mmum quae per chiro-] graphum scripsi me ei debere [ ] Si idibus Mais primis ea HS ((I)) [((]I)) q.s.s.s. non de[aero\ so/[vero]

    10 satisve fecero, turn liceat tib id triricu[m quo de agitur] sub [p]raecone de condicione/?/g[nor]/s quo[... vendere.] [Si pluris venier]/?, omne quod superesse[t] reddas [mihi he-] [redive meo; si] quo minoris venierit, id ego reddam tibi heredive tuo. Utique id triticum quo de agitur

    15 omni periculo esset meo heredisve mei haec mihi tecum ita conveneruntpactusque sum.

    Actum Puteoli s

    123

  • Giuseppe CAMODECA

    Referenze bibliografiche

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